Ecco come nasce l'abbigliamento da outdoor
Come e quando nascono i capi di abbigliamento outdoor per correre o camminare in montagna? Come viene effettuata la scelta dei materiali? Come vengono testati? Sono domande che tutti gli utilizzatori (e testatori… perché tutti noi siamo i più importanti tester di abbigliamento funzionale) si sono posti più volte. Per dare una risposta, nel numero di agosto-settembre di Skialper pubblichiamo un interessante reportage realizzato nella sede italiana di Dynafit, Dagli atleti per gli atleti. Il primo comandamento di Dynafit è questo e si esprime perfettamente in quattro valori: velocità, leggerezza, endurance e tecnologia. Quattro obiettivi che sono al centro dello sviluppo di ogni singolo capo, dalla giacca al cappellino. Ne abbiamo parlato con Alessandro Marengo, senior designer, e Sybille Egele, product manager. «Nel momento in cui viene presentata alle fiere di settore la collezione per la stagione successiva, noi stiamo iniziando già a lavorare su quella che la seguirà» ha detto Alessandro Marengo. La tempistica segue appuntamenti fissi negli anni, con pochi margini di variabilità. Per quanto riguarda i capi estivi, a fine giugno, a breve distanza, il team presenta colori e design dei nuovi capi all’ufficio marketing. Le matrici della collezione vengono decise dal product manager anche sulla base dei primi dati di vendita della collezione precedente. Dai primi disegni ai prototipi passa circa un mese e mezzo, poi i capi vengono testati sul campo, da atleti e spesso dagli stessi dipendenti Dynafit, che sono tutti appassionati sportivi. Prima però c’è un passaggio fondamentale, quello del fitting. «Utilizziamo degli indossatori che presentano le misure antropomorfe corrette, lavoriamo con la taglia M per le donne e L per gli uomini ed è una operazione molto delicata, nella quale si passano ore a mettere e togliere spilli per correggere eventuali difetti di vestibilità» dice Sybille Egele. Questa e tante altre curiosità nell’articolo su Skialper di agosto-settembre.
Corsa in montagna, in Valsassina le finali tricolori
Domenica grandi sfide a Pian delle Betulle
Finale tricolore per la corsa in montagna in Valsassina: domenica Margno, nel Lecchese, ospiterà i Tricolori. Per i titoli societari occorrerà attendere la fine di ottobre, con la disputa delle staffette di Morbegno, in occasione dello storico Trofeo Vanoni, ma sei nuovi campioni italiani, tra Assoluti, Promesse e Juniores, usciranno dai prati e dai sentieri di Pian delle Betulle, al termine delle prove organizzate dal Centro Sportivo Cortenova, che in campo assoluto varranno anche come tappa conclusiva della Mountain Classic Cup, la prima delle tre Coppe di specialità dell’Eolo Mountain and Trail Grand Prix 2017 ad imboccare la dirittura d’arrivo. Percorsi di salita e discesa che, pur con qualche inversione nel senso di marcia, ricalcano buona parte del tracciato che ospitò la rassegna a staffetta due anni fa. Per i titoli tricolori, si riparte dai risultati della prima prova, corsa ad Arco il 28 maggio scorso, in occasione della Bolognano-Velo valida anche quale prima tappa della WMRA World Cup.
GARE JUNIORES - Daniel Pattis (Suedtirol Team Club) e Marta Menditto (Atletica Alessandria) i vincitori della prima prova, corsa su tracciati di sola salita. L’altoatesino, nel mese di luglio, ha colto due medaglie d’argento, prima agli Europei di Kamnik, poi nei Mondiali di Premana. Logico allora considerarlo il favorito assoluto per il titolo finale, dove dovrà vedersela con i compagni in azzurro nel corso di questa stagione. A cominciare da Andrea Prandi (Atletica Alta Valtellina), bronzo continentale e terzo ad Arco, e da Andrea Rostan (Atletica Saluzzo), settimo a Kamnik, ma secondo nella prima prova della corsa al tricolore. Per sparigliare il podio finale, attenzione anche a Matteo Bonzi (Atletica Valle Brembana) e Samuele Nava (Atletica Lecco-Colombo), mentre per la classifica di giornata fari puntati anche su Riccardo Rabino (Atletica Saluzzo) e sull’altro azzurrino Stefano Martinelli (Csi Morbegno), penalizzato però nella somma dai punti dal decimo posto nella prova di apertura. Più aperto pare invece il confronto in campo femminile, con le under 20 impegnate su due tornate di un giro di circa 2300 metri. Dopo gli Europei di Kamnik, Marta Menditto è tornata al primo amore, ovvero alla versione off-road del triathlon, specialità nella quale proprio nei giorni iridati di Premana ha fatto faville in campo continentale. Il successo nella prima prova pone l’alessandrina in vantaggio rispetto alle altre azzurrine, ma Gaia Colli (Apd Pont Saint Martin), Paola Varano (Gs Bognanco) e Linda Palumbo (Atletica Clarina Trentino) sembrano ben attrezzate per riaprire sino in fondo la sfida al titolo tricolore. Da seguire con attenzione anche Anna Frigerio (Atletica Lecco-Colombo), atleta di casa e azzurrina tanto in Slovenia quanto a Premana.
GARE SENIORES - L’assenza forzata di Valentina Belotti, il ruolo di guastafeste in capo ai gemelli Dematteis: ecco riassunti, sin da subito, alcuni temi della vigilia, con Alice Gaggi (La Racastello) grande favorita allora per il successo finale e con una prova maschile dall’esito invece tutt’altro che scontato, con doppia sfida tra Atletica Valli Bergamasche e Atletica Valle Brembana. Donne per prime, impegnate sullo stesso tracciato degli juniores uomini (un giro piccolo più un giro grande per un totale di circa 7600 metri). Ad Arco fu dominio per la Belotti, ancora purtroppo ai box per l’infortunio al tendine destro che l’ha costretta a rinunciare anche all’iride di Premana. Alle sue spalle, nell’ordine, chiusero Alice Gaggi, Samantha Galassi (La Recastello) e Sara Bottarelli (Freezone), con la bilancia della vigilia tesa allora a favore della valtellinese, apparsa più in palla delle altre anche domenica scorsa sui sentieri di Malonno. Per le posizioni più nobili della classifica finale, attese importanti anche per Arianna Oregioni (Gp Santi Nuova Olonio), Camilla Magliano (Podistica Torino), Gloria Giudici (Freezone) e Ivana Iozzia (Calcestruzzi Corradini), mentre per il titolo promesse la candidatura più forte rimane quella di Roberta Ciappini (Csi Morbegno).
Uomini in gara invece su due giri del percorso più lungo, per un totale di poco più di 10,5 km di gara. Ultimi confronti alla mano - il Fletta Trail di Malonno in testa - favorito numero uno per il successo di giornata pare poter nuovamente essere Bernard Dematteis (Corrintine), tagliato fuori però dalla corsa al successo finale dal risultato della prima prova, quando ad Arco, al suo rientro agonistico, finì lontano dai migliori. Così come già nel 2015, tanto Bernard quanto il gemello Martin, potrebbero mischiare un poco le carte là davanti nelle primissime posizioni, inserendosi magari tra i diretti rivali per il successo finale.
La classifica della prima prova, in chiave tricolore, recita nell’ordine Chevrier, Maestri, Baldaccini e Puppi, ovvero quattro degli azzurri protagonisti nell’ultimo mese di gare. Xavier e Cesare, portacolori dell’Atletica Valli Bergamasche, Alex e Francesco, in maglia dell’Atletica Valle Brembana, in Trentino chiusero nello spazio di soli diciassette secondi dopo quasi un’ora di gara. Visti i risvolti alterni delle altre sfide stagionali, tra fisiologici cali di forma e desideri di conferme o rivalse, meglio forse non fare troppi calcoli e rinviare a domenica pomeriggio ogni altra considerazione riguardante il successo finale.
In chiave under 23, la prima prova portò alla ribalta Davide Magnini (Ras Courmayeur), ma il trentino domenica prossima potrebbe anche non essere al via, lasciando in tal caso strada aperta soprattutto a Nadir Cavagna (Atletica Valle Brembana), già protagonista ad Arco con il suo settimo posto assoluto. Per il bergamasco i pericoli maggiori vengono dai trentini Marco Filosi e Alberto Vender (Sa Valchiese), con Luigi Cristani (Atletica Alta Valtellina) e Andrea Nicolo (Ug Biella) nel ruolo di possibili outsider.
Domenica e' tempo di San Fermo Trail
Penultima tappa del La Sportiva Mountain Running Cup
In vista della finalissima, prevista per domenica 3 settembre sulle vette sondriesi della International Rosetta SkyRace, domenica il circuito La Sportiva Mountain Running Cup farà scalo sull’Altopiano del Sole per la terza new entry 2017. Tutto pronto a Borno per una San Fermo Trail che si preannuncia davvero combattuta. La kermesse proposta dall’Evolution Team vedrà al via il due volte vincitore di questa gara Fabio Bazzana alla ricerca di uno storico tris sui 23 km con 1500 m di dislivello che lo scorso anno assegnarono i titoli italiani Fidal di trail corto. In lizza per un piazzamento di rilievo, in vista della chiusura iscrizioni fissata per domenica mattina, anche dell’Esercito Daniel Antonioli e gli atleti del team Crazy Idea Gil Pintarelli, Andrea Debiasi, Marco Leoni.
IL PROGRAMMA - Si inizia sabato alle 15 con la ‘Family run’, passeggiata non competitiva adatta a tutti che dopo la partenza in piazza si sviluppa lungo il percorso che porta al Lago di Lova, con rientro ad anello sempre in piazza dove un Nutella party attende tutti i partecipanti. Domenica mattina alle 9 è previsto lo start della quinta tappa del circuito La Sportiva Mountain Running Cup. Nel dopo gara pasta party e alle 15, in piazza, le premiazioni.
LA GARA - Il via agli oltre 200 atleti già accreditati sarà dato in piazza Giovanni Paolo II, corsa per il centro storico fino ad imboccare la prima impegnativa salita che attraverso il bosco porta dalla località Avendone (1.100 metri) alla malga Moren prima e al rifugio San Fermo dopo (1.868 metri). Da qui si imbocca il sentiero alto per il rifugio Laeng ed è in questo tratto che si incontra il punto più alto della gara, i 1.922 metri del monte Arano. Dal Laeng alla malga Mignone la prima discesa. Gli atleti saranno chiamati ad una nuova e impegnativa salita verso il colle Mignone e la località L’Agol prima di una nuova discesa fino al lago di Lova. Costeggiato lo specchio d’acqua simbolo di Borno l’ultima discesa fino alla piazza che tornerà ad abbracciare i partecipanti alla San Fermo Trail. In totale 23 chilometri e 1.500 metri di dislivello positivo, per un percorso tecnico, impegnativo ma dal panorama unico, sull’Altopiano del Sole e sul gruppo dell’Adamello. Lungo tutto il tracciato saranno dislocati oltre cento volontari di numerose associazioni che si occuperanno dei punti ristoro. La sicurezza sarà affidata agli uomini del soccorso alpino.
IL CIRCUITO - Dopo i successi di Trentapassi, Ledro, Stava e Skylakes, a guidare la classifica provvisoria è il campione 2016 Paolo Bert (257 punti). Al femminile, è invece balzata al comando l’azzurra di corsa in montagna lunghe distanze Lisa Buzzoni.
Nel ranking maschile, alle spalle di Bert, troviamo l’altoatesino Martin Stofner con 193 punti. Terza piazza per Andrea Debiasi (186 punti). Per quanto riguarda invece la classifica femminile, forte dei punti jolly ottenuti alla la Skylakes, Lisa Buzzoni guadagna la testa del circuito con 181 punti. Sue dirette inseguitrici la lecchese Francesca Rusconi, seconda a 151 punti, e la veterana Ida Parisi staccata da quest’ultima di 3 punti. Vicinissima al podio anche Antonella Confortola (142).
Sci ripido: cronache di una stagione ordinaria
Su Skialper di agosto-settembre le principali discese del 2017
Agosto è il mese in cui puntualmente si tirano le somme della stagione del ripido. Infatti si sa che generalmente per lo sci di esplorazione e quello su grandi pareti si attendono proprio le condizioni del pieno della primavera, che spesso sanno regalare un buon manto da sciare anche dove abitualmente si trova del ghiaccio. Se l’anno scorso è stato anomalo con gran disappunto degli appassionati degli itinerari più invernali, ma poi si è riscattato alla grandissima da aprile in poi, regalando momenti epici in molte zone alpine, la stagione 2016-2017 è stata decisamente più anonima dal punto di vista delle condizioni. Però, anche in anni non eccezionali come questo, anzi del tutto ordinari, si scia eccome. Nel Bianco quasi tutte le linee tra Miage, Midi e Argentière sono state ripetute. Insomma, discese che fino a meno di dieci anni fa erano percorse poche volte l’anno ormai per materiali e livello tecnico possono essere reputate dei classiconi. E poi nel 2016-2017 si sono iniziati ad apprezzare i primi frutti dell’opera cult della passata stagione dove nel film La Liste Jérémie Heitz ha mostrato a tutti cosa può fare la gente col livello, quello vero, se si mette a sciare certi pendii in certe condizioni tendenti al polveroso. E quindi si sono potute registrare tutta una serie di discese, fino ad ora affrontate ‘con una certa cautela’, la Mallory all’Aiguille du Midi per citarne una simbolo, che sono state percorse in stile Heitz: fluidità massima, 120 mm sotto al piede, rocker e giù. E poi una quarantina di itinerari inediti negli Écrins e non solo… su Skialper di agosto-settembre il consueto bollettino della stagione dello sci ripido a cura di Andrea Bormida. Da non perdere!
Sierre Zinal, sono cinque per Kilian
La keniana Murigi vince la gara rosa, quinta Silvia Rampazzo
Quinto successo alla Sierre Zinal per Kilian Jornet Burgada, eguagliando il record di Ricardo Mejía: il catalano ha chiuso i 31 km con 2.200 metri di dislivello in 2h33’05’’, un bel biglietto da visita per il prossimo UTMB. Alle sue spalle il britannico Rob Simpson in 2h33’19”, terzo lo statunitense Max King in 2h34’04”; ai piedi del podio l’eritreo Petro Mamu e lo svizzero Matthias Kyburz; quindi lo svizzero Stephan Wenk, il francese Thibault Baronian, il colombiano Herrera Rodriguez con nono Marco De Gasperi.
Al femminile titolo per la keniana Lucy Wambui Murigi in 2h58’39” che precede la tedesca Michelle Maier in 3h05’11” e la francese Amandine Ferrato in 3h09’42”, quarta l’altra francese Céline Jeannier con quinta Silvia Rampazzo. Due azzurre nelle 15: ottava Gloria Giudici, dodicesima Ivana Iozzia.
VUT, arriva anche la PerCorri la Valmalenco
Oltre alle distanze lunghe anche una prova per tutti
Valmalenco Ultradistance Trail, un evento per tutti. Oltre alla prova individuale da 87km (6900m D+) e una formula staffetta a 3 elementi (31km - 39km - 17km), sta riscuotendo molto interesse anche PerCorri la Valmalenco, la competizione di mountain running della domenica con partenza dal capoluogo sondriese e arrivo al village race di Caspoggio. Voluta e proposta in stretta sinergia con la Comunità Montana Valtellina di Sondrio, vuole essere un’ottima occasione per avvicinare il grande pubblico, i neofiti della corsa e genitori con figli al seguito. Tutti insieme punteranno il traguardo sfruttando il nuovissimo Sentiero Rusca.
VUT è in programma a fine mese (venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 agosto) e si propone come un vero e proprio happening dell’outdoor running. Chiuse le iscrizioni sulle due prove lunghe con un totale di 319 concorrenti (163 ultra runner e 52 staffette) ora il comitato organizzatore sta focalizzando l’attenzione sulla gara domenicale, una gara per tutti. «Il Sentiero Rusca rappresenta la grande opportunità di raggiungere il cuore della Valmalenco partendo dal capoluogo in bicicletta o a piedi lungo un percorso dedicato e protetto, arricchito da aree di sosta attrezzate – ha confermato il presidente della Comunità Montana di Sondrio Tiziano Maffezzini -. E ancor più la Valmalenco collegata col sentiero Valtellina, la grande opportunità di unire il fondovalle con le montagne più importanti della media valle. Un percorso che si sviluppa in un ambiente straordinario immerso nel verde, affiancato dalle fresche acque del torrente Mallero, attraverso paesaggi affascinanti».
Da qui l’idea di associare alla tecnica e estenuante cavalcata alpina sull’Alta Via, un altro evento dedicato a chi ama la montagne e lo sport, pur non essendo un ‘super atleta’. Una doppia partenza, per valorizzare per corso di sicuro appeal: «PerCorri la Valmalenco nasce con l’intento di far conoscere l’importante itinerario, oggi completato e perfettamente percorribile, affinché diventi l’opportunità per risalire la Valmalenco a piedi o in mountain-bike, lungo il fiume, sia dal semplice passeggiatore della domenica che dallo sportivo allenato e preparato, o da chi vuole vivere la montagna a diretto contatto della natura evitando i mezzi motorizzati – ha continuato Maffezzini -. In qualunque modo lo si percorra non si potrà che rimanere affascinati dallo scenario di rara bellezza su cui il Sentiero si snoda».
Le iscrizioni verranno raccolte la mattina in zona partenza. Il ritrovo di PerCorri la Valmalenco è fissato per domenica 27 alle 8 in piazza Campello a Sondrio, lo start sarà dato alle 9 (I meno allenati e famiglie, potranno invece partire da Torre Santa Maria affrontando solo l’ultima parte del percorso).
Maggiori informazioni su www.ultravalmalenco.com
Programma VUT
Venerdì ore 24: partenza gare
Sabato ore 9: previsione arrivo 1ª staffetta
Sabato ore 11: previsione arrivo primo atleta gara lunga
Sabato sera: aspettando l'ultimo concorrente, festa & musica dal vivo
Domenica mattina: gara non competitiva aperta a tutti con partenza da Sondrio
FlettaTrail a Bernard Dematteis e Alice Gaggi
Grande spettacolo nella classica di Malonno
Dopo lo spettacolo del kilometro verticale di sabato ecco puntuale il classico FlettaTrail, giunto all’edizione numero 54. Oltre 250 i partenti (record) a sfidarsi sui sentieri di Malonno: è stata subito gara vera con un gruppetto di quattro che attaccava insieme il mitico ‘Muro di Dùrna’, Bernard Dematteis (Corrintime) a fare la voce grossa ma era Cesare Maestri (Atletica Valli Bergamasche) a vincere il ‘GPM Grimpeurì di Odecla, precedendo nell’ordine Berny, Francesco Puppi (Atletica Valle Brembana) e Xavier Chevrier (Atletica Valli Bergamasche Leffe), dietro si creava già un distacco significativo dove i migliori inseguitori risultavano essere Marco Moletto (Applerun) e Arnaud Bonin (Scott France).
Il successivo scollinamento in località Tedda segnava un momento decisivo, attacco violento di Bernard Dematteis che si involava sulla discesa di Moscio ed alla ripresa della salita il vantaggio iniziava a dilatarsi fino a raggiungere il minuto al GPM Compressort del Campass.
Dietro stupenda lotta tra Xavier Chevrier e Cesare Maestri con il Valdostano che dapprima pareva poter scappar via ma veniva raggiunto sulla discesa di Pra Del Biss per iniziare insieme al compagno di squadra un inseguimento appassionante al leader della gara. Bene Puppi che continuava a controllare la propria quarta posizione tenendo a distanza gli inseguitori più pericolosi.
Grande finale per Berny Dematteis in piazza Repubblica, un pubblico incredibile lo accoglieva di nuovo trionfatore di una gara con cui il gemello del Monviso ha da sempre un rapporto speciale e che aveva già fatto sua nel 2014 e nel 2015 prima della parentesi Petro Mamu: resiste l’1h25’45” del fenomeno eritreo ma Dematteis ci è andato vicino sul serio, il crono di 1h26’’08” è la seconda prestazione di sempre a Malonno. Dietro nessuno ha mollato un centimetro, sul podio stellare salgono a braccetto Cesare Maestri e Xavier Chevrier, per il magic-duo delle Valli Bergamasche Leffe arriva un finale di 1h27’34”, rispettivamente il terzo ed il quarto crono di tutti i tempi a conferma di una gara vera e memorabile. Puppi continua il momento magico, suo il quarto posto e la conferma di un campione duttile e dalla incredibile capacità di rigenerarsi in tempi brevissimi. Anche lui sotto l’ora e trenta, il crono dice 1h28’28”
Malonno sogna col suo capitano, Emanuele Manzi (US Malonno) regala ennesima prova di classe ed è quinto precedendo nell’ordine Luca Cagnati, Marco Moletto, Arnaud Bonin, Marco Filosi ed Ondrej Fejfar
GARA ROSA - La gara donne seguiva lo spartito annunciato con la partenza a tutta di Camilla Magliano (Podistica Torino) subito ben marcata dalle favorite, Sara Bottarelli (Freezone) ed Alice Gaggi (La Recastello). La bresciana della Freezone detentrice del titolo e del record non trovava questa volta il guizzo e la giornata perfetta preferendo rimanere coperta e controllare le mosse delle avversarie. Gaggi capiva ben presto di essere in giornata di grazia e sul tratto più corribile tra Narcos ed il Campass scappava via accumulando un vantaggio amministrato egregiamente nella discesa tra Loritto, Corne e Lava. La valtellinese si presentava in perfetta solitudine sul traguardo di piazza Repubblica, 1h42’45” il suo crono, terzo tempo di sempre e suo personale al FlettaTrail. Dietro per la Magliano iniziava la crisi con Sara Bottarelli prontissima a sferrare l’attacco decisivo per assicurarsi la piazza d’onore, la torinese nel finale pagava dazio e veniva rimontata e passata anche da una sorprendente Samantha Galassi (La Recastello) pazza di gioia sulla linea del traguardo per il suo miglior tempo a Malonno ed un podio insperato, accolto con grandi festeggiamenti dopo l’opaca prova nel vertikal. Magliano quarta, una sempre più solida Elisa Compagnoni (Atletica Alta Valtellina) quinta, la giovanissima britannica Heidi Davies sesta e poi ancora nell’ordine Stefania Cotti Cottini, Nadia Franzini, Daniela Rota e Lara Bonora chiudono la top-ten femminile.
COMBINATA - Nella combinata Vertikal+Trail vince Bernard Dematteis, davanti a Francesco Puppi e ad Emanuele Manzi. Al femminile il double riesce una volta ancora ad Alice Gaggi che precede Sara Bottarelli e Camilla Magliano.
PizTriVertikal di Malonno, Francesco Puppi da record
Antonella Confortola detta legge al femminile
Vittoria con record per Francesco Puppi al PizTriVertikal di Malonno: 34’09”, 12 secondi meno del crono realizzato da Petro Mamu lo scorso anno. La gara maschile presentava una start-line di grandissimo livello con i gemelli Dematteis, Hannes Perkmann, Davide Magnini, Emanuele Manzi, Henry Hofer, Marco Moletto oltre ad una schiera agguerrita di Master ed Amatori. In palio punti per la Vertical Cup dell’Eolo Mountain & Trail Running Grand Prix dove Perkmann era al comando proprio su Puppi e Toninelli, assente all’ultimo oggi a Malonno per una forma influenzale. Puppi ha fatto la gara che ci si attendeva, senza troppi calcoli ma correndo in maniera chirurgica fin dai primi metri, come già nelle due precedenti edizioni che lo avevano visto come unico capace di stare con Mamu. Una gara perfetta, attuando senza pensieri il proprio ritmo accompagnato da una corsa leggera, quasi sussurrata ma tremendamente efficace. Per stare con lui gli avversari hanno dovuto giocoforza adattarsi, fallito prima il forcing di Perkmann, poi l’estremo tentativo di Magnini, tutti episodi che non lo hanno distolto dall’obiettivo con il finale ha regalato emozioni a grappoli al pubblico come sempre spettacolare assiepato sul dosso ai 1820 metri di Malga Campèl.
Trionfo dunque per Francesco Puppi (Atletica Alta Valle Brembana) che mette in fila Bernard Dematteis (Corrintime), autore sul muro finale di un numero dei suoi, un numero che gli ha permesso di staccare Perkmann (Sportler Team) e, facendo leva sulla propria proverbiale potenza, andare a prendersi un grande secondo posto.
Per il capitano azzurro è arrivata la miglior prestazione personale in questa gara che lo ha sempre salutato sul podio, un 34’32” che certifica il ritorno di ‘Binno’ ai livelli che gli competono. Hannes Perkmann terzo, anche lui sotto i 35 minuti (34’47”) così come un convincente Davide Magnini 4° in 34’58”. Apoteosi US Malonno con il quinto posto di Emanuele Manzi (US Malonno), primo si può dire degli ‘umani’, per lui 36’47” ed a 40 anni l’ennesima conferma di una classe sconfinata, 6° Marco Moletto (Applerun), 7° Martin Dematteis (Corrintime), 8° il malonnese Luca Malgarida (US Malonno) ed a chiudere la top ten un giovanissimo ed un veterano: Pietro Lenzi (La Recastello) e Giovanni Paini (New Athletics Sulzano).
Al femminile è grande firma, quella di Antonella Confortola (Marathon Imperia), che sbaraglia avversarie e previsioni della vigilia. L’eterna atleta della Val di Fiemme che solo una settimana prima ha salutato l’azzurro a Premana, mette in riga un manipolo di avversarie giovani e di belle speranze. Camilla Magliano (Podistica Torino) è seconda dopo un avvio a tutto gas che però non ha sorpreso l’esperta Confortola. Sul podio sale anche una raggiante Arianna Oregioni (Gp Santi Nuova Olonio – La Sportiva) brava e tenace a resistere inizialmente alle sfuriate delle avversarie e poi punirle nella seconda parte. Livello altissimo anche qui, una top five che accoglie nell’ordine la sorpresa di giornata Elisa Compagnoni (Atletica Valtellina) e l’azzurra Alice Gaggi (La Recastello) mentre la top ten è completata da Liza Buzzoni (Altitude), Samantha Galassi (La Recastello), Sara Bottarelli (Freezone), Corinna Ghirardi (US Malonno) e Angela Serena (Atletica Lumezzane).
Mara Martini pronta al debutto tra i grandi
Primo anno a livello Espoir per la friulana
Una debuttante non è, visto che ha gareggiato e vinto con la divisa azzurra già la scorsa stagione, ma per Mara Martini è la prima volta che è stata convocata all’inizio. «Ed è anche la prima volta da Espoir… Un po’ di timore, ammetto che c’è: aumentano le distanze, i dislivelli, mi confronterò con le big. Cercherò di difendermi al meglio e ci proverò già delle prime gare dei campionati italiani».
Come ti stai preparando?
«Quest’estate sto lavorando al Rifugio Ospizio Sottile (tra la Val Sesia e quella di Gressoney, ndr), ma appena posso trovo lo spazio per allenarmi. E comunque tutti i giorni c’è da fare la spola tra il rifugio e in fondo valle…».
Dove il gestore è una vecchia conoscenza…
«Sì, è Oscar Angeloni che con Valentina si è lanciato in questa nuova avventura, mi ha chiamato e ho accettato con grande entusiasmo. Sono di Claut, mi sono appassionata allo ski-alp quando ci sono stati i Mondiali: andavo con le pelli solo per divertimento, arrivo dallo sci alpino e mi piacciono le gare di corsa in montagna. Così tre anni fa ho deciso di provare lo ski-alp agonistico: Oscar è un amico di mio papà e mi ha aiutato molto all’inizio. E lo fa anche adesso: i suoi consigli sono sempre molto preziosi anche adesso».
Allenamenti invernali?
«Appena arriva la neve vado sulle montagne di casa, nell’ultimo inverno che era poca sono andata a cercarla a Piancavallo».
Continui a gareggiare con i colori del Bachmann Sport College.
«Sì, ho studiato lì e mi hanno aiutato molto. La sezione di scialpinismo non c’è ma nei cinque anni mi sono preparata soprattutto per diventare maestra di sci. Ce l’ho fatta proprio la primavera scorsa».
Quindi un’altra novità nella tua vita?
«Direi che è cambiato tutto, o quasi… Nel prossimo inverno farò la prima stagione da maestra, magari sulle Dolomiti, sarà la prima volta in Nazionale dall’inizio e come Espoir. Insomma di cose da fare ne avrò parecchie. Con la speranza di fare tutto al meglio».
Gravel bike, the next big thing
Su Skialper 113 un articolo sulla nuova moda due ruote
«Ogni volta che esco in bici è un viaggio. Mi piace la sensazione di partire da casa, con giusto qualcosa da mangiare in tasca e andare in montagna attraversando tutti i diversi panorami che si incontrano mentre si sale di quota. Come per gli sci però si è costretti a scegliere. MTB o strada? La specializzazione ha sempre rappresentato un limite per me, mentre mi sono sempre piaciute quelle vie di mezzo che permettono una cosa importantissima: di non pensare allo strumento che si utilizza, ma di vivere semplicemente un’esperienza. La bici da strada è velocità ed efficienza, la MTB è piacere e scoperta, ma il mondo è percorso da asfalto e sterrati, scegliere significa doversi a un certo punto fermare perché il mezzo che si utilizza non ha più senso. Da qualche tempo hanno iniziato a diffondersi anche in Italia i primi modelli di telai gravel. Gravel in inglese significa ghiaia e identifica generalmente le strade sterrate. Questi telai hanno geometrie simili a quelli da ciclocross, permettono di montare copertoni più larghi di quelli delle bici da strada e sono robusti come le MTB. Vi ricordate però la storia degli sci da 90 mm? Ecco, una bici da gravel non scorre come una bici da strada quando usata su asfalto e, al contempo, non supera gli ostacoli come una MTB. Paradossalmente però, ai miei occhi, rappresenta l’essenza stessa della bici: uno strumento in grado di trasformare la nostra energia in sensazioni. Punto. Del resto una bici da gravel va meglio di una MTB su asfalto, scorre veloce sulle strade bianche e, con un po’ di esperienza, permette di percorrere anche alcuni sentieri. Più di ogni altra cosa consente di ‘spingersi un po’ più in là’ e non essere troppo condizionati dallo strumento che si utilizza». Se anche voi volete spingervi un po’ più in là… non vi resta che leggere il bell’articolo di Damiano Levati con le altrettanto belle foto di Daniele Molineris su Skialper di agosto-settembre alla voce ‘the next big thing’, una nuova serie di articoli su altri sport da praticare in montagna, molto, ma mooltooo trendy.
Barattin da record alla Alpago Sky Super 3
Cecilia De Filippo prima al femminile
Vittoria bis con record per Gianpietro Barattin: dopo il successo del 2016, l’atleta alpagoto giovedì 10 agosto ha fatto nuovamente sua la Alpago Sky Super 3, la gara di corsa in montagna che a Chies d’Alpago vuole onorare la memoria di Maudi De March, David Cecchin e Andrea Zanon, i tre ragazzi del Soccorso Alpino caduti sul Monte Cridola il 10 agosto del 2012. Un ricordo intenso e sobrio allo stesso tempo. Partecipato dalla comunità di Chies e dai partecipanti (300 complessivamente) arrivati da tutto il Triveneto e Lombardia.
Gara spettacolare, dura e tecnica, su un tracciato di 18,8 chilometri e 3.626 metri di dislivello: Barattin non solo ha bissato il successo dello scorso anno (ottenuto su un tracciato dall’altimetria ridotta a causa del maltempo) ma ha anche migliorato il tempo record fatto registrare nel 2015 dal trentino Gil Pintarelli: 2h07’18” contro 2h08”36”. Ha migliorato il record di Pintarelli anche il secondo classificato, lo skilaper Enrico Loss (bronzo iridato nell’individuale ai recenti mondiali, proprio in Alpago): 2h07’51” per il giovanissimi primierotto, classe 1997. La gara è vissuta proprio sul duello tra Barattin e Loss: quest’ultimo è stato avanti per gran parte della gara (suo il miglior tempo al Gpm del Monte Venal) e ha ceduto al ritorno di Barattin solo negli ultimissimi chilometri di discesa, cedendo alla fine per appena 33”. A completare il podio un altro atleta trentino, Francesco Baldessari.
Tra le donne, dominio netto per Cecilia De Filippo che ha completato la propria fatica in 2h40’44” (ventesimo tempo assoluto). Sul podio con lei la trevigiana Silvia Serafini e la giovanissima trentina Valentina Loss (classe 2001).
Torna il Vertical Vioz, tappa del circuito trentino
Appuntamento domenica 20 agosto
Nell’anno del 150° anniversario della prima salita al Monte Vioz, in Val di Pejo, per opera di Julius Von Payer, dopo undici anni di oblio torna finalmente sotto i riflettori uno degli eventi più suggestivi di corsa in quota, il Vertical Vioz. Una competizione di sola ascesa, valida come terza delle quattro prove di Trentino Vertical Circuit, in programma domenica 20 agosto.
Il tracciato di gara, rispettando la filosofia del circuito, non è vincolato ai canonici mille metri di dislivello, misura infatti 1.200 metri, con partenza ai 2.300 metri del rifugio Doss dei Cembri e arrivo ai 3.550 metri nei pressi del rifugio Mantova, percorrendo il sentiero Sat Cai 105. C’è grande attesa per una manifestazione ricca di significati, che torna ad animare l’intenso calendario agonistico e che identifica in maniera importante un territorio montano fra i più affascinanti dell’arco alpino ed estremamente identificativo per la Val di Pejo. E la testimonianza diretta giunge dalle iscrizioni, che hanno già superato quota 110 e che verranno ultimate nei prossimi giorni, grazie anche alla possibilità di effettuarle on line, collegandosi al sito www.verticalvioz.eventbrite.it.
Tanti appassionati, ma anche gli specialisti di questa disciplina quasi estrema, a partire da chi sta lottando per la classifica generale di Trentino Vertical Circuit. Dopo le prime due prove del Roncon Vertical in Valle del Chiese e del Verticale del Cornon in Val di Fiemme in campo maschile troviamo in testa Patrick Facchini del Team La Sportiva con 188 punti, seguito dal compagno di squadra Nicola Pedergnana con 166, quindi da Daniele Felicetti con 144, da Luca Binelli con 136 e da Giacomo Calufetti con 122. In campo femminile conduce la classifica Michela Cozzini con 172 punti, seguita da Federica Iachelini con 146, da Elena Tomè con 134, da Barbara Testa con 120, da Francesca Rossi con 100 e dalla coppia Elena Nicolini e Veronica Bello con 88 punti.
Il programma prevede il ritiro dei pettorali in località Peio Fonti, presso la partenza degli impianti di risalita dalle 6,30 fino alle 7,30 di domenica 20 agosto. Seguirà il briefing tecnico, quindi si salirà al rifugio Doss dei Cembri dove è fissato lo start alle ore 9. Località raggiungibile anche utilizzando la cabinovia Tarlenta e la seggiovia quadriposto. In caso di maltempo è previsto un percorso alternativo. Il pranzo è previsto dalle ore 12.00 alle 14.30 presso il Rifugio Doss dei Cembri, a seguire la premiazione.