Che sfide al Vertical Vioz
Al Vertical Vioz si rinnova la sfida tra Davide Magnini e Patrick Facchini, che lo scorso anno si classificarono nell’ordine, primo e secondo. Domenica 15 luglio è in programma l’edizione 2018 della prova del Trentino Vertical Circuit. E sarà lotta anche per la generale del circuito: Magnini si è imposto nella prima tappa del circuito a Roncone, proprio davanti a Facchini, che ha invece conquistato due secondi posti nelle due prove fin qui disputate, argento a Roncone e anche nello scorso weekend al Verticale del Cornon, battuto nell’occasione da Nadir Maguet.
Al femminile, invece, gli occhi saranno puntati sulla comasca trapiantata in Trentino Paola Gelpi, che al pari di Magnini tornerà per provare a difendere il titolo conquistato dodici mesi fa e per provare dunque a inserire un'altra volta il proprio nome nell'albo d'oro della manifestazione. Ai due vincitori, inoltre, andrà il trofeo #KingOfVioz, con un montepremi speciale di 1000 euro (500 al primo classificato maschio e 500 alla prima donna). Il via alla gara verrà dato alle ore 9,30 dal Doss dei Cembri, a quota 2315 metri, con arrivo ai 3535 metri del rifugio Mantova, raggiunto percorrendo il sentiero Sat Cai 105. Lo sviluppo del percorso è di 6 chilometri, con un dislivello positivo di 1220 metri.
Gli organizzatori, però, si sono preparati per ogni evenienza e hanno approntato anche un percorso B, qualora l’instabilità meteorologica tipica della stagione estiva in alta quota dovesse imperversare. In caso di maltempo, i concorrenti si confronteranno su un tracciato alternativo, studiato ad hoc per garantire la massima sicurezza agli atleti e, al tempo stesso, mantenere un elevato livello tecnico.
Lo start, in quel caso, verrebbe dato dai 2000 metri del Rifugio Scoiattolo, con arrivo a Pejo 3000. I runner e tutto il personale di gara usufruirebbero della Cabinovia Tarlenta per accedere alla zona di partenza e della Funivia Pejo 3000 per la discesa a valle.
Da ricordare, per tutti i partecipanti, il briefing obbligatorio con il direttore di gara alle 7,30 di domenica mattina nella piazza delle Terme di Pejo, momento in cui verrà comunicato il percorso di gara. Le iscrizioni, che si sono infittite negli ultimi giorni, sono ancora aperte, disponibili online sul sito www.endu.net.
Numeri record alla Transcivetta Karpos
Saranno 1.020 le coppie che domenica 15 luglio, daranno vita alla trentottesima edizione della Transcivetta Karpos, gara che si snoda nelle Dolomiti bellunesi: partenza da Listolade a arrivo ai Piani di Pezzè di Alleghe, correndo per 23 chilometri su e giù per i sentieri ai piedi della parete del Civetta, toccando i rifugi Capanna Trieste, Vazzoler, Tissi e Coldai. 1950 metri di dislivello positivo e 870 quelli di dislivello negativo. Il via verrà dato alle 9 per i concorrenti della competitiva, alle 9.15 per quelli della non competitiva. Il tempo massimo è fissato in 6 ore e trenta. Sono stati fissati anche dei cancelli orari: 12.00 al rifugio Vazzoler,13.15 al rifugio Tissi, 14.30 al rifugio Coldai.
«La richiesta di iscrizioni di questo 2018 ci avrebbe permesso di surclassare le mille coppie raggiunte negli ultimi anni: le richieste hanno infatti superato quota 1200 - spiega Erminio Ferretto, del comitato organizzatore -. Ragioni organizzative, legate alla logistica e alla sicurezza, non ci hanno però permesso di accogliere così tanti concorrenti: abbiamo fatto uno sforzo per sforare il tetto fissato a mille coppie, accogliendone ulteriori venti. Ci dispiace davvero per coloro che sono rimasti esclusi, nelle prossime settimane ci metteremo al lavoro per vedere se ci sarà la possibilità di incrementare il numero di atleti al via nelle prossime edizioni». Oltre che per i primi classificati delle tre categorie (maschile, femminile e mista), diversi saranno i riconoscimenti per i protagonisti della Transcivetta Karpos. Tra questi, di particolare interesse quello che andrà alle coppie che eventualmente saranno in grado di battere il record del tracciato: un soggiorno di una settimana in Sardegna. Questi i record da battere: coppie maschili 2h01'22 (2017 Luca Cagnati-Nicola Spada); coppie femminili 2h44'17” (2011 Jennifer Senik-Martina Valmassoi); coppie miste 2h30'29” (2014 Mirko Righele-Federica Boifava).
OUT sfiora quota 3000
Si avvicina l’Orobie Ultra Trail, in programma il 27-28 e 29 luglio. Un’edizione, quella del 2018, che è stata a lungo a rischio per mancanza di certezze economiche e che verrà organizzata grazie all’accordo con alcune aziende del territorio che credono nella gara e sono pronte a sostenerla nei prossimi tre anni. Una boccata di respiro per quella che in pochi anni, grazie alla difficoltà del percorso e alla bellezza dei paesaggi, con l’arrivo nel cuore di Città Alta, una delle perle artistiche del Belpaese, è diventata una grande classica. L’interesse del pool di aziende locali permette anche di progettare a medio termine, con una distanza maratona nei sogni degli organizzatori, che hanno già aggiunto alle due lunghezze regine (140 km e 9.500 m D+ OUT, 70 km e 4.200 m D+ GTO) il Bergamo Urban Trail di 20 km e 700 m D+. Proprio organizzatori e aziende hanno presentato le principali novità nei giorni scorsi nella cornice del Castello di Valverde, alle porte della Città Alta.
AZIENDE PER IL TERRITORIO - Sono diverse le realtà locali pronte a sostenere OUT, a partire da Lovato Electric e Scame, attive nel campo dei prodotti elettrici e dell’automazione industriale, fino a Elleerre che produce materiale promozionale. Alcuni marchi forniranno prodotti presenti ai posti tappa o al pasta party, come la pasta proteica marchiata CMP Campagnolo o la birra ELAV o ancora le acque Bracca e Pineta. Inoltre alcune realtà, come per esempio Lovato Electric, parteciperanno alle gare con una squadra di atleti-dipendenti-manager in un’ottica di sensibilizzazione salutistica.
NUOVO RACE CENTER - Il cuore della manifestazione, con race office, servizi per i runner e tanto altro si sposta dal palazzetto dello sport alle piscine Italcementi e si punta sempre più sulla sostenibilità ambientale con le maglie finisher in cotone bio e le 150.000 tovagliette dei rifugi in carta riciclata. Intanto sono oltre 2.700 gli iscritti, in arrivo da 30 nazioni e 5 continenti, 200 gli stranieri e il numero potrebbe salire ancora perché le iscrizioni al Bergamo Urban Trail sono ancora aperte.
VOLONTARI - Si cercano ancora volontari, utilissimi per il successo della manifestazione. Si va dai volontari di logistica, a quelli dei punti di ristoro o del percorso e di disallestimento dello stesso. Per chi fosse interessato esiste un sito dedicato: volontariout.it
Dolomyths Run, sabato il debutto con il Sellaronda
All’alba di sabato 14 luglio farà il proprio debutto ‘Dolomyths Run’, il nuovo brand che raccoglie le tre storiche competizioni di corsa in montagna, ovvero Sellaronda Ultra Trail, Dolomites Vertical Kilometer e Dolomites SkyRace, da quest’anno con la nuova denominazione di Ultra, Vertical e Sky, tutte in programma nel breve spazio di dieci giorni, per dare la possibilità agli appassionati della corsa e della montagna di vivere una vacanza attiva tra le più belle vette montuose del mondo. L’apertura spetterà alla Dolomyths Run Sellaronda Ultra Trail, che sabato vedrà schierati ai nastri di partenza oltre 400 concorrenti, provenienti da ben 22 nazioni, ricordando che la gara è inserita nel circuito delle Skyrunner Italy Series. Nella starting list saranno rappresentati tutti i principali Paesi europei, ma non mancheranno atleti anche da oltre Oceano, provenienti addirittura da Brasile, Stati Uniti, Messico e pure India, giusto per citarne alcuni.
Gli atleti in gara si confronteranno sul Gruppo del Sella, fra Trentino, Alto Adige e Veneto, chiamati a coprire 61,050 chilometri e 3378 metri di dislivello positivo attraverso le quattro valli ladine dolomitiche, ovvero Fassa, Gardena, Badia e Livinallongo, con transito dai centri abitati di Selva, Corvara, Arabba e Canazei. I concorrenti affronteranno il Passo Sella, la salita sulla Dantercepies, il Passo Campolongo, il Bec e Roces e l’ascesa al Passo Pordoi, a precedere l’ultima discesa che porta all’arrivo di Canazei. Lungo il percorso saranno allestiti numerosi punti di ristoro e assistenza, ricordando che i vari cancelli orari saranno verranno chiusi dopo 3 ore (a Selva), dopo 6 ore (a Corvara), dopo 9 ore (ad Arabba) e dopo 13 ore (a Canazei).
Il weekend della Dolomyths Run Ultra inizierà già venerdì 13 dalle 15 alle 19.30 con la distribuzione dei pettorali presso sala consiliare del Municipio, mentre alle 18,30 è previsto il briefing tecnico nello stesso luogo e alle 20,30 la cerimonia d’apertura con la presentazione della Dolomyths Run Week in piazza Marconi, a Canazei.
Nella gara maschile il pronostico si annuncia incerto, con tanti specialisti al via. Tra di loro spiccano i nomi del bergamasco Luca Carrara, il valdostano Davide Cheraz, il trentino Michele Tavernaro e il modenese Matteo Pigoni, mentre nella gara femminile – starting list alla mano – la principale candidata al successo è la veneta Cristiana Follador, già protagonista nelle passate edizioni dell'evento. Nella lotta per il successo potrebbe inserirsi anche qualche atleta straniero, con l’elenco partenti che andrà a definirsi nelle prossime ore.
Nel weekend successivo, quindi, toccherà alle gare Vertical (venerdì 20 luglio) e Sky Race (domenica 22 luglio), che vedranno al via come di consueto tutti gli atleti top a livello mondiale delle due specialità.
Giochi 2026, una commissione per scegliere la sede candidata per l’Italia
Tutto secondo copione: nella riunione del CONI di martedì la decisione ’di inviare al CIO una candidatura italiana ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026 - si legge su Coni.it - . Il nome della candidata sarà deciso nella prossima riunione del Consiglio Nazionale dopo che un’apposita commissione di valutazione, nominata dalla Giunta Nazionale, avrà esaminato nel dettaglio i tre studi di fattibilità, formulando una relazione’. Una commissione che sarà coordinata dal segretario generale del CONI, Carlo Mornati e sarà composta da Franco Chimenti (vice presidente vicario CONI), Alessandra Sensini (vice presidente CONI), dai due presidente delle federazioni olimpiche invernali, Flavio Roda e Andrea Gios, Valentina Marchei (Commissione atleti CONI), Jacopo Luchini (atleta paralimpico) e dai membri italiani del CIO, Franco Carraro, Mario Pescante, Ivo Ferriani (che è anche presidente della Federazione Internazionale Bob e Skeleton), Manuela Di Centa e Ottavio Cinquanta.
Dynafit arricchisce la collezione da Alpine Running per l’estate 2019
La primavera-estate 2019 di Dynafit sarà particolarmente ricca di novità in chiave fast & light. O speed up… come vuole l’immagine aziendale. Il marchio del leopardo delle nevi non era presente alla fiera Outdoor di Friedrichshafen, ma abbiamo avuto la possibilità di vedere i nuovi prodotti direttamente nello show room aziendale. Scarpe, ma anche zaini tra gli highlight 2019, senza dimenticare l’abbigliamento, che si sta sempre più segnalando come uno dei più trendy nei punti vendita, grazie a colori particolarmente apprezzati, ma anche a tante soluzioni pratiche, dalle tasche al sistema ZipOver per indossare lo zaino sotto alla giacca antipioggia in Gore-Tex Shakedry.
SEMPRE PIÙ FELINE - La prima novità per chi ama correre tra i monti è il pensionamento di Vertical e Vertical Pro a favore della nuova Feline Up Pro e della Feline Up. La prima è il top di gamma, per atleti, la seconda leggermente meno ‘spinta’, ma nella sostanza molto simile. La principale differenza, oltre alle colorazione (Up Pro ha un’unica versione nera e arancione, mentre Up può contare su due tonalità femminili e tre maschili) è nell’utilizzo delle stringhe tradizionali al posto del sistema stile speedlace di Up Pro. Peso davvero piuma di 230 gr per Up Pro e 250 per Up (220 il modello da donna), grazie anche all’utilizzo della tecnologia Litebase di Vibram (mescola Megagrip), che riduce spessori e toglie grammi alla bilancia. Pensata prevalentemente per la salita e quindi i vertical, come la vecchia Vertical è in realtà molto di più e va benissimo anche per skyrace. Il drop è di 4 mm. Sarà molto probabilmente una delle sorprese della prossima stagione e andrà a insidiare i modelli top della stagione in corso. Feline Up Pro e Feline Up non sono però le uniche novità footwear: fa la sua comparsa infatti Trailbreaker Evo, modello un po’ più ‘muscoloso’ e alto della sorella Trailbreaker.
ZAINI E ABBIGLIAMENTO - Dopo il 12 e il 18 litri, arriva anche uno zaino intermedio, da 15 litri, Ultra 15 Backpack (265 gr), previsto anche nella versione per gli atleti top (Ultra Pro 15 Backpack) che ha in più una pratica pettorina per proteggersi dal vento in discesa, ripiegabile nel taschino dello spallaccio. In arrivo inoltre il più minimalista degli zaini vest, Alpine Running Vest, davvero essenziale e impercettibile quando indossato, tanto da fare concorrenza alle cinture. Pesa 76 gr, poco più del doppio della Alpine Running Belt, cintura elastica con diverse tasche. Diverse novità anche nell’abbigliamento per correre in montagna dove il runner può contare su ben tre outfit per sesso, Vertical, Alpine e Ultra, il top di gamma per atleti evoluti. Nuovi colori ma anche capi ridisegnati tra maglie tee e pantaloni 2 in 1.
Sabato è tempo di BUT Formazza
Ci siamo: mancano ormai pochi giorni all’edizione di BUT Formazza che per la prima volta si disputerà interamente di sabato, il 14 luglio. La gara lunga non sarà più la 83 km, ma il Bettelmatt Trail, 52 km, con il passaggio alla Cascata del Toce, da sempre fiore all’occhiello della Valle con il suo salto da 143 metri. Confermatissime le altre gare, Bettelmatt Sky Race da 35 km e Bettelmatt Race da 22. Tutte le gare avranno partenza e arrivo nella conca di Riale Formazza, a oltre 1.700 metri di quota. Gli atleti sembrano aver gradito queste novità: sono già oltre 720 gli iscritti alle diverse distanze di BUT Formazza, di ben 13 nazionalità diverse. Tra gli atleti in gara, Francesca Canepa, Andrea Macchi, Fabio Di Giacomo, Riccardo Montani, Stefano Trisconi, Max Valsesia, Luca Sogni, Giulia Torresi, Alessandra
Betteo e Federica Schiavini.
PERCORSI – La gara regina è il Bettelmatt Trail, 52 km con partenza e arrivo a Riale: il primo tratto ricalcherà il percorso storico della 35 km; dopo la prima asperità, la salita verso il Lago Toggia, a quasi 2.200 metri, il percorso prosegue ancora in salita, ma più dolce, fino al Passo San Giacomo e poi ancora verso il Passo Gries (2.479 metri). Da qui inizia una vera e propria ‘picchiata’ verso l'Alpe Bettelmatt. Dall'alpeggio che ha dato il nome al rinomato formaggio il percorso risale verso il Ghiacciaio del Siedel, per poi arrivare al punto più alto della gara, il Rifugio 3A, a sfiorare quota 3.000 metri di altezza. Dal Rifugio inizia una lunga discesa, che costeggiando il Lago del Sabbione scenderà verso il Lago di Morasco; da qui inizia la parte nuova del percorso, con una lunga risalita verso il Passo Nefelgiù, a quota 2.583 metri, secondo punto più alto del percorso. Ancora una lunga discesa farà perdere quota, passando dal lago Vannino, fino ai 1.285 metri di Ponte Formazza; a quel punto ci sarà il passaggio più atteso del 2018, nei pressi di quella Cascata del Toce che per la prima volta viene inserita nel percorso di una gara dell’evento BUT. Immutati i percorsi di Bettelmatt Sky Race da 35 km (1940 m D+) che a Morasco, invece di risalire, scende verso Riale, e della 22 km (750 m D+) che dall’Alpe Bettelmatt scenderà direttamente verso Riale. Nei punti più esposti a Nord dei tre percorsi più lunghi c’è ancora neve, ma non più che in altri anni: l’organizzazione sta già lavorando per mettere in sicurezza tutto il percorso.
Giochi 2026, martedì la riunione della Giunta del CONI, ma Cortina, Milano e Torino dovranno aspettare
Martedì alle 12.30 a Roma ci sarà la riunione della Giunta Nazionale del CONI: si parlerà dei Giochi Olimpici 2026 di sicuro, ma non si saprà ancora quale sarà la sede candidata per l’Italia, scelta tra Cortina, Milano e Torino, piuttosto solo la data di quando sarà annunciata. Quasi sicuramente entro luglio, perché già a ottobre il CIO dirà nel congresso di Buenos Aires chi saranno le candidate, mentre la decisione dell’assegnazione definitiva sarà a settembre del 2019 a Milano. Ci vuole più tempo per esaminare i dossier, il Governo ha detto sì (con l’indicazione che sia una Olimpiade low cost), tocca, però al CONI decidere. Anche perché chi vince la sfida interna ha davvero buone possibilità di vincere anche quella internazionale. Perché dopo Sion si è ritirata anche Graz (e l’Austria) e in Europa resta solo Stoccolma. C’è ancora il Giappone (ma dopo le ultime due edizioni in Asia, il CIO vorrebbe tornare in Europa, e dunque Sapporo potrebbe pensare al 2030), il Canada (ma a Calgary inizia a crescere il fronte del no) e la Turchia. Potrebbe essere soprattutto una partita Italia-Svezia (che i Giochi invernali non li ha mai ospitati): il governo svedese non ha ancora espresso il suo appoggio, magari al CIO potrebbe di nuovo esserci la doppia assegnazione con 2026 all’Italia e 2030 alla Svezia (o al Giappone). E poi pesano le parole del presidente FIS, Gianfranco Kasper, in una una intervista all’Adnkronos. «Credo che l’Italia abbia veramente una grande possibilità questa volta, soprattutto perché dopo la Svizzera anche l’Austria è uscita dalla corsa. Tra le tre candidature italiane quella che conosco meglio è quella della Lombardia. Posso dire che le possibilità sono tante, e che l’Italia in questo momento è veramente favorita, ma la scelta tra le tre dipende dal CONI». Milano dunque favorita sulle altre? Cortina e Torino non si arrendono, vedremo. Chissà, magari una soluzione ‘mista’ con una città sede candidata, e altre che invece ospitano qualche gara?
Michele Boscacci e Alba De Silvestro primi al Lattebusche vertical kilometer
A Monte Croda di Domegge di Cadore, sulle Dolomiti Bellunesi, tempo di Lattebusche vertical kilometer dove brillano gli azzurri dello ski-alp: vittoria (con record) di Michele Boscacci e Alba De Silvestro. 2,7 chilometri di sviluppo e 1000 metri di dislivello, con partenza da Vallesella di Domegge e arrivo a Monte Croda: un vero e proprio ‘muro’ che Miky Boscacci ha percorso in 32'59”, facendo registrare il record del tracciato. Fin dai primi metri serrato duello con colui che deteneva il record, vale a dire Manuel Da Col, secondo a 12” di distacco da Boscacci. A completare il podio, con un distacco di 3'03”, il friulano Tiziano Moia. Nella gara a imporsi è stata Alba De Silvestro. Seconda e terza posizione per Cecilia De Filippo, staccata di 1'23” dalla vincitrice, e per Martina Valmassoi, al traguardo con 1'45” di ritardo.
Stava Mountain Race, volano Martin Stofner e Annelise Felderer
La tredicesima Stava Mountain Race, tappa de La Sportiva Mountain Running Cup, parla decisamente altoatesino. A trionfare sul nuovo percorso, che finalmente gli organizzatori dell’Us Cornacci sono riusciti a proporre in maniera integrale, sono stati i due corridori del cielo di Sarentino: Martin Stofner e Annelise Felderer. Una prima volta in Val di Fiemme per entrambi, dopo una prima parte di gara particolarmente combattuta con repentini cambi di leadership. Alla fine sul traguardo di Tesero, dopo aver percorso 24,480 metri di sviluppo e 1714 metri di dislivello positivo, Stofner ha terminato la sua fatica con la prestazione di 2h06’11”, mentre la Felderer è giunta con il tempo di 2h32’49”.
La sorpresa di giornata è invece giunta dall’atleta di casa Stefano Gardener, fondista cresciuto proprio nel vivaio della Cornacci e che ha partecipato a gare di Coppa del Mondo sugli sci stretti, addirittura secondo, con un ritardo di 1’55” dal vincitore, ma in testa al gruppo fino al passaggio ai 2150 metri di Croce Cornon. Stofner e Gardener hanno combattuto fino a metà tracciato: in località Sforcelin (1847 metri) era davanti l’altoatesino, al Cornon il fiemmese, nella discesa che portava alla località La Bassa ancora il runner di Sarentino, che poi però non ha più ceduto la testa della gara, seppure il teserano si fosse fatto sotto ai 2358 metri di Cima Agnello.
Giornata trionfale dunque per Martin Stofner, lo scorso anno quinto sul traguardo fiemmese, e in questa occasione davvero in grande spolvero, tant’è che è riuscito a lasciarsi alle spalle - oltre a Gardener - anche Gil Pintarelli, il leader del circuito La Sportiva Mountain Running Cup. Il rabbiese d’adozione che nella prima salita era spalla a spalla con Stofner e addirittura in testa al Sforcelin, cedendo poi alla maggiore freschezza dei due rivali ed ha concluso la sua prova con un ritardo di 3’10” dal vincitore. A ridosso del podio sono poi giunti due spagnoli del Team La Sportiva, ovvero il giovane Ismail Razga (a 4’19”) e Miguel Caballero Ortega, vincitore alla Stava Mountain Race del 2011, con un distacco di 10’56”. In classifica poi troviamo Nicola Pedergnana (sesto), esperto di vertical che ha deciso di cimentarsi in maniera positiva su una gara distance, quindi Christian Modena, Fabiano Roccabruna, Roberto Bresciani e Giacomo Forconi, che chiude la top ten.
Anche nella sfida al femminile chi è transitato per primo a Croce Cornon, poi ha dovuto cedere il passo. Sulla cresta che sovrasta l’abitato di Tesero e dal quale prende il nome anche la società sportiva locale, era transitata per prima Stephanie Jimenez, con una decina di secondi su Annelise Felderer, mentre terza era transitata la fassana Nadia Scola. La competizione ladies si è risolta anche in questo caso nel tratto nervoso fra il Doss dei Branchi e Cima Agnello, quando l’altoatesina è riuscita ad agganciare e superare la Jimenez, mentre da dietro ha recuperato la bergamasca di Palazzago Daniela Rota, mentre ha ceduto Nadia Scola. Sul Monte Agnello la Felderer è passata in solitaria nel punto più alto della gara, precedendo la Jimenez e la Rota. Posizioni mantenute anche al traguardo, dopo 1680 metri di dislivello negativo. Annelise Felderer ha chiuso la sua prestazione con il tempo di 2h32’49”, quindi Stephanie Jimenez a 5’37”, Daniela Rota a 7’40”, la spagnola Maite Maiora a 10’44”, Wiktoria Piejak a 16’26”, Nadia Scola a 16’41”, Irati Zubizarreta ad oltre 25 minuti.
Pizzo Stella Skyrunning a Daniel Antonioli e Martina Chialvo
Pizzo Stella Skyrunning, due gare due differenti tracciati, un unico grande spettacolo. In 300 al via della gara dell’Alta Valle Spluga. Nella inedita sky da 20 km (con 1700 metri di dislivello) successo per il ruandese Jean Marie Myasiro e la lecchese Fabiana Rapezzi. Nella prova principe da 35 km (e 2650 metri di dislivello) la riconferma di Daniel Antonioli e la prima volta della piemontese Martina Chialvo. Giunta alla sua quarta edizione, la corsa a fil di cielo disegnata tra le valli alpine di Spluga, Lei e Bregaglia aveva una doppia valenza: tappa di Italy Series e prova del circuito lombardo Valetudo Serim.
MARATHON - Sempre al comando dall’inizio alla fine il polivalente atleta lecchese del Cs Esercito è riuscito nuovamente a incidere il proprio nome nell’albo d’oro di questa classica di metà estate. Per Antonioli, già vincitore nel 2016 e secondo lo scorso anno dietro a De Gasperi, una vera e propria standing ovation quando ha stoppato il cronometro sul tempo di 3h47’13”. Sul podio con lui il ruandese della Valetudo Jean Baptiste Simukeka (3h53’22”) e l’altro atleta del presidente Giorgio Pesenti, Paolo Bert ( 3h55’13”). Quindi un filotto di valtellinesi nel quale spiccano i nomi di Erik Panatti 4°, Valentino Speziali 5° e Dario Martocchi 6°. Completano una top ten di buon livello Diego Martinoli, Paolo Poli e Dario Songini.
Nella gara in rosa Martina Chialvo del Valle Varaita, a soli sette giorni dalla Maratona del Cielo, ha saputo imporre il proprio ritmo alle dirette avversarie, transitando in solitaria sotto la finish line di Fraciscio. Per lei un crono di 4h58’28” e un primo posto mai in discussione nei vari passaggi a Sommavalle, Val di lei, Angeloga, Motta e Campodolcino. Alle sue spalle altre due esordienti su questo tracciato, la moldava del Valetudo Crina Buzgan (5h08’13”) e la lecchese dell’As Premana Chiara Gianola (5h15’35”). Tra le migliori cinque di giornata anche Cristiana Follador e Patrizia Pensa.
SKYRACE - Non solo marathon. I 100 atleti al via hanno promosso a pieni voti anche la 20k con passaggi a Angeloga e lago Nero. Difficile chiamarla evento di contorno visto il livello degli atleti al via. Su tutti ha prevalso il ruandese della Valetudo Jean Marie Myasiro che dopo una serrata sfida con il morbegnese Marco Leoni ha passato per primo il traguardo in 2h01’06”. Secondo l’alfiere del Team Valtellina in 2h02’03”, mentre terzo è giunto il lecchese dell’As Premana Luigi Pomoni.
Al femminile ennesima buona prova per la lecchese dell’Osa Valmadrera Fabia Rapezzi, prima in 2h34’10”. Secondo ancora una lecchese, questa volta in forze al Team Pasturo, Debora Benedetti (2h39’18”). Terza assoluta si è invece piazzata Elisa Pallini del Cortenova in 2h41’46”.
Nuova vittoria di Alberto Comazzi e Cristian Minoggio alla Pierra Menta estiva
a Pierra Menta estiva è ancora di Alberto Comazzi e Cristian Minoggio: nell’ultima tappa si sono ‘accontentati’ di gestire il vantaggio, dopo due successi, terzi di tappa alle spalle di Jordi Gamito Baus e Ivan Camps e di Tom Owens e Ricky Lightfoot . Comunque tenendosi alle spalle i secondi delle generale, Germain Grangier e Sylvain Camus: 9h55’47” il tempo complessivo dei due azzurri, 10h02’13”, quelli dei francesi. Terzi Gamito Baus-Camps in 10h29’47”, quarti Andy Symonds e Martin Gaffuri , quinti Jean-Marc Martin e Remi Piegelin. Al femminile dominio delle statunitensi Hillary Gerardi e Katie Schide.