Ma era lui?

Un amico qualche giorno fa mi ha telefonato chiedendo se conoscessi un certo Lanfranchi, "mi ha riferito di essere uno scialpinista." Se hai incontrato il Lanfranchi che dico io, gli ho risposto, hai conosciuto uno dei più forti scialpinisti in circolazione, ma spiegami un po’. "Stavo salendo con la mia bici la salita del Cornizzolo, una classica in zona Lecco. Ad un certo punto ho sentito un treno arrivarmi da dietro, il tempo di voltarmi e mi aveva già superato. Ne ho vista di gente salire forte su per quella salita, con tratti anche al 18%, ma uno con quei ritmi mai. Ero convinto fosse un ciclista professionista, invece mi ha detto che fa scialpinismo!"
Cerchiamo di capire se era davvero il "nostro" Lanfra.

Ciao Pietro cosa ci facevi l’altra sera in bicicletta sul Cornizzolo? "sto lavorando in quella zona e la sera quando finisco vado ad allenarmi."
Voci ti danno in gran spolvero, è vero? "ma va, cosa dici? sto lavorando tantissimo e tempo per allenarmi ne ho poco. Con l’arrivo dell’autunno spero davvero di riuscire ad allenarmi seriamente altrimenti quest’inverno son dolori"
Ma che lavoro fai? "lavoro per una ditta che produce macchinari per il tessile, sono un tecnico addetto alla parte elettrica, per cui molto spesso vado anche in trasferta"
Lavoro ed allenamento, come riesci a farli conciliare? "tanto sacrificio, che però non basta più. I tempi sono cambiati, ora anche lo scialpinismo sta andando verso il professionismo. Io farò ancora questa stagione, poi non penso di poter reggere il confronto ed essere ancora competitivo. Io vedo Antonioli e Boscacci che stanno facendo i salti mortali per poter essere dei semi professionisti. Finchè sei giovane puoi anche provarci, soprattutto se hai una famiglia che ti assiste. Ma se invece devi mantenerla una famiglia, allora è pura utopia."
Ti sento un po’ sfiduciato "io sono arrivato quest’estate senza ferie, le ho consumate tutte per fare le gare durante l’inverno. Per una trasferta di coppa necessiti ogni volta di almeno tre giorni, per i Mondiali e gli Europei almeno di una settimana. Ho solo lavorato quest’estate, ma ho anche una famiglia, non si può sempre e solo chiedere, ci vuole equilibrio in tutto."
Cosa si potrebbe fare allora? "per il futuro di questa disciplina sarebbe opportuno intanto che la Fisi stanziasse per gli atleti della nazionale un monte ore di permessi a disposizione per sostenere le trasferte. Poi è chiaro che ci vuole sempre la disponibilità del datore di lavoro con il quale programmare le assenze anche in base alle esigenze aziendali, ma così è dura andare avanti."
Lanfra, ma chi te lo fa fare? "sento una grande responsabilità nei confronti di questi ragazzi, che sulla nostra scia stanno venendo su forte. Ti sembrerà strano, ma in molti ci indicano come esempi, se ce l’ha fatta il Lanfranchi, dicono, possiamo farcela anche noi. Tanti ragazzi anche qui nella Bergamasca mi vedono come un esempio. Per me è uno stimolo grandissimo, motivo per andare avanti e non mollare mai."
Non è retorica, ma chi ha avuto la fortuna di conoscere Pietro Lanfranchi sa che è fatto così. Un campione nello sport, ma soprattutto nella vita. Un esempio per tutti, poche parole e tanti fatti. Di persone come lui non ce ne sono mai abbastanza, mai nessuna polemica, disponibile e leale, una parola per tutti. Ragazzo che sa far gruppo, che si fa amare dai suoi compagni e dalla sua gente e che sa farsi rispettare. Un leader, uno a cui bisogna solo dire grazie.