«Sono mitteleuropea, sono pallida come il calcare, che c’entro con il blues? Eppure ne sono esperta, perlomeno di una sua variante peculiare: il mountain blues. Avete presente il ricordo dolente dell’andar per vette quando lo sguardo è oppresso dalla mancanza di pareti? Quella libertà che si respira lassù, quanto la si rimpiange fra le catene del tran-tran quotidiano? (…) Vedo il mare ogni giorno, che ne posso sapere di montagna? Eppure su quello specchio d’acqua si affaccia un porto con ben tre storiche associazioni alpinistiche: la Società Alpina delle Giulie; lo Slovensko Planinsko Društvo Trst, l’associazione slovena, e la XXX Ottobre. Tutte ultracentenarie! Quel porto si chiama Trieste e io – mi presento – sono la Val Rosandra, forra rocciosa che incide il Carso alle sue spalle. Forse ancor più assurda di una valle che parla vi sembrerà una città di mare con una così atavica voglia di Alpe» inizia così l’articolo di Lorenzo Filipaz sulla Val Rosandra, un angolo di montagna, una palestra di arrampicata e oasi naturale perfetta per escursioni, a due passi dal mare del Friuli. Ne Parliamo su Skialper 118 di giugno-luglio.

©Andrea Salini/Outdoorstudio
©Andrea Salini/Outdoorstudio

LA STORIA DELL’ARRAMPICATA – Così vicina al mare, a bassa quota, eppure con un rifugio alpino (si dice il più basso d’Italia…) e soprattutto con pareti dove sono state scritte pagine e pagine di storia dell’arrampicata. In Val Rosandra sono passati Julius Kugy, Napoleone Cozzi ed Emilio Comici tra gli altri. Ma questo angolo alpino a due passi dal golfo di Trieste è anche un ottima palestra per sgranchire i piedi ed ecco che, con ai piedi gli ultimi modelli di scarpe Aku, siamo andati alla scoperta di quattro itinerari molto piacevoli, tra panorami aperti, corsi d’acqua, roccia e tanto verde. Si va dalla ciclabile Cottur al Monte Schena, dal Cippo Comici alla Via delle Acque. Se vi abbiamo messo voglia di partire alla scoperta di questa isola alpina così vicina a una città di grande fascino come Trieste, non vi resta che leggere l’articolo sull’ultimo numero di Skialper.

©Andrea Salini/Outdoorstudio