L’azzurro dopo le prime gare di Coppa del Mondo

Per staccare la spina e liberare la mente, lunedì pomeriggio è salito sul Mondolè. Un bel sole al tramonto, una bella sciata in neve fresca. Damiano Lenzi ha deciso così di dimenticare la trasferta di Coppa del Mondo: ha chiamato Pippo Barazzuol (guarda caso, anche lui penalizzato nell’ultima gara) e insieme hanno fatto quello che più amano fare: salire e scendere, meglio se dopo una nevicata, una montagna con gli sci. «In fondo siamo ‘mountagnin’». Su quello che è successo in Francia ha scritto un post su Facebook (che potete leggere in basso) e poi preferisce tirare una riga sopra e guardare avanti.
«Certo la rabbia è tanta – spiega Lence -: ho curato ogni dettaglio per rientrare ai top, mi sono allenato come non mai, ho faticato, ma ho ritrovato forma e soprattutto motivazioni». Sulle montagne dove abita, la neve è arrivata a Natale e lui sempre pronto a salire e scendere mentre tutti intorno pensavano alle vacanze. Ha vinto subito e di sicuro non si immaginava di perdere ‘a tavolino’. Le penalizzazioni fanno parte del regolamento è vero, ma un conto è essere penalizzati per avere un vantaggio, un altro per situazioni che di vantaggi non ne danno, anzi. Un po’ di ordine nelle gare, siamo d’accordo tutti, serve, ma troppa fiscalità forse no. Il buon senso spesso è la soluzione migliore. «Quella di Andorra ci può stare – continua Lence – è arrivato il ricorso dei francesi e la giuria è stata anche clemente perché poteva affibiarmi anche 5 minuti. In Francia credo di aver fatto nel modo corretto: tra l’altro non c’era la riga blu, c’era la neve fresca e non ho guadagnato nulla. Il calcetto, con gli scarponi comunque agganciati all’attacco, è una forma di sicurezza: non facciamo mica dama… E alla flower ceremony ero con Kilian ed Eyda di fronte alla zona premiazione, non al bar. Ma adesso basta: è stato detto tutto il possibile, guardiamo avanti».
Adesso a trent’anni la rabbia si mescola alla delusione, quasi fosse scomodo in questo ambiente, insieme alla voglia di dimostrare ancora una volta di essere nel gruppo dei più forti. C’è anche il dispiacere di vedere certe situazioni in uno sport che è un lavoro, ma anche e soprattutto una passione per lui. «Tutto questo è davvero poco incoraggiante per i giovani skialper che vogliono fare i professionisti. Peccato perchè questa dovrebbe essere la vetrina più importante».
In Coppa del Mondo di vittorie ne può contare altre, ma quella sfida con Kilian a Cambre d’Aze lo ha esaltato, ha esaltato il suo spirito agonistico e vincente. Una bella sfida (non ci piace chiamarla battaglia) finita come tutti sappiamo. Ci sono i Mondiali, la Pierra, l’Adamello e il Mezzalama: dai Lence, si può fare…