«Più il terreno diventa tecnico, più essere veloci e leggeri diventa una specialità riservata a un’élite alpinistica. Ti basti pensare alle salite in velocità sul Nose. Fantascienza! Ovvio che su terreno via via più tecnico parte del tempo deve essere impiegato per proteggersi, per assicurarsi, per fare sosta. Anche nell’alpinismo però c’è voglia di confrontarsi con il tempo, ma personalmente non penso che vada cercata la velocità per confrontarsi con un tempo, ma perché invece è in grado di offrirti la possibilità di godere di un maggior numero di prospettive stando in montagna. Spesso si vuole correre senza saper camminare: per muoverti veloce in montagna ritengo che sia fondamentale avere un curriculum alpinistico classico. Ci devi passare, devi essere un alpinista. Succede lo stesso nelle grandi gare di scialpinismo: per vincerle, per andare forte, non bastano i metri di dislivello che puoi macinare a bordo pista. Devi essere uno scialpinista».
Parole e musica di François Cazzanelli, che lo scorso inverno, per non annoiarsi, ha chiuso un progetto già provato due volte. Propio dietro casa sua, in Valtournenche. Perché non sempre bisogna andare lontani per trovare sfida e avventura. «È una cresta enorme, comprende in totale 20 vette: la più alta è quella del Cervino con i suoi 4.478 metri. Per le sue dimensioni, per le altezze e per i passaggi vertiginosi, la cresta è sicuramente una delle più spettacolari delle Alpi: misura circa 51 chilometri ininterrotti con 4.800 metri di dislivello positivo». François parla del primo concatenamento invernale delle Catene Furggen, Cervino, Grandes Murailles e Petites Murailles, portato a termine con Francesco Ratti. Il nostro Andrea Bormida l’ha intervistato su Skialper 130 di giugno-luglio. Però non hanno parlato solo del concatenamento, ma anche di Kilian, di materiali, si alpinismo classico, di Carrel, di Loretan…
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