«La proposta è morta qui». Sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti sulle Olimpiadi invernali a tre (Milano, Torino e Cortina). Il governo non trova la condivisione tra le tre sedi e decide che la candidatura così come è stata formulata non possa avere alcun sostegno. Tutto questo ufficialmente, in commissione al Senato. Manca una gestione unica, ma condivisa da tutti, una partecipazione alla pari. Così tutto saltato.
Dunque che si fa? Il Governo si tira fuori, Torino è pronta a sfilarsi, potrebbe nascere un asse Milano-Cortina, anzi Lombardia-Veneto ma dovrebbe farsi carico delle risorse economiche necessarie.
Adesso è tutta una questione politica. Torino rientra? Il governo che ha detto no, deciderà poi di sostenere la candidatura a due? In attesa delle decisioni definitive, il Coni deve andare a Losanna a dire cosa farà l’Italia. C’è tempo. Sì ma non troppo. Il prossimo executive board meeting del CIO, quello a Buenos Aires che dirà quali sono le città candidate ammesse, è alle porte, il 3 e 4 ottobre. Mettiamo che l’Italia arrivi ad una soluzione a due o tre sedi e sia ammessa: lo scoglio successivo è quello dell’11 gennaio, la data di scadenza della presentazione delle garanzie chieste dal CIO. Se sarà a due ci saranno le coperture economiche nel caso il governo confermi la linea di non sostenere la candidatura? Dal quel giorno restano tre mesi per completare il dossier definitivo, dopo che il CIO abbia analizzato tutti i progetti della città candidate, facendo anche eventuali richieste di informazioni su risorse, strutture, investimenti. La scelta finale nel congresso dell’11 settembre 2019 a Milano. Ci arriverà la candidatura italiana?