Dal Serrù al Nivolet, ma non per la provinciale…
Le bellissime giornate di questa seconda metà di agosto hanno ispirato un grande trekking attraverso le panoramiche cime che separano Piemonte, Valle d’Aosta e Val d’Isère. Ecco in sintesi la descrizione.
Lasciata l’auto nel tornante sopra la Diga del Serrù (2300 m) ci si incammina verso il Rifugio Ballotta. Il sentiero viaggia a curva di livello fino al rifugio, qui si risale la prima balza di rocce – due le scelte: o dal tetto del rifugio e nel canalino di fianco, entrambi i passaggi sono ben attrezzati con corde fisse e scalini di tondino – e si raggiunge il Pian Ballotta da dove si prosegue in direzione ovest risalendo gli sfasciumi che portano sotto il Passo della Losa (2970 m) che si raggiunge dopo aver superato il tratto ripido finale anch’esso ben attrezzato con corde fisse e gradini di ferro.
Panorama stupendo sulla Val d’Isère e sulla Grand Motte, a est tutto il gruppo del Gran Paradiso.
Dal passo si scende seguendo il sentiero che porta al Rifugio Prariond ma solo fino a quota 2700 circa. Ora si ricomincia a salire in direzione nord dopo aver superato un ampio pianoro. Il Colle della Galisia è alla nostra destra. Punto di riferimento da seguire sono delle rocce bianco – giallastre ben visibili anche da lontano solcate dal torrente che sbuca dal sovrastante Ghiacciaio di Bassagne. In questo tratto non c’è più sentiero ma si risale a destra per roccette e sfasciumi per evitare di affrontare il ghiacciaio che in questa stagione è ghiaccio vivo nella parte bassa e presenta qualche spaccatura insidiosa. Sempre superando roccette e nevai si supera il contrafforte che sorregge il ghiacciaio. In questo tratto meglio non spostarsi troppo a destra per evitare di doversi impegnare in un’arrampicata vera e propria.
Ci troviamo nei pressi del Col Basagne (3105 m), rimanendo sul bordo di destra salendo, puntiamo decisamente verso est alla volta della Punta Galisia ben riconoscibile per un grande omino di pietre della vetta. Qui il ghiacciaio non presenta difficoltà alcuna ed è ancora ben coperto di neve. La Punta della Galisia (3346 m) – vetta famosa fra gli amanti dello ski-alp che l’affrontano in primavera partendo dal Benevolo – è un punto panoramico di incredibile suggestione, su di essa si incrociano i confini di Rhemes, Ceresole e Val d’Isère, il colpo d’occhio sulle montagne circostanti è totale a 360°.
Dalla Punta Galisia l’itinerario prosegue in direzione della Punta Bousson (3330 m) ben visibile a nord – est a 600 metri in linea d’aria. Dalla Punta Bousson si deve ora raggiungere la Punta Basei (3338 m) attraverso una cresta di sfasciumi con qualche breve balzo roccioso. Questo tratto richiede molta attenzione dal momento che sia la parte piemontese che quella valdostana sono caratterizzate da un salto notevole – soprattutto verso il Serrù il vuoto è di 700 metri – e a poche decine di metri dalla Punta Bousson ci si ritrova a dover superare un intaglio nella roccia abbastanza problematico che richiede un po’ di attenzione anche per la mancanza di buoni appigli per la pessima qualità della roccia. Superato questo ostacolo si prosegue ora sul filo di cresta seguendo delle traccette a destra o sinistra. Nei pressi della testa rocciosa della Basei si prosegue a sinistra attraversando un pendio di sfasciumi non troppo impegnativo e dopo un centinaio di metri ci si ritrova sull’ultimo tratto che si percorre normalmente per salite alla croce della vetta. Ora non resta che scendere lungo il sentiero estivo alla volta del Nivolet dove non rimane che cercare un passaggio per raggiungere l’auto al Serrù. (5 km)
Questo grandioso tour lo abbiamo chiamato «supertrekking» per via della complessità dei vari passaggi. Ci sono pochissimi tratti alpinistici ma nonostante questo lo consigliamo a persone ben preparate e con una certa esperienza dal momento che non ci si muove sempre su sentieri segnalati.
Indispensabili corda e attrezzature per l’assicurazione, piccozza e ramponi nel caso i nevai e il ghiacciaio Basagne presentino neve dura al mattino. Il casco potrebbe essere utile per evitare di essere colpiti da qualche pietra smossa da eventuali altre comitive nei tratti delle corde fisse e comunque per proteggersi nella cresta finale.
Meglio ricorrere ad una guida alpina (Guide Alpine Gran Paradiso Canavese – www.4026.it) per poter godere al meglio della panoramicità dei luoghi ed evitare il maggior numero di rischi.