Dopo tre anni è tempo di bilanci

L’edizione 2016 si è chiusa con la vittoria finale di Grinius e Chaverot e un ottimo settimo posto di Marco Zanchi ma, a tre anni dalla sua creazione, è lecito fare un primo bilancio del circuito voluto dall’ITRA. Il sito spagnolo carreraspormontana ha affrontato la questione in modo molto diretto in un interessante articolo.

«Il suo grande handicap, quello della partecipazione degli atleti élite, continua a essere anche la grande questione irrisolta. Come nelle due precedenti edizioni, ci sono stati molto pochi corridori top che si sono dati come obiettivo stagionale il circuito e questo lo rende meno frizzante. Certo, ci sono atleti come gli stessi Grinius e Chaverot, o Andrea Huser, Javi Dominguez e Pau Capell che hanno lottato per il risultato finale, però per diventare il circuito di riferimento hai bisogno di molti altri runner che lottano per lo stesso obiettivo».

Questo il pensiero del sito spagnolo, che rincara la dose:

«Come è avvenuto dal principio, le gare si ‘mangiano’ il circuito: praticamente qualsiasi atleta top preferisce vincere una delle prove, come UTMB, Diagonale des Fous, Western States o Transgrancanaria, piuttosto che vincere il circuito senza imporsi in nessuna delle grandi prove del calendario».

UTWT VS SKYRUNNER WORLD SERIES – Secondo i colleghi spagnoli invece le Skyrunner World Series, pur non attirando proprio tutti gli atleti top dello skyrunning, hanno una identità più forte e la vittoria finale è maggiormente ambita. La soluzione? Integrare il circuito ITRA nel calendario ufficiale della federazione internazionale di atletica, la IAAF, nello stile della Diamond League. Questa la provocazione lanciata, visto che l’ITRA è nell’orbita IAAF.