L'alta classifica si cristallizza. Roux e Miro' fanno il vuoto.

E’ vero che la Pierra Menta è una gara aperta fino all’ultimo, ma è vero anche che il secondo giorno è effettivamente stato quello della verità. Almeno per la testa della classifica, dove viaggiano team che molto difficilmente saltano facendo il botto e capovolgendo il ranking per una crisi.  

Non che avessero bisogno di certe conferme, ma le squadre successive al team Bon Mardion – Jacquemoud hanno capito subito che anche oggi la lotta sarebbe stata per i gradini dal secondo in poi. 
Dar battaglia per tenere quei due almeno per un po’, si rischia di pagarla cara in seguito. Come giustamente ha sintetizzato Matteo Eydallin «sarebbe come se l’Italia dichiarasse guerra agli USA».
Come sia finita l’ultima volta, si sa.  

LA GARA UOMINI DEL SECONDO GIORNO –
Così  il gruppo ha viaggiato compatto fino alla salita più lunga, al Couvercle (‘cima Coppi’ di giornata), lasciando sfogare la furia dei due francesi. Di BonMardion specialmente, che anche oggi ha confermato un plus di resistenza e potenza anche rispetto al suo standard. Significativo il chilometro di corsa in salita su asfalto, sul quale i suoi 80 kg x 180 cm stavano sempre dieci metri davanti a tutti. E alla fine della tappa condotta sempre in fuga il vantaggio del team francese in classifica generale è raddoppiato, superando i 7′.

Nella Pierra Menta degli altri, Eydallin e Lenzi hanno aumentato i giri nella seconda parte, superando Holzknecht-Reichegger e poi staccandoli di circa 1′ 30"  nelle ultime fasi di gara. Holzknecht è molto brillante in questi giorni e sembra avere superato il recente periodo opaco. O forse è quel meccanismo per il quale le piccole differenze all’interno del team si amplificano in proporzione geometrica per ciascuno dei due, perchè alla fine il cronometro dice che anche Reichegger sta andando bene.
I francesi Gachet-Perrier hanno fatto una bella gara e agguantato il quarto posto proprio nelle ultime fasi, ma sono rimasti a 4′ dal podio di oggi. Così gli elvetici Ecoeur-Anthamatten conservano ancora il quarto posto in classifica generale pur avendo occupato la quinta piazza oggi. 

Bellissima tappa per Trento-Beccari. Il loro sesto posto odierno, ottenuto in progressione sulla distanza, non li fa avanzare in classifica generale ma li mantiene nella zona alta con la relativa ottava piazza. Dopo di loro c’è un buco nero profondo oltre 15′.
Un altro italiano molto tonico in questi giorni è Michele Boscacci, che nel famoso km su asfalto tallonava Bon Mardion, e anche ieri saliva forte. Oggi con Robert Antonioli un po’ stanco hanno limitato bene i danni rispetto a Gachet-Perrier, ma soprattutto hanno messo nel mirino Galizzi-Lanfranchi. Quest’ultimo ha pagato la sua ‘crisi del secondo giorno di Pierra’ e i postumi di una botta subita ieri in discesa.  

IL GRUPPO –
Oggi arrivavano al traguardo facce soddisfatte ma molto meno euforiche di ieri. La neve variabile in discesa ha moltiplicato l’impegno di una tappa davvero molto lunga, se si considera che è stata vinta in 3h 00′ 03" …da due marziani.   

LA SOLITARIA GARA DELLE DONNE –
In magnifico isolamento dalle concorrenti più dirette prosegue regolare con 30′ totali di margine la marcia di Laetitia Roux e Mireia Mirò. Anche e soprattutto per loro, come per Bonma-Jacquemoud, vale il principio che se partono, vincono. Di questo passo i distacchi si misureranno con il calendario.
Quasi 20′ alle loro spalle le elvetiche GexFabry-Maude hanno battuto oggi di due minuti Nicolini-Mollaret, che però conservano il secondo posto in classifica generale con quasi 1′ di margine.  

MARTINELLI-PEDRANZINI OUT
– Bernier-Smiley hanno rafforzato il loro quarto posto, anche perché è già finita l’avventura di Roberta Pedranzini: dopo la tappa di ieri, le conseguenze per la schiena ancora convalescente le hanno sconsigliato di ripartire per una nuova serie di discese traumatiche. Decisione presa subito dopo la gara, per evitare danni peggiori.
Con Pedranzini-Martinelli out, passano in quinta posizione le altre valtellinesi Rossi-Besseghini, comunque in crescita dopo una prima tappa condizionata da un forte raffreddamento di Raffaella.