E' la biellese Chiara Tallia
Ne ha parlato il nostro direttore nell’editoriale dell’ultimo numero di Up&down: il caso di positività all’ultimo Mezzalama. Sulle difficoltà non tanto di conoscere il nome, quando su quelle per capire chi e come si deve muovere in questo campo. Il controllo è stato fatto dall’Antidoping svizzero, che lo ha girato alla federazione internazionale di competenza, l’ISMF che però non ha il ‘controllo’ sulle gare de La Grande Course. Senza contare sull’assoluta mancanza di un fascicolo al CONI. Ma giovedì 3 ottobre ecco che sul sito del CONI (www.coni.it) si legge: ‘Il CONI comunica che, a seguito degli esami eseguiti dal Laboratorio di Losanna, è stato accertato un caso di positività. Nel primo campione analizzato, è stata rilevata la presenza di Furosemide per Chiara Tallia, tesserato della Federazione Italiana Sport Invernali, in occasione del controllo in competizione disposto a Gressoney il 4 maggio 2013 dall’Antidoping Svizzero, in occasione del Trofeo Mezzalama. La seconda sezione del TNA ha sospeso l’atleta in via cautelare, accogliendo l’istanza presentata dalla Procura Antidoping’.
LE REAZIONI DELL’INTERESSATA – Sul sito www.newsbiella.it, la risposta dell’atleta biellese.
‘Ho ricevuto nella giornata di oggi una telefonata dall’Ufficio Procura Antidoping del CONI di Roma, che mi comunicava esito avverso alle analisi antidoping avvenute al termine del Trofeo Mezzalama del 4 maggio 2013 a Gressoney – scrive Chiara Tallia – L’Ufficio mi comunicava l’invio mezzo posta della documentazione relativa, con positività alla sostanza Furosemide che appartiene alla categoria dei diuretici. Come saprete sono un’atleta non professionista che per semplice passione, da molti anni si diverte con molti amici, fra gare di sci alpinismo e corsa in montagna. Ho partecipato al mio 5° Mezzalama, raggiungendo il traguardo con i miei compagni di squadra, in ultima posizione, orgogliosa di aver concluso comunque la gara e di essere stata determinante in quella giornata per raggiungere il risultato. All’arrivo sono stata chiamata ad effettuare il test antidoping (non obbligatorio) e, nonostante fossi consapevole che non ero stata sorteggiata per effettuare il test ma poiché un’atleta sorteggiata ha rifiutato il controllo, hanno risorteggiato il numero di pettorale della nostra squadra che corrispondeva all’atleta maschio del team; il test doveva però essere effettuato su un’atleta donna e hanno chiesto a me, e io, non avendo nulla da nascondere, ho accettato senza problemi. La notizia mi ha quindi colto di sorpresa, e la sto vivendo con serenità e insieme molta amarezza. Fatte queste premesse per la serietà e la limpidezza che mi contraddistinguono, verificabile in tutti gli anni in cui ho effettuato gare sia di sci alpinismo che di corsa in montagna e con quanti mi conoscono personalmente da anni, ritengo doveroso, effettuare tutte le azioni permesse dalla legge sportiva, per uscirne a testa alta e senza alcuna ombra sulla mia attività sportiva. Attività che ha potuto contare per i risultati più o meno importanti raggiunti, esclusivamente su duri allenamenti e forza di volontà, in quella che è una delle mie ragioni di vita: l’attività sportiva portata avanti con dignità e passione. Il doping è sempre stato agli antipodi del mio modo di vivere lo sport’.