Intervista esclusiva all'atleta valdostana che ha vinto il Trail du Gypaete
«Trail du Gypaete, congrats to Francesca Canepa for super run». Firmato Lizzy Hawker. Non capita tutti i giorni di ricevere i complimenti, via Twitter, da sua maestà Lizzy. E Francesca non lo sa neppure. «No, non ho visto il tweet, mi fa piacere, certo, non mi va di dire che ho battuto Lizzy Hawker, ho troppo rispetto, io ho fatto la mia gara al meglio e ho vinto, ma l’obiettivo non era batterla ma misurare la mia condizione». La gara è il Trail du Gypaete, corso nel passato fine settimana in Alta Savoia e Francesca Canepa, atleta del Team Vibram e del Courmayeur ASD Trailers nei 71 km del percorso è arrivata prima. Ma come è andata? «Decisamente una gara impegnativa, a un certo punto mi sono trovata con Lizzy, volevo soprattutto vederla da vicino, vedere come corre, come affronta le discese; non mi va di correre in silenzio, finché siamo state in salita mi sono trovata a mio agio e per me è veramente difficile cambiare passo, andare di conserva, quindi non ho rallentato, poi al ristoro mi ha detto che aveva un problema alla schiena, ma in discesa, dove ho più difficoltà, credevo di essere raggiunta, alla fine guardavo dietro e non la vedevo… io però sono ancora all’apprendistato, lei è una vera campionessa».
LA COMPETIZIONE NEL SANGUE – Francesca Canepa, classe ’71, madre di due bimbi, ha nel suo DNA la competizione sportiva. Prima pattinatrice, poi snowboarder, approda al trail quasi per caso, su suggerimento del suo maestro di fondo, nel 2010. Non è stato subito amore a prima vista ma i risultati sono arrivati, con un sensazionale secondo posto, per pochi secondi (8!), l’anno scorso alla TDS (Tour des Ducs de Savoie, gara che fa parte della UTMB) e la vittoria nel 2012 all’Abbots Way, Campionato Italiano Trail Lungo (120 km). Senza dimenticare la prima piazza nel 2011 nella Top Italian Endurance Distance Plus e nel Salomon Trail Tour Italia. «Mi annoio a correre per più di un’ora, massimo un’ora e mezza, infatti in settimana non mi alleno più di un’ora al giorno, al massimo una lunga alla settimana ma anche ogni due, di tre ore. Per il resto sfrutto la mia esperienza, magari faccio i salti che facevo nel pattinaggio». Anche in questo Francesca è diversa. Ma correre ti piace? «Ora sì, ora il corpo si è adattato alle ultra-trail, i primi tempi il motore c’era ma per il resto erano dolori». Cosa è cambiato nell’ultimo anno? «Ho capito che si vince anche con la testa e soprattutto che si vince in team, è importante tutto il supporto che ho nelle gare dalle persone che mi seguono, dalla mia famiglia, da Renato (Jorioz, ndr)».
I PROGRAMMI – Che gare farai? «Con il team Vibram la Lavaredo Ultra Trail, la UTMB e Les Templiers a fine ottobre, dopo la Lavaredo andrò allo Swiss Iron, 200 km, più che altro per allenarmi, poi mi hanno invitata alla Swiss Marathon di Davos, 72 km. Le gare le scelgo a sensazione, dove vanno gli amici, in funzione di come mi sento, cambio più volte programmi e da sola non riuscirei mai a fare 30 km…». Che obiettivi hai alla UTMB? «Ecco, sempre questa domanda… vorrei farla bene, è la mia prima volta, l’anno scorso ho deciso di partecipare alla TDS all’ultimo minuto, a iscrizioni già chiuse e ho capito che se riesco a gestirmi, a non avere crisi, la prestazione c’è, poi alla UTMB ci sono almeno dieci atlete da podio…». Insomma anche alla UTMB non parteciperai per te… «Ho provato più volte, ma poi scatta dentro di me quello spirito competitivo e tiro al massimo». Incredibile Francesca.