«Mi piacerebbe provare a diventare Guida alpina, sicuramente. Mi mancano dei pezzi, come il ghiaccio, per esempio, perché da novembre, quando scatta davvero la stagione agonistica dello scialpinismo, rispetto abbastanza rigorosamente le tabelle di Davide Canclini e metto un po’ da parte l’alpinismo, ma d’estate cerco di imparare sempre qualcosa in più, di rubare qualche accorgimento dai miei compagni d’uscita. Anche l’idea dell’allenatore mi affascina: Luca (Dei Cas, scomparso nel 2015 in un incidente in montagna, ndr) ha tolto ore alla sua famiglia per noi quando eravamo adolescenti e a me ha fatto solo del bene. Fare altrettanto io per altri giovani sarebbe una sorta di passaggio di testimone».
Ipse dixit, parola di Robert Antonioli. Siamo stati a trovare il fresco vincitore della Coppa del Mondo di scialpinismo nella sua Valfurva, ci ha anche portato nella baita della nonna che d’estate serve per la fienagione, ma anche buen retiro per qualche festa con gli amici della Forba. Con Luca Giaccone Robert ha parlato del suo futuro, ma anche del presente agonistico e della formula di allenamento del Centro Sportivo Esercito, del passato e dell’infanzia. Robert è un professionista rigoroso, ma non fissato. Se nella chat dello sci ripido o in quella del freeride arriva una chiamata, lui è pronto a rispondere presente se c’è da fare un canalino o per una giornata tutta pow-pow con gli sci larghi. Perché in fondo le gambe vanno ancora più forte se non sei concentrato solo sui numeri di una scheda d’allenamento. E i risultati lo dimostrano. «Questa è fatica che mi piace. La montagna è la mia vita e voglio che continui a essere così anche in futuro. In che modo devo ancora capirlo bene, adesso sono concentrato sulle gare di skialp, ma sarà sicuramente così». Ma dove vuole arrivare il Robert alpinista? «Nel futuro mi ispirano Himalaya e Patagonia, e sarà un discorso da affrontare a fine carriera con l’Esercito e con i membri della Sezione Militare di Alta Montagna che si occupa proprio di quello. Dico sempre che i soldi spesi meglio sono quelli dei viaggi».
L’articolo completo, con le le originali foto di Achille Mauri, è su Skialper 135 di aprile-maggio.