Dopo la gara di Madonna di Campiglio
Robert Antonioli si conferma re delle sprint e per il secondo anno consecutivo si laurea campione italiano della specialità, trionfando sulle nevi del Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio. Al termine il portacolori dell’Esercito è comprensibilmente soddisfatto. «L’anno scorso avevo avuto meno difficoltà a vincere – spiega Antonioli – Quest’anno, invece, il lotto dei partenti era molto più numeroso e qualificato e questo ha comportato una difficoltà in più. Anche la soddisfazione, però, è doppia e questa vittoria mi dà morale per il prosieguo della stagione. È stata una gara veramente bella, su un percorso tosto e, per certi versi, fuori dal comune. Potrebbe tranquillamente ospitare una prova di Coppa del Mondo».
Dove si è decisa la gara? «Nelle sprint è importante cercare di stare davanti, ma bisogna usare la testa – replica Antonioli -. Se parti troppo forte, poi rischi di pagare dazio nel tratto a piedi. Per questo ho cercato di andare in progressione: mi sono gestito nel primo tratto e poi ho operato il forcing. All’ultimo cambio avevo un buon vantaggio, che mi ha permesso di amministrare nella parte conclusiva in discesa».
È soddisfatto anche il primo dei battuti, Michele Boscacci, che per il secondo anno consecutivo s’infila al collo la medaglia d’argento. «Per me è un secondo posto che vale molto – racconta Boscacci -. Ho dato tutto quello che avevo. Nella prima parte mi sentivo bene, ma quando Antonioli ha accelerato nel tratto a piedi non sono riuscito a rispondere. Sapevo che lui riesce a esaltarsi su percorsi come questo. Ad ogni modo, non è stata una gara solo tra me e lui, perché pure Maguet e Nicolini sono andati molto forte. Eravamo tutti vicini e quindi il secondo posto è ottimo. Il tracciato mi è piaciuto molto, duro e impegnativo, non ultima la discesa, difficile da interpretare per atleti che non sono abituati a questo tipo di pendii, io in primis».
GARA ROSA – Alla flower ceremony c’è anche una Elena Nicolini particolarmente raggiante, vittoriosa nella sprint senior femminile. «Sinceramente non pensavo di riuscire a vincere – commenta la trentina – anche perché c’era un lungo tratto da affrontare a piedi che pensavo rappresentasse per me uno scoglio notevole. Ho preso consapevolezza dopo le qualifiche, dove ho fatto registrare il miglior tempo nonostante una caduta. Sono stata brava a gestirmi e a stringere i denti: sapevo che, qualora fossi arrivata all’ultimo cambio al comando, in discesa avrei potuto conservare il vantaggio, visto che è un terreno su cui mi trovo particolarmente bene. La condizione è ottima e voglio dedicare questa vittoria al mio fidanzato Davide: lui sa perché e si sta dimostrando forte, molto più forte di tutti noi che abbiamo gareggiato. Lo aspettiamo presto».
Alba De Silvestro, alle prime esperienze con le senior, non può che essere contenta del suo secondo posto. «Sono molto soddisfatta – spiega -. Era una delle mie prime gare in questa categoria e quindi non potevo chiedere di più. Questo argento rappresenta un bello stimolo in vista delle prossime. Sono doppiamente contenta, perché le sprint non sono il mio forte: questa era un po’ più lunga delle altre e quindi più adatta a me. Ho sfruttato al meglio il tratto a piedi, particolarmente duro, e ne è uscito un ottimo risultato».
JUNIOR – Tra gli junior, invece, lo spunto vincente è stato quello del valtellinese Nicolò Canclini, che si è preso la rivincita sul trentino Magnini, vittorioso un anno fa proprio davanti a lui. «Avevo provato molto bene l’ultimo cambio e sapevo che sarebbe stato importante – spiega il vincitore della sprint junior maschile -. La gara la ho vinta lì, perché nel tratto a piedi Magnini era riuscito a staccarmi. In discesa ho cercato di mollare il più possibile e questa volta è andata bene a me. È stata una splendida gara, un successo che per me ha un significato particolare». «Ho avuto un’esitazione nell’ultimo cambio di assetto e ho pagato dazio – conferma Davide Magnini -. In qualifica avevo fatto registrare il miglior tempo, ma in finale tutto cambia. Quando corri da solo sei più tranquillo, mentre nel confronto diretto ogni dettaglio può fare la differenza. Questa volta, per me, l’ha fatta in negativo, ma sono comunque contento delle sensazioni che ho provato e anche del risultato. Un pizzico di rammarico c’è, ma vedrò di rifarmi nelle prossime gare». La medaglia d’oro della sprint junior donne è finita al collo di Giulia Compagnoni, sorpresa dal risultato di giornata. «Sono ancora alle prese con un infortunio che mi ha tormentato negli ultimi due mesi – spiega la vincitrice – e sinceramente non pensavo nemmeno di poter gareggiare quest’anno. Proprio per questo, sono rimasta sorpresa dalla mia prova. Ho cercato di spingere forte fin da subito e sono riuscita a tenere. Questo oro vale doppio».
CADETTI – Tra i cadetti, infine, il titolo è andato a Valentina Giorgi e Daniele Corazza. «La gara è stata veramente tosta – spiega la neocampionessa italiana cadette -. Ho cercato di avvantaggiarmi fin da subito e nel tratto a piedi la fatica si è fatta sentire. Fortunatamente avevo preso un buon margine, che mi ha permesso di affrontare l’ultimo cambio con la necessaria tranquillità e di controllare la situazione in discesa. Sono veramente contenta».
Non può che essere contento anche il vincitore al maschile Daniele Corazza. «È stato veramente un bel testa a testa quello con Guichardaz e nella discesa finale ci siamo anche toccati. Non c’è stata ovviamente volontarietà e penso che entrambi abbiamo fatto una bella gara. È il mio primo titolo tricolore e non posso che essere soddisfatto. Una bella gara in una splendida location e con un ottimo risultato finale».