Podio maschile difficile da pronosticare, immensa Bosio
Record su record, sorprese su sorprese. Dopo anni di rinvii, percorsi ‘inventati’, maltempo, finalmente una UTMB da incorniciare. Due vincitori giovani (25 e 29 anni), due record di gara, due sorprese, con sorprese anche sugli altri gradini del podio.
SORPRESA HERAS – Che Miguel Heras sia tra i runner più forti e con esperienza non ci sono dubbi, ma che potesse rischiare di vincere dopo una stagione ai box era cosa che neanche gli uomini Salomon potevano sperare. Si è iscritto all’ultimo Heras e ne è valsa la pena, anche se è stato battuto da Xavier Thevenard, simpatico ragazzo del Jura, già vincitore nel 2010 della CCC, senza assistenza. Anche in questo caso alzi la mano chi avrebbe scommesso su Xavier… e sul record… E che dire di Javier Dominguez Ledo, basco, terzo in autosufficienza. Un nome che anche i colleghi spagnoli hanno più volte storpiato in Hernandez e Martinez. Era forse meno una sorpresa Rory Bosio, la statunitense che da settimane provava il percorso, però… fare la gara più veloce della storia della UTMB, arrivare settima assoluta, probabilmente a due ore da Picas e Roca (che quando scriviamo questa notizia non sono ancora arrivate…)… non è da tutti.
METEO OK – Tempo soleggiato e caldo in partenza, poi fresco e umido nella notte, ma decisamente una delle edizioni migliori da questo punto di vista e i tempi lo dimostrano. Si è vissuta una giornata di sport indimenticabile, con tanto pubblico di giorno e di notte.<
ITALIA MALE, MA C’E’ LA FORI – Maluccio, inutile negare che le speranze erano per Francesca Canepa, ritiratasi nella notte a Courmayeur per un paio di storte. Tra gli uomini, dopo il ritiro di Cavallo per noie al ginocchio quando era a ridosso dei primi dieci, anche quello di Stefano Ruzza. Aspettiamo la fine della gara ma non si può ricordare questa edizione come una delle migliori. Al momento di scrivere è quarta Katia Fori, alla fine sempre una garanzia.
RITIRI – Jonas Buud, Seb Chaigneau, Krupicka, Canepa… tanti i ritiri nella gara della vita (per tanti). Storte, acciacchi, tendini d’Achille… La UTMB è così, è gioia e delusione. Julien Chorier aveva puntato molto su questa gara, eppure dopo una buona parte in testa, si è dovuto accontentare del sesto posto e difendere dagli attacchi della Bosio. Forse il più grande deluso, più ancora di Chaigneau, è lui. Ma al traguardo ha ballato ed era sorridente, abbracciato a moglie e figli. È proprio questa la lezione della UTMB, quella di Dominguez solo e senza assistenza ai punti di rifornimento, con un amico che ha cercato fino all’ultimo di farsi accreditare per dargli una mano, oppure quella di Dawa Sherpa, primo vincitore della UTMB, che ha fatto l’assistenza a un altro atleta nepalese, massaggiandolo e dispensando consigli utilissimi. Oppure quella ancora dei tantissimi che stanno ancora correndo (camminando) attorno al Monte Bianco. Un sogno si è avverato, per chi ha vinto e per chi vincerà se arriverà.