Premiata ditta Bazzana, Serafini e Moletto
I tre 'testatori' di Ski-alper sbancano Segredont e Cornizzolo
Seconda tappa del Circuito Bergamo Skyrunning ieri a Vertova con la seconda edizione della Skyrace del Segredont (20 km, 1.400 m dislivello), vinta da Fabio Bazzana (Team Crazy, 1h54'50'') davanti a Fabio Bonfanti (Altitude Race, 1h58'37'') e Riccardo Faverio (1h59'01''). Tra le donne netto successo di Silvia Serafini (Salomon Agisko, 2h17'01'') davanti a Lisa Buzzoni (Altitude Race, 2h25'47'') e Chiara Gianola (2h 29'47''). La Serafini ha abbassato il record della gara. «Bella gara, si corre praticamente dietro casa mia, sensazioni molto buone, pur andando a 3/4 di gas sono arrivato con quasi 4 minuti di vantaggio, perccato, tirando un po' di più potevo mettere nel mirino il record di De Gasperi - ha detto Fabio Bazzana -. Sul percorso il pubblico era molto numeroso, grandissima atmosfera!».
CORNIZZOLO VERTICAL - Ieri si è corso anche il Cornizzolo Vertical, in provincia di Lecco. La vittoria è andata a Marco Moletto (ASD Dragonero, 34'40'') davanti a Xavier Chevrier (Valli Bergamasche Leffe, 35'05'') e Danilo Bosio (Radici Group, 37'05''). Tra le donne si è imposta Samantha Galassi del Radici Group con 42'04''.
Transvulcania, analisi di una gara perfetta
Grande livello con prestazioni stellari dei top
L’estrema sintesi della gara vede una partenza molto veloce, un primo tentativo di fuga dell’americano Sage Canaday, dal 18 al 40 km, un secondo dello spagnolo Luis Alberto Hernando, dal 45 al 60 km, e il finale in cui nessuno è più riuscito a resistere al forcing dell’altro spagnolo Kilian Jornet. In campo femminile, la svedese Emelie Forsberg e la spagnola Nuria Picas corrono appaiate per tutta la gara e si giocano la vittoria negli ultimi 5 km. Tra i primi in classifica, gara condotta a ritmi che solo qualche anno fa potevano essere considerati pura utopia per le ultra distanze. Il risultato di tutto questo è stato uno spettacolo sportivo allo stato puro, ormai degno anche di una diretta televisiva.Dopo anni di SkyRace, anche nelle Ultra SkyMarathon il livello è diventato molto competitivo.
TEMPI IMPRESSIONANTI - In campo maschile, le prestazioni sono ulteriormente migliorate rispetto a quelle già importanti del 2012. Jornet e Hernando sono scesi sotto il tempo record di Dakota Jones e il tempo medio dei primi 10 nella classifica finale è migliorato di 13’59’’. Il 6h54’09’’ di Jornet quest’anno, se paragonato al 7h32’13’’ di Miguel Heras e Iker Karrera, vincitori nel 2011, sembra già appartenere a un epoca diversa. In ambito femminile, Forsberg e Picas non hanno migliorato le 8h13’31’’ di Anna Frost del 2012 ma ci sono andate comunque vicine. Lo scorso anno non ci fu praticamente gara per la vittoria finale, con la Frost che impiegò 40 minuti in meno della stessa Picas, seconda classificata, e quasi un’ora in meno rispetto all’americana Nikki Kimball, terza classificata. Quest’anno, Uxue Fraile Azpeitia e Nathalie Mouclair, terza e quarta classificate, sono arrivate a mezz’ora dalla vincitrice.
SI PARTE PER FARE SELEZIONE - Nei 7,5 km iniziali di salita, tra i primi 10 atleti ben 8 manterranno una posizione nella top ten finale. Fanno eccezione il francese Francois D’Haene, 11° nel parziale e 6° finale, il connazionale Yann Curien, 9° nel parziale e 18° finale e il polacco Marcin Wierc, 35° nel parziale e 10° finale. Una partenza veloce, per fare da subito selezione, con un tempo di 41 minuti per i primi. L’americano Sage Canaday ha preso da subito il comando della corsa marcato a vista da un gruppo formato da 5 concorrenti nell’arco di 30 secondi: Cameron Clayton (USA), Kilian Jornet (ESP), Patrick Bringer (FRA), Miguel Caballero (ESP) e Luis Hernando (ESP). A 1 minuto, Timothy Olson (USA) e Yann Curien (FRA).
LA LEZIONE DELLE DONNE – Sempre nei primi 7,5 km, la Forsberg e la Picas transitano rispettivamente in 46° e 51° posizione con un distacco dai primi uomini di circa 8 minuti. Al termine della gara saranno rispettivamente 16° e 19° assolute. Anche Uxue Fraile Azpeitia terza classificata nel finale, all’intermedio era 60°.
CANADAY CI PROVA –Canaday conduce la gara fino al 40° km circa. Per lui un vantaggio massimo di 3 minuti in prossimità del 27° km su Clayton e Jornet. Tra gli atleti di vertice, Canaday sembra essere l’unico che ha scelto di correre con lo zaino. Poco dopo metà gara, verso il 43° km, il gruppo di testa si ricompatta e conducono la gara Jornet, Canaday, e Hernando insieme. Segue Clayton a 1 minuto mentre Olson e Bringer a questo punto hanno già più di 8 minuti di distacco dai primi.
E’ LA VOLTA DI LUIS HERNANDO – Da metà corsa, prova l’allungo solitario anche Hernando che giunge al 57° km con 2’30’’ di vantaggio su Jornet e di 4’ su Canaday. Il forsing è importante e a prima vista jornet sembra risentirne. Olson, segue a 12 minuti. Intanto la Foesberg e la Picas transitano rispettivamente in 18° e 22° posizione.
LA VOLATA FINALE - I 12 km finali hanno deciso le prime posizioni della gara. I parziali sono di 1h02’58’’ per Jornet, 1h05’13 per Olson e 1h05’48’’ per un sorprendente Marcin Wierc. Hernando in 1h07’19’’ e Sage Canaday in 1h10’15’’ hanno avuto un vistoso calo nel finale. Tra le donne, 14° tempo parziale di Emelie Forsberg in 1h13’35’’ e 17° tempo parziale per Nuria Picas in 1h19’42’’. Anche in ambito femminile, quindi, gli ultimi chilometri sono stati quelli decisivi.
Il Sardinia Trail a Dapit e Jimenez
Paesaggi da favola sul Gennargentu e Supramonte
Si è conclusa ieri a Fonni (NU) la seconda edizione del Sardinia Trail, gara in tre tappe per un totale di 90 km e 4.000 metri di dislivello positivo. Con due vittorie di tappa e un terzo posto in quella conclusiva ha vinto la gara l’italiano Fulvio Dapit con il tempo finale di 7h26’44’’ e con un vantaggio di 15 minuti sull’idolo di casa, il sardo Filippo Salaris, reduce da un ottimo quarto posto all’ultima Marathon des Sables. Alle loro spalle, terzo posto per Paolo Massarenti.
In campo femminile, vittoria meritata per Stephanie Jimenez che ha chiuso le tre tappe in 9h05’06’’ e con un vantaggio di 1h08’ su Maria Plavan.
Le dichiarazioni dei protagonisti dal sito della manifestazione:
Fulvio Dapit “Sono emozionato per aver conquistato la vetta di questa prestigiosa manifestazione. Sono stati tre giorni di gara selettivi ed infatti nell’ultima tappa ho dovuto dosare le energie per contrastare il ritorno dei miei avversari..” Prossimi impegni la coppa del mondo.
Antonio Filiippo Salaris “Un secondo posto di prestigio in questa bellissima manifestazione unica nel suo genere in Sardegna. Ed oggi mi sono impegnato per conservare questa posizione. Anche se le condizioni climatiche erano durissime, con freddo e vento.“
Stephanie Jimenez francese “ Sono contenta e felice di questo risulto anche se sono stati tre giorni di gara durissimi. Ho avuto anche il tempo di vedere i bellissimi panorami mozzafiato del Gennargentu e del Supramonte di Oliena e Dorgali.”
TOP 5 UOMINI
1) Fulvio Dapit (ITA - Crazy Idea La Sportiva) 7h26.44
2) Filippo Antonio Salaris (ITA - GLE Sport) 7h42.29
3) Paolo Massarenti (ITA - San Giacomo) 7h43.05
4) Oleg Rantzow (GER - Gegen den Wincl lanf) 7h46.58
5) Marco Pittau (ITA - GLE Sport) 8h27.29
TOP 5 DONNE
1) Stephanie Jimenez (FRA - Team Salomon Agisko) 09h05.06
2) Marina Plavan (ITA - Valetudo Skyrunning) 10h13.35
3) Vittoria Camerana (ITA - CUS Torino) 10h52.11
4) Susanna Crisciani (ITA - Courmayeur Trailers) 11h07.44
5) Emanuela Marzotto (ITA - Il Campino) 12h17.41
Cappelletti e Brizio re di Romania
I due atleti Valetudo hanno vinto la Ecomarathon sui Carpazi
Successi in Romania nel fine settimana per Daniele Cappelletti ed Emanuela Brizio, stelle della Valetudo Skyrunning. I due atleti si sono imposti sabato nella Econarathnon Moieciu de Sus. La gara, 42 km e 1.400 metri di dislivello complessivo, non era l'unica formula del fine settimana che prevedeva anche un cross di 14 km e una 'Eco Kids'. Cappelletti si è imposto su Tamas Bogya e George Buta, mentre la Brizio ha avuto la meglio su Cindy Callawaert e Ona Alina Luchian. Per Daniele (3h31'08'') ed Emanuela (4h11'06'') anche il record di gara.
Walser Winter Triathlon a Lenzi-Galizzi-Boscacci
La gara Iron ad Andrea Corsi
42 Staffette e 36 Iron hanno partecipato alla 1° edizione del Walser Winter Triathlon con partenza alle Terme di Premia e arrivo ai 2950 m del Rifugio 3A, in Alta Valle Formazza.
LA STAFFETTA - Nella prova in staffetta netto dominio, come da pronostico, del trio Damiano Lenzi - che dopo la recente vittoria al Mezzalama si è cimentato nella prima frazione, quella ciclistica - Davide Galizzi e Michele Boscacci, 3° al Mezzalama 2013; già Lenzi si era presentato primo ai 1684 mslm della Cascata del Toce, dove terminava la prova ciclistica; GalIzzi e Boscacci hanno amministrato e anzi incrementato il vantaggio sugli inseguitori. Al secondo posto si è classificato il trio composto da Giulio Molinari, Marcello Ugazio e Marco Tosi, che hanno sempre corso nelle posizioni di testa; terza posizione i giovani Marco Provera, Alessandro Turroni e Mauro Darioli.
In campo femminile, dove le posizioni acquisite nella prova ciclistica si sono cristalizzate anche nelle altre frazioni, la vittoria è andata al trio composto dalla presidente dell'UC. Valdossola Pedretti, da Maria Giovanna Ceretti e Gisella Bendotti; secondo posto per Elena Brovelli, Elena Ferraris e Chiara Iulita; in terza posizione si sono classificate Patrizia Turtora, Silvia Conti e Greta Mancini.
IL TRIATHLON - La gara Iron è stata invece vinta da Andrea Corsi, al termine di bel duello con il sette volte campione del mondo di canottaggio Stefano Basalini: dopo essere rimasti leggermente indietro nella prova ciclistica, Corsi - 5° in bici - e Basalini - 6° nel frazione ciclistica - hanno recuperato nella prova podistica, passando rispettivamente in 3° e 2° posizione al cambio tra la 2° e 3° frazione. Corsi si è poi scatenato nella prova scialpinistica, andando a stabilire il miglior tempo di manche e staccando di oltre 5' Basalini. Al terzo posto si è piazzato Michele Lunghi, che dopo un'ottima prova con la specialissima, era in testa, ha pagato nella prova di corsa, dove ha stabilito l'undicesimo tempo, per poi riprendersi nella prova di skialp.
Dominio tra le donne per Raffaella Canonico, che ha nettamente vinto la prova Iron staccando di oltre mezz'ora Marta Poretti e di quasi quaranta minuti Maddalena Sesiani.
IL SUCCESSO DELLA PRIMA EDIZIONE - Buone le condizioni atmosferiche, anche se un fastidioso vento freddo ha caratterizzato l'intera giornata; fortunatamente si è messo a nevicare solo al termine della gara. Grande la soddisfazione di Maria Ludovica Pedretti, presidente atleta dell'Uc Valdossola, che ha organizzato l'evento in collaborazione con Formazza Event, Atletica Cistella, Sci Club Valle Antigorio e Veja di Cubtrabandiè: «Abbiamo avuto un bel numero di partecipanti - commenta Pedretti -e di alto livello qualitativo; buona anche la partecipazione femminile, a riprova delle crescita del movimento anche in questo tipo di manifestazioni; ovviamente qualcosa da registrare c'è ma direi che, forti anche dell'apprezzamento degli atleti, abbiamo posto le basi perché il Walser Winter Triathlon diventi una classica non solo a livello nazionale, ma anche internazionale».
Le Porte di Pietra a Trisconi e Bertasa
Belle sfide per le vittorie con distacchi limitati
Un percorso logico e vario, un’organizzazione ormai collaudata, clima perfetto ad esclusione di una grandinata in quota, pubblico delle grandi occasioni e un’avvincente sfida agonistica: la settima edizione de Le Porte di Pietra, seconda prova del circuito Salomon Trail Tour Italia, si conferma essere una delle più belle e affascinanti ultra italiane.
LA SFIDA MASCHILE - Dopo il forfait di Matteo Pigoni i pronostici dicevano Daniele Fornoni e Stefano Trisconi e sono stati ampiamente rispettati ma con non pochi colpi di scena lungo i 71 km e 4.000 m D+ del percorso. Dopo il ristoro di Costa salata, 21 km di gara, Fornoni aumentava il ritmo arrivando ai 40 km di Capanne di Carega con quasi 2 minuti di vantaggio proprio su Trisconi e tutto faceva presagire a una sua vittoria finale. Subito dopo, invece, il ricongiungimento e il forcing di Trisconi a cui nulla ha potuto lo stesso Fornoni. Tre minuti abbondanti di vantaggio finale per la prima grande vittoria in carriera per Stefano Trisconi e con un tempo finale di 7h33’54’’ che si avvicina molto al record di 7h21’19’’ stabilito da Silvano Fedel nel 2011. Considerando i molti tratti resi complicati dal fango presente, le prestazioni di Trisconi e Fornoni sono sicuramente degna di nota. Per Trisconi si tratta addiruttura del terzo miglior tempo di sempre. Sull’arrivo festante di Cantalupo Ligure, difficile capire se fosse più commosso lo stesso Trisconi, la moglie o il numeroso pubblico presente. Come ha dichiarato Fornoni all’arrivo, per lui un problema intestinale che però nulla toglie ai meriti del vincitore. Ottimo terzo posto per Davide Ansaldo che va a cogliere il suo più importante risultato nelle ultra con una gara condotta con astuzia tattica e con grande carattere.
LA SFIDA FEMMINILE - In campo femminile grande vittoria finale di Cinzia Bertasa in 9h23’48’’ e un vantaggio poco più di 5 minuti su Simona Morbelli. Dopo 12 km di gara, la Bertasa ha incominciato a imprimere il suo ritmo arrivando ad avere un vantaggio di quasi 7 minuti dopo 50 km di gara. 15 km dopo, la Morbelli recuperava però 3 minuti lasciando presagire un finale di gara molto combattuto. Ai 65 di Piani di San Lorenzo, il distacco tra le due atlete rimaneva sempre nell’ordine dei 4 minuti. Con un finale di gara sull’ultima discesa condotta sui tempi dei primi uomini, la Bertasa andava però a incrementare ulteriormente andando a cogliere l’ennesimo grande risultato in carriera. Terzo posto per Patrizia Pensa in 10h01’45’’.
TOP 5 UOMINI
1. Stefano Trisconi 7h33.54
2. Daniele Fornoni (Team Tecnica) 7h37.07
3. Davide Ansaldo (Team Salomon Agisko) 8h10.12
4. Eros Zanoni 8h15.14
5. Fabio Pozza 8h21.40
TOP 5 DONNE
1. Cinzia Bertasa (Team Tecnica) 9h23.48
2. Simona Morbelli (Team Salomon Agisko) 9h20.11
3. Patrizia Pensa (Team Tecnica) 10h01.45
4. Stefania Albanese 10h02.51
5. Francesca Mai 10h22.30
Le Finestre di Pietra confermano Lantermino e Mustat
Pronostici rispettati nella 37 km
Le Finestre di Pietra hanno mostrato un livello competitivo e di partecipazione che nulla ha da invidiare alla sorella maggiore Le Porte di Pietra di 71 km. Sono stati 260 gli atleti che hanno preso il via da Cantalupo Ligure sabato pomeriggio alle ore 14:00.
Danilo Lantermino ha vinto la gara con il tempo finale di 3h34’04’’. Ci hanno provato a resistergli il ligure Alberto Ghisellini e il piemontese Giulio Ornati ma nulla hanno potuto contro la sua attuale condizione fisica. Il verdetto finale, 2’53’’ su Ghisellini e 5’31’’ su Ornati. Dietro di loro, nessuno è riuscito ad avvicinare il loro passo nella seconda parte di gara. Nonostante il fango presente sul percorso, Lantermino ha miglioriato di 7’ il suo personale dello scorso anno.
Vittoria meritata tra le donne per Lara Mustat che ha chiuso con il tempo di 4h21’14’’ e un vantaggio di 8’ su Daniela Bonnet e di 32’ su Helle Skejo.
TOP 5 UOMINI
Danilo Lantermino (Lafuma Team Italia) 3h34.04
Alberto Ghisellini (Team Salomon Agisko) 3h36.57
Giulio Ornati (Team Salomon Agisko) 3h39.35
Fulvio Chilo (Team Tecnica) 3h50.57
Gianluca Caimi 3h54.19
TOP 5 DONNE
Lara Mustat 4h21.14
Daniela Bonnet 4h29.06
Helle Skejo 4h53.58
Carmela Vergura 5h02.34
Michela Uhr 5h13.00
Transvulcania, Kilian quasi pronto per essere leggenda
Vittoria e record un una corsa da sogno
Per l'ennesima volta ci siamo cascati. Dopo un finale di coppa del mondo di sci alpinismo non dei migliori e dopo il secondo posto al Trofeo Mezzalama, veloci a classificarlo come una clamorosa sconfitta, ci siamo fatti balenare in testa la malsana idea che Kilian fosse battibile. Le premesse d'altronde c'erano tutte. Una lista di big schierati alla partenza come capita di rado, atleti americani agguerritissimi con ore e ore di preparazione nelle gambe e nella testa. Per spezzare la monotonia, avevamo anche trovato in Sage Canaday la nuova star modiale dell'ultra running in grado di competere con il talento spagnolo già alla sua prima esperienza in un ultra in montagna. Come ulteriore scusante, poi, avevamo dalla nostra anche un'unica settimana di allenamento nella corsa. Non verificata, mai dichiarata dallo stesso Kilian ma utilissima per autoconvincerci. Infine, avevamo dalla nostra anche un fantastico record di 6h58'44'' ottenuto lo scorso anno dall'americano Dakota Jones. Difficile ripetere quanto avvenuto in quella che fu definita la corsa del secolo.
LO STRATEGA - Apparentemente ci hanno provato in molti, dallo stesso Sage Canaday, a Timothy Olson e Luis Alberto Hernando. In realtà, come al solito, è stato lo stesso Kilian che ha consentito agli altri di provarci. Sempre con lo stesso stile, sempre con la stessa genialità tattica. Pochi minuti di distacco in tutte le situazioni, giusto per creare suspance e allo stesso tempo per controllare perfettamente la situazione. Lui ha una dote innata di illudere gli avversari trasformandoli inconsapevolmente in utili lepri. Caso unico nello sport, però qui abbiamo un atleta che è più veloce di qualsiasi lepre. Ma loro, come noi, ogni volta ci cascano e come è giusto e bello che sia, ci provano.
UN PALCOSCENICO PERFETTO - Le Skyrunning World Series in questo momento sono la massima espressione del movimento. La ISF ha saputo dare vita a una strategia nata sulla base di 20 anni di attività. I più forti atleti del momento, un percorso da favola, una totale condivisione con gli organizzatori, un parterre di media di altissimo livello e, come cornice, un coinvolgimento di pubblico come mai si è visto in nessun'altra gara in questa disciplina. Una vetrina internazionale per questo sport, un vero e proprio luna park per gli atleti.
UN TEMPO DA RECORD - 6h54'09'', questo è il tempo finale che Kilian Jornet ha impiegato per percorrere gli 83 km della Transvulcania. Secondo classificato, Luis Alberto Hernando in 6h58'31'' anche lui sotto il precedente record. Gradino più basso del podio per Sage Canaday che chiude in 7h09'57''. Dietro, tutti atleti il cui nome mette i brividi, in grado di vincere più gare nel corso di una stagione.
E ADESSO COSA GLI CHIEDIAMO? - Kilian ci ha deliziato nello sci alpinismo, nella corsa outdoor in qualsiasi sua distanza, dai vertical alle 100 miglia, nei grandi record e ultimamente anche nell'alpinismo. Ha semplicemente vinto tutto quello che c'era da vincere. Ha stravolto la comunicazione di questo sport, anzi è la stessa che è incomiciata proprio con lui. A questo punto, non si può che chiedergli di diventare definitivamente leggenda. Come Fausto Coppi nel 1949, con quei 192 mitici km di fuga, anche in questa disciplina agli appassionati manca solo più di sognare di poter vivere qualcosa di simile. si, proprio un sogno, quello vederlo correre senza calcoli, dove si lascia andare completamente al suo istinto. Qaulcosa di simile all'UTMB del 2008 dove dopo 30 km, da esordiente nella distanza, si stufò di correre con l'esperto Dawa Sherpa e si involò da solo nell'uscurità del Col du Bonhome con la prospettiva di dover correre ancora per 130 km. A distanza di 5 anni, però, il ragazzo di strada ne ha fatta molta ne verrebbe fuori qualcosa di devastante per chiunque pensasse anche solo per un momento di competere con lui nei primi km. Forse non sarà mai realizzabile perchè potrebbe non rientrare nella sua personalità, estremamente rispettosa di tutto e di tutti. Tentare non nuoce e questa sarà la prima cosa che gli chiederemo a Zegama. Giusto per proclamarlo leggenda ancora in attività e non solo, banalmente come spesso accade, a fine carriera.
TOP 10 UOMINI
1. Kilian Jornet (Salomon) - 6h54’09”
2. Luis Alberto Hernando (Adidas) – 6h58’31”
3. Sage Canaday (Scott Sports) – 7h09’57”
4. Timothy Olson (The North Face) – 7h11’53”
5. Patrick Bringer (Sigvaris) – 7h17’19”
6. Francois D’Haene (Salomon) – 7h17’43”
7. Cameron Clayton (Salomon) – 7h17’47”
8. Miguel Caballero Ortega (La Sportiva) – 7h30’49”
9. Cristofer Clemente – 7h37’40”
10. Marcin Wierc (Poland Skyrunning)– 7h52’21”
TOP 5 DONNE
1. Emelie Forsberg (Salomon) – 8h13’22”
2. Nuria Picas (FEEC) – 8h19’30”
3. Uxue Fraile (Adidas) – 8h44’48”
4. Nathalie Mauclair (LaFuma) – 8h46’14”
5. Emilie Lecomte (Quechua) – 10h14’05”
Emilie Lecomte, non solo Transvulcania
La forte trail runner francese anche alla Ronda dels Cims e Ice Trail
È una delle favorite della Transvulcania che si correrà domani sull'Isola di La Palma, alle Canarie, anche se, forse, la distanza è un po' troppo corta per lei: Emilie Lecomte, classe 1979, Team Quechua. Il suo curriculum non è da poco con numerose vittorie di peso: Diagonale des Fous (2012 e 2009), Ardechois (2012), Andorra Ultra Tral (2011) Le Grand Raid 73 (2011), Trail des Aiguilles Rouges (2010), La 666 Occitane (2010) e Les Draves du Vercors (2009). E’ anche la detentrice del record sul sentiero Gr 20 che percorre tutta la Corsica da nord a sud (il record maschile è detenuto da Kilian Jornet).
LA STAGIONE 2013 - Ambizioso il programma per il 2013 con in calendario anche tre gare del circuito Ultra - Skyrunner World Series (Transvulcania, Ronda dels Cims a giugno e Ice Trail Tarentaise a metà luglio). Poi sarà presente all’UTMB a fine agosto e nuovamente alla Diagonale des Fous sull’isola della Réunion a ottobre. Per Emilie, quindi, un calendario importante con il quale si confronterà costantemente con le migliori al Mondo della specialità. A partire da domani quando dovrà vedersela, tra le altre, con la svedese Emelie Forsberg, la spagnola Nuria Picas e la brasiliana Fernanda Maciel lungo gli 83 km della Transvulcania.
Emilie è in forma ed è reduce da due settimane in Nepal in cui ha corso il Trail des 3 Vallées organizzato dal compagno di Team, Dawa Sherpa... e la stagione è appena iniziata…
Marco De Gasperi: 'ricomincio dall'Orobie Vertical'
Il piu' volte campione del mondo sta testando la condizione
Una primavera nella quale non è mai veramente riuscito a ingranare e ha dovuto annullare alcuni impegni previsti, per esempio a Hong Kong e a Lanzarore. Marco De Gasperi, il forte runner bormino più volte campione del mondo di Corsa in Montagna, ha lottato negli ultimi mesi contro un fastidioso dolore al ginocchio. Dopo numerose visite mediche sembra che Marco, proprio in questi giorni, stia meglio. «Penso di rientrare all'Orobie Vertical (in programma il 2 giugno, ndr) per testate la condizione in gara e poi, in funzione delle sensazioni di gara, vorrei fare la prima gara del Campionato Italiano di Corsa in Montagna a Imperia, vediamo come va, intanto sarò a Zegama per vedere il percorso perché l'anno prossimo mi piacerebbe farla». In bocca al lupo Marco!
Le Porte di Pietra, la parola agli organizzatori
120 persone e 21 mezzi per la sicurezza in gara
Fulvio Massa, presidente dell’associazione Gli Orsi e responsabile generale de Le Porte di Pietra, alla vigilia della gara ci racconta cosa sta dietro all’evento con un accenno particolare al tema della sicurezza.
LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO - Domani saranno presenti sul percorso circa 120 persone della Croce Rossa Italiana di cui 3 medici e 20 addetti del soccorso in montagna e speleologico. A livello di mezzi, abbiamo invece 2 ambulanze medicalizzate, 5 ambulanze normali e 2 ambulanze fuoristrada più 12 quod pronti a spostare i sanitari lungo i tratti di percorso non raggiungibili dai mezzi. Cerchiamo di fare il massimo per essere pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza.
IL PIANO PROGRAMMATICO PREVENTIVO - Quest’anno, per la prima volta, e penso che sia la prima volta in Italia, abbiamo fatto un piano programmatico preventivo sull ‘assistenza in gara. Si tradda di un dossier di circa 50 pagine con tutto quello che abbiamo progettato a tavolino nelle numerose riunioni pre gara. Il piano programmatico è depositato presso la Croce Rossa regionale che è quindi perfettamente al corrente di tutto quello che faremo in tema di sicurezza preventiva. C’è poi un filo diretto tra l’unità di soccorso presente qui a Cantalupo Ligure e quella regionale. Credo sia un grande valore aggiunto che da tranquillità a noi ma penso che la dia anche agli atleti che possano in questo modo sentirsi ben tutelati. Poi io che sono anche un trailer, consiglio sempre a tutti di partire con la testa sul collo perché non esiste assistenza che ti garantisca di poterti aiutare in montagna, anzi, spesso sono i soccorritori che hanno bisogno dì aiuto. Noi facciamo il massimo per l’assistenza preventiva ma l’atleta non deve mai partire sprovveduto. In caso di problematiche, tutte le decisioni saranno prese da me, in quanto responsabile a livello generale, da Luca Revelli, in quanto direttore di gara da Emanuele Crepaldi come responsabile della sicurezza. Abbiamo già preparato un sentiero di sicurezza da utilizzare in caso di brutto tempo. Non faremo passare dalla Croce degli alpini e ruberemo solo circa 3 km alla manifestazione. Quindi, garantiamo lo svolgimento della manifestazione in qualsiasi caso.
LA FORZA DELL’ASSOCIAZIONE- Molti dei nostri associati sono parte attiva nell’organizzazione e nella gestione della gara. Penso che questo sia un aspetto che chi corre percepisce e apprezza. Facciamo praticamente tutto noi, gestiamo le iscrizioni, la consegna pettorali, balisiamo, puliamo il percorso, ci impegnamo nei confronti del Corpo Forestale e del Parco Antola a pulire entro 15 giorni ogni traccia del nostro passaggio. Le Porte di Pietra sono una gara fatta da chi corre per chi corre. La Pro Loco Vignole Borbera, persone fantasatiche che sanno anticipare i problemi e risovere gli imprevisti.
Facchinelli, bis sull'Elbrus
L'atleta La Sportiva si è imposto anche nella SkyMarathon
3h31': Marco Facchinelli, dopo il record di martedì nel Vertical, si è imposto ancora in Russia questa mattina alla Elbrus Vertical SkyMarathon, valida per il campionato russo. La gara, da quota 2350 a 5642 metri, arriva sulla cima della più alta vetta d'Europa. L'anno scorso si era imposto Luis Alberto Hernando in 3h42', record della gara 'over 5000' omologato dalla ISF che ora detiene dunque Facchinelli. I colleghi di Russianclimb, infatti, ci hanno segnalato che nel 2010 Andjej Bargiel ha fatto registrare 3h23'37'' ma il record non appare nella lista di quelli omologati dalla federazione internazionale. Ecco intanto le prime dichiarazioni di Facchinelli: «Gli ultimi 700 metri di dislivello che dura... mi sono fermato un po' di volte... e in cima non sono riuscito a non scoppiare in lacrime... che emozione... questo è SKYrunning... un po' come lo intendevano i precursori come Bruno Brunod».












