From zero to. Nico Valsesia ha chiuso un’altra delle sue traversate dal mare alle nevi eterne, da Genova fino alla Capanna Margherita, sul Monte Rosa, tutto d’un fiato, utilizzando come unici mezzi una bici da strada e gli sci per quanto riguarda la parte su neve. Partito lo scorso 7 aprile dalla città ligure, è arrivato a lambire i 4.554 metri della Capanna dopo 14 ore e 31 minuti. Duecentoquaranta chilometri sulle due ruote e 20 sugli sci, 4.554 metri di dislivello totale, di cui 3.169 con le pelli e dopo aver già percorso tutta la prima parte, con la bici, che lo ha portato fino a Gressoney-La-Trinité. Valsesia non è nuovo a questo tipo di imprese: da oltre 20 anni colleziona record mondiali di ascesa no-stop che lo porteranno – spera già il prossimo anno – a coronare il sogno From zero to Everest. Per ora nel suo carnet figurano le vette dell’Elbrus, dell’Aconcagua e del Kilimangiaro, oltre al test del Monte Bianco.
Ho conosciuto Nico un paio di mesi fa in occasione di una conferenza stampa: Valsesia infatti è diventato ambassador di Scott e le biciclette della casa svizzera lo accompagneranno durante i suoi viaggi per tutto il 2018. Pieno di entusiasmo e con la parlantina facile, non è stato difficile iniziare una conversazione. Papà tre volte, si divide tra i viaggi e il negozio di bike che gestisce da una ventina d’anni, insieme al fratello, a Borgomanero. Basta parlarci cinque minuti per capire che, in realtà, i record sono solo espedienti. In altre parole la scusa per viaggiare, vedere, conoscere, sperimentare, imparare. Non è un caso che i video realizzati al termine di ogni ascesa siano per la maggior parte focalizzati sul territorio, la cultura e le persone incontrate. Poco spazio viene, volutamente, concesso alla prestazione sportiva. «Non sono un atleta – ci tiene a sottolineare – . Forse lo ero quando facevo gare di sci e quando nutrivo il sogno di diventare un campione dello sport bianco. Alla fine sono diventato maestro di sci e anni addietro per qualche tempo ho anche insegnato un po’, ma non era la mia vita e neppure la mia vocazione».
E poi? E poi sono venuti i viaggi, le avventure, che gradualmente si sono trasformati anche in un lavoro. «Dopo diversi anni di esperienza, soprattutto in Sud America, ho iniziato a organizzare viaggi-avventura ai quali partecipavano gruppi di persone. Era un po’ come dare agli altri la possibilità di vivere, con un discreto margine di sicurezza e in maniera organizzata, quanto io avevo già sperimentato». Mezzo principe per gli spostamenti, inizialmente, era la bicicletta. «Ho sempre amato le due ruote e ho fatto anche diverse gare, per divertirmi e senza obiettivi di classifica. Nonostante ciò ho collezionato anche diversi buoni piazzamenti. La corsa è venuta quasi per caso circa una decina di anni fa. Ero infortunato a una spalla e, non potendo distendere il braccio e tenere ben saldo il manubrio della bici, ho pensato di provare a correre. Partendo già da una buona base, dopo un mese di allenamento ho partecipato alle Porte di Pietra sulla distanza di 70 chilometri qualificandomi, con grande sorpresa di tutti e anche mia, quinto assoluto».
A questo punto mettere insieme bici, corsa e sci è venuto quasi naturale. E le imprese endurance From zero to sono proprio questo. Semplicemente e meravigliosamente l’unione di tre passioni (o due, dove non si possono indossare gli sci), un modo diverso per vivere un ambiente. Il curriculum sportivo di Nico è davvero impressionante e viene quasi spontaneo chiedersi se i figli siano propensi a seguire le orme del papà. «I due maschi, 16 e 14 anni, sono fisicamente molto prestanti, anche se praticano altri sport. Questa estate, terminata la scuola, andranno in Marocco, ospiti da un caro amico, e faranno gli sherpa. Come padre voglio lanciare questo messaggio: vivete esperienze diverse e poi, un giorno, starà a voi scegliere che direzione dare alla vostra vita». Direzione, appunto, e quella verso l’Everest? Il progetto, molto ambizioso, dovrebbe realizzarsi ad aprile-maggio del 2019. Nico partirà da Calcutta per raggiungere in bici Rongbuk (1.500 km fino a quota 5.300 metri), da qua inizierà la parte davvero faticosa: l’ascesa dalla parete nord, accompagnato da uno sherpa. From zero to…