Ho incontrato Roberto Mastrotto la prima volta nella sua zona, sulle Piccole Dolomiti Vicentine, in occasione dei test dell’Outdoor Guide 2022. Classe 1987, ha iniziato a correre seriamente nel 2016, conquistando il primo posto al Durona Trail (60 km) trampolino di lancio per iniziare a prendere l’ultra-trail sul serio.Inizia con la CCC. Non essendo mai stato nelle zone del Bianco, prende una settimana di ferie e corre quasi tutti i giorni pre-partenza, per poi scoprire che forse un po ‘ di riposo avrebbe giovato al suo fisico: crampi e problemi fisici sono stati i suoi compagni di viaggio per quasi tutti i 100 chilometri. Ha tagliato il traguardo, ma sapeva di dover tornare per non lasciare i conti aperti. Così nel 2018 ha alzato l’asticella e terminato la gara regina, l’UTMB, con un diciannovesimo posto in poco più di 24 ore.

Nel 2019, però, come un fulmine a ciel sereno, arriva un importante problema di salute che lo costringe a uno stop forzato per tutto l’anno. Passata lai parentesi Covid, nel 2021 eco il vero ritorno: una stagione in costante crescita per poi chiudere con un primo posto all’Adamello Ultra Trail. Atleta La Sportiva dal 2018, quest’anno è iniziato con il piede giusto: primo posto all’Ultrabericus Trail, secondo posto al’Istria by UTMB e tredicesimo posto alla La Sportiva Lavaredo Ultra Trail, migliorando il tempo della passata edizione di 8’.

Ore 13.30, durante le nostre rispettive pause pranzo, fissiamo un appuntamento telefonico per far due chiacchiere proprio sulla gara appena conclusa, la LUT.

Innanzitutto come stai? Hai recuperato bene? 

«Sto bene, le gambe sono quasi al 100 per cento. Fisiologicamente non mi sento ancora in piena forma, ma credo che sia dovuto al problema al basso ventre durante la gara». 

Ti sei fermato qualche giorno o non hai resistito al richiamo della corsa?

Ride e mi risponde «Sono stato fermo ben due giorni, qualcosa dal passato ho imparato. Poi due giornate di bici e da qualche tempo allenamenti un po’ più intensi di corsa. Ma senza forzare».

Parliamo della LUT, cosa ti lega a questa gara?

«Dal 2016, l’ultimo week-end di giugno è sempre nella cittadina ampezzana. Ho iniziato con il Cortina trail e un inaspettato quinto posto. In quella circostanza ho dovuto cercare anche un albergo di fortuna perché mai più immaginavo di arrivare così avanti nella classifica e la premiazione sarebbe stata il giorno seguente. La prima LUT nel 2017, poi 2018 e nel 2019, nonostante non fossi in condizione, ho seguito amici e compagni di squadra dal Col Gallina in avanti. Avevo bisogno di correre ancora in quei posti, dove gli occhi si riempiono di emozioni e gioia. Nel 2020 ho avuto l’occasione di correre la Cortina Virtual e nel 2021 sono tornato con una maggiore sicurezza e determinazione. Quest’anno, conoscendo ogni sasso e curva, ho portato a casa una prestazione di cui mi ritengo davvero soddisfatto, anche se… è ancora migliorabile. Spiegare cosa mi lega a questo evento é difficile. Ormai è la gara di casa, in cui mi sento al posto giusto nel momento giusto. Non mi immaginerei in nessun altro luogo per quelle date».

La partenza e il pre gara come li vivi?  Soprattutto in questo caso specifico, visto che La Sportiva è il main sponsor e hai partecipato a vari meeting ed interviste prima di poter riposare un po ‘. 

«Quest’anno sono rimasto abbastanza tranquillo nonostante i maggiori impegni prima dello start. Mi sento sempre più a casa e soprattutto più abituato a presenziare a questi eventi. Va da sé che verso l’ora di cena la tensione è andata crescendo, ma al momento del via tutto è sparito e ho potuto godere della bellezza del percorso e concentrarmi sulla strategia di gara».

Inside the race: raccontaci come l’hai gestita: 120 km sono lunghi da controllare. 

«Come sempre si è partiti forte, forse più del solito. Inizialmente c’era un bel gruppo di testa in cui ho cercato di reggere il ritmo, ma dopo la prima salita ho tirato i freni e ho fatto la mia  andatura. Da Cima Banche in avanti alcuni atleti sono saltati e lì ho iniziato il recupero. Transito al Col Gallina con 20’ di anticipo rispetto all’anno prima. Sembrava tutto perfetto quando il classico dolore che compare alle gare più importanti, presenta il conto. Non mi resta che gestire il vantaggio, stringere i denti (ma tanto) e portare a casa quello che ritengo un ottimo risultato. Certo che mi sarebbe piaciuto migliorare di 15’-20’, sarà per il prossimo anno. Arrivare in Corso Italia, nonostante tutto, è sempre un’emozione indescrivibile».

Tornerai? 

‘«Adesso è presto per pensarci, sono focalizzato sui prossimi obiettivi, ma questa gara è come una calamita e vorrei abbassare ancora il tempo. Le probabilità di rivedermi allo start di Cortina sono alte».

Come descriveresti la Lavaredo Ultra trail?

«Ti porta a correre sulle montagne più belle del mondo, certi paesaggi li vedi solo sulle Dolomiti. L’UTMB, per quanto sia unica, non ha gli stessi scorci e albe». 

Prossimi obiettivi? 

«UTMB. Devo farla a modo mio, con i tempi che conosco e scendere sotto il muro della 24 ore, avvicinandomi il più possibile alle 23 ore. La top ten sarebbe un sogno, ma nulla è controllabile in una gara di questa portata. Gestirò quello che sarò in grado di controllare, il resto verrà da sé».