Le squalifiche e le parole di Kilian segnano un punto di non ritorno
C’è un’immagine che meglio di tutte descrive lo stato d’animo del mondo dello scialpinismo agonistico dopo la giornata surreale vissuta ieri a Cambre d’Aze, in occasione della individual di Coppa del Mondo. È la fotografia della premiazione maschile nella quale Michele Boscacci, Robert Antonioli e William Bon Mardion si guardano perplessi, increduli, forse sgomenti. Come surreale è il video di poco più di un minuto pubblicato all’ora di cena sul canale Youtube della federazione internazionale con musica, immagini di gara e del podio femminile che nulla dice di quello che realmente è successo o la comunicazione ufficiale della ISMF giunta in redazione alle 20.09, mentre alla stessa ora il live streaming permetteva a chiunque lo avesse voluto di seguire in diretta le imprese di Goetsch & co alla Vertical Up sulla pista Tulot di Pinzolo. Quella che probabilmente è stata la giornata più nera dello skialp agonistico è stata preceduta da foschi presagi. Pochi giorni prima della gara ci aveva pensato Mathéo Jacquemoud a sparare a zero sulla mancanza di comunicazione e la conseguente perdita di appeal di quello che dovrebbe essere il massimo circuito del nostro amato sport. Poi le voci, incontrollate e incontrollabili come possono essere le indiscrezioni, di un probabile forfait di Kilian dopo la tappa pirenaica, dell’abbandono di Jacquemoud e Viret, degli svizzeri che non sarebbero andati in Turchia. Solo voci, che però rendevano l’atmosfera cupa.
LE PAROLE DI KILIAN – Nessuno però si sarebbe aspettato un finale così tragico. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi: i fatti di ieri, comunque li si voglia leggere, rischiano di essere una zavorra molto pesante per il circuito di Coppa del Mondo e le ambizioni olimpiche della ISMF. Le parole scritte da Kilian Jornet in un post su Facebook sono pesantissime e richiedono una presa di posizione della federazione, nell’interesse di tutto il movimento. A parte le incertezze sugli orari della flower ceremony alla quale Kilian dice di non avere partecipato perché era prevista a un’altra ora, Jornet porta alla luce problemi sui quali la federazione deve dare una risposta chiara: «accettiamo la squalifica – scrive Kilian – ma quando le cose non funzionano da tempo, è necessario che vengano rese pubbliche». Il primo problema è quello della comunicazione: «la federazione vende i diritti d’immagine a una compagnia di comunicazione, ma nessuna tv o media vuole pagare care immagini dello skialp, per questo quei pochi minuti che avevamo prima, sono di meno».
LE REGOLE E I GIUDICI – Poi viene quello delle regole, in uno sport con organizzatori spesso volontari «condizioni impegnative in montagna… con errori che possono arrivare dagli atleti e altre volte da problemi di tracciatura, dell’organizzazione o dei giudici… e alcuni giudici hanno la flessibilità di capire se ci sono stati errori da parte degli atleti o altri fattori». Kilian lancia un’accusa pesante: «Uno di loro (dei giudici, ndr), lavora ed è pagato dalla federazione francese ed è giudice internazionale allo stesso tempo, con alcune decisioni di parte». «Alcuni giudici – continua Kilian – sono così intransigenti sulle regole che a volte le decisioni appaiono irreali, come in questo caso, ma non dicono nulla di altre situazioni fuori dalle regole che dipendono dalle loro decisioni. Le norme parlano di un punto di rifornimento, il giudice non era a conoscenza della regola e la questione è stata posta dall’allenatore svizzero al briefing, alla fine è stato chiarito che i punti di rifornimento erano due, contrariamente a quanto previsto dalle norme. La postazione di cambio dove Lenzi è stato penalizzato non aveva una via d’uscita … la partenza delle qualifiche della sprint è alle 8, quando le norme prevedono che debba avvenire dopo le 9».
MURO CONTRO MURO DELETERIO – Non sono da meno le dichiarazioni di Kilia secondo le quali ci sarebbe stata un’ammissione dell’errore da parte dei giudici dopo avere visto un video presentato dagli italiani e la richiesta di ‘non fare troppo rumore’ sulla questione (non è però chiaro se sull’errore o sulla squalifica dei tre atleti). Kilian è l’atleta simbolo di questo sport (la sua pagina Facebook conta più di 600.000 follower contro i circa 10.000 di ISMF World Cup Ski Mountaineering), le sue accuse sono molto precise e una, ormai probabile, uscita dalla Coppa del Mondo sarebbe un colpo da ko. Ignorarle peggiorerebbe solo una situazione che è già complicata.