Prima nel medagliere ai Mondiali di Alpago-Piancavallo
Due medaglie in meno rispetto ai Mondiali di Verbier, ma un titolo mondiale in più: questi i numeri dell’Italia nella rassegna iridata di casa. Un medagliere quello di Alpago-Piancavallo che vede l’ingresso di nuove Nazioni, dalla Russia agli Stati Uniti, passando per il Belgio, con sempre più Austria e un po’ meno Germania. Il resto è sempre la solita sfida tra Italia, Svizzera, Francia e Spagna (sempre più squadra e sempre meno Kilian-dipendente). Azzurri ancora leader con gli svizzeri che hanno superato i francesi, meno incisivi del solito, soprattutto a livello maschile dove manca un po’ un ricambio generazione competitivo.
Ma quali indicazioni in casa Italia? La vecchia guardia c’è e continua a vincere, con un Damiano Lenzi in forma straordinaria e un Matteo Eydallin che risponde sempre presente quando ci sono le gare che contano. Michele Boscacci non ha avuto fortuna nell’individuale, Robert Antonioli lo stesso nella sprint, ma l’argento a squadra è un passo avanti rispetto a Verbier. E lo stesso vale per Nadir Maguet: con un briciolo di attenzione in più avrebbe una medaglia al collo nella sprint. I giovani dietro ci sono, da Kikko Nicolini, a Davide Magnini, Nicolò Canclini…
Al femminile le due leader azzurre, Katia Tomatis e Elena Nicolini, tra cadute e malanni vari non sono riuscite a difendere il bronzo a squadre di Verbier. Ci hanno pensato Martina Valmassoi e Alba De Silvestro. E proprio Alba insieme a Giulia Compagnoni hanno dimostrato di essere competitive a livello assoluto e non solo nella loro categoria. Contando che sono al primo anno da professioniste, dopo l’ingresso nell’Esercito. E anche il settore giovanile rosa ha le sue eccellenze: Giulia Murada e Samantha Bertolina in primis, i nomi per il futuro.