Scomparso all'eta' di 92 anni
Un pezzo di storia dello sci. Rolly Marchi è scomparso a 92 anni a Milano. Una vita intensa, la sua, non solo sulla neve. Nato a Lavis, a 8 km da Trento, il 31 maggio 1921, ha frequentato il ginnasio a Rovereto e il liceo Prati a Trento, si è laureato in giurisprudenza a Bologna, discutendo la tesi ‘Responsabilità civile in materia di sport’ prima del genere sicuramente in Italia e alla quale Gianni Brera dedicò un pezzo sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport. Ha fatto la guerra nei Granatieri di Sardegna, prigioniero in Africa, primo ufficiale a tornare a Trento con le truppe alleate nel maggio 1945, un ‘pezzo’ di vita che ha raccontato nel suo romanzo ‘Il silenzio delle cicale’. Nel 1939 Rolly Marchi fondò a Trento la sua prima società sportiva, il Gruppo Sportivo Cesare Battisti. C’è il suo zampino anche nella nascita della 3-Tre (nel gennaio 1950), che allora si disputò intorno a Trento (appunto 3-Tre, tre gare a Trento): discesa sulla Paganella, dominata dal fuoriclasse Zeno Colò, slalom a Serrada e slalom gigante sul Monte Bondone, e che ora prosegue a Madonna di Campiglio. Ma Rolly Marchi appena finita la guerra, aveva fondato anche le Scuole di Sci del Monte Bondone e della Paganella. Dal punto di vista agonistico, partecipò al Trofeo Dal Lago sul Bondone e ad una discesa in Paganella, e ne corse molte altre, come la Direttissima sulla Marmolada e il famoso Hahnenkamm a Kitzbuhel nel 1947. Con Giuliano Babini, azzurro dello sci, e altri amici, sempre nel 1945 aveva fondato il SAI, Sci Accademico Italiano. Nel 1958 con l’appoggio di Mike Bongiorno inventò il Trofeo Topolino che in pochi anni diventò la gara per ragazzini più importante del mondo. Nel 1959 promuoveva la prima gara di KL sul Monte Bianco a Courmayeur; anche il Parallelo di Natale è una sua creatura, prima edizione al Passo del Tonale nel 1974.
Come alpinista ha scalato due volte il Cervino (una anche da solo), quindi il messicano Popocatepetl, il Mount Kenya, les Grandes Jorasses, il Monte Bianco e un centinaio di pareti dolomitiche. Suo gioiellino personale è quello di aver legato alla sua corda lo sherpa Norgay Tenzing, primo conquistatore dell’Everest con il neozelandese Sir Edmund Hillary, e di averlo portato sulla Paganella a fare la prima ascensione della sua vita in Europa. Sempre in materia di ascensioni accompagnò il celebre Dino Buzzati a salire la Croda da Lago, l’ultima ascensione dello scrittore bellunese nel 1966. Suoi compagni di cordata sono stati Cesare Maestri, Walter Bonatti, Toni Masè, Marco Franceschini, Bepi De Francesch, con il quale nel giorno del suo cinquantesimo compleanno ha scalato lo Spigolo Pìaz al Sass Pordoi e il celebre Manolo, compagno nel 1997 sulla Punta Fiammes a Cortina; nello stesso anno sali anche il Campanile di Val Montanaia con Mauro Corona.
È il solo giornalista al mondo che ha seguito tutti i Giochi Olimpici Invernali dal 1948 fino a Torino 2006. Con quelli estivi ne ha visti e raccontati ben 23. Per alcuni anni fu chiamato ‘il cow-boy delle nevi’, per il cappellone nero impostogli da Walt Disney ai Giochi Olimpici di Squaw Valley nel 1960.
Nel 1998 ha preso a cuore un’iniziativa benefica, quella cioè di trovare i fondi necessari alla costruzione di un piccolo ospedale a 4850 metri di quota per i 13.000 nomadi del Tibet che vivevano soltanto in tende e sopravvivevano di pecore e yak e vendendo sale. L’operazione, come si dice, è andata in porto in breve tempo soddisfacendo anche il governo cinese. L’ospedale, dedicato a Fosco Maraini, noto scrittore e alpinista, è stato inaugurato da Rolly e da altri suoi ventiquattro amici il 7 giugno 1999. Nel 2004 la FIS la ha nominato personaggio d’onore dello sci mondiale. Ultima sua grande iniziativa è stata, sempre nello stesso anno, la realizzazione a Skardu in Pakistan di un museo destinato a ricordare nei secoli il successo degli alpinisti italiani sul K2 il 31 luglio 1954, e le presenze precedenti e successive. L’iniziativa accolta subito con favore dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, è stata finanziata da dieci generosi amici di Rolly e il museo fu inaugurato il 2 agosto 2004 alla presenza anche di alte autorità del Pakistan.
Rolly Marchi viveva a Milano e quando poteva a Cortina d’Ampezzo, sua seconda dimora, ma non ha mai trascurato Trento. Era sposato con Graziella, affermata pittrice, e aveva due figli, Paolo, giornalista, e Jacopo, dirigente d’azienda e quattro nipoti: Bianca, Viola, Alice e Brando.