«Quando chiudo gli occhi e lascio divagare la mente, mi ritrovo sulla vetta di una montagna innevata e illuminata dai raggi del sole, con il riverbero del sole e una leggera brezza che penetra nel casco e fa vibrare ogni capello. Essere su una vetta mi trasmette una sensazione di familiarità, ma anche di passione e avventura. Ma ora, con gli occhi chiusi e il vento che fa svolazzare i capelli, sento come un prurito sulla pelle. Attraversa la faccia e arriva ai denti. Sabbia. Sabbia negli scarponi, sotto gli sci e nella pelle. Questa volta, sulla vetta di una grande duna del Sahara, con una linea vergine da sciare sotto di me, mi ritrovo immerso in un corteggiamento con il deserto». A scrivere è Donny O’Neill che sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre racconta dell’avventura vissuta insieme a Tof Henry e Chad Sayers sulle dune di Merzouga, in Marocco. Si tratta di pinnacoli che raggiungono i 350 metri, con pendenze anche sostenute, solo cinque chilometri di larghezza, ma ben 50 da Nord a Sud. Un’escursione diversa, con i cammelli al posto delle seggiovie e le pelli lasciate nello zaino perché la sabbia è molto abrasiva e garantisce il giusto grip in salita. Il problema, semmai, è trovare il ritmo in discesa, cercando uno strato di sabbia che non si rompa. Ma, a giudicare dalle foto di Daniel Rönnbäck, Tof e Chad devono esserci riusciti…
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