A Chamonix, ennesimo show dei due campioni
Potremmo analizzare la questione sotto diversi punti di vista, contemplando anche le variabili riferibili allo specifico stato di forma o di preparazione del momento. Comunque la si voglia vedere, un dato su tutti è però inconfutabile; quando in gara ci sono Kilian Jornet e Marco De Gasperi, la gara è solo tra Kilian Jornet e Marco De Gasperi. Tutto il resto viene offuscato e non solo in riferimento ad un aspetto di tipo mediatico ma principalmente atletico. E’ un dato di fatto che Kilian negli ultimi anni abbia avuto tanti compagni d’avventura, praticamente in ogni gara, ma è verosimile che abbia avuto un solo ed unico avversario, ovvero, proprio Marco De Gasperi.
LA VIGILIA – Dopo le tre perle del 2011, Giir di Mont, Sierre-Zinal e Kinabalu, abbiamo dovuto attendere un intero anno per poterli ammirare nuovamente in una sfida di quelle vere. A maggio era arrivato l’antipasto di Zegama ma, proprio perché interrotto, aveva rinvigorito la nostra fame di emozioni. Qualcuno faceva notare come Marco fosse reduce da un recupero e che si trattasse di una sua prima apparizione nella distanza della maratona. Tutto vero, ma con il senno di poi, facile, quello che si è visto domenica è la dimostrazione più l’ampante che ad alto livello è la testa che fa la differenza, non il fisico o lo stato di forma. Questi ultimi due fattori sono necessari ma non sufficenti per correre come è stato fatto domenica mattina sulla balconata sud di Chamonix.
IL POSETTES – Prima di descrivere le fasi finali che hanno deciso la gara, è doveroso fare un passo indietro e ritornare sulla salita al Posettes, la prima vera salita della gara. A Vallorcine, dopo 18 km di gara, il gruppo di testa passa compatto con una decina di concorrenti a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro. Sul primo tratto di salita, molto ripido su prato, inizia la bagarre con Marco De Gasperi che ci prova. Arriva in cima con poco meno di 30 secondi su Kilian. Per loro è un assaggio di quello che sarà il finale di gara, per tutti gli altri un colpo durissimo alle gambe, di quelli che può passare solo a gara terminata. Luis Hernando accusa 2’30’’ Nicola Golinelli 2’41’’. In discesa i due si ricompattano e scivolano via veloci e spensierati fino a Tré Le Champ dove sanno che inizierà la loro Mont-Blanc Marathon. Da li in poi, poca tattica e tanto cuore e coraggio.
INIZIA LA LORO GARA – Gli ultimi 10 km della corsa iniziano con un traverso, prevalentemente in salita, lungo 5,8 km con 502 m D+ che porta al ristoro di La Flegéere. Qualche piccola discesina, anche tecnica, giusto per interrompere il ritmo ma in sostanza si tratta della seconda salita della gara. Spingono ma non a un ritmo impossibile. Nel parziale, sono 50’’ più lenti di Nicola Golinelli, protagonista di un finale di gara in rimonta. Una breve ma ripida rampa porta al ristoro di La Flègere. Marco e Kilian ci arrivano insieme dopo 3h07’50’’ di gara. Quando lo speaker annuncia che i due hanno lasciato l’ultimo ristoro, l’emozione in zona d’arrivo sale alle stelle. Tornassi indietro, però, rinuncerei alle emozioni dell’arrivo per vedere come sono ripartiti da quel ristoro. Lo farei perché da li all’arrivo hanno fatto entrambi qualcosa di incredibile e di impossibile per qualunque altro.
CINQUE KM DA ANTOLOGIA – Da La Flégere all’arrivo di Planpraz, il percorso è principalmente un traverso molto scorrevole. C’è un piccolo tratto in discesa con scalini ma passa via velocemente. C’è poi una discesa che porta sulla pista da sci. Da lì, alzando gli occhi, si vede l’arrivo in alto, molto in alto dopo 41 km di gara. Kilian ha percorso questi ultimi 5,2 km e 414 m D+ in 22’50’’, Marco in 23’53’’. Il giorno prima, un certo Jonathan Wyatt, giunto a La Flégere in terza posizione, con venti km in meno sulle gambe, dava tutto quello che aveva per andarsi a prendere la vittoria finale nel Cross di 23 km e chiudeva il tratto in 22’43’’, solo 7’’ in meno di Kilian. Non so a che punto Kilian abbia staccato Marco perchè le nuvole sul momento non hanno consentito di vedere i due sull’ultima discesa che precede la salita finale. Sul primo tornante visibile dall’arrivo, Kilian correva e Marco camminava ma anche questo è un dettaglio che non può spiegare le differenze del momento. All’arrivo, per il pubblico, due vincitori perché il distacco di un minuto è insignificante rispetto a quello che hanno saputo offrire in termini di spettacolo. In quei 5,2 km finali, l’unico che riesce a portare a casa la pelle è Luis Alberto Hernando che prende 1’22’’. Per gli altri, distacchi parziali compresi tra 1 e 2 minuti al km; Nicola golinelli 6’43’’, Didier Zago 7’48’’, Alex Nichols 7’55’’ e Erik Hugsnes 10’30’’.
Un’altra pagina di questo sport da custodire gelosamente e da ritirare fuori durante qualche cena invernale con gli amici.