«Come l’antica arte giapponese del Kintsugi che ripara con polvere d’oro oggetti rotti là dove hanno le crepe più profonde, così la polvere bianca a Limone ha coperto con eleganza i suoi crepacci terrosi. Osservo questa forza silenziosa e non posso non citare che lui: «Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati». Ernest Hemingway (il mio preferito)».

© Daniele Molineris

L’oro bianco, caduto davvero in abbondanza in questo strano inverno su Limone Piemonte, ha davvero coperto le terribili ferite dall’alluvione autunnale, anche se non ha potuto fare nulla contro i lockdown e la pandemia. Per vedere da vicino una Limone diversa Chiara Guglielmina e il fotografo Daniele Molineris hanno messo sci e pelli e radunato una schiera di local nel comprensorio sciistico quanto mai silenzioso. Una gita per entrare nel genius loci, per parlare con i protagonisti, per guardare avanti senza arrendersi. A fare compagnia a Chiara e Daniele la Maestra di sci Sara Tammaro, Andrea Cis Cismondi che, oltre a gestire due rifugi in zona è anche uno dei più apprezzati testatori della nostra Buyer’s Guide, la Guida alpina Alessio Cerrina, Nino Viale, indimenticato autore della prima discesa sul Coolidge al Monviso e gestore dello Chalet Le Marmotte. «Occhi pacati che celano un passato pazzesco gestiscono ora quello Chalet avvolto nel gelo – scrive Chiara -; ma Nino resta ottimista. D’altronde, sto parlando con lo stesso uomo che quando gli dissero, senza indugi, che la sua idea di discesa non era possibile ribatté: «Le cose impossibili si possono anche fare. Altrimenti saranno tali per sempre».

© Daniele Molineris

All’altezza dello Chalet delle Marmotte un piacevole fuori programma. «Non faccio in tempo a capire i fatti che, mentre nella mente ripeto Rocca dell’Abisso… Rocca… Abisso…. appagando anche il mio lato nerd, Cis ha già tolto le pelli e sta serrando con foga i ganci degli scarponi pronto a sverginare quella meraviglia. Macchiando per primo il lenzuolo. Per sua sfortuna noi altri siamo altrettanto rapidi e d’un tratto siamo tutti e quattro pronti: i bastoni impugnati, la mascherina (quella bella) calata. Ooh! Woosh! Wow Pow! Pow! Yeah! sono i suoni che emettiamo: come bestie, sciamo facendo versi. Un vociare disarmonico contrasta le linee eleganti che tracciamo con i piedi e, nel complesso, lo spettacolo è unico. Come con tante delle cose più belle, il piacere tanto atteso è consumato in fretta, ma il ricordo resta. Dopo quindici curve scarse di pura estasi, incolliamo le pelli alle solette finalmente appagate e risaliamo da dove siamo scesi».

Su Skialper 134 di febbraio-marzo un reportage di 19 pagine su Limone Piemonte. Da non perdere. 

© Daniele Molineris