UTMB 2008, oltre gli schemi esistenti
Segue da KILIAN PERSONAGGIO GLOBALE PRIMA PARTE
Il 10 agosto Kilian non si presenta quindi alla Sierre-Zinal in Svizzera perché è sua intenzione allenarsi lungo il percorso della CCC. Affitta un piccolo appartamento a Chamonix e mette in piedi una sorta di team per l’assistenza in gara composto dal compagno di molte corse di sci alpinismo, lo svizzero Florent Troillet, dalla sua fidanzata, e dall’amico del cuore Jordi Lorenzo.
NELLA SUA TESTA, L’UTMB – Come prima prova, però, decide di non percorrere il solo tragitto della CCC ma addirittura tutto l’Ultra-Trail du Mont-Blanc che parte e arriva a Chamonix su una distanza di 166 km. Lo fa da solo, senza assistenza, e dorme a Courmayeur, a casa dell’amico Ettore Mosca Barberis, allenatore di sci alpino ed ex allenatore della nazionale spagnola. Alla fine conclude il suo allenamento con un tempo effettivo di circa 19 ore. Dopo questa prova, con caparbietà convince i perplessi responsabili del Team Salomon e gli ancora più perplessi organizzatori ad iscriversi all’UTMB. Ottiene finalmente il pettorale: è il numero 4048.
Riassumendo: Kilian ha intenzione di passare dalle SkyRace di 30-40 km alla più importante corsa di ultra distanza al Mondo su un percorso di 166 km cercando di adattarsi a una nuova tipologia di corsa fatta anche di resistenza, di ristori e di un’intera lunga notte da affrontare.
QUASI SCONOSCIUTO – Il Kilian che conosciamo oggi, con tutti i prestigiosi risultati ottenuti negli ultimi anni, non è lo stesso che si presentò alle 18:30 di quel 29 agosto del 2008 sulla linea di partenza a Chamonix. Non lo è perché quasi nessuno dei possibili protagonisti della corsa lo considera come tale; anzi, molti di loro non lo conoscono neanche. Gli occhi di tutti sono puntati su ben altri atleti, conosciuti da anni nel mondo delle ultra distanze e in particolare all’UTMB. Uno su tutti è l’italiano Marco Olmo che, a un’età prossima ai sessant’anni, ha vinto le due edizioni precedenti e nel 2005 si è classificato terzo. Olmo esprime al meglio la filosofia insita nelle ultra distanze, fatta di esperienza e regolarità. Nel 2007 aveva vinto sul tedesco Jean Lukas di 41 anni e sul francese Nicholas Mermoud, sempre di 41 anni. Questo risultato aveva rafforzato la convinzione che l’ultra distanza fosse una disciplina riservata ad atleti maturi, sia anagraficamente, sia come esperienza sul campo.
DAWA SU TUTTI – Il gruppo di senatori della corsa non finisce con questi tre atleti. L’UTMB ogni anno attira i migliori interpreti della disciplina. C’è anche il nepalese Dawa Sherpa, autentico idolo del pubblico. Ha già vinto la prima edizione della corsa, quella del 2003, nel 2004 è arrivato secondo e nel 2007 quinto. Ci sono poi lo svizzero Christophe Jaquerod, vincitore nel 2005 e sesto nel 2007, e il francese Vincent Delebarre, vincitore nel 2004, secondo nel 2005 e terzo nel 2006. In sostanza, ci sono tutti gli atleti che hanno vinto almeno una delle cinque edizioni precedenti. Compaiono anche dei campioni provenienti dal continente americano dove le corse di 100 miglia sono nate molti anni prima che in Europa. Riprova l’impresa Scott Jurek dopo il ritiro del 2007 a Dolonne, circa a metà gara. Jurek è il vincitore di sei edizioni consecutive della leggendaria Western States in America e ne è anche il detentore del record. Ci riprova anche Dean Karnazes, forte atleta ma ancor prima vero e proprio personaggio nel mondo delle ultra distanze. Alla sua terza partecipazione, nel 2007 è giunto quarantasettesimo.
NASCOSTO TRA LA FOLLA – Kilian prende quindi il via da Chamonix quasi nascosto in mezzo agli altri 2.382 concorrenti. Difficile trovare una foto che lo ritragga, nonostante i moltissimi fotografi presenti. E’ vestito proprio come se dovesse partecipare a una SkyRace. Di nero, con canotta smanicata e pantaloncino corto. Mostra in evidenza gli sponsor del suo team, Salomon e Santiveri. Ha un micro marsupio sotto la maglia con il materiale obbligatorio richiesto dall’organizzazione. A prima vista il suo abbigliamento stride con quello più corposo dei pretendenti alla vittoria e fa presagire che per lui si tratti solo di un primo tentativo per familiarizzare con la distanza.
I PRIMI KM – Alle 21:17, dopo 30 km di gara, Dawa transita per primo a Les Contamines in compagnia del solo Kilian. Dietro di loro, a pochi minuti di distanza, giungono l’americano Scott Jurek, il francese Juilien Chorier, e poi ancora Marco Olmo, Vincent Delebarre, Christophe Jacquerod e il giapponese Tsuyoshi Kaburaki. La notizia del primo intermedio non desta però particolare stupore: le doti di Kilian su una distanza fino a 30 o 40 km sono ben conosciute. Viceversa, non fa altro che confermare la perplessità su una sua accurata gestione di corsa.
L’AZZARDO – Verso le 22:00, tra Les Contamines e La Balme, dopo 40 km, capita però qualcosa d’imprevedibile. Giunto alla distanza massima raggiunta in gara nel corso dell’anno, e con molta probabilità nel corso di tutta la sua giovane carriera sportiva, Kilian non solo non da alcun segno di stanchezza ma sembra addirittura non gradire particolarmente la presenza di Dawa. Decide quindi di affrontare le insidie della notte da solo, aumentando il ritmo. A La Balme transita con un vantaggio di 4 minuti. Davanti a lui ci sono due salite impegnative che portano rispettivamente alla Croix du Bonhomme, a 2.443 metri di quota, e al Col de la Seigne, a 2.516 metri. Supera la prima alle 23:13 e la seconda all’1:09. In molti lo considerano un azzardo, una leggerezza dettata dall’inesperienza del ragazzo. Altri pensano che senza un abbigliamento adeguato avrebbe pagato nel prosieguo della corsa a caro prezzo.
Lui invece continua sostenuto dal calore del suo staff, “Belen, che mi ha baciato, e Chapieux mi hanno dato la forza di continuare”.
INCREDULITA’ – Dal Col de la Seigne una discesa priva di difficoltà porta al ristoro posizionato nel pianoro del Lac Combal, a 1.800 metri di quota. Kilian vi transita nel cuore della notte, all’1:37 accompagnato da un vento gelido. I volontari sono quasi increduli nel vedere un ragazzo così giovane transitare per primo. Il loro stupore è destinato ad aumentare non appena realizzano che ha un vantaggio di 22 minuti su Dawa. Quando il nepalese giunge al ristoro, Kilian sta già risalendo il tratto finale che porta in cima all’Arete du Mont Favre, 4 km più avanti. Nel frattempo, circa 15 km prima, al ristoro di Les Chapieux si ritira lo svizzero Cristhope Jaquerod transitato in 48° posizione.
A META’ DELL’IMPRESA – Il centro di ristoro di Dolonne, nei pressi di Courmayeur, è considerato come la metà della corsa nonostante vi manchino ancora una decina di km. Kilian vi giunge alle 3:16 di notte, dopo 9h10’ di gara, e ha un vantaggio di 18 minuti sempre su Dawa. Segue ad altri 2’ di distanza l’americano Scott Jurek, mentre il ritardo di Marco Olmo è ormai di 53’; ma tutti i suoi tifosi attendono da un lato il crollo dello spagnolo, e dall’altro uno dei suoi consueti recuperi. Si fa sotto anche il francese Julien Chorier, vincitore l’anno precedente della CCC, che transita alle ore 3:42 con un ritardo di 26 minuti dal leader. Kilian riparte da solo nell’oscurità della notte e attraversa l’abitato di Courmayeur che a quell’ora ha qualcosa di spettrale. Davanti a lui c’è la salita impegnativa che porta al rifugio Bertone. Con i suoi 790 metri di dislivello, a metà gara costituisce senz’ombra di dubbio un ulteriore banco di prova per valutare la reale condizione degli atleti. Kilian giunge al rifugio in 1h04′ , Dawa e Julien in 1h02′, Marco in 1h06′ e Scott in 1h10′.
I primi sono quindi ancora tutti lì, pronti al recupero lungo gli 80 km che mancano all’arrivo di Chamonix. E per lo stesso Kilian la strada è ancora molto lunga….