L'opinione del giornalista Pietro Crivellaro
Così il diciannovesimo Trofeo Mezzalama è stato rinviato. Per ora non si sa a quale nuova data. Le trecento cordate iscritte questa mattina non sono partite come stabilito, scattando dal fondo delle piste di Cervinia per raggiungere Gressoney attraversando i ghiacciai del Monte Rosa, passando dai quattromila della vetta del Castore e del Naso dei Lyskamm. E non prenderanno il via neppure alle prime luci di domani, domenica 28, data di riserva prevista sulla carta.
ATTESA – Già a mezzogiorno di mercoledì 24 Adriano Favre ha annunciato sul sito del Mezzalama il rinvio della gara dopo aver avuto la conferma di condizioni meteo pessime per il fine settimana. Mentre l’Ansa di Aosta ha prontamente diffuso la notizia ai media, il tam tam della rete l’ha rilanciata agli atleti e al mondo della montagna. Luca Mercalli, il meteorologo torinese reso popolare dalla trasmissione Che tempo che fa di Rai 3 che dalla rinascita del Mezzalama del 1997 fa parte dello staff di Favre, ha escluso per il prossimo weekend una finestra di schiarite sulle cime del Rosa sufficiente a far disputare la gara in condizioni meteo accettabili. Al momento non si sa esattamente quando la gara potrà partire. Sembra da scartare anche il primo maggio, festività che ridurrebbe i disagi per la maggioranza degli iscritti che lavorano e favorirebbe la presenza del pubblico.
PROBLEMI PER I RUSSI – Ci sono 900 atleti (ogni cordata è composta da tre scialpinisti) che aspettano di conoscere la nuova data per riorganizzarsi. Oltre un terzo sono stranieri, da 22 nazioni. Per ora si registrano difficoltà logistiche solo per gli scialpinisti russi con il visto in scadenza e quelli canadesi, già arrivati a Cervinia in anticipo per allenarsi sul percorso, ora costretti a prolungare il soggiorno. Per fortuna la maggior parte delle squadre italiane ed europee non si sono ancora mosse da casa: avrebbero fatto un viaggio a vuoto, com’è accaduto nell’edizione 2009 quando la doccia fredda di un rinvio ineluttabile è piombata in diretta sulla massa di mille e più atleti schierati alla partenza sotto una fitta nevicata. Era la prima volta del Mezzalama moderno, risorto nel 1997 a cadenza biennale: una gara così ogni anno sarebbe troppo gravosa per i costi e l’impegno organizzativo. Allora l’edizione 2009 venne felicemente recuperata due settimane dopo ma con ulteriori costi e con una flessione del 20% di partecipanti. Andò meglio nel 2011, allo scorso Mezzalama, perché, in condizioni analoghe ma più chiare e favorevoli di quelle attuali, si riuscì ad annunciare per tempo lo slittamento della gara dal sabato alla domenica. Un rinvio pressoché impercettibile, assorbito senza traumi da tutti.
TUTTO PRONTO – Ora invece atleti e organizzatori sono sulle spine perché il computer della Società Meteorologica Italiana diretta da Mercalli non riesce a indicare un giorno di bel tempo stabile nell’arco della prossima settimana. Il percorso in quota è stato già completamente tracciato dalle guide di Favre che hanno piantato duemila paline, installato otto bivacchi elitrasportati nei punti di controllo e attrezzato con ancoraggi e corde fisse i tratti più ripidi, la parete ovest del Castore e il Naso dei Lyskamm. Eppure, a dispetto dei progressi delle tecnologie, l’incertezza meteo costringe tutta la macchina del Mezzalama ad attendere.
UNA GARA UNICA – Questa è solo l’ennesima conferma che il terreno di gioco della storica ‘maratona bianca’ da Cervinia a Gressoney è diverso da quello di ogni altra corsa. Il tracciato sui ghiacciai valdostani del Monte Rosa è più difficile e insidioso di ogni altra gara di scialpinismo perché si sviluppa in alta quota, a un’altezza limite, dove è indispensabile essere alpinisti e sciatori esperti, ma anche avere condizioni meteo accettabili. Da quando è nato nel 1933, ogni edizione del trofeo dedicato al pioniere dello sci Ottorino Mezzalama è sempre stata un’avventura piena di incognite perché si tratta della gara più alta e unica al mondo. La sua epopea, tramandata dalla generazione dei nostri bisnonni fino ai giovani atleti di oggi, è caratterizzata dal fatto che in 80 anni di vita il trofeo di scialpinismo si è disputata finora solo diciotto volte. Nella sua storia prevalgono di gran lunga i vuoti, le lunghe assenze e i rinvii ricorrenti. Dopo le sei edizioni pionieristiche del periodo 1933-1938, l’epica maratona dei quattromila è risorta nel 1971, ma a causa di rinvii a ripetizione e recuperi in extremis, anche a settembre, si è disputata solo quattro volte. L’ultima volta nel 1978. Ci furono ancora reiterati e generosi tentativi degli organizzatori nel 1983 quando il Mezzalama venne annunciato e rinviato più volte e infine annullato per il ricorrente maltempo.
IL RINVIO FA PARTE DELLA CULTURA ALPINISTICA – «Del resto – rammenta la guida alpina Adriano Favre – il rinvio fa parte della cultura del buon alpinista. Troppi incidenti accadono perché non si rinuncia a partire in date fissate in precedenza, spesso perché si è già prenotato nei rifugi e magari pagato. Mentre è ben noto che l’alta montagna va affrontata solo in condizioni favorevoli. Può accadere di essere colti dal maltempo imprevisto e in quel caso bisogna essere attrezzati e in grado di cavarsela, rientrando senza danni. Ma partire sapendo di andare incontro al maltempo è insensato». Sulle spalle di Favre pesa la responsabilità di garantire la sicurezza di un migliaio di persone, tra atleti e personale di controllo dislocato sul percorso. E l’ulteriore responsabilità che in diciotto edizioni, nonostante condizioni talvolta al limite per nuvolosità, freddo e vento, tra i mezzalamisti non si è mai lamentato alcun serio incidente. Nello staff di Favre si ricorda il caso di atleti incerottati all’orecchio sinistro all’arrivo di Gressoney all’edizione 2003 per principi di congelamento dovuti al forte vento da nord sulla cresta del Castore. O il grande freddo patito in quota all’ultima edizione, e per questo il regolamento ha imposto un giro di vite sul vestiario obbligatorio. In sostanza, il rinvio in attesa della finestra di ben tempo fa esattamente parte del fascino del Mezzalama, storica gara unica al mondo, eccellenza sportiva del made in Italy.
Pietro Crivellaro