Mission Antarctic disponibile gratuitamente online
«L'Antartide è il posto più energetico, bello e inesplorato del pianeta». Bastano queste poche parole per capire con quale spirito Xavier de Le Rue è tornato dal suo primo viaggio con lo snowboard sui ghiacci dell'Antartide, nel 2008. Così da allora ha sempre lavorato per tornarci e per farlo a modo suo. Ed è proprio da questo desiderio che è nato Mission Antarctic, il film che lo vede protagonista insieme a Lucas Debari di una spedizione con una piccola barca alla scoperta degli angoli più selvaggi e delle linee più belle da scendere. Un piccolo capolavoro che è stato premiato come migliore pellicola d'avventura al New York Wild Film Festival, oltre che finalista al Banff Mountain Book & Film Festival e che ora è disponibile su YouTube, per la prima volta gratuitamente. Mission Antarctic è stato prodotto da Timeline Missions in collaborazione con Camp 4 Collective ed è un cortometraggio di quasi 40 minuti. Buona visione!
Nasce Mountain Sports Academy
Eros Grazioli, preparatore atletico di successo del mondo del trail running e dello scialpinismo, ne ha inventata un'altra. Si tratta di Mountain Sports Academy, una specie di master con otto serate nelle quali si parlerà di allenamento, alimentazione, ma anche di cosa si prova ad arrivare in vetta al K2 o a vincere un Mondiale o ancora a portare a termine un Mezzalama. Gli ospiti sono di massimo livello, da Tamara Lunger a Mario Poletti, da Silvia Rampazzo a Pietro Lanfranchi, Roberto Ghidoni, Simone Wegher, lo stesso Eros Grazioli e Paolo Cattaneo. Le serate partiranno il 10 gennaio, proprio con Tamara Lunger, per concludersi il 18 aprile. La sede degli incontri è ad Alzano Lombardo (BG) in Viale Piave 86 e i posti sono 60. Per informazioni e iscrizioni: https://www.facebook.com/MountainSportAcademy/
Zabardast, disponibile gratuitamente su YouTube il film della spedizione freeride in Pakistan
Se vi siete persi Zabardast, uno degli ‘snow-movie’ più attesi dell’anno, da ieri sera lo potete vedere integralmente su Youtube. Prodotta da Picture Organic Clothing e Almo Film, la pellicola di 54 minuti è diretta da Jêrome Tanon. Un giorno Thomas Delfino, sfogliando distrattamente libri in una libreria, s’imbatte in Le più belle montagne del mondo e rimane ipnotizzato da una cima pakistana. Un pendio troppo bello per essere vero. Da quel momento diventa la sua ossessione. La vetta in questione è la torre nord Biacherani in una delle zone più remote del Paese. E l’obiettivo diventa organizzare una spedizione di freerider e cercare di sciarla.
Girato in 4k, il film vede la partecipazione degli skier Léo Taillefer e Thomas Delfino e dello snowboarder Zak Mills. È a tutti gli effetti il diario di un’incredibile avventura freeride in una delle zone più remote del pianeta, che ha comportato un loop di 150 chilometri in autosufficienza, con slitte cariche di cibo liofilizzato, pannelli solari e tende. «Ho pensato il film come un diario collettivo e per questo ho chiesto ai protagonisti di scrivere ogni giorno una pagina di testo e il risultato finale è la trasposizione di questo viaggio, anche intimo, di ognuno di loro» ha detto il regista. Il viaggio è durato cinque settimane e ha comportato la partenza dal villaggio di Askole e la traversata del selvaggio ghiacciaio Nobande Sobande. Fino a qui la crew ha potuto contare sull’aiuto dei portatori Balti, poi tre settimane in totale autosufficienza. Superato lo Skam La Pass, a quota 5.660 metri, la spedizione ha raggiunto il ghiacciaio Sim Gang e lo Snow Lake Basin, uno dei luoghi più belli del mondo. Il rientro è avvenuto lungo il ghiacciaio Biafo. Zabardast non è solo sci, ma è anche un viaggio verso Islamabad con treni, improbabili motociclette, cavalli, un viaggio fatto di tanti incontri. Nel team, oltre agli sciatori, anche Helias Millerioux, Guida alpina di Chamonix con all’attivo oltre 15 spedizioni, e l’alpinista Yannick Graziani, con diversi 8.000 in curriculum. QUI SOTTO PUOI VEDERE LA VERSIONE COMPLETA DEL FILM
https://youtu.be/AkigzUFr3ys
Patagonia: 10 milioni alle associazioni ambientaliste grazie agli sgravi fiscali voluti da Trump
Dieci milioni di dollari. Soldi risparmiati grazie agli sgravi fiscali voluti dal presidente statunitense Donald Trump e non inseriti alla voce utili o investiti nell’azienda, ma donati alle associazioni ambientaliste. Quello che si dice… coerenza. È questo l’annuncio dei giorni scorsi del marchio californiano Patagonia, pioniere della difesa ambientale e della prodizione sostenibile di articoli sportivi. I dieci milioni di dollari, che verranno devoluti durante le vacanze di Natale, si aggiungono all’uno per cento dei profitti che l’azienda di Ventura devolve da anni a favore di alcune associazioni e cause ambientaliste. «Sulla base dell'irresponsabile taglio alle tasse del governo americano, Patagonia dovrà meno al fisco, 10 milioni in meno - ha dichiarato Rose Marcario, CEO e presidente di Patagonia, sul suo account Linkedin - Invece di rimettere questi soldi nel nostro business, rispondiamo restituendo 10 milioni all'ambiente. Il nostro pianeta-casa ne ha bisogno più di noi. Le tasse proteggono i più vulnerabili della nostra società le nostre terre pubbliche e altre risorse che danno la vita e nonostante questo, l'amministrazione di Donald Trump ha avviato un taglio alle tasse per le imprese che minacciano questi servizi a scapito del nostro pianeta».
Cara Chacon, vice-presidente social & environmental responsibility di Patagonia, in un’intervista rilasciata a Skialper nel dicembre 2017, aveva dichiarato che «crescere è importante per un’azienda, ma vogliamo che sia una crescita naturale e soprattutto senza aumentare la nostra impronta ambientale, vogliamo che sia una crescita trasparente e che i consumatori sappiano tutto su di noi». Il messaggio lanciato da Patagonia mina le fondamenta della società consumistica (in passato, in occasione del black friday, l’azienda ha anche acquistato una pagina pubblicitaria nella quale invitava a non acquistare i propri piumini perché il primo passo per non inquinare è fare durare di più i prodotti) e guarda al futuro con fiducia. «Non bisogna uscire con l’idea di andare a fare shopping spensierato, bisogna informarsi su cosa fanno le aziende per l’ambiente e per aiutare i lavoratori, specialmente nei Paesi in via di sviluppo - aggiungeva Chacon - Ognuno di noi ha un grande potere ed è per questo che, nonostante l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, sono fiduciosa per il futuro: i consumatori non permetteranno alle aziende americane di fare passi indietro sulle tematiche ambientali e i marchi preferiranno continuare ad avere politiche ambientali in linea con quanto fatto fino a oggi, anche per una questione di immagine».
Race the Face, l'ultima impresa firmata Heitz
L'Hohberghorn è alto 4.129 metri e, mentre girava il film La Liste, Jérémie Heitz ha avuto un'idea un po' folle: disputare una manche di slalom gigante su quel pendio ripido e in quota. Non ci è voluto molto perché quella folle idea diventasse un progetto. Ci sono voluti invece due anni perché il film diventasse realtà. E dalla mezzanotte del 6 dicembre si potrà vederlo su Red Bull Tv e sul sito di Scott Sports. Non resta che aspettare ancora qualche ora dunque... Però già guardando il trailer si può avere un'idea dell'ultima trovata di Jérémie. Lo sci utilizzato da Heitz è lo Scott Scrapper 115 e a sciare con lui tra le porte del gigante lo statunitense Daron Rahlves, ex atleta di Coppa del Mondo. Stay tuned!
Fischer Transalp: nel 2019 si va da Livigno a Innsbruck con gli sci
Sono state svelate date e tappe della Fischer Transalp 2019, la traversata delle Alpi sci ai piedi organizzata dal costruttore austriaco. Ormai è una tradizione: non c’è primavera senza Transalp. E il termine è diventato un neologismo per indicare la grande traversata alpina con gli sci. Che sia da Nord a Sud o da Sud a Nord, l’evento inventato qualche stagione fa da Fischer per rinforzare il legame del marchio con il mondo delle pelli, suscita sempre curiosità. Nel 2019 i fortunati skialper che verranno selezionati percorreranno insieme alle Guide alpine (e al ricco set di attrezzatura messo a disposizione da Fischer e dagli altri partner). Ad aprile, dal 2 al 9, si andrà da Livigno a Innsbruck. Due punti simbolici quelli del via e dell’arrivo, più che in altre edizioni della Transalp: dal Piccolo Tibet alla città olimpica. Per avere la chance di fare parte dei sette fortunati transalper bisogna candidarsi tramite la pagina web www.fischersports.com/transalp2019 allegando una lettera motivazionale, un curriculum con foto e il racconto di una escursione (in inglese). Una giuria di esperti valuterà il materiale inviato e selezionerà i candidati migliori. Uno di loro sarà italiano e noi di Skialper, come nelle passate edizioni, seguiremo da vicino la Transalp.
Fischer Transalp 2019 - il percorso
Livigno - Val Müstair
Tschierv - Graun / Val Venosta
Graun - Vernagthütte
Vernagthütte - Wildspitze - Mandarfen
Mandarfen - Längenfeld
Längenfeld - Franz-Senn-Hütte - Innsbruck
Il 97% dei prodotti del Gruppo Oberalp Salewa certificato da Fair Wear Foundation
Da sei generazioni la famiglia Oberrauch, proprietaria del Gruppo Oberalp di Bolzano, opera nell’industria tessile e dell’abbigliamento per la montagna. Oggi il gruppo possiede quattro brand leader del settore - Salewa, Dynafit, Pomoca e Wild Country - e distribuisce altri marchi tra cui Under Armour, Fischer e Speedo. L’impegno per la sostenibilità ambientale è parte integrante dei valori familiari, così come la responsabilità verso le persone impiegate nell’attività aziendale. «Nel nostro gruppo la sostenibilità è vissuta come parte della cultura di famiglia- spiega Heiner Oberrauch, fondatore e presidente del Gruppo Oberalp - Come azienda a proprietà familiare possiamo e dobbiamo pensare a lungo termine, in termini di generazioni. Il nostro nuovo report di sostenibilità ci fa guardare con speranza al futuro e al mondo che lasciamo ai nostri nipoti». Da più di 8 anni la strategia di sostenibilità del Gruppo Oberalp viene sviluppata dal team Sustainability su due temi principali: l’impegno verso le persone che lavorano per il Gruppo Oberalp o i suoi fornitori, e lo sviluppo di prodotti sostenibili.
Leader Fair Wear - A settembre 2018 il Gruppo Oberalp ha visto riconfermato lo status di Leader che Fair Wear Foundation - l’associazione non-profit la cui missione è promuovere condizioni lavorative eque e sostenibili nel settore tessile e nell’abbigliamento - riconosce ai membri più virtuosi in grado di soddisfare criteri severi, garantendo trasparenza nei processi produttivi e prassi di eccellenza negli stabilimenti dei propri fornitori internazionali. Il gruppo ha infatti realizzato nelle fabbriche dei propri fornitori audit relativi alle condizioni e ai diritti dei lavoratori equivalenti al 97% del proprio volume di produzione tessile (abbigliamento, calzature, zaini…). «Abbiamo a cuore il benessere di tutte le persone che lavorano per Oberalp, che siano nei nostri uffici o lavorino per la nostra catena di fornitori», spiega Ruth Oberrauch, membro della famiglia proprietaria del Gruppo Oberalp e sustainability manager. «In alcuni ambiti, come quello dei diritti del lavoro, siamo già molto soddisfatti dei nostri successi e fra i pionieri del nostro settore merceologico. Lo status di Leader ricevuto da parte di Fair Wear Foundation è una conferma di cui siamo orgogliosi. Tuttavia ci sono altri temi su cui stiamo lavorando per fare concreti passi avanti anno dopo anno. Tra questi c’è l’adozione volontaria di una lista di sostanze chimiche soggette a divieti o a restrizioni che va oltre i parametri fissati per legge; la collaborazione con bluesign®e Oeko-Tex®, due organizzazioni che si pongono come obiettivo la riduzione dell’impatto dell’industria tessile sugli umani e sull’ambiente; o ancora la progressiva adozione di trattamenti senza PFC (perfluorocarburi), che oggi sono già usati in oltre il 65% della nostra collezione- continua Ruth Oberrauch - Tuttavia ci sono nuove sfide da affrontare per raggiungere i nostri obiettivi di sostenibilità ambientale, perché il tema della sostenibilità è in costante evoluzione. Un esempio è quello della microplastica, che è un tema nuovo per tutta l’industria tessile. Oberalp Group è tra i primi produttori del settore outdoor a far parte del Microfiber Consortium di EOG - European Outdoor Group, sostenendo tre progetti di ricerca che cercano nuove soluzioni contro il rilascio nell’ambiente delle fibre microplastiche a ogni lavaggio in lavatrice».
Economia circolare - Oltre allo sviluppo di prodotti sicuri e durevoli, tutti i marchi del Gruppo Oberalp stanno adottando soluzioni per ridurre la propria impronta in termini di rifiuti provenienti dalla produzione, anche grazie a diversi progetti di riciclo che innescano un meccanismo virtuoso di economia circolare. I residui di lavorazione nella produzione delle pelli da scialpinismo Pomoca sono riutilizzati per realizzare cinture e altri accessori; gli striscioni pubblicitari del Gruppo Oberalp vengono trasformati in borse; e i residui delle lavorazioni tessili diventano tee-shirt, giacche e guanti. Per avere un ulteriore contributo creativo, il gruppo ha avviato una collaborazione con la Facoltà di Arti e Design della Libera Università di Bolzano e il laboratorio protetto per persone con disabilità Trayah di Brunico. Il risultato è stata la trasformazione di tremila vecchi appendiabiti del marchio Salewa (non più utilizzabili dopo il cambio di logo) in nuovi oggetti di design. L’utilizzo consapevole e attento delle risorse è un tema sempre più importante per il gruppo, che ha adottato l’utilizzo di materiali come la lana delle pecore alpine tirolesi, che grazie al progetto Alpine Wool è stata trasformata da materiale di scarto senza valore a imbottitura tecnica per la collezione Salewa, portando anche un contributo positivo all’economia dei pastori di montagna. Inoltre, il gruppo è attivo con diversi progetti sociali. Ad esempio, l’assemblaggio di tutti gli attacchi da scialpinismo del marchio Dynafit viene effettuato da persone con disabilità, mentre il progetto Orto Salewa offre ai rifugiati di Bolzano la possibilità di svolgere un’attività utile e gratificante, di imparare le basi dell’agricoltura biologica e di entrare in contatto con la popolazione locale.
Responsabilità sociale - Christoph Engl, Ceo del Gruppo Oberalp, è convinto che «le imprese, oltre al naturale obiettivo economico, hanno anche una responsabilità sociale. Come gruppo, siamo consapevoli che adottare e implementare nelle nostre attività una strategia di responsabilità sociale è una scelta che non ci porta un immediato vantaggio economico, ma che appartiene ai nostri valori come persone e alpinisti».Che sia l’orto dove lavorano i rifugiati, l’asilo nido e infantile interno aperto anche alla cittadinanza o la rinuncia alla climatizzazione completa della sede, il Gruppo Oberalp rende tangibile il proprio impegno per le persone e per l’ambiente in numerosi ambiti dell’impresa. Anche il concorso internazionale di architettura per l’edificio della nuova sede del marchio Dynafit a Kiefersfelden in Germania, prevede tra i requisiti il rispetto di stringenti parametri relativi alla sostenibilità, in linea con l’edificio che ospita l’headquarter di Bolzano, concepito anch’esso su base sostenibile e nel quale il consumo di energia è stato ridotto del 38% negli ultimi cinque anni.
Cervinia, aperta la parte alta del Ventina
Le abbondanti nevicate di inizio stagione hanno permesso l’apertura di diverse piste nel comprensorio di Breuil-Cervinia, in Valle d’Aosta, tradizionalmente uno dei primi pronti per le prime curve in quota. Gli impianti sono già aperti da fine ottobre, ma dallo scorso giovedì, in aggiunta alle seggiovie Plan Maison, Fornet e Bontadini e allo skilift Baby La Vielle (oltre al tapis roulant di Plan Maison), è in funzione la seggiovia Pancheron. Inoltre è possibile sciare sulla parte alta della pista Ventina, con rientro al momento alla stazione funiviaria di Cime Bianche Laghi. Aperto il collegamento internazionale con la Svizzera (Zermatt), sia da Plateau Rosà che dal Colle del Theodulo (seggiovia Bontadini). Lo skipass giornaliero Italia costa € 38,50; Internazionale € 62,00. Aggiornamenti quotidiani sulle aperture piste e impianti: www.cervinia.it
Treeline, il nuovo film firmato Patagonia su sci, foreste e ambiente
Silenziosamente, pazientemente, gli alberi resistono. Sono gli esseri viventi più antichi che l'uomo conosce dalla sua comparsa sulla Terra. Offrono riparo, legna per il fuoco, ci fanno compagnia e, in alcuni casi, sono una vera e propria divinità. Sono ponti viventi verso lo sconfinato passato del nostro pianeta, le loro storie misteriose scritte negli anelli per secoli e persino millenni. Treeline, il nuovo film prodotto da Patagonia, celebra le foreste da cui la nostra specie è sempre dipesa, e attorno alla quale alcuni sciatori e snowboarder hanno basato le loro intere vite, portandoci in un viaggio tra i cipressi sacri del Giappone, gli imponenti cedri rossi della Columbia Britannica e gli antichi pini dai coni setolosi del Nevada, in compagnia di un gruppo di sciatori, snowboarder, scienziati e guaritori. Un film per unire la gioia dello sci alla sensibilità ambientale che viene proiettato in anteprima oggi alle 20 alla Cittadella dei Giovani di Aosta. Le prossime proiezioni al Patagonia store di Bologna l’8 novembre (19,30), al Patagonia store di Milano il 13 novembre (20) e a quello di Cortina il 15 dicembre (19,30).
LEAH EVANS - Tra i protagonisti di Treeline l’ambassador Patagonia Leah Evans, cresciuta sui declivi del comprensorio sciistico di Red Mountain. Leah è impegnata peri aiutare le donne a sviluppare il loro pieno potenziale sugli sci organizzando i camp Girls Do Ski. Risiede attualmente a Revelstoke, British Columbia.
https://youtu.be/VAuFIf2dNHk
Zabardast, arriva in Italia il film di sci girato nelle zone più remote del Pakistan
Un giorno Thomas Delfino, sfogliando distrattamente libri in una libreria, s’imbatte in Le più belle montagne del mondo e rimane ipnotizzato da una cima pakistana. Un pendio troppo bello per essere vero. Da quel momento diventa la sua ossessione. La vetta in questione è la torre nord Biacherani in una delle zone più remote del Paese. E l’obiettivo diventa organizzare una spedizione di freerider e cercare di sciarla. Nasce così Zabardast, il film di 54 minuti prodotto da Picture Organic Clothing, il marchio francese di abbigliamento eco, e Almo Film. Diretto da Jêrome Tanon, Zabardast sta riscuotendo molto successo oltralpe e verrà proiettato in diverse location italiane a partire da metà novembre (vedi elenco alla fine di questo articolo).
https://youtu.be/rBvsaIBsVJY
LA TRAMA - Girato in 4k in primavera, il film vede la partecipazione degli skier Léo Taillefer e Thomas Delfino e dello snowboarder Zak Mills. È a tutti gli effetti il diario di un’incredibile avventura freeride in una delle zone più remote del pianeta, che ha comportato un loop di 150 chilometri in autosufficienza, con slitte cariche di cibo liofilizzato, pannelli solari e tende. «Ho pensato il film come un diario collettivo e per questo ho chiesto ai protagonisti di scrivere ogni giorno una pagina di testo e il risultato finale è la trasposizione di questo viaggio, anche intimo, di ognuno di loro» ha detto il regista. Il viaggio è durato cinque settimane e ha comportato la partenza dal villaggio di Askole e la traversata del selvaggio ghiacciaio Nobande Sobande. Fino a qui la crew ha potuto contare sull’aiuto dei portatori Balti, poi tre settimane in totale autosufficienza. Superato lo Skam La Pass, a quota 5.660 metri, la spedizione ha raggiunto il ghiacciaio Sim Gang e lo Snow Lake Basin, uno dei luoghi più belli del mondo. Il rientro è avvenuto lungo il ghiacciaio Biafo. Zabardast non è solo sci, ma è anche un viaggio verso Islamabad con treni, improbabili motociclette, cavalli, un viaggio fatto di tanti incontri. Nel team, oltre agli sciatori, anche Helias Millerioux, Guida alpina di Chamonix con all’attivo oltre 15 spedizioni, e l’alpinista Yannick Graziani, con diversi 8.000 in curriculum.
CURIOSITÀ - Il regista Jêrome Tanon ha perso 10 chili ed era reduce da un infortunio ai legamenti crociati. I progetti iniziali hanno dovuto adeguarsi alle difficoltà tecniche incontrate e la tecnica di ripresa si è adeguata. Tanon ha voluto ispirarsi al capolavoro di Terrence Malick La sottile linea rossa, un film di guerra del 1998. «Zabardast offre l’atmosfera poetica di un film di guerra e anche le musiche, composte da Jonathan Saguez, sono simili a quelle utilizzate nei movie di guerra». Le riprese sono state effettuate da Pierre Fréchou & Julien Nadiras.
LE PROIEZIONI
Per informazioni sulle prime due serate: info@boardcore.it
Per informazioni sulle altre serate, nell’ambito del festival Montagna in Scena: www.montagnainscena.com
Bergamo - Giovedì 15 novembre
Cinema Conca Verde
Aosta - Martedì 20 novembre
Cittadella dei Giovani
Milano - Lunedi 10 dicembre
20.30-23.30 (apertura porte 20.00)
Cinema Orfeo - Viale Coni Zugna, 50
Torino - Martedì 11 dicembre
20.30-23.30 (apertura porte 20.00)
Ambrosio Cinecafè - Corso Vittorio Emanuele II, 52
Bologna - Mercoledì 12 dicembre
20.30-23.30 (apertura porte 20.00)
Cinema Teatro Antoniano - Via Guido Guinizelli 3
Firenze - Martedì 18 dicembre
20.30-23.30 (apertura porte 20.00)
Cinema La Compagnia - Via Camillo Cavour, 50/R
Roma - Mercoledì 19 dicembre
20.30-23.30 (apertura porte 20.00)
Teatro Orione - Via Tortona, 7
I sentieri neri sono il tema del Blogger Contest 2018
Fare emergere dalla vastità della rete esperienze e pensieri in forma di racconti che difficilmente riuscirebbero a essere visibili a un vasto pubblico e, non ultimo, creare una connessione fra le persone che coltivano la medesima passione per la scrittura. Quasi a contrastare la superficialità di tanti contenitori social, le storie che si raccontano nei blog personali sono piene di emozioni, poesia e, perché no, anche cultura. Proprio a partire da questa considerazione altitudini da sette anni organizza il Blogger Contest: un incontro tra autori che scrivono sul web e si presentano con una loro storia, o meglio con la loro unità multimediale. Infatti il Blogger Contest non è un concorso letterario e l’autore per partecipare deve inviare, oltre al testo, anche tre foto e indicare il blog o rivista digitale dove normalmente scrive. La giuria valuta l’intera unità multimediale. Skialper è media partner del Contest e diverse firme che leggete sulla nostra rivista le abbiamo scoperte grazie a questo coraggioso incubatore culturale delle terre alte.
SENTIERI NERI - Il tema della settima edizione del Blogger Contest prende ispirazione dal libro di Sylvain Tesson Sentieri Neri. Tesson è uno scrittore e viaggiatore francese che, dopo un brutto incidente, decide di percorrere la Francia a piedi, dalla Provenza alla Normandia. Tesson racconta la sua terra natia come un paesaggio impervio e sconosciuto, che si rivela soltanto percorrendo vie secondarie, i sentieri neri. Gli autori del Blogger Contest sono così chiamati a esplorare sentieri e antiche vie non più percorse che riescono a portarci in luoghi che parlano soltanto a noi, che risuonano con la parte di noi che spesso non vogliamo vedere e preferiamo ignorare.
COME SI PARTECIPA - Oltre alla sezione racconto breve gli autori possono presentare anche una storia sonora, o audio storia. Una narrazione, in cui il tema sentieri neriè trattato attraverso la scrittura con i suoni: audio testimonianze di persone ed eventi reali, paesaggio sonoro, elementi musicali, materiali di archivio… Le audio storie si possono poi ascoltare online sul web o scaricarle come podcast per ascoltarle comodamente da qualsiasi dispositivo mobile.A oggi quasi 300 autori hanno partecipato alle sei edizioni del Blogger Contest e tutti i racconti sono pubblicati sulla rivista altitudini.it. La giuria - composta da Franco Faggiani, scrittore e giornalista; Sandro Campani, scrittore; Eva Toschi, blogger e vincitrice del Blogger Contest 2017; Gianluca Stazi, autore di audio documentari; Stefano Lentati, communication consultant Salewa, Eleonora Bujatti, comunicatrice e autrice di eventi - indicherà sei vincitori e assegnerà quattro premi speciali, in due categorie: racconto breve e audio storia. Il valore dei premi offerti dagli sponsor è di 6.000 euro.Per partecipare c’è tempo fino al 31 dicembre 2018. Per saperne di più basta consultare la pagina del Blogger Contest sul sito www.altitudini.it. Sono sponsor del Blogger Contest.2018: Salewa, Suunto, Ferrino, AKU, Camp, PalaRondaTrek, Rifugio Lagazuoi, Adventure Awards Days.
Campo Base Ferrino
In un’epoca di globalizzazione e delocalizzazione arrivare in un grande capannone alle porte di Torino e trovare interi reparti al lavoro a cucire, tagliare e disegnare articoli sportivi fa una certa impressione. Se poi questi articoli sono tende e zaini che, come la gran parte degli altri prodotti tessili, sono realizzati in Estremo Oriente, lo stupore è ancora più grande. «Dal reparto di progettazione vera e proprio si passa a quello di prototipazione che nella pratica è un piccolo reparto di produzione, mentre al piano inferiore c’è un settore più grande che produce le tende per la Protezione Civile e le organizzazioni umanitarie» dice Marco Chiaberge, responsabile ricerca e sviluppo di Ferrino. Usciamo dalla stanza dove ci sono i computer e si disegnano i nuovi modelli per mettere piede in due stanze attigue dove un piccolo esercito (è proprio il caso di dirlo, visto che Ferrino produce tende e zaini per diversi reparti militari, non solo italiani) è al lavoro. Nel primo vano ci sono i macchinari per i controlli qualità interni, fatti a campione su tutti i prodotti: abrasione, pilling, impermeabilità, trazione, lacerazione, si controlla tutto. Dalla stanza più grande arriva un rumore di macchine da cucire. Su un lato fa bella mostra una grande tenda militare con i montanti gonfiabili. «È un modello che l’esercito francese usa come comando in quota» dice Marco. Alle macchine da cucire si tagliano i pezzi di tessuto per un nuovo zaino da hiking e lo zaino airbag che verrà presentato a Ispo 2019. Non è facile a Torino, che in passato aveva una grande tradizione nell’industria tessile, trovare ancora manovalanza con la giusta esperienza e manualità nel cucire e tagliare ed è proprio questa la sfida e l’orgoglio al tempo stesso di Ferrino. «Le grandi produzioni avvengono poi in Estremo Oriente, ma parte tutto da qui e a Shanghai abbiamo un ufficio con dei dipendenti, dai fornitori arriviamo con un progetto ben preciso che devono solo eseguire, a noi poi spetta controllare la qualità».
COME NASCE UNA TENDA - Flashback. Torniamo indietro. Prima di arrivare sul mercato uno zaino o una tenda Ferrino,quelli che vediamo esposti in azienda o che stanno prendendo forma nel reparto prototipia,ha una gestazione di un anno, un anno e mezzo. Dipende. Dipende da come vannoi test. Tutto infatti nasce dalle prove sul campo di un ristretto gruppo di Guide alpine eprofessionisti. Il primo prototipo, che poco o nulla ha a che vedere nel look con quello chearriverà sul mercato, viene portato in montagna. Successivamente zaini e tende vengonomodificati sulla base delle indicazioni dei testatori e si valuta con l’ufficio commerciale sesono in linea con le richieste del mercato, poi si passa ai test su un ristretto gruppo di consumer.
I CAMPI PROVA - Un valido aiuto sono i campi prova allestiti in estate e in inverno al rifugio Toesca, a quota 1.710 metri, in Val di Susa, e in estate al Quintino Sella, a 3.585 metri, nel gruppo del Monte Rosa, per il materiale più tecnico e da alta quota. Dopo questo lungo processo si riprende in mano il prodotto e si producono altri prototipi, fino ad arrivare anche alla giusta palette di colori. I professionisti hanno fatto la storia e la fortuna di un marchio che nel 2020 festeggerà i 150 anni. Le loro esperienze estreme sono state utilizzate per la realizzazione di nuovi prodotti per affrontare l’outdoor nelle peggiori condizioni. Come non ricordare Reinhold Messner, dalla cui esperienza sono nate le migliori tende da spedizione e alta montagna, ma anche Ambrogio Fogar, le traversate in solitaria del deserto di Carla Perrotti, oppure le spedizioni antartiche dell’ENEA, Gnaro Mondinelli o Simone Moro?
SUL MONTE ROSA - L'elicottero sale veloce, improvvisamente dalle periferie di Torino ci troviamo ai 3.585 metri del Rifugio Quintino Sella al Felik, alle pendici del Castore e del Lyskamm. Qui, da più di vent'anni, Ferrino allestisce un campo base con le tende della linea HighLab, un nome che non è solo una mera esigenza di marketing ma testimone di quello che è a tutti gli effetti un laboratorio in quota. Gli alpinisti di passaggio infatti possono provare il materiale dormendo (gratuitamente) qui per una notte, in cambio il loro feedback viene raccolto su dettagliate schede che tengono conto delle condizioni fisiche dei testatori e di quelle ambientali. I dati vengono poi spediti a Torino ed elaborati dai tecnici per capire come le loro idee si comportino effettivamente sul campo, utilizzate da utenti normali che rispecchiano poi le esigenze del cliente. Già, perché a volte tester di altissimo livello non sono sufficienti, anzi, a volte se ne escono con idee un po' strampalate e non sempre commerciabili: ad esempio i fratelli Franchini, per una spedizione sulle Ande, si sono fatti preparare su misura un sacco a pelo matrimoniale e una tenda monotelo per essere ancora più leggeri. È solo combinando le richieste di alpinisti diversi tra loro che si può arrivare a un prodotto di alta qualità e, allo stesso tempo, perfettamente funzionale. Un esempio? I sacchi a pelo offerti ai fruitori dell'Highlab al Felik sono gli stessi che accompagnano nelle sue spedizioni himalayane Adriano Favre, direttore responsabile del Soccorso Alpino Valdostano e anima del progetto.
LA STORIA - Storia esemplare quella della Ferrino. Torino, 1870, via Nizza 107. Cesare Ferrino è titolare di un negozio di vernici. Alcuni anni prima si è recato in Germania a studiare nuovi procedimenti per la realizzazione di tessuto e tele e ha acquisito un brevetto in esclusiva per l’Italia per rendere totalmente impermeabili le tende. Nasce così la prima produzione industriale per la produzione di tele cerate, spesso utilizzate sulle automobili, per esempio le Fiat. Negli anni però la produzione di tende da campeggio diventerà sempre più importante con modelli specifici per le vacanze o le spedizioni. Oggi, a soli due anni dal centocinquantesimo giubileo, Ferrino ha in catalogo tutto quello che serve per l’outdoor, dall’abbigliamento ai sacchi a pelo, ma tende da montagna e da spedizioni e zaini rimangono il core business dell’azienda torinese.