77 ore 31 minuti e 11 secondi; ecco quanto ha impiegato Peter Kienzl per completare i 330 chilometri dell’ultra trail più difficile e affascinante del mondo. Il Tor des Géants era in cima alla sua lista dei desideri fin da inizio anno, soprattutto dopo il ritiro dell’anno scorso. Ma quest’anno la voglia di arrivare in fondo ha trionfato sulla fatica. «Stiamo parlando della gara più importante del panorama ultra-trail, sia per numero di chilometri che per la sua caratura internazionale – racconta Peter –. Alla vigilia della competizione mi ero prefissato tre obiettivi: arrivare al traguardo, aspetto non così scontato vista la lunghezza del percorso; puntare a una posizione fra i primi 10 e, come ultimo, restare sotto le 80 ore di gara, per guadagnarmi il titolo di atleta altoatesino più veloce di sempre al Tor des Géants».
Dopo i primi chilometri di gara l’atleta Dynafit si è ritrovato nel gruppetto formato da altri due italiani, Gianluca Galeati e Franco Collé e il canadese Galen Reynolds. Una gara di questo genere, lunga e altamente stressante per corpo e mente, nasconde insidie ad ogni angolo. «A Donnas ho avuto la prima, e forse più forte, crisi della gara. – continua Peter -. Sono arrivato lì intorno alle 14 del secondo giorno, faceva molto molto caldo e il percorso da lì è quasi tutto asfalto, mi mancavano le forze perché al punto ristoro non avevo trovato nulla che mi andasse di mangiare, forse il caldo mi aveva anche tolto l’appetito. Salendo verso il rifugio Coda non ce la facevo davvero più, mi sono messo all’ombra a riposare avvolto nella coperta termica, volevo restare lì 10 minuti, ma le mosche erano così fastidiose che dopo cinque minuti mi sono dovuto alzare. Pausa breve, ma efficace, perché una volta giunto al rifugio mi sono tornate forza e appetito». In una gara dove cibo e sonno sono optional, una grande importanza la fanno gli indumenti che devono sapersi adattare a tutte le situazioni di gara. «L’abbigliamento Dynafit mi ha supportato al meglio. Mi sono trovato particolarmente bene con i nuovi manicotti, si tratta di un capo che non avevo mai utilizzato, mi hanno aiutato tanto in gara perché sono caldi, comodi e veloci da togliere e indossare. In una competizione così ogni secondo è prezioso». Ma la parola riposo non si trova nel vocabolario di Peter Kienzl che è già pronto a rimettersi in gioco per la prossima avventura: «Sono molto felice di questo terzo posto che mi ha permesso di realizzare uno dei miei più grandi sogni: portare a termine il Tor des Géants. – conclude Peter – Ora mi aspetta un mese di allenamenti a basso livello per recuperare. Per poi chiudere la stagione con La Diagonale des Fous e a seguire la difesa del titolo alla Transgrancanaria nel marzo 2019».