Snow Leopard Day: raccolti oltre 16.000 euro per salvare il leopardo delle nevi
Undici diversi paesi, uno stesso weekend per raccogliere metri di dislivello (tradotti in centesimi di euro donati allo Snow Leopard Trust) a tutela del leopardo delle nevi, animale che Dynafit ha scelto come simbolo del proprio marchio. Quest’anno sono stati 1.141 gli scialpinisti che hanno risposto all’appello dell’azienda per lo Snow Leopard Day. In Germania, Austria, Italia, Polonia, Grecia, Bulgaria, Slovenia, USA e Slovacchia, pelli sotto gli sci e ascesa su percorsi prestabiliti sabato 2 marzo. In Francia e Svizzera l’evento si è invece tenuto il 3 marzo.
NUMERI - In media ogni atleta ha percorso 1.400 metri di dislivello, il record è stato raggiunto da Stephan Hugenschmidt in Svizzera che ha raccolto la cifra incredibile di 8.003 metri di dislivello. Grande orgoglio per la tappa italiana di Misurina, in provincia di Belluno, che ha visto la partecipazione di quasi 70 scialpinisti per 50.920 metri di dislivello raccolti, anche grazie alla personale sfida del Dynafit Trail Hero Marc Slanzi, che ha percorso per ben sei volte il tracciato da Misurina alla Forcella della Neve, accumulando da solo 4.500 metri di dislivello. Alla fine del weekend le varie località hanno permesso di raccogliere 1.604.138 metri di dislivello, che corrispondono a una donazione di 16.042 euro. La cifra raggiunta sarà utilizzata dall’organizzazione no-profit Snow Leopard Trust per censire per la prima volta la popolazione mondiale del leopardo delle nevi. Per i ricercatori è essenziale sapere con precisione il numero di esemplari superstiti e in quali paesi si trovino. Solo grazie a questi dati sarà possibile in futuro tutelare il leopardo delle nevi, impedendo interventi sul suo habitat naturale.
SNOW LEOPARD TRUST - Dal 1981 l‘organizzazione Snow Leopard Trust con sede a Seattle è attiva nella tutela degli esemplari superstiti del leopardo delle nevi e svolge ricerche su questo felino a rischio di estinzione. L’habitat del leopardo delle nevi si riduce sempre più. Gli studi stimano che attualmente esistano 3.500 esemplari allo stato brado, che vivono una minaccia sempre crescente a causa del bracconaggio, dei cambiamenti climatici e della decimazione del loro habitat. L’organizzazione porta avanti progetti in Cina, India, Kirgisistan, Mongolia e in Pakistan, compiendo ricerche su questi animali a rischio di estinzione e ripristinandone l’habitat, in collaborazione con la popolazione delle regioni montane.
Va' Sentiero, rinasce il Sentiero Italia
Una camminata di 6.880 km alla scoperta delle terre alte italiane, che inizia il primo maggio. Va’ Sentiero è un viaggio lungo il filo rosso più lungo del mondo: il Sentiero Italia. Un’avventura lunga un anno, per scoprire le montagne e le loro genti, promuovendo le unicità di quei luoghi attraverso la rete e i social. Questo il sogno dei tre fondatori di Va’ Sentiero (iniziativa della quale abbiamo parlato su Skialper 121 si sicembre 2018), Yuri Basilicò, Sara Furlanetto e Giacomo Riccobono. Innamorati delle montagne italiane e dei tesori che custodiscono, i ragazzi hanno appena lanciato una campagna di crowdfunding per dare vita alla spedizione, dal basso.
Il Sentiero Italia attraversa tutte le catene montuose italiane, toccando tutte le 20 regioni (dal Friuli-Venezia Giulia alla Sardegna) e oltre 350 borghi montani. Realizzato negli anni Novanta grazie all’Ass. Sentiero Italia e al Club Alpino Italiano, nel corso degli anni successivi il sentiero è stato dimenticato. Ma nel gennaio 2018 il Club Alpino Italiano ne ha annunciato il restauro integrale e, grazie all’immenso lavoro di centinaia di volontari CAI, il S.I. verrà riapeto nella primavera 2019. «Grazie al nostro viaggio, vogliamo far conoscere il Sentiero Italia soprattutto ai nostri coetanei, in tutto il mondo, e dare voce alle terre alte, luoghi meravigliosi eppure spesso dimenticati, spopolati, abbandonati a se stessi. Yuri, Sara e Giacomo percorreranno l’intero Sentiero Italia a piedi. La loro non è un’impresa sportiva, quanto un’iniziativa sociale, basata sull’idea di condivisione: racconteranno infatti l’avventura attraverso la rete e i social.
La caratteristica più importante di Va’ Sentiero è l’inclusività del viaggio. La condivisione sarà infatti anche fisica, oltre che digitale: Va’ Sentiero è un’esperienza collettiva, aperta a chiunque voglia aggiungersi alla spedizione (anche solo per una tappa), dando volto e voce alla narrazione, diventando così un ambasciatore di Va’ Sentiero. Inoltre, lungo il viaggio di Va’ Sentiero verranno organizzati degli eventi in quota: appoggiandosi ad alcuni rifugi di montagna, verranno realizzate delle performance artistiche all’interno di una tenda geodetica messa a disposizione dallo sponsor Ferrino, cui seguirà l’osservazione astronomica della volta celeste, in compagnia di un divulgatore scientifico.
Per trovare i fondi necessari alla lunghissima spedizione è stata aperta una campagna pubblica di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo al link: igg.me/at/vasentiero
L’obiettivo è di raccogliere almeno 25.000 euro, che saranno utilizzati per coprire le spese del team dei primi sette mesi di viaggio. Tra le ricompense che ogni donatore otterrà come premio per il proprio contributo, tra cui l’opportunità di ricevere in anteprima il percorso e il calendario di Va’ Sentiero per iscriversi alle tappe della spedizione e di adottare una tappa del viaggio, dandole il proprio nome.
Questa sera la premiazione della settima edizione del Blogger Contest
Si terrà questa sera alle alle 20.30 presso la Biblioteca di Villa di Serio (a 15 minuti da Bergamo), in Via Papa Govanni XXIII, 60, la premiazione del Blogger Contest 2018 di altitudini.it giunto alla settima edizione.
La terza posizione, per quanto riguarda la sezione dei testi scritti va a Lorenzo Pini, autore di Equatore, che dopo cinque parametri di valutazione espressi da ognuno dei sei giudici, ottiene lo stesso punteggio di Chiara Pedrazzoni, autrice di Latrato. Insomma fatta la somma dei voti, ecco il pari merito, ma il regolamento prevede solo una classifica ‘un due tre’. Perciò Chiara ha fatto un piccolo passo avanti per aver saputo rendere il suo racconto più intimistico, più rivolto all’esplorazione dell’anima che del luogo.
Il vincitore tra i racconti scritti è Emilio Previtali che, per ribadire ancora quanto già detto, con il suo L’ultimo re dello Straddle, ha sopravanzato i due autori precedenti di appena due punti. Facile dirà qualcuno, premiare Previtali, che è cantastorie di lungo corso e che da tempo ha trovato nella scrittura il suo mestiere. Invece quei due soli punti hanno dimostrato che non è stato facile per niente. A determinare la scelta non è stato tanto lo stile narrativo indiscutibile buono quanto, ancora una volta, l’originalità della sua idea. questa in cui ci troviamo, dove la montagna è quotidianità, della gente che la vive e ci lavora e di quelli che la raccontano.
1 posto / L’ULTIMO RE DELLO STRADDLE, di Emilio Previtali
L’esperienza della scrittura messa al servizio di un racconto breve che parte da una idea geniale, lontano dal tracciato montano che hanno invece percorso molti altri racconti partecipanti al Blogger Contest. Una storia che prende infatti spunto da una disciplina dell’atletica leggera, il salto in alto, e attraverso un linguaggio semplice, comprensibile ma dove ogni parola ha il suo posto giusto e il suo ruolo per farci riflettere sul fatto che le tracce «che prima sono da battere possono diventare una via da seguire», quindi che non bisogna mai avere timore di prendere nuove direzioni, e che comunque «quella di seguire un sentiero nero è una qualità assoluta, sia per chi vuole innovare, sia per chi sente la necessità di resistere e di opporsi al cambiamento”. Ognuno dunque nella vita è il tracciatore dei propri sentieri.
2 posto / LATRATO, di Chiara Pedrazzoni
Una attenta riflessione e una elegante forma per esprimerla. Su una sensazione paurosa e misteriosa che tutti proviamo quando ci sentiamo persi, «in un bosco nebbioso e buio carico di odori e abitato da creature» o nel reticolo della vita, quando offre ambientazioni e personaggi analoghi. Chiara non è una blogger nel senso classico, anzi un blog suo non ce l’ha proprio, e questo racconto è tra i suoi primi tentativi per trovare il coraggio di rendere pubblici i suoi sentimenti, come lei stessa ha spiegato. Il coraggio vero si può dimostrare in prima linea oppure nel prendere consapevolezza di quel che si è davvero. Chiara dovrà essere consapevole di aver avuto una bella idea e di averla saputo sviluppare con attenzione, abilità narrativa e sentimento.
3 posto / EQUATORE, di Lorenzo Pini
L’autore è un viaggiatore-geografo e un osservatore sensibile dei sistemi eco ambientali in cui si trova immersa la terra, sistemi sempre più delicati e precari. Tutto questo lo ritroviamo molto ben delineato nel suo bellissimo racconto, in una natura davvero selvaggia, quella della foresta pluviale africana, che incute timore per la sua ridondanza a volte opprimente, che suscita ammirazione per la capacità e la naturalezza di coloro che quell’ambiente, così remoto rispetto a quello che noi siamo abituati a frequentare, la sanno vivere. Lorenzo ci fa vivere in poche righe dentro atmosfere magiche, ci fa fare un viaggio che richiede coraggio, descrivendo i luoghi e le persone con le parole calibrate dello scrittore e il dettaglio di uno sceneggiatore di classe. Nella sezione audiostorie sono state premiate, al primo posto,SIWA E SALE, di Marta Mattalia, seguita da COL CLAPIER, di Alessandra Longoe daCARUGGI, di Federica Manzitti.
Quattro riconoscimenti speciali sono stati assegnati anche da Skialper a OLTRE LA LINEA, di Federico Amanzio , I SENTIERI NON SERVONO PIÙ, di Andrea Pasqualotto, GAIA, di Astroz Crag (E.D.) eQUATTRO ANNI NON SONO POCHI, di Federico Ravassard.
Madesimo, al via la quinta edizione del Freeride Festival
Madesimo torna per 3 giorni a essere al centro del mondo degli amanti del fuoripista: dal 22 al 24 febbraio si terrà infatti la quinta edizione di Madesimo Freeride Festival. Le potenzialità dell’aerea per il freeride sono note: il Canalone o l’Angeloga sono itinerari rinomati e che spesso garantiscono tante curve in neve fresca. Da quest’anno MFF si è posto però l’obiettivo di allargare lo sguardo sulle potenzialità dell’intera località. Ecco dunque come l’attività più outdoor - nel senso profondo del termine - verrà svolta a Montespluga: il Base Camp, il quale prevede due giorni di scialpinismo e una notte in tenda, durante questa edizione sarà tenuto proprio in quella zona, lontano da impianti e dalle case del paese.
Gli scialpinisti old school (tanto per riallacciarci al numero in edicola adesso) conosceranno già le vette sovrastanti come Tambò, Suretta o Ferret: si tratta di classi itinerari di scialpinismo di tarda stagione. I pendii al confine con la Svizzera sanno però regalare diverse emozioni anche durante il periodo invernale, se approcciati con un’ottica che guarda meno alla cima e più alla scelta del versante e delle condizioni del manto nevoso. E che rende Montespluga una piccola Alaska a sole due ore da Milano.
Per chi non vivrà l’esperienza in quella località isolata, saranno comunque disponibili tutte le attività delle scorse edizioni e che hanno portato nella skiarea fino a quasi 600 partecipanti: corsi base e avanzati di fuoripista, speedriding, ripido e splitboard, nonché l’ampio village per testare sci e materiali. E ovviamente serate e après-ski in pieno spirito da freerider.
Per tutte le informazioni: http://www.madesimofreeridefestival.it/
Sul sito sarà possibile iscriversi fino alle 23.59 di martedì 19 febbraio. Iscriversi sul sito permette di essere sicuri di poter partecipare al corso desiderato (i posti sono limitati) e di evitare code al momento del ritiro degli skipass e del pacco gara.
Kilian, ecco come si superano 24.000 metri di dislivello in 24 ore
C’è qualcosa di fuori dall’ordinario, come sempre nelle imprese di Kilian Jornet, anche nell’ultima, vale a dire i 23.486 metri di dislivello superato in 24 ore con gli sci ai piedi nei giorni scorsi, nella località sciistica di Tusten, in Norvegia. È naturalmente straordinario quello che ha fatto, ma questo è scontato. L’impresa non era annunciata e sembra che anche nell’entourage Salomon il progetto fosse conosciuto solo a pochi livelli. Quello che ogni volta riesce a sorprenderti è che a poche ore dal record siamo bombardati da una miriade di dati e curiosità. Tanto spirito libero, geniale e creativo, sui monti, tanto meticoloso nel registrare tutto, ma soprattutto nel comunicarlo. È anche per questo che è uno dei pochi personaggi della scena outdoor ad avere un ufficio stampa personale e oltre 800.000 follower su Facebook e poco meno su Instagram. Ma la straordinarietà sta nell’ordinarietà di quello che scrive… Un preciso diario di 24 ore da paura, dalla partenza da casa al riposo del fine settimana, con il puntiglio del dettaglio e della curiosità e anche tanta semplicità, oserei direi umiltà, una dote rara ai nostri tempi. Kilian per primo, e subito, chiarisce che il suo non ha la pretesa di essere un record perché non esiste uno standard uniforme nelle imprese (simili) di chi l’ha preceduto: cambiano quota, percorsi, pendenze. Insomma, un po’ tutto. Vale però la pena di ricordare che solo qualche mese fa Lars Erik Skjervheim si era fermato a 20.993 metri… E allora vediamoli questi numeri.
PERCORSO - Partenza a quota 116 metri, pendenze prima del 12%, poi del 26,22%, poi, dopo i primi 316 metri di dislivello, si andava fuoripista con pendenze anche del 30% e tratti corti in piano. Arrivo a 673 metri. All’inizio c’era (poca) neve fresca, quindi ha dovuto ance batter traccia. In totale due giri, uno lungo da 4,4 km e 550 m di dislivello e uno da 3,6 e 428 metri. 23.486 metri e 200,4 km percorsi, dati leggermente corretti rispetto a quello di Strava utilizzando topografia dettagliata.
RITMO - Nelle prime 6 ore Kilian ha dovuto badare soprattutto a conservare le forze e non andare troppo veloce, una media di 1.100 m/h, calcolando anche i tempi di discesa e i cambi pelle. Di notte, dopo sette ore, ha scelto l’anello corto. Da 8.000 a 13.000 metri il ritmo passa a 1.000 m/h, da 13.000 a 16.000 scende a 900 e il sonno si fa sentire, in due giri, quando il timer segna 16 ore, arriva a 820 e 802 metri. Si ferma 10 minuti, sale a 900 metri e poi scende a 828, si ferma ancora, 12 minuti. Le ultime 4 ore sono al ritmo di 950 metri e alla fine la media sarà 978,6 m/h, con un massimo di 1.222 e minimo di 802. Tolta la discesa e i cambi pelle, la media è di 1.065 m/h. Vale a dire il 64,1% della Vo2 max e dei suoi più veloci 1.000 metri, 36 minuti. Uno standard simile ad altre imprese 24 ore (58,5% nel record della mezza maratona e 68% in quello ciclistico).
CALORIE - Obiettivo di 250 ora, dati finali 5.500-6.000. Cosa ha mangiato? Gel e jellies, però anche tanta pizza, un po’ di pasta, un caffè, una cioccolata…
MOTIVAZIONE - Si è rivelata fondamentale, soprattutto la notte, la compagnia. Poi tanti piccoli obiettivi a corto e massimo medio termine: ‘arrivare alla fine del tratto più ripido’, ‘mi mancano due giuri per raggiungere i 20.000 metri’. La massima visualizzazione è stata relativa alle sei ore successive, non di più.
RIPOSO - Doccia, qualche snack, poi una cena con riso, verdura, insalata, pane e formaggio, nove ore di sonno, il giorno dopo 30 minuti di bici… Da lunedì la solita routine. Muscoli stanchi, ma niente di più, qualche fastidio ai piedi, passato velocemente.
MATERIALI - Sci Salomon Minim con attacchi e scarponi Gignoux. Ne aveva più paia, ma non ha mai fatto cambio. Pelli Pomoca Race Pro / Grip.
E poi? E poi la velocità massima in discesa è stata di 115 km, per 9 ore c’è stata luce e per 15 buio, 20h,02’41’’ in salita e 3h22’44’’ in discesa. Dimenticavamo, il suo GOS Suunto era in modalità ‘best’ e alla fine aveva ancora il 10% di carica.
On-line il calendario delle gare outdoor running 2019
Ecco il nostro calendario dell’outdoor running per il 2019 da oggi on-line sul sito di Skialper. Lo trovate nella colonna di destra oppure cliccando sul menu a tendina sotto la testata (oltre che sul link all'inizio di testo articolo). Abbiamo inserito i circuiti internazionali, quelli italiani, tante prove dalle Valle d’Aosta alla Sicilia. Ovviamente è un cantiere aperto: delle oltre 500 manifestazioni che avevano messo in calendario nel 2018, ne mancano ancora quasi 200. Di molte, anche di ‘peso’ (come Limone Extreme, K3 o Matterhorn Cervino X Trail, solo per citarne alcune) non abbiamo trovato ancora la data ufficiale del 2019, di altre dobbiamo controllare tutti i dati. Nelle prossime settimane cercheremo di completarlo e come sempre abbiamo bisogno anche di voi, organizzatori, atleti o appassionati: segnalateci errori, imprecisioni, gare da aggiungere. Come fare lo sapete, nel caso la mail è luca.giaccone@mulatero.it
Close to Home, il nuovo cortometraggio firmato Patagonia
Un nuovo cortometraggio firmato Patagonia. L’ambassador per lo snowboard Nicholas Wolken condivide la sua storia in Close to Home, per sensibilizzare gli amanti degli spazi all’aria aperta a vivere la natura in tutti i luoghi, partendo da quelli più vicini. Il modo più semplice per esplorare è guardarsi intorno: mosso da questa filosofia e dall'esperienza sensoriale dello snowboard, Nicholas Wolken ha trascorso le ultime due stagioni godendo di ciò che la natura aveva da offrire attraverso un viaggio in treno che ha avuto inizio nella città in cui è cresciuto.
TRAMA - Nato in una piccola cittadina nelle Alpi svizzere, Nicholas ha iniziato molto presto le sue avventure. Figlio di un appassionato sciatore, scalatore e grande viaggiatore, fin dall’infanzia era già attratto da questo modo di vivere. Lo stesso spirito vagabondo e avventuroso lo ha spinto a esplorare la collina per lo sci della sua cittadina, e in seguito destinazioni molto più lontane, tra cui le grandi montagne dell'Alaska.
PREMIERE - Il pubblico avrà la possibilità di incontrare l’atleta in occasione dell’inizio del Worn Wear Snow Tour diPatagonia, giovedì 24 gennaio a Innsbruck, con uno speciale evento di lancio aperto a tutti, organizzato nel cortile del nuovo negozio - la cui inaugurazione ufficiale è prevista a breve - situato nella città austriaca.
La première di Close to Home, infatti, coincide con il lancio del nuovo tour dell’iniziativa Worn Wear di Patagonia. Per l'inverno 2019 il famoso furgoncino di Patagonia raggiungerà le principali località sciistiche europee per riparare l’equipaggiamento tecnico da neve, con l'obiettivo di dargli una seconda vita o di aiutarlo a durare più a lungo. Sono previsti anche due appuntamenti in Italia, a Bormio e Brunico, nella seconda metà di marzo.
Pila, una fiaccolata contro il tumore al seno
Una fiaccolata per combattere il tumore al seno. È questo il senso dell’appuntamento di sabato 2 febbraio a Pila, giunto alla sesta edizione. I Light Pila, infatti, è la fiaccolata benefica, aperta alla partecipazione di tutti, a favore dell’associazione Susan G. Komen Italia.Quest’anno l’obiettivo è ancora più ambizioso: raggiungere e superare quota 100.000 euro di ammontare complessivo delle donazioni (calcolati dalla prima manifestazione, nel 2013), unita alla partecipazione di quanti più sostenitori possibile; infatti nei sei anni trascorsi ad oggi, sono stati già raccolti oltre 86.000 euro per la lotta ai tumori al seno e quasi 7.000 persone hanno preso parte all'evento.
PROGRAMMA – Momento top della giornata sarà la discesa con le fiaccole a luci led a cui tutti possono partecipare: adulti, bambini, sciatori e snowboardisti più o meno esperti ed anche con le ciaspole e a piedi: tutti scendono lungo le piste della località illuminandole di rosa per un’unica grande missione: sciare insieme per fare del bene. La festa continuerà in serata nelle baite e nei locali tutti decorati a tema con menù speciali, musica e spettacoli, brindando alla solidarietà. Partenza e arrivo sono allo ski village di Gorraz, centro del comprensorio di Pila, dove lo staff del Consorzio Turistico Espace de Pila e di Pila s.p.a., che firmano la regia e l’organizzazione dell’evento, accoglieranno gli iscritti alla manifestazione il cui intero ricavato verrà devoluto alla Komen Italia, senza utilizzo per la copertura dei costi che la località sostiene a proprio carico. Il coordinamento della fiaccolata è affidato ai 200 maestri di sci, tutti volontari.
ISCRIZIONI - Le iscrizioni sono aperte sul sito di Pila www.pila.it e sul sito di Komen Italia www.komen.it. È possibile anche una donazione di chi non può o non vuole sciare, ma vuole partecipare col proprio contributo, mentre per chi partecipa la donazione minima è di 15 euro (8 bambini).
Info: www.pila.it Info@pilaturismo.it
Mission Antarctic disponibile gratuitamente online
«L'Antartide è il posto più energetico, bello e inesplorato del pianeta». Bastano queste poche parole per capire con quale spirito Xavier de Le Rue è tornato dal suo primo viaggio con lo snowboard sui ghiacci dell'Antartide, nel 2008. Così da allora ha sempre lavorato per tornarci e per farlo a modo suo. Ed è proprio da questo desiderio che è nato Mission Antarctic, il film che lo vede protagonista insieme a Lucas Debari di una spedizione con una piccola barca alla scoperta degli angoli più selvaggi e delle linee più belle da scendere. Un piccolo capolavoro che è stato premiato come migliore pellicola d'avventura al New York Wild Film Festival, oltre che finalista al Banff Mountain Book & Film Festival e che ora è disponibile su YouTube, per la prima volta gratuitamente. Mission Antarctic è stato prodotto da Timeline Missions in collaborazione con Camp 4 Collective ed è un cortometraggio di quasi 40 minuti. Buona visione!
Nasce Mountain Sports Academy
Eros Grazioli, preparatore atletico di successo del mondo del trail running e dello scialpinismo, ne ha inventata un'altra. Si tratta di Mountain Sports Academy, una specie di master con otto serate nelle quali si parlerà di allenamento, alimentazione, ma anche di cosa si prova ad arrivare in vetta al K2 o a vincere un Mondiale o ancora a portare a termine un Mezzalama. Gli ospiti sono di massimo livello, da Tamara Lunger a Mario Poletti, da Silvia Rampazzo a Pietro Lanfranchi, Roberto Ghidoni, Simone Wegher, lo stesso Eros Grazioli e Paolo Cattaneo. Le serate partiranno il 10 gennaio, proprio con Tamara Lunger, per concludersi il 18 aprile. La sede degli incontri è ad Alzano Lombardo (BG) in Viale Piave 86 e i posti sono 60. Per informazioni e iscrizioni: https://www.facebook.com/MountainSportAcademy/
Zabardast, disponibile gratuitamente su YouTube il film della spedizione freeride in Pakistan
Se vi siete persi Zabardast, uno degli ‘snow-movie’ più attesi dell’anno, da ieri sera lo potete vedere integralmente su Youtube. Prodotta da Picture Organic Clothing e Almo Film, la pellicola di 54 minuti è diretta da Jêrome Tanon. Un giorno Thomas Delfino, sfogliando distrattamente libri in una libreria, s’imbatte in Le più belle montagne del mondo e rimane ipnotizzato da una cima pakistana. Un pendio troppo bello per essere vero. Da quel momento diventa la sua ossessione. La vetta in questione è la torre nord Biacherani in una delle zone più remote del Paese. E l’obiettivo diventa organizzare una spedizione di freerider e cercare di sciarla.
Girato in 4k, il film vede la partecipazione degli skier Léo Taillefer e Thomas Delfino e dello snowboarder Zak Mills. È a tutti gli effetti il diario di un’incredibile avventura freeride in una delle zone più remote del pianeta, che ha comportato un loop di 150 chilometri in autosufficienza, con slitte cariche di cibo liofilizzato, pannelli solari e tende. «Ho pensato il film come un diario collettivo e per questo ho chiesto ai protagonisti di scrivere ogni giorno una pagina di testo e il risultato finale è la trasposizione di questo viaggio, anche intimo, di ognuno di loro» ha detto il regista. Il viaggio è durato cinque settimane e ha comportato la partenza dal villaggio di Askole e la traversata del selvaggio ghiacciaio Nobande Sobande. Fino a qui la crew ha potuto contare sull’aiuto dei portatori Balti, poi tre settimane in totale autosufficienza. Superato lo Skam La Pass, a quota 5.660 metri, la spedizione ha raggiunto il ghiacciaio Sim Gang e lo Snow Lake Basin, uno dei luoghi più belli del mondo. Il rientro è avvenuto lungo il ghiacciaio Biafo. Zabardast non è solo sci, ma è anche un viaggio verso Islamabad con treni, improbabili motociclette, cavalli, un viaggio fatto di tanti incontri. Nel team, oltre agli sciatori, anche Helias Millerioux, Guida alpina di Chamonix con all’attivo oltre 15 spedizioni, e l’alpinista Yannick Graziani, con diversi 8.000 in curriculum. QUI SOTTO PUOI VEDERE LA VERSIONE COMPLETA DEL FILM
https://youtu.be/AkigzUFr3ys
Patagonia: 10 milioni alle associazioni ambientaliste grazie agli sgravi fiscali voluti da Trump
Dieci milioni di dollari. Soldi risparmiati grazie agli sgravi fiscali voluti dal presidente statunitense Donald Trump e non inseriti alla voce utili o investiti nell’azienda, ma donati alle associazioni ambientaliste. Quello che si dice… coerenza. È questo l’annuncio dei giorni scorsi del marchio californiano Patagonia, pioniere della difesa ambientale e della prodizione sostenibile di articoli sportivi. I dieci milioni di dollari, che verranno devoluti durante le vacanze di Natale, si aggiungono all’uno per cento dei profitti che l’azienda di Ventura devolve da anni a favore di alcune associazioni e cause ambientaliste. «Sulla base dell'irresponsabile taglio alle tasse del governo americano, Patagonia dovrà meno al fisco, 10 milioni in meno - ha dichiarato Rose Marcario, CEO e presidente di Patagonia, sul suo account Linkedin - Invece di rimettere questi soldi nel nostro business, rispondiamo restituendo 10 milioni all'ambiente. Il nostro pianeta-casa ne ha bisogno più di noi. Le tasse proteggono i più vulnerabili della nostra società le nostre terre pubbliche e altre risorse che danno la vita e nonostante questo, l'amministrazione di Donald Trump ha avviato un taglio alle tasse per le imprese che minacciano questi servizi a scapito del nostro pianeta».
Cara Chacon, vice-presidente social & environmental responsibility di Patagonia, in un’intervista rilasciata a Skialper nel dicembre 2017, aveva dichiarato che «crescere è importante per un’azienda, ma vogliamo che sia una crescita naturale e soprattutto senza aumentare la nostra impronta ambientale, vogliamo che sia una crescita trasparente e che i consumatori sappiano tutto su di noi». Il messaggio lanciato da Patagonia mina le fondamenta della società consumistica (in passato, in occasione del black friday, l’azienda ha anche acquistato una pagina pubblicitaria nella quale invitava a non acquistare i propri piumini perché il primo passo per non inquinare è fare durare di più i prodotti) e guarda al futuro con fiducia. «Non bisogna uscire con l’idea di andare a fare shopping spensierato, bisogna informarsi su cosa fanno le aziende per l’ambiente e per aiutare i lavoratori, specialmente nei Paesi in via di sviluppo - aggiungeva Chacon - Ognuno di noi ha un grande potere ed è per questo che, nonostante l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, sono fiduciosa per il futuro: i consumatori non permetteranno alle aziende americane di fare passi indietro sulle tematiche ambientali e i marchi preferiranno continuare ad avere politiche ambientali in linea con quanto fatto fino a oggi, anche per una questione di immagine».