Su Skialper di aprile un articolo sui distacchi di fine stagione

«In questa stagione la neve se ne va, rapidamente a fondo valle, più lentamente alle quote più elevate, e questo ritardo ci permette di prolungare la nostra stagione sciistica. Andiamo tranquilli in montagna perché siamo convinti che la neve sia ormai ben assestata, ma questa convinzione rischia di trasformarsi in quel pericolo soggettivo che ora viene definito overconfidence, ossia un’eccessiva fiducia nelle nostre capacità di giudizio delle condizioni della neve. Di solito a maggio viene a cessare anche l’emissione dei Bollettini Valanghe e non possiamo contare neppure (se mai ci abbiamo contato) sulle informazioni che questi ci possono fornire». A scrivere è Renato Cresta, l’esperto di valanghe e sicurezza di Skialper. Sulla rivista di aprile-maggio un ampio articolo sulle valanghe di fine stagione.

CALORE – Sappiamo che il calore della forgia, che riscalda una barra di ferro, permette al fabbro di lavorarla senza difficoltà perché, anche se ancora lontano dal punto di fusione, ha diminuito la resistenza del metallo. Il colore della barra annuncia al fabbro che il ferro è caldo a sufficienza per poterlo lavorare ma, purtroppo, il colore della neve non cambia secondo la temperatura e noi ci accorgiamo che la neve si è riscaldata solo quando la vediamo inumidita dall’acqua di fusione: può già essere troppo tardi, perché la diminuzione della resistenza è iniziata molto prima. Alle nostre latitudini, ogni pendio tra i 30° e i 40° esposto a sud riceve più del doppio della radiazione ricevuta da una superficie piana con la stessa esposizione; questi pendii sono proprio i più graditi per la nostra attività. Gli effetti dell’irraggiamento solare si fanno sentire per non più di 30 cm nel manto nevoso, e anche meno se lo strato di superficie è costituito da grani di piccole dimensioni (< 1 mm), ma questo strato superficiale perde comunque in resistenza e può muoversi in valanga.

VALANGHE DI SUPERFICIE E DI FONDO – Durante una notte serena la superficie della neve si raffredda fortemente e congela la situazione, per cui le ore del mattino sono meno rischiose di quelle che seguiranno. Al sorgere del sole la temperatura dell’aria aumenterà rapidamente e darà inizio al progressivo indebolimento degli strati di superficie, iniziando dai pendii rivolti a levante, per proseguire durante il giorno, fino a interessare l’intera superficie innevata. Potranno così verificarsi due tipi di valanghe: di superficie o di fondo ed entrambe potranno essere di neve a debole coesione oppure a di neve a lastroni, secondo le condizioni del pendio.

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