4-Quattro Pro: Schirmer e SCARPA rivoluzionano il mondo Free

Il lancio di 4-Quattro Pro segna l'ingresso a gamba tesa del brand asolano nel mondo del freeride

Nikolai Schirmer, un nome una leggenda. Non servono grandi preamboli per presentare uno dei freerider più forti dell'era contemporanea. Basta semplicemente scrollare la bacheca di Instagram. Se siete un minimo invischiati in questo mondo e negli ultimi giorni avete cercato #skialper, #freeride o qualsiasi altro hashtag collegato alla polvere, lui comparirà come per magia nel vostro feed. Linee estreme, lunghe, ripide, pochi delicati accenni di curve. Questa è la sua firma, entrata di diritto nell'albo d'oro dei più forti sulla faccia della terra. E di diritto, in questo mondo, è finalmente entrata anche SCARPA, che dopo il grande successo del restyling di di Maestrale, Maestrale RS e l'uscita di 4-Quattro XT (con la comparsa di Bode Miller nel mondo del touring), si ripresenta sul mercato con una grandissima novità per la stagione 2024/2025: 4-Quattro Pro, lo scarpone Free con livelli di camminabilità paragonabili al segmento Tour. 

«Da tempo stavamo studiando l’ingresso nel mondo del freeride, una disciplina che negli ultimi anni sta riscontrando una crescente attenzione del pubblico e una forte carica innovativa - sottolinea il Presidente di SCARPA Sandro Parisotto. Per farlo, abbiamo coinvolto il più grande del settore: con Nikolai abbiamo subito trovato il terreno comune per fare un grande lavoro anche su questo fronte, confermando la nostra vocazione di azienda internazionale, che fonda le proprie radici su alcuni capisaldi quali eccellenza, innovazione e rispetto per l’ambiente».

Schirmer non è solo uno sciatore fortissimo, ma è anche uno dei protagonisti più creativi della scena europea. Grazie alle sue doti narrative ed estetiche, infatti, è uno degli atleti più seguiti sui social e su Youtube, dove racconta quotidianamente attraverso immagini spettacolari le sue imprese. La sua preparazione fisica e il suo know how in fatto di materiali è stato fondamentale per lo sviluppo di 4-Quattro Pro, uno scarpone che fin dal primo progetto aveva come obiettivo quello di rispondere alle necessità dei rider di nuova generazione più esigenti. Oggi non si parla più solo di grandi discese, rese possibili da avvicinamenti in elicottero, ma di vere e proprie avventure dove gli unici strumenti a disposizione sono l'attrezzatura e le proprie gambe, non solo per percorrere le linee più estreme in discesa ma anche per raggiungerle in salita senza ausilio di mezzi motorizzati.

È proprio in queste situazioni che la novità del brand asolano da il meglio di sé. Mobilità del gambetto e precisione in camminata sono infatti uniche per la media di categoria, caratterizzata da sempre da scarponi monoblocco concepiti quasi esclusivamente per la sola discesa. I 60° di ROM sono reali e permettono una libertà di movimento estrema, paragonabile ai top di gamma della categoria Tour, e il peso contenuto (1555 g in taglia 27 mp) permette di programmare escursioni di diverse ore senza preoccuparsi eccessivamente della fatica. In discesa, grazie ai quattro ganci + Booster e all'ottima risposta del Pebax Rnew di scafo e gambetto si trasforma in una macchina da guerra capace di affrontare qualsiasi pendenza e condizione, anche a velocità importanti. 

«Collaborare con SCARPA per questo scarpone è un sogno che si avvera - afferma Nikolai Schirmer. È straordinario vedere fino a che punto l’azienda ha spinto la progettazione e la produzione. Un simile livello di prestazioni in salita e in discesa nello stesso prodotto non era mai stato raggiunto prima d'ora. Sono davvero entusiasta di essere a bordo di questo progetto.»

4-Quattro Pro è già disponibile presso i migliori rivenditori autorizzati e online sul sito www.scarpa.com al prezzo di listino di 899,00 € 

@Layla Kerley

26-27 ottobre, torna Milano Montagna Festival

Dopo qualche anno di interruzione, il prossimo fine settimana del 26 e 27 ottobre torna il festival che, dal 2014, ha portato a Milano la grande montagna. Cambia la sede che sarà alla Fondazione Feltrinelli di Via Pasubio. I fondatori Laura Agnoletto e Francesco Bertolini hanno affidato l'organizzazione al collettivo IDA Idee dall'Alto. Il festival è patrocinato dal Comune di Milano attraverso l’Assessorato allo Sport, da Guide Alpine Italiane e dal Cai Nazionale. L'ingresso è gratuito.

Il tema del festival è Tempo di montagna. La montagna vive secondo i suoi ritmi, le sue stagioni, le sue condizioni. Un tempo dettato da spazi e relazioni. Un tempo a volte compreso, a volte sfidato, a volte interrotto dall’essere umano. Il festival sarà l’occasione per capire cosa abbiamo imparato dal passato e cosa oggi stiamo progettando per il futuro. Il programma è ricco di punti di vista, con un’attenzione particolare rivolta alle tematiche ambientali.

Il palinsesto prevede numerosi appuntamenti dalle 14,30 di sabato 26 ottobre fino alle 22 della domenica 27 ottobre. Tra gli ospiti, Marco Confortola, Alex Txikon, Ragni di Lecco, Anna Torretta, Alex D’Emilia, Adam Ondra e Pietro Dal Pra (in collegamento), Lola Delnevo, Luca Albrisi, Pietro Lacasella, Paul Pritchard, Shanty Cipolli, che presenteranno i loro libri o i loro film. 

Appuntamento da non perdere domenica alle 19,30 con la proiezione del film Transcardus di Elisa Bessega ed Enrico Mosetti sulla traversata dei Monti Sharr, tra Kosovo e Macedonia, alla quale Skialper ha dedicato un ampio reportage sul numero di ottobre. Sabato alle 20 verrà proiettato anche il film Into the (un)known con Kilian Jornet.

Non solo contenuti ma anche esperienze: all’esterno di Fondazione Feltrinelli, sulla passeggiata Pasternak, verrà posizionata una parete di arrampicata di 7 metri con due linee, una per principianti e l’altra più performante a cura di Wall Party. Nella mattina di domenica ci saranno classi speciali di Yoga propedeutico all’arrampicata.

milanomontagna.it 


Last call - ASICS Trail Elite Factory

Amastuola Wave Trail ultima opportunità per entrare a far parte di ASICS Trail Elite Factory

Appuntamento domenica 27 ottobre alla Masseria Amastuola Wine Resort di Crispino, in Puglia, per l'Amastuola Wave Trail, 17 km tra i vigneti. La gara è anche l'ultima opportunità per entrare a far parte di ASICS Trail Elite Factory. L'Amastuola, infatti, dopo Malcesine Baldo Trail e Trail delle Mura di Verona, verrà utilizzata per il casting di due dei sei ambassador che verranno inseriti nel programma ideato da ASICS per individuare i futuri talenti del trail in Italia, aperto ai giovani dai 18 ai 28 anni. I sei ragazzi selezionati firmeranno un contratto di un anno come ASICS Ambassador. Beneficeranno di un supporto professionale e personalizzato, di consigli degli esperti e riceveranno un kit abbigliamento e calzature ASICS. Lo scopo del progetto ASICS Trail Elite Factory è scoprire giovani talenti appassionati di corsa in montagna e accompagnarli in un percorso di crescita e condivisione. Per iscriversi, oltre a partecipare all'Amastuola Wave Trail (o a una delle altre due gare), bisogna compilare il modulo sul sito www.asicstrailelitefactory.it . Nel video i consigli di Xavier Chevrier, campione della scuderia ASICS che sarà presente in Puglia, per affrontare una gara come quella del 27 ottobre, dall'allenamento all'alimentazione.

https://youtu.be/IZDsHCIa_0Y


Appuntamento il 12 ottobre con la ATK Bindings Lago Santo Skyrace

Si avvicina la ATK Bindings Lago Santo Skyrace, l’appuntamento fisso con lo skyrunning sull’Appennino Modenese, a Sant’Anna Pelago. La data da segnare in calendario è il 12 ottobre. La gara principale misura 29 km e 2.000 m D+, ma cìè anche un percorso di 19 km e 1.000 m D+ su un nuovo percorso che ricalca la parte meno tecnica della gara lunga, il trail non competitivo di 12 km e un mini trail di un chilometro per ragazzi. Nel palmarès della gara, alla terza edizione, ci sono nomi che contano, da quello di Jean Baptiste Simukeka a quello di Daniel Antonioli e Marco De Gasperi.

Il percorso è un vero gioiello per gli amanti dello skyrunning, regala emozioni uniche. La traversata di crinale del massiccio occidentale del Giovo è un’esperienza indimenticabile. Le cime del Romecchio, dell’Omo, il maestoso Giovo, il Rondinaio e la Nuda si susseguono in un ‘roller coaster’ incredibile, offrendo panorami mozzafiato sull’Appennino. Particolarmente spettacolari sono gli effetti del foliage autunnale sia nelle foreste che nelle distese di mirtilli che assumono il caratteristico color rubino, e soprattutto dalle cime più alte si potrà distinguere a ovest il golfo di La Spezia e le isole maggiori dell’arcipelago toscano. Le due torri: il Monte Giovo e il Rondinaio, che sfiorano i 2.000 m, rappresentano il tratto più impegnativo ed emozionante della gara. Il Monte Giovo, detto il gigante di pietra, con la sua imponenza e la sua storia, è stato da sempre oggetto di leggende e miti. 

Superate le difficoltà naturali e leggendarie del Giovo, agli atleti si prospetta la principale difficoltà alpinistica: la discesa dell’anticima del Giovo, nota anche come Grotta Rosa: una balza rocciosa di quattro metri esposta da entrambi i lati, ma agevolata da una scaletta in acciaio e soprattutto da volontari esperti che suggeriranno gli appoggi più opportuni. Inoltre, per chi non se la sentisse di affrontare questo ostacolo, esiste la possibilità di aggirare il passaggio per un sentiero leggermente più lungo ma totalmente privo di passaggi alpinistici. Questa regione montuosa, per le sue peculiarità, ricca anche di ripidi canaloni sul versante nord, è libera da impianti di risalita sciistici ed è un piccolo luna-park dello sci alpinismo invernale con percorsi ben tracciati come il triangolo del Giovo e Rondinaio. Tutta la discesa della seconda parte del percorso resta tecnica ma senza passaggi alpinistici e comunque costantemente assistita da volontari sia lungo il percorso che ai quattro ristori presenti. 

Tutte le informazioni su www.lagosantorace.com

© Francesco Pierini

For Every Turn, ecco il season movie di Rossignol

Disegnare una curva significa seguire una nuova direzione, ma anche fare delle scelte e guardare verso altri orizzonti. È ora di trasformare le idee in azioni. Sentirsi vivo durante una discesa. Condividere l’euforia dello sci e dell’après-ski o scegliere semplicemente di premere il pulsante pausa. Una curva, un cambio di direzione che fa parte della natura umana. E allora, quest’inverno, perché non cambiare traiettoria per tracciare nuovi sentieri e (ri)scoprire la montagna in modo diverso?

Take a new turn è il motto lanciato da Rossignol con il season movie della stagione invernale 2024/25, “For Every Turn”, realizzato in collaborazione con l’agenzia El Flamingo e girato tra le Alpi francesi e italiane. “For Every Turn” ha come protagonisti alcuni dei campioni più famosi di Rossignol, dallo sci alpino (Federica Brignone) al freeride (Oscar Mandin, Hugo Laugier, Jacob Wester) allo snowboard (Kéa Chrétien). Il messaggio è molto diretto. Come Rossignol, che disegna curve perfette da oltre un secolo, anche gli appassionati di sport invernali possono fare la loro parte. Esistono diverse espressioni della curva: prestazionale o per divertirsi, su pista battuta o fuori pista, di giorno o di notte. Si può sollevare uno spruzzo di neve fresca o scolpire la propria traccia sul ghiaccio, si può semplicemente girare il selettore del volume al massimo per scatenarsi nel rito dell’après-ski.

Per Rossignol, ogni inverno che inizia suona come una nuova opportunità per scoprire e condividere momenti unici in montagna. Con la sua campagna “For Every Turn”, il marchio fondato nel 1907 invita gli appassionati a dare una svolta alla propria esperienza: affrontare una nuova curva, prendere una nuova direzione per crescere a livello sportivo e umano, individuale e collettivo. “For Every Turn” celebra la montagna in tutta la sua diversità e i suoi piaceri e invita tutti a riscoprire se stessi. La call to action? Vai, ora tocca a te!

https://youtu.be/weZlmb9hmsI?si=qD189Ud_CTl4w1xg


Arriva Vezor, la prima scarpa da trail firmata Rossignol

È stata presentata ufficialmente ieri a Chamonix, ma sarà in vendita a partire dalla prossima primavera. Vezor è la prima scarpa da trail running di Rossignol, top di gamma di una collezione che inizialmente prevede due modelli e verrà ampliata già dalla primavera 2026 con altre scarpe, tra le quali una per le lunghe distanze. Vezor non è altro che il nome di un paese che si trova sulle montagne sopra la sede di Rossignol, in Francia. Un luogo dove andare a correre dopo il lavoro. Un nome semplice che cela un prodotto sofisticato, ricco di contenuti tecnologici. Viene definita dal brand 'race ready' perché è un prodotto performante, pensato anche per la parte alta della classifica, ma molto versatile, ideale pure per allenamenti o semplici escursioni di corsa alla scoperta della montagna. Con un drop di 6 mm (stack 29-23 mm) e suola Michelin Formula, derivate dal Motorsport, ha una tomaia molto leggera che integra una rete traspirante e un filtro per i detriti e stringhe piatte di derivazione soccer. Due solette, una in Eva traforata e una estraibile, aiutano a trovare il miglior fit, mentre sotto il piede c'è un telaio composto da doppia intersuola in EVA, una sezione compressa e un'altra iniettata con azoto. Annegato all'interno un inserto in fibra di vetro e nylon (Diapason +) per offrire ritorno di energia e stabilità. Spicca la protezione posteriore per il tendine d'Achille, mentre il tallone è diviso in due per aderire meglio alle asperità del terreno nella fase di discesa. La casa indica Vezor per distanze di poco superiori alla maratona.


Dolomites Ronda, il nuovo modo di vivere i Monti Pallidi

Il progetto Dolomites Ronda nasce nell‘estate del 2024 e rappresenta il nuovo modo di vivere le Dolomiti durante la bella stagione, in modo sostenibile e inclusivo. Dolomites Ronda si articola in diversi trekking in giornata che attraversano le Alte Vie più suggestive delle Dolomiti, pernottando ogni notte nei paesi a valle. Dolomites Ronda è un connubbio di esperienze incredibili immersi tra le cime delle montagne più affascinanti del pianeta – Patrimonio mondiale UNESCO – unite al comfort unico che si trova pernottando in alcuni degli hotel più rinomati ed esclusivi del territorio. 

«È questo uno dei trend del momento in ambito escursionistico – trascorrere la giornata in quota e pernottare in valle, fruendo di un’assistenza professionale a 360 gradi» ha affermato Andy Varallo, presidente di Dolomiti Supersummer.  Tra il 2024, anno di inizio del progetto, e il 2025, verranno creati tre itinerari di trekking per esplorare le Dolomiti procedendo quotidianamente tappa dopo tappa. Per l’estate del 2024 è attivo il primo dei tre percorsi: cinque tappe giornaliere nelle valli centrali delle Dolomiti, nelle province di Bolzano (Alpe di Siusi, Alta Badia e Carezza-Val d’Ega) e Trento (Val di Fassa). 

Chi partecipa ai trekking ha la possibilità di scegliere per ogni tappa la variante facile, mediamente impegnativa o quella più tecnica, che prevede anche passaggi esposti, più dislivello e qualche via ferrata. A seconda delle proprie preferenze, e compatibilmente con le proprie capacità e le condizioni meteo e delle montagne, il tragitto è studiato su misura per garantire sicurezza, divertimento e forti emozioni. ASI Reisen provvede a prenotare gli alberghi scelti dal cliente tra quelli disponibili, trasportare i bagagli dall’inizio tappa all’hotel successivo, fornire tutta la documentazione di viaggio con info, tragitti e dati, offrire l’assistenza telefonica h24 in caso di necessità e la propria App Dolomites Ronda. L’utente invece provvede in autonomia all’attrezzatura più adatta al tracciato scelto.

Nel prezzo del pacchetto sono inclusi cinque pernottamenti nelle strutture selezionate, con altrettante colazioni e cene, i trasferimenti secondo il programma di viaggio, il trasporto bagagli da un hotel al successivo, il libro di viaggio di ASI, l’utilizzo dell’APP dedicata con materiale informativo per il viaggio. È compresa anche la Supersummer Card speciale per l’utilizzo degli impianti di risalita contemplati nel programma. Il pacchetto ‘Dolomites Ronda’ è acquistabile a partire da 1.205 Euro a persona. Restano a carico dell’utente tutto quanto non espressamente elencato nella lista ‘compreso’, come per esempio l’assicurazione personale contro infortuni o di viaggio. 

Il progetto Dolomites Ronda si è concretizzato grazie a Dolomiti Supersummer, la versione estiva di Dolomiti Superski, ASI Reisen, la piattaforma leader per viaggi attivi e sostenibili in tutto il mondo, le organizzazioni di promozione territoriale IDM Südtirol e Trentino Marketing, e da alcune valli delle Dolomiti. I singoli pacchetti sono acquistabili tramite il sito dedicato www.dolomitesronda.com

© Wisthaler.com/Dolomiti Superski

NUO entra nel capitale sociale di SCARPA

Nuovo assetto societario per SCRAPA. Il marchio fondatore e controllato dalla famiglia Parisotto ha annunciato l’ingresso nel capitale della holding di partecipazioni NUO. A seguire il comunicato ufficiale dell’azienda.

 

SCARPA, azienda italiana leader globale nella produzione di calzature per la montagna e per le attività outdoor, annuncia l'ingresso della holding di partecipazioni NUO nel proprio capitale sociale. Nell’ambito dell’accordo, la società cede una minoranza di azioni e Cornaro, holding di famiglia, continua a mantenere la maggioranza ed il controllo. A seguito dell'operazione, il Presidente Sandro Parisotto e l'Amministratore Delegato Diego Bolzonello rimarranno nelle loro posizioni, garantendo la continuità e la stabilità nella gestione dell'azienda. La partnership strategica tra la famiglia Parisotto e NUO nasce intorno alla condivisione del progetto imprenditoriale SCARPA. 

“Nel corso degli anni abbiamo dato il via ad un percorso di sviluppo, con una significativa evoluzione da assetto organizzativo familiare a manageriale, che ci ha consentito di rafforzare la leadership nel settore outdoor e consolidare la reputazione di SCARPA come brand di eccellenza e riferimento a livello mondiale - sottolinea il Presidente di SCARPA Sandro Parisotto. In continuità con questo percorso, pensiamo che NUO sia il partner strategico per sostenere ulteriormente i piani di sviluppo dei prossimi anni. I valori e l’anima di SCARPA rimangono quelli di sempre”. 

Fondata nel 1938 ad Asolo, nel trevigiano, SCARPA oggi è una grande realtà internazionale, con sedi in Germania, negli Usa e in Cina e stabilimenti in Romania e Serbia, pur mantenendo il 60% della produzione in Italia, nel cuore del distretto calzaturiero veneto. I suoi orizzonti si sono allargati già a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando la maggior parte delle vendite si è spostata dal mercato nazionale a quello estero. Oggi è un brand globale. 

“Siamo orgogliosi di unirci al progetto SCARPA, volto alla continua ricerca dell’eccellenza e costruito su valori come integrità, equità, attenzione alle persone e alla comunità. Ci impegneremo nel lungo periodo a supporto della famiglia Parisotto affinché SCARPA possa affermarsi come esempio globale di azienda capace di conseguire significativi risultati aziendali mantenendo saldi i propri valori e la propria anima”- dichiara Tommaso Paoli, fondatore e CEO di NUO. 

La holding di partecipazioni NUO è specializzata negli investimenti in medie imprese italiane con un orizzonte a lungo termine. Al centro della propria strategia di investimento la volontà di lavorare al fianco delle aziende nel solco della loro tradizione, trasferendo conoscenze da una generazione all'altra e condividendo valori e conoscenze con tutti gli stakeholder. 

SCARPA è stata assistita come advisor dell’operazione da Banca Finint, per gli aspetti legali, fiscali e contrattuali dallo Studio Vedovato Basile Associati e dallo Studio Legale Maria Chiara Caldart. 

NUO è stata assistita da Studio Chiomenti per gli aspetti legali, da PWC per gli aspetti finanziari e Gitti e Associati per gli aspetti fiscali. 


Camilla Moroni e l'avventura alle Olimpiadi 2024

Manca ormai pochissimo a uno degli appuntamenti più attesi dell’anno: le Olimpiadi di Parigi 2024. Abbiamo intervistato Camilla Moroni, atleta sponsorizzata da SCARPA, una delle promesse più brillanti dell’arrampicata sportiva italiana, che ha ottenuto il pass per partecipare con la nazionale italiana a questo straordinario evento.

L’arrampicata sportiva, uno degli sport che sta registrando una crescita esponenziale sia in termini di partecipazione sia per il livello agonistico, farà la sua seconda apparizione nel programma olimpico, dopo il debutto di successo a Tokyo 2021, con la nuova suddivisione delle discipline tra speed e combinata.

Camilla è ligure, classe 2001, e si distingue per un sorriso timido e sincero, sempre presente mentre ci racconta il suo percorso verso le imminenti sfide olimpiche. È uno dei talenti di punta della nazionale italiana, con una serie di risultati incredibili alle spalle che la pongono tra le arrampicatrici più forti al mondo, tra cui il secondo posto ai Campionati Mondiali di Boulder a Mosca nel 2021. Allenamento, dedizione, passione e la voglia di divertirsi sono alcune delle caratteristiche che la definiscono, insieme a un’innata curiosità di esplorare il mondo attraverso l’arrampicata.

Camilla, raccontaci della tua passione per l’arrampicata.

"Ho iniziato a scalare da piccola, grazie alla passione dei miei genitori, che fin dall’infanzia mi portavano in giro per le falesie di Finale Ligure. All'inizio era solo un gioco: mi divertivo a rimanere appesa nel vuoto e a dondolare. Poi ho iniziato a toccare la roccia, a provare i primi semplici passaggi, e da lì è nato l'amore per questo sport. Il mio percorso è continuato nelle sale boulder, dove mi sentivo più a mio agio e avevo meno paura del vuoto. È stato proprio in palestra che ho iniziato a gareggiare, prima nei campionati interregionali e poi in quelli nazionali. A 18 anni sono arrivate le prime convocazioni in Coppa del Mondo, e con queste la necessità di intraprendere un percorso di allenamento strutturato.

Fino a qualche anno fa, non esistevano allenatori o percorsi specifici per l’arrampicata, così mio padre, che è ricercatore di fisica al CNR, ha iniziato a studiare articoli, manuali e pubblicazioni per aiutarmi, e ancora oggi è il mio allenatore principale. Ora mi alleno nel centro federale di Milano, in attesa che venga completato quello ufficiale di Arco. Qui mi alleno con Pietro Biagini e altri tracciatori per sviluppare la parte tecnica, mentre per quanto riguarda la preparazione fisica continuo ad affidarmi a mio padre. L’allenamento al centro federale è stato fondamentale perché, negli ultimi anni, questo sport si è evoluto verso passaggi e percorsi tecnici che richiedono esperienza e una preparazione specifica a livello internazionale, difficile da replicare in una palestra standard."

Parigi 2024: cosa rappresenta per te questo avvenimento?

"Sono molto soddisfatta ed emozionata di essere riuscita a entrare nel team nazionale per i Giochi Olimpici. Il percorso è stato molto intenso e devo dire che la parte più difficile è stata proprio la fase di qualificazione. Ora tutto quello che voglio è vivere appieno l’esperienza e dare il meglio di me: posso dire di essere un po’ più rilassata. Il mio desiderio è quello di portare a casa un bel ricordo di questa incredibile opportunità."

Hai viaggiato in tutto il mondo per prepararti a questa olimpiade. Quale valore ha portato questo approccio internazionale alla tua esperienza?

"Confrontarmi con altre realtà e altri stili di arrampicata è stato fondamentale per sviluppare movimenti e stili diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati. Ogni palestra e ogni nazione ha le proprie peculiarità, come l’inclinazione delle pareti o la fisicità dei blocchi. Viaggiare e provare percorsi diversi è stato molto utile per arrivare preparata a un evento di questo tipo."

L’arrampicata è da sempre uno sport di community, di amicizia e di divertimento. Come vivi il rapporto con gli altri atleti con cui ti troverai a competere?

"In molti sport, la competizione tende a spezzare i legami tra i concorrenti, ma questo non succede nell’arrampicata. Spesso condivido gli allenamenti con gli altri atleti e non ci sono tensioni tra di noi, anzi, c’è un’atmosfera di supporto e condivisione che ci permette di crescere insieme e continuare a vivere lo sport come divertimento, prima di tutto. Stare insieme ci stimola a migliorarci reciprocamente, prendendo spunto dai punti di forza di ciascuno e aiutandoci a superare le difficoltà."

Tutti abbiamo una fonte di ispirazione nella vita. Qual è il tuo esempio da seguire nell’arrampicata?

"Il mio punto di riferimento è sempre stato Jakob Schubert, soprattutto per la sua capacità di farsi trovare sempre pronto in ogni situazione, senza mai farsi intimidire."

Le scarpette da arrampicata sono come un vestito da matrimonio: tra le centinaia di prodotti sul mercato, solo pochi rispecchiano davvero i propri gusti e, in questo caso, lo stile di arrampicata. Che modelli utilizzi?

"Porto sempre con me due paia di scarpette, da utilizzare in diverse situazioni: la Drago di SCARPA, che utilizzo quasi sempre per il boulder, è morbida e ha un grip incredibile per le aderenze sui volumi e i tallonaggi; e la Instinct VS WMN, che è più rigida e precisa, ideale per i piccoli appoggi. Scegliere la scarpetta giusta è fondamentale: devono adattarsi perfettamente al piede e, una volta trovato il giusto feeling, è difficile cambiarle."

SCARPA, l’azienda italiana che supporta Camilla Moroni, è un punto di riferimento mondiale per il mondo dell’alpinismo e dell’arrampicata. Fondata nel 1938 ad Asolo, nel cuore del distretto calzaturiero italiano, SCARPA è cresciuta fino a diventare un leader globale nella produzione di calzature tecniche per sport outdoor come trekking, alpinismo, trail running e, naturalmente, arrampicata. Innovazione, qualità e attenzione alle esigenze degli atleti sono i valori cardine dell’azienda, che ha scelto di sostenere atleti come Camilla, puntando sulle giovani promesse e contribuendo alla crescita di questo sport con prodotti che coniugano comfort e alte prestazioni.

Non ci resta che augurarti un enorme in bocca al lupo per questa avventura che ti attende, Camilla! Porta a casa il massimo da questa esperienza e divertiti più che puoi!


Millet title sponsor delle Skyrunner Italy Series 2024

Tre gare. E la possibilità di qualificarsi agli SkyMasters delle Skyrunner World Series per chi terminerà sul podio nella classifica finale, oltre agli atleti a podio in una gara selezionata da FISky, la Federazione Italiana Skyrunning. La concorrenza di alto livello è garantita dalla presenza di alcuni dei migliori corridori del mondo si schiereranno per l'evento che è anche nel calendario delle Skyrunner World Series.

Le Skyrunner Italy Series 2024 sono firmate Millet che è diventato title sponsor dell’evento, confermando il suo DNA verticale e l’impegno sul terreno dello skyrunning e al fianco di ISF, la Federazione Internazionale di skyrunning. 

Andato in archivio il primo appuntamento dell’8 giugno con il Trail del Centenario Lovato nelle Orobie, la prossima data delle Millet Skyrunner Italy Series da segnare è l’International Rosetta SkyRace il 1 settembre e la Zacup SkyRace del Grignone il 15 settembre.

«Millet è un marchio che in oltre 100 anni ha scritto la storia dell’alpinismo e lo skyrunning rappresenta la nostra naturale evoluzione - afferma Hervè Locatelli, Millet Sales and Marketing Director per l’Europa del Sud e DACH che ha fortemente voluto questa collaborazione - Con questa sponsorizzazione vogliamo continuare ad equipaggiare e ispirare il mondo dei runner e di tutti i praticanti della montagna nella conquista dell’ignoto, in quella ricerca che trasforma il vuoto in pienezza».

Marino Giacometti, Presidente della International Skyrunning Federation, ha commentato: «Sono molto contento che le SNS siano tornate anche in Italia in gestione alla federazione nazionale e la partnership con Millet sarà strategica per dare un ulteriore slancio allo skyrunning e una nuova opportunità agli skyrunner italiani di partecipazione ai circuiti mondiali».


Secchi e Majori in partenza per il K2

I bormini Federico Secchi, maestro di sci e guida alpina, e Marco Majori, guida alpina e alpinista della sezione militare alta montagna del Centro Sportivo Esercito, partiranno il 16 giugno per il Pakistan per tentare la seconda discesa integrale con gli sci del K2 (8.611 m), sciato da Andrzej Bargiel nel 2018. Per acclimatarsi, affronteranno prima il Broad Peak (8.051 m). 

I due valtellinesi, amici di lunga data e compagni di avventure, nel 2021 hanno scalato il Manaslu (8.163 m) per poi scenderlo con gli sci ai piedi. Da qui nasce il progetto ambizioso della discesa con gli sci dal K2 (8.611 m), patrocinato dal CAI. Per consentire agli amici e ai conoscenti di sostenere la spedizione, è stato aperto un crowdfunding su GoFundMe https://www.gofundme.com/f/k2-discesa-con-gli-sci

Al loro fianco, come partner tecnico, ci sarà anche Dynastar, che fornirà gli sci scelti direttamente dagli atleti: i modelli M-Vertical 88 e M-Pierra Menta. La spedizione durerà circa 2 mesi e i giorni ‘buoni’ per la discesa del K2 dovrebbero essere alla fine di luglio. Un’occasione unica in quanto quest’anno ricorre il 70° anniversario della prima conquista assoluta del K2 da parte degli alpinisti italiani guidati da Ardito Desio e l’impresa di Secchi e Majori si inserisce proprio nella più ampia spedizione per l’anniversario. 

I due alpinisti, dopo il volo per Islamabad in Pakistan, seguiranno il ghiacciaio del Baltoro per raggiungere il campo base del Broad Peak, dove inizieranno il periodo di acclimatamento. Una volta pronti, cercheranno di scalare il Broad Peak e lo scenderanno con gli sci. Successivamente, si sposteranno al Campo Base del K2 per tentare di realizzare l’obiettivo principale della spedizione. Scaleranno la montagna senza il supporto di portatori e di ossigeno supplementare per poi sciarla integralmente. Per la riuscita dell’impresa dovranno allinerasi diversi fattori, dalle condizioni della montagna, al meteo.

La linea scelta? Scende dalla vetta lungo lo Sperone Abruzzi, affronta il famoso Collo di bottiglia, poi taglia lungo la via Cesen, il Traverso di Messner e poi la via dei Polacchi. È l’unica possibilità per non staccare mai gli sci. Secchi e Majori utilizzeranno M-Vertical 88, sci pensato proprio per l’alta montagna e lo sci ripido, ma hanno in dotazione anche il più leggero M-Pierra Menta. L’impresa potrà essere seguita sul sito https://www.k2skiinthesky.com/

© Ettore Zorzini

RUPE Fest, alla scoperta della sartorialità italiana

Una giornata di scalata e di community per conoscere il nuovo marchio dedicato ai climbers

Sabato 8 giugno si è svolta nella palestra Big Wall di Brugherio (MI) la prima edizione di RUPE Fest, l’evento ufficiale organizzato dal brand di abbigliamento outdoor RUPE. Si tratta di una giornata all’insegna del movimento, tra arrampicata, acroyoga, mobility e acrobatica aerea, che si conclude con la RUPE Boulder Cup e l’immancabile festa finale. Per l’occasione abbiamo intervistato brevemente Mattia Calise, uno dei fondatori del brand, per farci raccontare qualche curiosità sulla storia del progetto di Rupe.

@Federico Quartiroli

Partiamo dalle origini: cosa è RUPE? Come nasce?

RUPE è un brand di vestiti artigianali, un progetto che vuole ridare vita all’aspetto sartoriale italiano, nel campo dell’outdoor. Il cuore di RUPE si basa proprio sul volere una propria produzione interna: siamo sì una start up, ma siamo soprattutto un laboratorio sartoriale. La scelta dell’outdoor nasce dalla passione per la montagna e l’arrampicata, condivisa da tutto il team.

Chi sono i volti le mani dietro ai coloratissimi prodotti che oggi stanno riempiendo la palestra?

I fondatori di RUPE sono tre: Chiara Telazzi, Silvia Renoldi e io. Chiara è la sarta, Silvia si occupa della selezione dei tessuti e io mi occupo del marketing. Ufficialmente, ci siamo conosciuti in Valle Orco nel 2021, e da qui ha avuto inizio questo progetto. Dal 2023 siamo riusciti ad assumere i nostri primi dipendenti, allargando il team.

@Federico Quartiroli

Quali sono le peculiarità del brand? Avete un prodotto iconico, simbolo di RUPE?

Ciò che ci contraddistingue è che non vogliamo essere solo dei rivenditori, ma vogliamo produrre da zero seguendo i nostri valori, e tra i principali c’è sicuramente la durabilità e la sostenibilità dei nostri capi. Tutto è seguito da noi, dalla progettazione alla vendita: solo così garantiamo la qualità del prodotto. Siamo ovviamente consapevoli di non essere perfetti e che avremo sempre occasione per imparare dagli errori e lavorare per migliorarci, ma per noi questa parte di gestione della produzione è il centro dell’artigianalità.

Tengo anche a precisare che non produciamo solo attraverso una linea interna, ma diamo anche lavoro ad altri piccoli laboratori del territorio, con i quali abbiamo instaurato un rapporto di fiducia: RUPE è a filiera corta, cortissima. I nostri tessuti seguono standard qualitativi e di sostenibilità molto alti. Sicuramente la nostra felpa Earthy, a triangoli colorati, è il nostro prodotto iconico, inodossata e apprezzata anche oltre il mondo climb. anche i completi donna (leggings e top) stanno diventando simbolici per RUPE.

RUPE nasce come brand artigianale che oggi si affaccia al mercato globale dell’arrampicata, un mercato complesso e discretamente saturo. Come state affrontando questo cambiamento? In che direzione state puntando? Quali sono le difficoltà riscontrate più grandi?

La difficoltà maggiore è legata al fatto che non esiste in questo mondo una dimensione “media”: o sei un singolo artigiano o sei un brand come tutti gli altri. Qui sta Questo è il problema. Siamo autofinanziati, ed è difficile giocare il gioco dei grandi brand senza averne la struttura organica e, soprattutto, la disponibilità economica: ma ciò ci ha anche permesso di creare questa grande community. Stiamo cercando di inserirci in questo difficile mondo dell’outdoor spingendo tantissimo sui nostri valori e su questa community che li ha compresi e ci sostiene continuamente.

La direzione è quella di consolidare la parte di scalata per espanderci poi sia nel mondo yoga che nel lifestyle. In realtà, è stato proprio il mondo yoga a “volerci”, spinto dalla ricerca di una realtà artigianale anche in questo ambiente, forse altrettanto saturo di proposte “tradizionali”.

È chiaro dunque che RUPE non è solo un brand, ma è anche una community: quali attività svolgete per coinvolgerla e renderla parte integrante del progetto?

Abbiamo iniziato organizzando un viaggio, la prima edizione del ritiro a Montanejos, in Spagna, ad aprile 2023, con membri dello staff e alcuni dei nostri ambassador. Ci siamo divertiti tantissimo, e abbiamo capito che questa cosa poteva piacere anche alle persone che gravitavano attorno al brand: perché non ampliarlo? Meno di un anno dopo abbiamo organizzato la seconda edizione coinvolgendo così altre persone che stavano credendo nel progetto, e ciò ha funzionato. I nostri eventi vogliono essere un momento in cui la RUPE Family possa riunirsi e allargarsi all’insegna del divertimento.

@Federico Quartiroli
@Federico QUartiroli

Basta guardarsi intorno durante l’evento ed è subito evidente come il brand sia riuscito nel suo intento di creare una realtà che prima di tutto è una comunità, una famiglia allargata, che condivide l’amore per lo sport e la voglia di stare insieme, valori che vengono messi prima della performance.

La mattinata è partita con il workshop di Simone Iero su mobilità e arrampicata, con una forte attenzione alla respirazione e alle sensazioni del corpo. A seguire, le lezioni di prova di acrobatica aerea su tessuti e corda con Arianna Scapinelli e Diana Giusti e i workshop di acroyoga con Filippo Granata e Chiara Vitali. Nel pomeriggio si è tenuta anche una Speed Challenge, con Luca Robbiati e Andrea Bortolotto, entrambi atleti RUPE. Alle 16.00 è poi iniziata la RUPE Boulder Cup, una competizione amatoriale con più di 30 blocchi tracciati da Martino Sala, Giacomo Camisasca, Ale Scogna e Filippo Lorena, accompagnata dal sottofondo musicale del gruppo Elefunky. Le finali, divise in categoria uomini e donne, si sono concluse con il gruppo Vogo Beat, che ci ha letteralmente accompagnati verso le premiazioni con un corteo musicale a dir poco travolgente. Sul podio della Rupe Boulder Cup troviamo hanno trionfato Davide Torroni al primo posto, seguito da Davide Lombardi e Luca Robbiati per la categoria uomini; Sara Caramella vince invece la categoria donne, seguita da Giulia Gatti e Francesca Grassi.

Dopo le premiazioni, si è dato il via alla festa ufficiale con il Dj Set di Dejan e di Miryam Magnoni.

@Federico Quartiroli

Che dire? Il coinvolgimento dei partecipanti è stato altissimo. Oltre ad essere un marchio che promuove l’artigianato e la piccola impresa, abbiamo una spiccata dote nel saper far festa.

Il motto di RUPE è «per chi è fuori dentro»: dopo la giornata di sabato, possiamo confermare che qui tutti trovano spazio per la propria personalità e terreno fertile per la propria curiosità. Se è vero che l’arrampicata è sicuramente il filo conduttore dell’evento, è altrettanto vero che il fulcro della giornata è stato mettersi in gioco e l’aprirsi a nuove esperienze, in un ambiente dinamico, accogliente e fuori dagli schemi.

Per scoprire la collezione RUPE al completo visitate il sito www.rupeclothing.it