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Il segreto, in una gara lunga come il TOR330, è prendersi i propri tempi. Ricordo una volta Rory Bosio all’UTMB, alla base di Maison Vieille, sopra Courmayeur. Tutte le avversarie passate prima di lei hanno bevuto qualcosa in corsa, senza neanche fermarsi. Lei è arrivata un po’ attardata, si è seduta, ha gustato una zuppa calda e poi è ripartita. Nella notte le ha riprese tutte, come una cecchina infallibile, le ha superate ed è andata a vincere la sua seconda UTMB. La strategia del belga Victor Richard, che mercoledì mattina presto ha tagliato per primo il traguardo del TOR330, a Courmayeur, nel tempo record di 66 ore 8 minuti e 22 secondi è stata simile, anche se in una gara ancora più lunga. Alla base di Cogne è arrivato solo, primo, con un’ora di anticipo rispetto al record del 2023. Ed ecco il colpo di scena: si ferma a dormire per un’ora e dieci minuti, mangia, si cambia e riparte dopo altri venti. A questo punto è sesto, staccatissimo dalla testa, ma rispetto agli avversari è fresco e riposato. La sua rimonta inizia qui e si completa nel pomeriggio di lunedì, al Lago Chiaro, dopo aver ripreso uno a uno i suoi antagonisti, proprio quando Collé decide di abbandonare per un problema agli occhi. Da lì in poi, comincia il suo viaggio in solitaria contro il tempo. Il vantaggio virtuale sul tempo di Collé arriva anche a superare l’ora e trenta minuti, ma poi lo sforzo profuso presenta il suo conto sotto forma di forte dolore al tendine d’Achille. Alla base vita di Ollomont si fa trattare dai MassaggiaTOR e riparte dopo mezz’ora. Da lì in poi non si fermerà più fino al traguardo, stringendo i denti.
Ora per lui è arrivato il momento di godersi una vittoria e un tempo da sogno, anche se in questi casi è sempre difficile parlare di record, visto il percorso cambiato rispetto al passato con il passaggio ai Rifugi Bonatti e Bertone. «Ho fatto davvero molta fatica nella prima parte della gara, perché non riuscivo proprio ad alimentarmi. Nonostante ciò, sono arrivato a Cogne in prima posizione e ho cercato di dormire, perché avevo in programma di farlo. Non ci sono riuscito del tutto, ma almeno mi sono riposato un po’. Poi finalmente al Rifugio Coda ho mangiato un bel piatto di polenta e mi sono sbloccato: da lì in poi mi sono sentito davvero bene e ho iniziato finalmente la mia gara». Un po’ a sorpresa, il suo avversario principale non è stato Franco Collé, ma Louis Calais. «Franco non dorme, io invece ho capito che bisogna farlo. Louis invece mi preoccupava molto, ho fatto gara su di lui, poi quando si è ritirato per assurdo sono andato in crisi, perché ho avuto un calo di tensione e mi sono sentito svuotato». Victor Richard, 39 anni, è nato a Reims, in Francia, ma ha vissuto per molti anni a Saint-Georges-sur-Meuse, in Belgio, dove ha fondato Ultratiming, società specializzata nel cronometraggio di eventi sportivi. In Belgio, inoltre, ha incontrato la donna che sarebbe poi diventata sua moglie: la coppia ora vive in Alta Savoia, a pochi chilometri da Chamonix, ma lui corre ancora con la bandiera del Belgio. Victor Richard, in ogni caso, non è nuovo ad imprese di questo genere in Valle d’Aosta. Dopo il 23° posto al TOR330 -Tor des Géants del 2015, il capolavoro arriva quattro anni dopo, nel 2019, con il secondo posto nella prima edizione del TOR450 – Tor des Glaciers, dietro solo a Luca Papi.
Al secondo posto, insieme, sono arrivati Simone Corsini e Martin Perrier in 71 ore 48 minuti e 55 secondi. Terzo Danilo Lantermino in 73 ore 37 minuti e 7 secondi.
Per quanto riguarda il podio femminile Noor Van Der Veen è la nuova Regina del TOR330. L’atleta olandese ha chiuso 13ª assoluta, tagliando il traguardo di Courmayeur alle 17:34 con un tempo di 79 ore, 34 minuti e 30 secondi: è la seconda donna, dopo Katharina Hartmut, a scendere sotto il muro delle 80 ore. Dopo una giornata di continui ribaltamenti in testa alla gara femminile, martedì 16 settembre, Van Der Veen è riuscita ad avere la meglio su Natalie Taylor al termine di un lungo duello. Tra il Rifugio Barmasse e il bivacco Varetan ha trovato l’allungo decisivo, accumulando vantaggio durante la notte fino a superare le tre ore. È stata poi la volta di Lisa Borzani, che con una grande rimonta ha raggiunto Taylor a Bosses e l’ha staccata fino ad arrivare a Courmayeur con circa 40 minuti di margine, conquistando così la seconda posizione.
Degne di nota le vittorie di due italiani sulla distanza intermedia il Tot Dret TOR130, circa 130 chilometri e 12.000 metri di dislivello, per il cuneese Davide Rivero in 21 ore 44 minuti e 33 secondi e Cristina Vecco in 28 ore 37 minuti e 29 secondi.

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