L’Atletica Valli Bergamasche detta legge sui sentieri di casa

Niente da fare, in casa non li batti: gli Orange di Privato Pezzoli la spuntano anche quest'anno portandosi a casa per il nono anno consecutivo il Trofeo Valli Bergamasche. Secondo piazzamento per una Atletica Valle Bremabana che tenta di far saltare il banco, ma gli manca davvero poco. Completa il podio la sorpresa di giornata del Team Tornado. Nella gara femminile assolo di Elisa Sortini davanti a Colli e Belotti.
Scaldati i motori e lucidate le scarpette è definitivamente iniziata la stagione 2019 della Corsa in Montagna italiana e come da tradizione è il Monte Beio della storica Leffe, luogo di nascita della nazionale italiana ad ospitare il primo atto di quella che sarà una lunghissima ed avvincente stagione.
Fin dalle prime battute di gara è duello tra gli ‘orange’ di Luca Cagnati e l’Atletica Valle Brembana con Nadir Cavagna. Tutto segue il copione: Cavagna consegna le sorti della gara al compagno Matteo Bonzi chiudendo in 32’42” (miglior crono di giornata) con 30” di vantaggio su Cagnati (33’12”) che passa il testimone ad Alessandro Rambaldini. Molto bene fin dall’inizio anche il Team Tornado: Gabriele Bacchion chiude la sua frazione in 33’22”, terzo davanti a Bernard Dematteis (Corrintime).
La sfida continua con il sorpasso di Rambaldini che chiude la seconda frazione in 33’53” davanti al coraggioso Bonzi (34’56”) che cerca di ridurre al minimo il distacco dalle Valli sperando nella terza frazione del compagno Francesco Puppi.
Rientro fortunato e premiato quello del valdostano Xavier Chevrier che dopo un lungo periodo di infortunio si ripresenta a Leffe per aiutare la sua squadra a confermarsi ancora una volta sul più alto gradino del podio. E si conclude così la sfida del XVI Trofeo Valli Bergamasche, Chevrier (33’32”) porta gli orange alla nona vittoria consecutiva. Tempo complessivo dei 3 giri da poco più di 8km: 1h40’38”. Secondo posto per l’Atletica Valle Brembana in 1h41’14” e terzo grazie alle frazioni dei fratelli Italo e Roberto Cassol il Team Tornado con il crono di 1h43’25”.
Quarti classificati i nero-verdi della Recastello Radici Group (Piana-Ruga-Della Torre) che si aggiudicano anche la classifica per società, quinta la bresciana Corrintime (Bernard Dematteis-Cristini-Martin Dematteis). Ultima frazione velocissima per Martin Dematteis che chiude in 33’12” terzo miglior tempo di giornata tra tutte le frazioni.
Al femminile è vittoria di Elisa Sortini (Atletica Alta Valtellina) che distacca la sfidante Gaia Colli, che aveva provato nelle prime battute di gara a stare con la vincitrice che però ha la meglio e conclude la gara in 38’05”. Secondo posto quindi per Colli (39’59”) seguita da Valentina Belotti (40’34”) e vicinissima al podio Elisa Compagnoni (40’54”) che precede Galassi e Gelmi.


Sarà ancora Limone a ospitare la finale delle Migu Run Skyrunner World Series

Per la settima volta consecutiva sarà Limone sul Garda ad ospitare la finale delle Migu Run Skyrunner World Series. Mancava un tassello nel calendario ISF, definito in queste settimane. Per la stagione che sta per cominciare il nuovo format di coppa prevede che la tappa conclusiva, quella chiamata a decretare re e regina dell’estate, debba andare in scena su un percorso inedito riservato all’élite mondiale; al via saranno quindi ammessi solo gli atleti che nel corso della estate avranno guadagnato sul campo il pass per la prova definita Skymaster. Questa sfida andrà in scena sul percorso classico della Limone Extreme con l’aggiunta di una parte altamente spettacolare proprio sotto la cima del Monte Carone. La prova Skymaster partirà alle ore 13.30 di sabato 19 ottobre, avrà uno sviluppo di 27km e un dislivello positivo di 2600 metri. Ma il gran gala dello skyrunning continuerà a essere un evento per tutti, una gran festa di fine stagione. Infatti, resta confermata, confermatissima la Limone Skyrunning Extreme. Anche qui, alcune sostanziali novità. Innanzitutto l’orario di partenza, anticipato alle ore 9 per dare la possibilità a ogni singolo atleta di godersi le fasi conclusive della sfida mondiale. L’altra modifica riguarda il tracciato che eviterà ai concorrenti la durissima risalita sul Vertical della Mughéra rendendo la gara sostanzialmente meno dura, ma sempre altamente spettacolare con i suoi 21km di sviluppo 2000 m di salita e la medesima ultima funambolica discesa che ha contribuito a creare il mito della Limone Extreme. Ci sarà anche il vertical del venerdì che andrà in scena nel tardo pomeriggio di venerdì così da regalare ai concorrenti una salita e un arrivo in cima vista lago, impreziosito dalle luci del tramonto. Confermatissima anche la partnership con Dynafit; promosso sul campo e riproposto anche quest’anno il progetto #donna4skyrace sulla 10k non agonistica. Il 31 maggio aprono le iscrizioni.


Si aprono le iscrizioni al Mozzafiato Trail

Si apriranno il 4 maggio le iscrizioni a Mozzafiato Trail, in programma a Cannobio, sul Lago Maggiore, il prossimo 4 agosto. Dopo la rivoluzione dello scorso anno, e forti dell’apprezzamento dei partecipanti all’edizione 2018, sono stati confermati i tre percorsi proposti, che permettono un magico tour all’interno della Valle Cannobina, un viaggio nello spazio e nel tempo, che toccherà borghi in cui la vita scorre seguendo ritmi antichi.La gara più lunga sarà quindi la 37 km con 2.175 m D+, che toccherà Traffiume Cavaglio, Gurrone, Spoccia, Orasso, Cursolo, Airetta, Gurro, Falmenta, Crealla, Ponte Falmenta, Lunecco, Cavaglio, Traffiume, per poi tornare a Cannobio.
Più corta, ma non per questo meno spettacolare, la 26 km (1.365 m D +) toccherà Traffiume, Cavaglio, Gurrone, Lunecco, Ponte Falmenta, Falmenta, Crealla, Ponte Falmenta, Lunecco, Cavaglio, Traffiume per tornare a Cannobio
Sarà possibile poi correre la 26 km anche in staffetta: la prima frazione sul percorso Cannobio–Falmenta (12, 350 km per 845 m D+), la seconda da Falmenta a Cannobio per 13,650 km e 520 m D+). Inoltre ci sarà anche un percorso in Nordic Wallking. Partenza e arrivo di tutti i percorsi sarà il Borgo Antico di Cannobio. Le quote di iscrizione iniziali saranno di € 25,00 per la 36 km, di € 20,00 per la 26 km e di € 20,00 a coppia per la staffetta.


Bonin e Dematteis da record nel K1,5 di Fénis

È stato un 1 maggio di grande successo a Fénis per il programma agonistico e per la festa che ha coinvolto sportivi non solo del mondo dei trail. Oltre 600 concorrenti hanno partecipato alle due gare e al MiniTrail non competitivo, correndo sotto un sole caldo e piacevole. Una bella giornata di primavera che ha trascinato lungo il percorso prima, e all’area verde di Tsanté de Bouva poi, centinaia di tifosi e appassionati rimasti poi anche ad ascoltare il ‘concertone’ organizzato nel pomeriggio e andato avanti fino in serata.
Il K1 femminile ha di nuovo preso la strada per l’Irlanda. A vincere ancora una volta è stata Sara McCormack, ormai affezionata a Fénis. È partita per dominare e ha chiuso con il tempo di 46’17”, battendo il suo precedente record di 46’58” fatto segnare lo scorso anno. Seconda e terza posizione per la piemontese di Saluzzo, Lorenza Beccaria (50’55”) e per la valdostana del Team Inrun, Chiara Pino (51’44”).
Gara più combattuta in campo maschile. Dopo 5,3 chilometri si è imposto il piemontese Andrea Rostan (Atletica Saluzzo) che si è aggiudicato il vertical in 41’01”. Impossibile battere il record, che rimane saldamente nelle mani di Martin Dematteis (39’55”). Seconda posizione per Massimiliano Barbero Piantino, vera sorpresa di giornata che ha concluso in 41’59”; terzo Simone Eydallin in 42’14”.
Grande spettacolo nel K1,5, prove in cui sono caduti tutti e due i record. I nuovi primati sulla distanza di 7,4 chilometri portano la firma dell’azzurro Martin Dematteis e della triatleta Charlotte Bonin, entrambi partiti per tentare la doppietta: vittoria e record.
Bonin, due partecipazioni ai Giochi Olimpici nella sua disciplina (il triathlon), non ha avuto rivali. Si è imposta in 1h 09’19”, abbassando il tempo di 1h 10’40” di Francesca Bellezza del 2017, ottenuto sulla stessa distanza. Seconda la torinese Chiara Giovando (1h 12’40”), vincitrice lo scorso anno in 1h 08’, ma con arrivo posto a Fontaine Froide. Terza la cuneese Laura Mazzucco in 1h18’00”.
Martin Dematteis si è dimostrato ancora una volta il più forte. Ora detiene il record nel K1 e quello del K1,5. Ha fermato il cronometro sul tempo di 55’10, cancellando il 57’19” del 2017 di Fabio Bazzana. Dematteis si è imposto davanti ad Andrew Douglas che ha comandato la corsa nei primi chilometri e che poi ha chiuso in 55’44”. Terzo posto per il giovane talento Francesco Puppi (56’25”).


Speed + free + tour = Mythic

Che cosa c’è di meglio che fiondarsi giù dalla vetta del Monte Bianco a 120 chilometri all’ora abbinando qualche curva a qualche centinaia di metri in volo per testare un capo di abbigliamento per il freetouring? È quello che abbiamo fatto con Luca Polo e Mattia Tresca, speedrider valdostani, per provare il nuovo completo Mythic di Vertical e lo zaino FreeAlper 40L. Questa volta non siamo proprio saliti sulla vetta del Bianco, come hanno fatto loro nel 2014 quando hanno firmato la prima discesa in speedriding sul versante italiano, ma a Punta Helbronner con la funivia SkyWay e ci siamo divertiti salendo e scendendo in quota, in uno dei santuari mondiali dello speedriding. Un ambiente bellissimo anche per una gita con le pelli, per esempio alla Tour Ronde o all’Aiguille d’Entreves, che ci ha consentito di provare i capi in versione up & down e mettere alla frusta lo zaino.

Abbigliamento mitico

Mythic di Vertical è una giacca per lo scialpinista e il freetourer top. Quello che ama l’alta quota e cerca capi resistenti ma anche ben studiati, con tutto quello che serve, al posto giusto, e niente di più. La giacca Mythic MP+è realizzata con un guscio esterno a tre strati 4 way stretch, reso impermeabile e traspirante grazie alla membrana MP +, un’esclusiva Vertical. Oltre a queste caratteristiche, per avere sempre sotto mano tutto quello che serve, la Mythic Jacket ha un’ampia tasca posteriore e due sul petto, più piccole e con zip, una tasca sulla manica e una di sicurezza interna. I polsini sono elasticizzati e con passante per il pollice, le maniche con tecnologia 3D fit, per permettere una maggiore mobilità. Il cappuccio è regolabile. I pantaloni hanno le stesse caratteristiche di impermeabilità, resistenza e traspirabilità della giacca, numerose tasche con zip e la ghetta interna per impedire alla neve di entrare. Inoltre possono essere collegati in maniera comoda e veloce, diventando un tutt’uno con la giacca e garantendo di sciare e di rimanere perfettamente asciutti anche in metri di neve polverosa.

«Quando ci alleniamo di solito usiamo la tutina perché bottoni e passanti dei pantaloni dopo qualche ora di sforzo danno fastidio e premono sul corpo, invece questi antaloni semnrano una seconda pelle, non danno mai fastidio. La giacca? Ogni cosa è a suo posto: tasche, prese di aerazione, cappuccio molto pratico. È più di un guscio, la indicheremmo soprattutto per la discesa, utilizzando un duvet o un Windstopper per salire, ma quando fa particolarmente freddo può essere utile anche per salire e le prese per l’aria sono ben studiate, come tutti i particolari di un capo resistente e molto pratico».

La giacca Mythic MP+ pesa 945 gr e costa 369,95 euro

Il pantalone Windy pesa 780 gr e costa 300 euro

La colonna d’acqua della membrana MP+ è di 20.000 mm. Questo valore indica la pressione in millimetri oltre la quale il tessuto lascia passare l’acqua.

Il valore di traspirabilità della Membrana MP+ è di 30K, vale a dire 30 kg di vapore acqueo che possono passare attraverso un metro quadro di tessuto in 24 ore.

©Stefano Jeantet

Lo zaino che rende facile la vita

Quaranta litri di capacità suddivisi in uno scomparto principale e una tasca di accesso di emergenza per il materiale destinato al soccorso in valanga. Sono questi i numeri di FreeAlper 40L, zaino da scialpinismo e alpinismo essenziale nelle linee e molto concreto. Le cinghie per fissare gli sci allo zaino sono facilmente regolabili, anche indossando i guanti, e permettono un doppio posizionamento dell’attrezzatura (in verticale oppure in diagonale). Ci sono poi anche delle cinghie laterali di compressione asportabili, per stabilizzare o comprimere il carico posto all’esterno dello zaino e uno scomparto con zip per i ramponi. Pesa 775 grammi ed è disponibile nelle taglie XS-S e M-L. Esiste anche una versione più piccola, da 30 litri e dal peso di 685 grammi.

«Con 40 litri non ti serve la velocità, ma la praticità sì e ci sono alcune soluzione mutuate dal mondo racing che sono davvero utili, come per esempio il gancio ferma sci. Il portaborraccia sullo spallaccio è esemplare per stabilità e comodità, la parte inferiore del portasci rinforzata anti-lamine, l’inserto per bloccare la piccozza evita che il becco sporga e l’apertura a sacca, coperta poi dal telo superiore che si blocca con dei gancetti negli spallacci, molto pratica».

 FreeAlper 40L pesa 775 grammi e costa 199 euro

Gli sci possono essere portati in verticale e in diagonale

©Stefano Jeantet

Una vita in Vertical

Nato nel 1984 in Francia, nell’ambito del marchio Francital, Vertical è stato fin da subito uno dei marchi di riferimento nel mercato francese dell’abbigliamento da montagna. Come molte storie di successo anche questo brand vede un uomo e la sua passione dietro alle soluzioni più innovative, Patrice Dheu. Dopo la sua morte (avvenuta nel 2006 a causa di un incidente alpinistico) Vertical viene acquisito da Béal e poi da Raidlight che dal 2016 è di proprietà del Gruppo Rossignol. www.verticalmountain.com

Lo speedriding nel sangue

Luca Polo e Mattia Tresca con il volo e la montagna hanno un rapporto unico. Entrambi Vigili del Fuoco ad Aosta, hanno iniziato a volare in parapendio alla fine del primo decennio del secolo e sono passati velocemente alla vela veloce dello speedriding, di cui sono stati tra i pionieri. Luca, che è anche Guida alpina e maestro di sci (Mattia ‘solo’ maestro) ha accompagnato alcuni mostri sacri della disciplina, come Antoine Montant e François Bon a scendere per la prima volta al mondo le Grandes Jorasses. Insieme a Mattia Tresca ha realizzato tre prime discese in speedriding: Monte Bianco versante italiano, lungo il ghiacciaio del Brouillard (2014), canale Marinelli al Monte Rosa (2014) e parete Est del Cervino (2015). Queste tre imprese sono al centro del bel film Speedriding 4.000. Nel 2016 un grave incidente mentre scendeva con la vela ha fermato Luca, che non si è perso d’animo ed è di nuovo pronto a volare come Icaro e sciare come Jérémie Heitz.

©Stefano Jeantet

Trail, mountain bike e boulder all'Outdoor Challenge di Donnas

A volte abbiamo dei tesori dietro casa e non ce ne rendiamo conto. Prendi Donnas, piccolo borgo all’inizio della Valle d’Aosta: è una vera e propria outdoor destination dal clima mite quasi tutto l’anno (coltivano anche gli ulivi…) dove praticare trail running, mountain bike o arrampicare su una delle tante falesie. È proprio così e possiamo metterci la mano sul fuoco perché qui abbiamo provato le scarpe da trail e da hiking per la nostra Outdoor Guide 2019. Se anche voi volete scoprire questo piccolo paradiso degli sport outdoor, l’occasione migliore è quella di venire al Donnas Outdoor Challenge, il prossimo 11 e 12 maggio. Saranno due giorni all’insegna dell’outdoor con il vecchio borgo trasformato in un centro test di scarpe, mountain bike e attrezzatura e le cantine trasformate in vere e proprie officine. Ma Donnas Outdoor Challenge è molto di più. L’11 e il 12 maggio ci sarà il Donnas Outdoor Boulder, contest che si svolgerà anche sull’arco romano che dà accesso al centro storico. Per chi preferisce gli sport di fatica, sabato 11 appuntamento con il Donnas Duathlon, abbinata trail (9 km) e mountain bike (13 km) riservata anche alle coppie, nella versione non competitiva. E poi tante attività per la famiglia, dal rally nature con i guardaparco del Parco Naturale del Mont Avic, alla slackline, passando per rafting, family trekking, corsi di yoga e clinic di mountain bike per i bambini. E dopo lo sport, una buona cena perché qui ci sono ristoranti gourmet in location di charme come quello dell’albergo Le Coeur du Pont e si coltivano vigneti che producono vini rossi interessanti. E anche per dormire c’è l’imbarazzo della scelta, dagli alberghi tradizionali ai graziosi bed&breakfast come Lou Rosè. Donnas è facilmente raggiungibile in autostrada, uscendo al casello di Pont-Saint-Martin della Torino-Aosta. Cosa aspetti a segnare la data in agenda? Ci saremo anche noi di Skialper, vi aspettiamo!

www.donnasoutdoorchallenge.it

 

 


Amorotto Trail, ci siamo

Manca poco ad Amorotto Trail, in programma nel week end dell’11 e 12 maggio a Carpineti. Diverse le novità per questa edizione, a partire dall’allungamento delle due gare regine: l’AUT, Amorotto Trail arriva a 80 km con 4000 m D+, mantenendo i 4 punti Itra (partenza alle 6.30), la MVT, Monte Valestra Trail sale a 57 km con 2700 m D+, sempre con i 3 punti Itra. Entrambe le gare sono state tracciate con alcuni passaggi verso le vallate del torrente Tresinaro e delfiume Secchia. I concorrenti AUT, potranno anche ammirare The Big Bench sul Monte Fosola e il palcoscenico dell’Appennino Reggiano con la Pietra di Bismantova. Le limitazioni in termini di numeri sono rese necessarie dalla volontà da parte dello staff di Amorotto di mantenere alto gli standard organizzativi pur con l’allungamento dei percorsi e dei tempi di gara.
Rimangono invariate le gare SVT, San Vitale Trail (20 km – 1000 mD+), PST, Poiago Short Trail (12 km, 450 mD+.
Nuovo Buff 2019 nel pacco gara: ‘Nelle sere prive di luna, lungo la vallata, là sul Castello è dato di vedere la sua figura a tutto punto armata, mentre una donna le sue chiome nere bacia piangendo, tenera e angosciata. E cavalcano un candido destriero erto nel cielo come pece nero’, sarà il motto del 2019. La gara sarà anche la prima Trofeo Agisko BPER Banca, circuito che si presneta con tante novità nel 2019: premiazioni sempre più importanti con premi in denaro e un rinnovato sistema di assegnazione punteggi.


Collontrek, al via le iscrizioni

Dall’Italia alla Svizzera, lungo il sentiero dei contrabbandieri e in mezzo alla natura incontaminata. Il 6 e 7 settembre 2019 ritorna il Collontrek, la gara di trail che si corre a coppie e che ha cadenza biennale.
Ventidue chilometri di storia e tradizione, ventidue chilometri che uniscono le comunità dell’Alta Valpelline e della Val d’Hérens. Una prova affascinante che presenta anche un tratto di ghiacciaio da affrontare con il proprio compagno di avventure.
Una gara magica, sempre molto apprezzata dagli atleti, anche se nelle ultime edizioni è stata sfortunata con il meteo. Da Bionaz ad Arolla, 1.250 metri di dislivello positivo, altrettanti in negativo, un lungo serpentone di sportivi che arrivano da mezza Europa per non perdere lo spettacolo.
A quattro mesi dall’evento gli organizzatori sono pronti a lanciare la campagna iscrizioni. Dal 1° maggio partirà la caccia a uno dei 1000 pettorali (500 coppie) messi a disposizione. Ci sarà un contingente riservato agli svizzeri, che per tradizione fanno registrare il tutto esaurito in poche settimane, e uno per gli italiani. Gli eventuali posti liberi verranno poi ridistribuiti in base alle richieste.
Meglio quindi iscriversi subito e assicurarsi un pettorale per l’edizione 2019 di fine estate. Il costo è di 60 euro a partecipante per gli italiani o per gli atleti rientranti nell’Unione Europea, 100 franchi invece per gli svizzeri.
L’organizzazione prevederà come sempre una notte in albergo in Italia per gli elvetici e il rientro in bus da Arolla a Valpelline per gli italiani. All’atto dell’iscrizione potranno essere effettuate anche le rispettive prenotazioni.


Ötzi Alpin Marathon a Patrick Facchini e Susi Von Borstel

Da Naturno fino in cima alla Val Senales in 3h37’22”. Non è un tempo record per la Ötzi Alpin Marathon, ma sicuramente sensazionale dopo aver pedalato per 25,5 km fino in cima al Monte Sole, scendendo in picchiata fino a Madonna di Senales e affrontando un dislivello complessivo di 1673 metri, quindi 11,3 km con 495 metri di dislivello di corsa off road e infine la scalata con sci e pelli sul ghiacciaio di Senales di 6,7 km, ma con 1201 metri di dislivello in una giornata da incorniciare, con una finestra di sole e cielo azzurro dopo le nevicate dei giorni scorsi e della notte.
Tutti puntavano sulla vittoria di Marc Pschebizin, ma il campionissimo tedesco non si è presentato al via di Naturno e così il primo a giungere in cima alla Val Senales, ai 3212 metri della Grawand, è stato il trentino Patrick Facchini dopo 3h37’22”. Pronostici sovvertiti anche tra le donne, con la tedesca Susi Von Borstel a svettare su tutte. Nella gara a staffetta sono stati gli stranieri a primeggiare, col team Virgosystem al maschile e il team KTM Bikes nella categoria mixed.
Partenza nel centro di Naturno sotto un bel cielo terso, e subito l’austriaco Uwe Hochenwarter mette le ali sia nella interminabile salita sul Monte Sole che nella successiva velocissima discesa verso il fondovalle, poi mette il turbo sulla provinciale fino al primo cambio di Madonna di Senales. È proprio l’austriaco il primo a calzare le scarpette ed affrontare la gara di running tallonato dal tedesco Thomas Trainer e da Patrick Facchini. Il trentino già a metà frazione della corsa conquista la leadership e amministra saggiamente la gara, presentandosi al secondo cambio di Maso Corto con un consistente vantaggio, poi sulla salita del ghiacciaio di Senales scarica tutta la sua potenza sugli sci e centra il miglior tempo di frazione, aggiudicandosi così la vittoria finale. Con la corona al collo è finita l’adrenalina e l’atleta del team La Sportiva è crollato a terra stremato.
Ma le sorprese di giornata non erano finite. Ci si aspettava un completamento straniero per il podio, ed invece a ricevere l’argento è stato l’altoatesino di Prato allo Stelvio Thomas Niederegger. Prudente con la mtb, settimo tempo, Niederegger ha fatto un gran recupero nella corsa col miglior tempo, per presentarsi poi secondo assoluto. All’austriaco Uwe Hochenwarter il terzo posto finale va decisamente stretto. Dopo il miglior tempo con la mtb si è attardato nella prova running ed anche con gli sci non è riuscito a svettare (settimo). Alle sue spalle lo svizzero Hug e quindi Alessandro Forni, uno che decisamente ama le gare di fatica.
Anna Pircher dopo un poker consecutivo di vittorie è la reginetta della Ötzi Alpin Marathon, ed era la grande attesa. L’intramontabile atleta di Laces però oggi era nella classica giornata no, ma soprattutto la tedesca Susi Von Borstel, che da queste parti (Val Martello) ha lasciato la sua impronta vincente nello scialpinismo, ha azzeccato tre frazioni vincenti: miglior tempo con la mtb, nel running nella sua disciplina, lo ski alp. E così è stata quest’ultima a tagliare il traguardo a braccia alzate dopo 4h2”. Per conoscere chi sarebbe salita sul secondo gradino del podio si sono dovuti attendere oltre 17’, con la friulana Maria Dimitra Theocharis a beffare proprio Anna Pircher, terza a 32’12” dalla vincitrice. Se può essere di consolazione, la tenente dell’esercito polacco Iwona Januszyk, data per favorita, è stata staccata dalla venostana di 2’.
Se le gare degli ironmen e ironwomen individuali erano le più attese, grande era l’interesse anche per la gara team. Gli austriaci del Team Virgosystem hanno subito messo in chiaro le proprie intenzioni con Hochenwarter a dominare la gara di mtb, Seibald quella di corsa e Verbnjak secondo con gli sci, ma dietro nessuno si è arreso anzitempo. I ragazzi della Mountainshop Hoerhager hanno cercato di contenere il distacco nelle prime due frazioni, ma nella terza hanno dovuto soccombere. Nella classifica mixed il tirolese Obwaller, il bolzanino Gerd Frick e l’austriaca Wacker non hanno avuto rivali.


Le sfide del Mezzalama Jeunes

Sulle nevi del Monterosa Ski, sopra Gressoney-La-Trinité è andata in scena la terza edizione del Mezzalama Jeunes, gara riservata alle categorie Junior e Cadetti inserita nel circuito de La Grande Course Jeunes. Le gare sono partite da Gabiet all’ombra del Monte Rosa e a pochi metri dalle tracce dell’ultima discesa del Trofeo Mezzalama. Fabien e Sebastien Guichardaz chiudono alla grande la stagione vincendo il Mezzalama Giovani. Per loro un primo posto mai in discussione davanti i francesi Esteban Cifermas e Bastien Flammier e i valtellinesi Matteo Speziale e Alessandro Gadola. Nella classifica juniores ‘in rosa’ sigillo di Beatrice Bastrentaz eAmalia Laurent su Alessia e Giulia Giudici.
In gara cadette sigillo delle ‘ragazze di casa’ Noemi Junod e Elisa Tron che si sono imposte sulle compagne di comitato Chloe Collé e Valentina Bisazza. Tra i pari categoria al maschile il Team AOC ha visto salire sul gradino più alto del podio Filippo Bernardi ed Emanuele Balmas che hanno tagliato il traguardo davanti a Andrea Murisasco e Giuseppe Cantamessa e Laurent Battendier e François Battendier. Il tracciato di gara disegnato da François Cazzanelli ed Emrik Favre è risultato molto tecnico e spettacolare con due tratti a piedi e veloci discese in neve fresca. Gli Junior hanno affrontato un tracciato di 1100 metri di dislivello positivo distribuiti in quattro salire, mentre i Cadetti e le ragazze Junior hanno gareggiato lungo un tracciato con tre salite e 640 metri di dislivello positivo.


Duerocche a Ivan Geronazzo e Anna Conti

Fango e passione, panorami e fatica. E poi tanti campioni, un concentrato di stelle mai viste, tutte assieme, sui sentieri tra Cornuda e Asolo. Per la 48esima edizione la Duerocche indossa l’abito delle giornate migliori. Il podio della 48 chilometri, la gara più dura è stato monopolizzato dagli atleti trevigiani. Ivan Geronazzo, classe 1971, originario di Valdobbiadene, ma residente a Solighetto, ha chiuso in 4h22’19”, precedendo altri due atleti di Marca. L’argento è finito al collo della novità Alberto Garbujo (4h26’03”), di Caerano San Marco, portacolori della società organizzatrice, alla prima prova lunga della carriera. Terzo il valdobbiadenese Mirko Miotto (4h28’16”). Probabilmente decisivo per la definizione del podio, l’errore di percorso che ha coinvolto, poco prima del ventesimo chilometro di gara, due tra i favoriti, Matteo Pigoni, il re della Duerocche 2017, e Francesco Trenti, in quel momento leader della corsa davanti a Geronazzo. La loro prova è finita lì, e Ivan non ha più incontrato ostacoli sulla strada della vittoria.

L'arrivo di Ivan Geronazzo

La veronese Anna Conti si è imposta nella gara femminile in 5h09’30”: è arrivata sul traguardo tenendo per mano il figlio Rudy. Lontane le rivali: la seconda classificata, Alessandra Olivi, ha chiuso in 5h26’22”. Terza, in 5h30’52”, la regina del Monte Bianco, Francesca Canepa, ambasciatrice del Team Scarpa, azienda del territorio da anni partner della Duerocche, rappresentata a Cornuda dall’amministratore delegato Diego Bolzonello. L’unica italiana ad aver vinto, nel 2018, il mitico Ultra-Trail du Mont-Blanc, ha speso elogi per l’organizzazione: «Una bellissima gara, con panorami da lasciare a bocca aperta e boschi che non ho mai visto altrove. Non mi aspettavo di salire sul podio: tra pochi giorni parto per la Cina, dove mi attende una 100 chilometri. Sono contenta, la forma sta crescendo». La mattinata della Duerocche si era aperta con le vittorie di Gil Pintarelli (Val di Sole Running Team) e Silvia Rampazzo (Tornado) sul traguardo della 21 chilometri. Il trentino Pintarelli ha dominato la prova maschile, fermando il cronometro a 1h43’42”. La sua è stata una corsa in solitaria sin dai primi chilometri, con Cristian Sommariva (Scarpa Team) vanamente ad inseguire (1h45’39”). Terzo il trevigiano Roberto Fregona (1h46’44”), campioncino di casa (abita nella vicina Castelli di Monfumo), al primo podio nella gara vinta per dieci volte dal papà Lucio, questa volta finito alle spalle per una manciata di secondi (1h47’08”). «Chiamiamolo pure passaggio di consegne – ha commentato Lucio Fregona, classe 1964, gloria della corsa in montagna azzurra (iridato a Edimburgo 1995) - A 23 anni, Roberto è pronto per il salto di qualità. Il risultato della Duerocche lo dimostra. Abbiamo corso insieme per gran parte della gara, poi nel finale ho preferito rallentare perché non sono al meglio della forma. Speriamo che il podio di Roberto sia solo il primo di una lunga serie. Lo merita, per l’impegno che ci mette». La veneziana Silvia Rampazzo, iridata 2017 di corsa in montagna long distance, in preparazione per i Mondiali di trail che si terranno l’8 giugno a Miranda do Corvo in Portogallo, ha bissato il successo dell’anno scorso, chiudendo in 1h48’51”. Argento per Tiziana Di Sessa (2h15’46”), bronzo per Tiziana Casali (2h17’12”). I giovanissimi Aymen Elaamrani e Isabel Zandonà sono stati i più veloci nella prova sui 6 chilometri a carattere non competitivo. Eros Botter e Anna Ferrazza si sono invece messi tutti alle spalle nella 12 chilometri. Risparmiata dal maltempo, e anzi a lungo riscaldata da un bel sole, la Duerocche 2019 ha registrato oltre 5000 iscritti, che non si sono lasciati intimorire dal tanto fango presente sui sentieri, a causa della pioggia caduta negli ultimi giorni. Tra loro anche l’ex ginnasta Igor Cassina, oro olimpico nella sbarra ad Atene 2004, impegnato, senza badare al cronometro, sui 12 chilometri. «Corro da due anni, conoscevo la Duerocche solo di fama – ha spiegato Igor, accompagnato dalla fidanzata trevigiana, Valentina - Mi sono divertito molto. La ginnastica mi ha dato tantissimo, ed è ancora uno sport a cui penso ogni giorno, ma il senso di libertà che mi offre la corsa non ha eguali. Alla Duerocche è il massimo». Appuntamento al 25 aprile 2020. Con una garanzia: sulle colline trevigiane sarà ancora spettacolo.

Igor Cassina con il presidente Carlo Fabris

Valzurio Trail a Matteo Bossetti e Samantha Galassi

Seconda edizione della Valzurio Trail con il pienone di partecipanti e le iscrizioni (350 il tetto raggiunto) andate in sold-out con largo anticipo. Missione compiuta per il secondo anno consecutivo per Mario Poletti che, insieme al Gs Nasolino, ha valorizzato i luoghi della vallata laterale alla Valseriana con vista sulla Presolana innevata.
La cronaca di una mattinata di gara baciata dal sole ha visto, nelle prime fasi, portarsi in testa un terzetto composto dai favoriti della vigilia: Mattia Tanara, Paolo Poli e Matteo Bossetti. Avvicinandosi a Colle Palazzo (circa al 5 km) Matteo Bossetti ha provato a cambiare marcia, spingendo sull’acceleratore. Gli altri due non hanno risposto così Bossetti ha proseguito con un ritmo più sostenuto. L’atleta di Parre (Bg) in forza all’Atletica Valli Bergamasche ha conservato il vantaggio sino al traguardo.
Con il finish time di 2h00’14” Matteo Bossetti si è dunque aggiudicato la seconda edizione della Valzurio Trail. In seconda posizione è giunto Paolo Poli della Recastello Radici Group, completando i 22 chilometri con 1300 metri di dislivello positivo in 2h00’46”. Il terzo posto lo ha agguantato il giovane Mattia Tanara del team Scott (fresco vincitore della Villacidro Skyrace) – 2h00’55” il suo tempo. Nella top ten Fabio Bonfanti, Maurizio Merlini, Lorenzo Rota Martir, Marco Marchesi, Flavio Ghidini, Andrea Baroni e Giuseppe Ruggeri.
In ambito femminile Samantha Galassi ha messo, per il secondo anno consecutivo, il proprio timbro sulla competizione. Come nel 2018, per lei una lunga cavalcata in solitaria (a tratti seguita dal fidanzato Berny Dematteis che ha fatto il percorso come allenamento). La portacolori della Recastello Radici Group, ambassador Scott, ha fermato le lancette su 2h25’24”. Alle sue spalle ha tagliato il traguardo Maria Eugenia Rossi dell’Erock Team in 2h28’46”. Ha completato il podio un’altra Ercok Team girl, Lara Birolini, finisher in 2h34’26”. Nelle migliori dieci Federica Giudici, Samantha Imberti, Tecla Parma, Sara Bergamelli, Marta Delpiano, Emanuela Manzoni e Laura Tiraboschi.
Il capo di Fly-Up Mario Poletti: «Una seconda edizione da ricordare. In una settimana di diluvio, questa mattina una finestra di bel tempo ha permesso di disputare la gara senza intoppi e con il sole a scaldare l’aria frizzante. La Valzurio Trail è una gara che piace, del resto il percorso è affascinante e l’organizzazione al top: grazie e ancora grazie ai fantastici volontari di Valzurio, al Gs Nasolino e a Gigi, e al team Fly-Up».
Insieme allo stesso Poletti, recordman delle Orobie, a dare lo start della corsa dalla caratteristica piazzetta di Valzurio sono stati chiamati il sindaco di Oltressenda Alta Giulio Baronchelli e i campioni di ciclismo Gianbattista Baronchelli e Paolo Savoldelli.
La prossima data da sottolineare in agenda, per quando riguarda le proposte Fly-Up per la stagione 2019, è quella del 19 maggio. Il giorno della Val del Riso Trail, nuovissima gara da non perdere, al cospetto dei monti Alben e Grem. Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale www.fly-up.it.