Faceva parte della Valanga Azzurra di Thoeni e Gros
«Un grande estro, coraggio, sregolatezza. Un guascone dello sci. Se non eri troppo coraggioso e avevi lui al fianco ti infondeva una grande sicurezza. Sciava sempre al di sopra dei propri limiti. A volte si è mangiato delle medaglie per dei colpi di testa come ai Mondiali di Saint Moritz del 1974 quando aveva già l’oro della combinata in tasca e per un diverbio con Piero Gros ah voluto dimostrargli di andare più forte di lui in slalom e dopo dieci porte è saltato… Sapeva fare spettacolo: memorabili i suoi numeri in auto e in moto. A volte si faceva male per le cadute rovinose che poi riusciva ad enfatizzare nei suoi racconti. Era un buono, quando lo incontravo ancora ultimamente c’era una grande dimostrazione di amicizia e di affetto vero nel suo abbraccio. Simpatico, infondeva sicurezza e determinazione al gruppo: pur non possedendo i requisiti tecnici e fisici di atleti come Thoeni o Gros riusciva comunque ad ottenere grandi risultati grazie alla sua grande volontà e grinta…»
Questo il commento di Paolo De Chiesa mentre è in auto sta viaggiando verso Merano con Piero Gros ad incontrare la moglie di Erwin.
Geniale e intelligente anche negli ultimi anni in veste di imprenditore dello sci e della neve. Ha avuto intuizioni che hanno rivoluzionato il mercato come quella legata ai noleggi che in questi anni sono fioriti a dismisura. Determinante la sua presenza nella nascita della stazione di sci di Val Senales.
Proprio durante un nostro soggiorno a Maso Corto abbiamo avuto modo di passare qualche ora con lui ed è proprio in quell’occasione che assistetti ad una vicenda che non potrò più dimenticare: giunto a monte della funivia vestito con una tuta completa da turista tedesco che non nascondeva la pancia e i chili di troppo, ha avvicinato il gruppo della nazionale di sci alpino che si accingeva a scendere in campo per l’allenamento di gigante. Le sue considerazioni hanno suscitato l’ilarità generale ma quando ha spiegato che le gare si vincono con la testa soprattutto e che tutto il resto non conta ha colto le perplessità di un altro grande combinatista come lui: Gianfranco Martin. Ebbene l’incontro si è concluso con una sfida sul campo: «Io sono sicuro che tu non mi dai più di 8 decimi sul gigante che stanno tracciando per l’allenamento…»
Tutti, intorno, hanno creduto che Striker stesse presupponendo troppo e che la differenza di peso e di allenamento facessero pendere nettamente la bilancia in favore del Martin. Ma fra lo stupore generale, con una prova strepitosa Erwin Striker è riuscito a fermare i cronometri a soli 7 decimi dall’allora nazionale e medagliato olimpico. Grandi pacche sulla schiena e cena vinta da Erwin Striker.
Personalmente poi l’ho sempre sentito molto vicino come scelte di vita: a 19 anni ha fatto il cameriere allo Stelvio per potersi allenare. A 20 ho lavorato anch’io da Pirovano allo Stelvio per potermi preparare per gli esami da maestro e in quell’estate ho sentito parlare spesso di questo ragazzo altoatesino che lavorava duro per potersi allenare. Beh, sostanzialmente non sono state fatiche sprecate: lui è entrato in squadra e io sono diventato maestro di sci. Qualcosa in comune l’abbiamo avuto: il cameriere…