Peter Kienzl viaggia deciso verso l’obiettivo di questa stagione, il Tor des Géants. «Ho vinto il 4K, – spiega l’altoatesino del Team Dynafit – mi piacerebbe ripetermi nell’altra direzione. Non sarà certo facile, lo so, ma le distanze sopra i 200 km sono quelle che preferisco. Ci vogliono le gambe, di sicuro, ma è soprattutto un discorso di testa: e questo è l’aspetto che mi piace di più».
Ma come si allenano così tanti km?
«Beh, non è facile con il lavoro. In settimana riesco ad allenarmi solo un paio di ore, mentre solo nel fine settimane posso dedicarmi al lungo. A meno che non ci siano le gare».
L’ultima la Grossglockner Ultra-Trail da 110 km.
«Siamo partiti forte, c’era anche la prova a coppie e noi individuali abbiamo tenuto il loro passo all’inizio. C’erano il lituano Gediminas Grinius e il catalano Pau Capell a fare l’andatura: per me era troppo e mi sono staccato. Rimanendo comunque tra i primi, sono risalito sino al terzo posto nonostante avessi preso una storta, poi nella discesa finale ho perso la posizione, ma è un quarto posto che va benissimo visto il livello».
Come ti alimenti in gare del genere?
«Non faccio programmi particolari, certo mi controllo prima della gara per vedere se ci sono carenze. Mi segue un medico ‘naturalista’: in questo periodo ha visto una carenza di proteine e nella dieta ho messo dentro un po’ più di uova. In gara un po’ lo stesso discorso, nessuna indicazione particolare, di solito, però, preferisco le zuppe che assimilo con più facilità».
Oltre al Tor altre gare in calendario?
«La Reunion, la Diagonale des Fous, anche se arriva un po’ troppo presto dopo in Tor, appena un mese dopo. Poi vorrei tornare alla Transgrancanaria (che ha già vinto nella versione 360° di 269 km).