Grandi sfide alla Salomon Gore-Tex MaXi-Race

Pioggia, vento, sole, caldo e fango: è successo un po’ di tutto sul lago di Annecy alla nona edizione della Salomon Gore-Tex MaXi-Race. La gara corta da 16 km era valida come prima prova del Mountain Running World Cup: vittoria del britannico Andrew Douglas (con quinto e sesto Martin e Bernard Dematteis) e della keniana Lucy Wambui Murigi. Nella MaXi Race (82 km, 5200 metri di dislivello) doppietta francese con le affermazioni di Michel Lanne e Marion Delespierre, con terza piazza per Virginia Oliveri. Nella Ultra Race (115 km, 7000 m D+) a segno lo spagnolo Unai Dorronsoro davanti allo statunitense Jason Schlarb con quinto Andrea Macchi; nella gara rosa si impone l’ungherese Ildiko Wermescher, classe 1965.


Trail del Monte Soglio per due

Condizioni meteo non facili al Trail del Monte Soglio. A Forno Canavese organizzatori e gli oltre 700 iscritti sono stati messi a durissima prova: nel cuore della gara, quando erano trascorse oltre cinque ore dalla partenza della gara principale, il Gir Lung di 72 km per 4.400 metri, un fortissimo temporale si è abbattuto sul percorso, con la grandine che ha tempestato il tratto da Cima Soglio a Peretti Griva imbiancando totalmente i sentieri. La direzione di gara è stata così costretta, per motivi di sicurezza, a fermare molti concorrenti all’altezza del Rifugio dell’Alpe Soglia.
Il clima ha fortemente influito anche sullo sviluppo agonistico della gara, non facendo mancare i colpi di scena: inizialmente si era posto al comando della corsa Andrea Biffi, seppur insidiato a pochi secondi da Alessandro Macellaro. Dopo il 30° km però Biffi era costretto a rallentare e Macellaro ne approfittava per andare in fuga. Nel tratto verso Pian Audi (km 53) rientrava su di lui Daniele Fornoni e i due procedevano sempre a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro fino all’arrivo, dove decidevano di tagliare il traguardo insieme evitando la volata e condividendo una vittoria che, in una giornata simile, ha un sapore molto particolare. Per Fornoni è la seconda vittoria dopo quella del 2015 e il quarto podio in cinque anni mentre Macellaro era giunto secondo lo scorso anno. 9h07’16” il loro tempo finale, a far loro compagnia sul podio Nicolas Statti, autore di una grande rimonta nel tratto conclusivo fino ad arrivare a 2’18” dai vincitori. Al femminile netto successo per Sonia Glarey, al comando sin dalle prime battute, in 9h59’50”, ottava assoluta. Seconda Laura Barale a 59’24”.
Nel Gir Curt, di 39 km per 2.400 metri Lorenzo Facelli si è posto subito al comando, insidiato inizialmente da Stefano Radaelli che è rimasto con lui fino al giro di boa per poi staccarsi irrimediabilmente. Facelli ha proseguito fino al traguardo chiudendo in 3h054’09” accumulando 2’03” su Radaelli mentre terzo ha chiuso Alessandro Pittatore a 7’11”. In campo femminile prima posizione per Marina Cugnetto in 4h50’13”, con 1’11” su Chiara Macocco e 8’09” su Valeria Marasco, autrice di una straordinaria rimonta considerando che a metà gara era solamente settima.


Grignone Vertical Extreme a Paolo Bonanomi e Martina Brambilla

Paolo Bonanomi e Martina Brambilla concedono il bis al Grignone Vertical Extreme. Proprio come lo scorso anno il portacolori dei Falchi Lecco e la stella del Team VAM hanno messo tutti dietro nella classica primaverile con partenza nel centro di Pasturo e arrivo posto dinnanzi alla porta del Rifugio Brioschi a 2410 m di quota.
In 215 si sono ritrovati nel centro valsassinese per questa sfida in verticale divenuta orami appuntamento fisso di fine maggio. La ‘tutt d’un fià’ ha messo a dura prova atleti e organizzatori. Con un occhio al cielo e uno allo smartphone per sondare in tempo reale l’evolversi del meteo, Alberto Zaccagni e il suo staff avevano pronti due varianti in sostituzione della classica ascesa da 7.5 km con 1800 metri di dislivello positivo.
Invece, niente pioggia e tutto come da copione. Una sfida da frequenze cardiache elevate quella griffata Team Pasturo, con passaggi a Cornisella e all’ex Rifugio Tedeschi prima dell’ultimo step sul muscolare itinerario estivo di salita al Grignone. Su tutti l’ha spuntata ancora una volta Paolo Bonanomi che, di prepotenza, ha staccato i diretti avversari e vinto in 1h19’45”. Sul podio con lui sono saliti anche l’altro Falco Danilo Brambilla 1h25’55” e Luigi Pomoni 1h22’39”. Completano la top five di giornata Marco Colombo e Luca Albini.
Nella gara in rosa Martina Brambilla torna a porre la propria firma nell’albo d’oro con finish time di 1h34’58”. Seconda si è piazzata Francesca Rusconi 1h37’44”, mentre terza è giunta Cecilia Pedroni 1h38’53”.
Sfida nella sfida nell’intermedio dal Pialeral al Grignone per aggiudicarsi il primo memorial Gabriele Orlandi Arrigoni. Il trofeo per i migliori intertempi negli ultimi 1000 metri di salita se lo sono aggiudicato i vincitori di giornata Bonanomi e Brambilla.

Martina Brambilla ©Maurizio Torri

Messa in archivio questa prima gara in verticale, ora l’appuntamento sarà il K2 Valtellina, in programma domenica 30 giugno a Talamona. Al fine di legare queste due competizioni molto simili per format e tipologia, Team Pasturo & Gp Talamona hanno infatti creato il Double Vertical Challenge che prevede un riconoscimento ai vincitori e un super gadget finisher di entrambe le gare.
Per quanto riguarda invece il direttivo del Team Pasturo, energie e attenzioni sono già focalizzate sulla terza domenica di settembre per una ZacUp che sarà tappa delle Migu Run Skyrunner World Series; iscrizioni aperte da sabato 1 giugno, da quel momento sarà possibile connettersi al sito www.zacup.it e accaparrarsi uno dei 500 pettorali a disposizione.


Grignone Vertical Extreme, sabato si fa fatica

Grignone Vertical Extreme, il Team Pasturo sta lavorando per una quarta edizione ricca di novità. In vista della ZacUp, in programma a metà settembre e valevole come tappa di Migu Run Skyrunner World Series, Alberto Zaccagni e il suo staff scalderanno i motori con la scalata alla vetta simbolo delle montagne valsassinesi. Il format è quello testato e promosso sul campo nelle edizioni precedenti con start in linea dal centro di Pasturo e arrivo alla porta del Rifugio Brioschi, in vetta alla Grigna Settentrionale. Una sparata da 7.5 km e 1800 metri di dislivello positivo. La 'tutt d’un fià', come amano definirla i 'local' è la rivisitazione in chiave moderna di una competizione storica, una sfida in verticale che entusiasma un’intera comunità. Riprendendo in parte il Trofeo Antonietta, organizzato per anni dal gestore del Rifugio Pialeral Dario Pensa, questo spettacolare vertical andrà in scena sabato 25 maggio con start alle 9.30 per evitare agli atleti temperature troppo elevate durante la prima fase di ascesa. Nel post race tutti all’ex Rifugio Tedeschi al Pialeral per una gran festa finale.


Per il multiday hiking c'è Garmont Toubkal

Il Monte Toubkal è la cima più alta del Marocco con i suoi 4.167 metri. Nel dialetto berbero, Toubkal significa ‘vetta da cui si vede tutto’, e non è un caso che proprio questo sia il nome che Garmont ha attribuito al suo ultimo scarpone dedicato agli escursionisti più esigenti, capaci di affrontare avventure ambiziose anche su più giorni.

Toubkal GTX sfrutta al meglio il potenziale delle tecnologie del DNA Garmont per garantire all’escursionista una calzata confortevole anche dopo una lunga giornata di trekking intenso. La forma anatomica Garmont ErGo-Last ha profili più morbidi e arrotondati, per seguire in modo più naturale l’anatomia del piede: il risultato è una calzatura che avvolge meglio l’arto, soprattutto nella zona del tallone.

La tecnologia Garmont Double Damper ottimizza invece l’assorbimento degli urti, grazie a un sistema a due parti. L’intersuola attutisce infatti l’impatto con il terreno, mentre l’ammortizzatore interno limita l’impatto con il tallone. L’azione combinata delle due componenti garantisce un migliore assorbimento degli urti e la riduzione dell’affaticamento durante la camminata. Questo sistema, inoltre, riduce il movimento del piede all’interno della calzatura, garantendo stabilità e sicurezza. Sempre in questa direzione va anche la tecnologia Heel Lock, che blocca il tallone prevenendo la formazione di vesciche.

Un altro punto di forza di Toubkal GTX è la tomaia, realizzata in pelle nabuk da 1.8 mm e inserti in Lenzi Putek. Proprio quest’ultimo è il segreto di Toubkal: un materiale Made In Italy capace di una straordinaria resistenza all’abrasione, grazie al quale Toubkal non teme alcun genere di impatto o sfregamento, anche negli utilizzi di lunga durata.Il fascione in gomma dura, ispirato direttamente al mondo dell’alpinismo, circonda lo scarpone e ne aumenta solidità, resistenza agli urti e durabilità. Toubkal GTX è dotato di una membrana Gore-Tex® Performance Comfort, che lo rende ideale per ogni tipo di attività all’aperto con temperature moderate e condizioni meteorologiche mutevoli, assicurando impermeabilità e traspirabilità ottimale.

Infine, la suola Vibram® Apex, con tasselli rinforzati, mostra una forma più ampia nella zona dell’avampiede e del tallone, per assicurare stabilità e aderenza anche sulla roccia. I tasselli a tre angoli nella parte centrale del piede migliorano la frenata e la trazione direzionale.Toubkal GTX è disponibile anche in versione da donna nella variante di colore grey/blue.

GARMONT TOUBKAL GTX

Tomaia: pelle nabuck da 1.8 mm + Lenzi Putek 
Fodera: GORE-TEX® Performance Comfort 
Plantare: Alveolen®
Peso: 650 gr (1/2 paio taglia 8 UK) uomo / 580 gr (1/2 paio taglia 5 UK) donna
Campo taglie: 6-13UK uomo, compreso le 1/2  taglie / 3-8.5UK donna, compreso le 1/2  taglie
Fit: Performance 
Colore: Dark Brown/Blue, Grey/Blue (WMS)
Prezzo: 249,90 euro


Ultra è la risposta di RaidLight per le lunghe distanze

Dei quattro nuovi modelli lanciati da Raidlight nella collezione Primavera Estate 2019, la Responsiv Ultra è l’ideale per gli amanti delle lunghe e lunghissime distanze: una scarpa importante, che non dimentica la leggerezza e che non lesina sui dettagli tecnologici.

La parola d’ordine per chi deve stare ore sulle gambe, correre e camminare, è comodità. Dolori alla pianta del piede, alle dita e senso di costrizione, soprattutto quando il piede inizia a gonfiarsi, sono i disturbi più frequenti tra chi corre gare superiori ai 50 chilometri. Questa scarpa presenta tutte le caratteristiche per venire incontro alle esigenze degli ultratrailers. Partendo dalla forma con avampiede ampio e arrotondato, che permette al piede di lavorare comodamente e senza costrizioni, anche in caso di gonfiore.

Come gli altri modelli Raidlight, anche questa scarpa è stata sviluppata dal gruppo Rossignol nei laboratori di Montebelluna, il distretto calzaturiero italiano riferimento mondiale della calzatura tecnica. Grazie alla pratica tecnologia NFC inoltre basterà avvicinare lo smartphone alla scarpa per ottenere sul proprio telefono tutte le informazioni su questo e su tutti i modelli RaidLight, all’insegna dell’hashtag che caratterizza il marchio francese: #notimeforcompromise.

CARATTERISTICHE E TECNOLOGIE

La Responsiv Ultra garantisce un supporto maggiore grazie al sistema ML-Lock Band, più stabilità grazie alla tecnologia External Heel Cradle e un’ammortizzazione e protezione superiore, pur senza compromettere la sensibilità. La tecnologia M-LOCK evita la costrizione del piede e aiuta l'equilibrio con la naturale dilatazione che si verifica dopo molte ore di corsa grazie a una fascia di compressione elastica (band) posizionata sopra la parte superiore, che dà sostegno senza limitare il flusso sanguigno. Da un'idea sviluppata dal centro ricerche del Gruppo Rossignol, nasce la tecnologia Sensor3: un sottopiede di densità variabile dotato di tre zone destinate ad assorbire gli urti derivanti dall'impatto della corsa. Questo assicura un maggior ritorno di energia e si traduce in una migliore ammortizzazione e quindi in un maggior comfort durante la corsa, anche su lunghe distanze. L’intersuola è realizzata in EVA iniettato per un’ammortizzazione duratura e dinamica. Il drop è di 6 mm, il peso 270 gr e il prezzo 139,95 euro. www.raidlight.com


Arriva Suunto 5

Dal 4 giugno arriva il nuovo GPS da polso Suunto 5, già preordinabile sul sito suunto.com e in vendita al prezzo di 329 euro.

Ecco il comunicato di presentazione del nuovo prodotto rilasciato dall’azienda finlandese.

Decenni di cooperazione con atleti e appassionati outdoor hanno portato Suunto a vivere in una sorta di “trance agonistica”, dove ogni altra cosa svanisce e le persone danno
il massimo e, per fare ciò, ricercano il meglio per quanto riguarda l’hi-tech. Ebbene, semplice, intuitivo e progettato a tale scopo, Suunto 5 è stato realizzato pensando proprio a questo.

Sottile, compatto e confortevole al polso, Suunto 5 è pronto a fornire una mano per raggiungere il proprio ritmo di allenamento ottimale, grazie all’esclusiva funzione multisport. Offre agli appassionati sportivi ciò di cui hanno bisogno per concentrarsisul loro prossimo obiettivo: passo, bracciata o giro di pista che sia, senza preoccuparsi di nient'altro.

Fino in fondo, ogni volta

Grazie alle modalità ‘gestione intelligente’ di Suunto 5 e a una durata della batteria fino a 40 ore, atleti e appassionati outdoor possono spingere a fondo, negli allenamenti o nelle escursioni, senza doversi preoccupare di rimanere a corto d’energia. Questo orologio intelligente apprende i modelli di allenamento di chi lo ha al polso e invia dei promemoria per essere messo in carica prima della sessione successiva.

Questo resistente compagno di allenamento è stato costruito e testato nelle rigide condizioni ambientali del Nord Europa, portando avanti la lunga tradizione Suunto nel campo dei prodotti per l'avventura, che risale al 1936. È capace di affrontare qualsiasi condizione la natura gli riservi.

Il compagno di allenamento intelligente

Suunto 5 monitora il livello di forma di chi lo indossa e adatta il livello di allenamento in modo personalizzato a seconda dei progressi e degli obiettivi. Esattamente come un allenatore, comunica all’atleta di recuperarequando lo sforzo è eccessivo. In caso di scarso impegno invece lo sprona a incrementare l’attività. Suunto 5 è più di un semplice orologio: è un affidabile compagno d’allenamento.

In aggiunta, monitorail livello distress e il sonno, in modo che l’utente abbia la certezza di avere recuperato pienamente e di essere pronto per la prossima attività sportiva. Fornisce anche un aiuto nel mantenere, migliorare o potenziare il livello di forma fisica dell'utente e le sue prestazioni. Grazie alle oltre 80 modalità sport personalizzabili, l’utente è in grado di ottenere statistiche pertinenti indipendentemente dallo sport praticato.

Ispirazione dalla community

Invece di allenarsi da soli, Suunto 5 mette in contatto persone attive e amanti dell’avventura con un mondo di nuovi itinerari, da scoprire attraverso le ‘mappe di calore’ presenti nella Suunto app. Le mappe di calore mostrano dove e lungo quali percorsi le persone si allenano, fornendo stimoli per nuove sfide e nuove scoperte. Una volta effettuata la sincronizzazione, gli utenti possono esplorare nuovi itinerari e percorsi sul proprio orologio.

Alcune delle app sportive più famose al mondo, come Strava, TrainingPeaks e Relive, sono integrate all’interno della Suunto app, offrendo all’utente la possibilità di sfruttare al meglio le sessioni di allenamento. E la condivisione online dei traguardi raggiunti attraverso differenti piattaforme social media non è mai stata così facile.

Progettato con stile

Suunto 5 è stato progettato per la performance, ma anche con un occhio allo stile. La ghiera in resistente acciaio inox e le quattro varianti All Black, White, Burgundy Copper and Graphite Copper, lo rendono un oggetto sofisticato e originale insieme.


Dall'Italia alla Cina in bici e con l'obiettivo di salire una vetta in ogni paese

Da Livigno e da Fai della Paganella alla Cina. In bici e con l’obiettivo, lungo la strada, di sciare qualche bella cima. Questa in sintesi l’avventura Soul Silk, al via lo scorso aprile. I protagonisti sono il fotografo Giacomo Meneghello e Yanez Borella, innevatore e maestro di snowboard. Il progetto prevede circa 10.000 chilometri in sella in una cento giorni che li vedrà attraversare circa 12 stati e due continenti. Viaggeranno con un prototipo di e-bike dotata di carretto con pannello fotovoltaico che li aiuterà a ricaricare le batterie. Trasporteranno tutto il materiale necessario all’impresa, che hanno però voluto rendere ancora più speciale: non solo arriveranno in Cina pedalando, cercheranno anche di salire una vetta per ogni paese che attraverseranno, come la Punta Penia (3.343 m) in Marmolada fino al Pic Lenin (7.134 m) nella regione del Pamir. Questo viaggio, oltre che una grande sfida fisica, ha anche una valenza sociale e umana. Giacomo e Yanez pedalano per supportare l’Admo, associazione per la donazione del midollo osseo, portando una sua bandiera in cima ad ogni montagna che conquisteranno. Scott e Outdoor Research, brand parte del gruppo Scott Sports, partecipano con i loro prodotti a questo progetto con vari accessori tecnici che aiuteranno i due a raggiungere il loro obiettivo. In questo momento Giacomo e Yanez sono arrivati in Cappadocia, nel cuore della Turchia, dopo 3.300 chilometri e 30.000 metri di dislivello, ma la strada è ancora lunga.

www.facebook.com/SoulSilk2018/

Sul Monte Erciyes in Turchia (3.917 m) ©Giacomo Meneghello

Val del Riso Trail, la prima a Fabio Pasini e Maria Eugenia Rossi

Debutto coi fiocchi per la Val del Riso Trail. 200 i partecipanti alla gara nella terra delle miniere, con partenza e arrivo a Gorno. I primi a imprimere il sigillo sulla gara griffata Fly-Up e Pro Gorno sono l’azzurro del fondo Fabio Pasini e la skyrunner, specialista della discesa, Maria Eugenia Rossi.
Solo una leggera modifica nel tratto che conduce alla frazione Riso onde evitare il fango, per il resto il percorso della nuovissima Val del Riso Trail non ha subito alcuna modifica nonostante la pioggia che ha accompagnato la gara.
Ad accendere la miccia ci ha pensato Fabio Pasini, imprimendo un forcing deciso sin dall’inizio. Al suo inseguimento si è portato il giovane Mattia Tanara del Team Scott, con alle calcagna Luca Rota del team Serim. Più staccati Fabio Bonfanti, Matteo Longhi e Denny Epis. Lungo la discesa del monte Grem, nella seconda fase di gara, Fabio Pasini ha mantenuto la prima posizione nonostante Mattia Tanara non si sia certo risparmiato. Dietro di loro, invece, c’è stato uno scambio di posizioni. Fabio Bonfanti è passato dal quarto al terzo posto, rimontando Luca Rota.
Sul traguardo di Gorno è piombato dunque per primo Fabio Pasini (alla sua prima gara in maglia Recastello Radici Group). 2h07’30” il tempo che gli è valso la vittoria. Mattia Tanara è transitato sotto l’arco Scott in 2h09’22”, accusando un ritardo di 1’52”. A distanza di 8’29″ dal vincitore ha concluso Fabio Bonfanti (Runners Bergamo – 2h15’59”). Nei migliori dieci di giornata Luca Rota, Denny Epis, Matteo Longhi, Daniel Antonio Rondi, Marco Marchesi, Andrea Noris e Giambattista Micheli.
In campo femminile Maria Eugenia Rossi, dopo aver corso i primissimi chilometri appaiata a Lara Birolini, ha condotto l’intera gara all’attacco. Con il suo bel sorriso stampato in volto malgrado la fatica, Maria Eugenia Rossi ha solcato la linea d’arrivo in solitudine, stoppando le lancette su 2h38’21”. La portacolori dell’Erock Team ha avuto la meglio sulla compagna di squadra Lara Birolini (2h52’10”) e su Carolina Tiraboschi (Asd Maga – 3h00’49”). Nella top five anche Sara Bergamelli e Caterina Tomasoni.


Garda Trentino Trail a Enzo Romeri e Simona Gambaro

Il trentino Enzo Romeri (CMP Campagnolo Bassano) e la genovese Simona Gambaro (Sisport) sono i vincitori della quarta edizione del Garda Trentino Trail, la prova di 60 chilometri con 3500 metri di dislivello disegnata tra l’Alto Garda Trentino e la Valle di Ledro, con partenza da Arco ed arrivo a Riva del Garda dopo aver toccato i tre laghi di Tenno, Ledro e Garda. Un successo a lungo inseguito, quello di Romeri che sin dalla prima edizione del 2016 è stato costantemente tra i protagonisti, di fatto sempre a ridosso della vittoria ma senza mai conquistarla, discorso valido anche per la versione invernale, il GardaTrentino XMas Trail in calendario a dicembre.
Il quarto assalto è stato dunque quello buono per il quarantaseienne trentino, autore di un assoluto monologo concluso in poco meno di sei ore (5h59’01). Il suo margine è stato superiore alla mezz’ora nei confronti degli altri due protagonisti del podio di giornata, il lombardo Christian Pizzati (TRM Team, 6h32’23) e l’ex hockeista gardenese Christian Insam (Team La Sportiva, 6h45’33), già secondo dodici mesi fa. I numeri sembrerebbero delineare una vittoria agevole per Romeri, ma in realtà non è stata una passeggiata: la pioggia ed il freddo hanno messo a dura prova la resistenza del trentino ma la sua determinazione di voler finalmente conquistare il successo nel Garda Trentino Trail è stata più forte di tutto, anche della neve presente nella parte sommitale del tracciato, oltre i 1600 metri dal Rifugio Nino Pernici a Bocca Saval. Ai piedi del podio è finito il pusterese Werner Bergmann (LaufClub Pustertal) che ha preceduto il tedesco Christian Zimmer ed il trevigiano Daniele Fant (Sinteco Running Team).
La prima donna a concludere il tracciato di 60 chilometri è stata invece Simona Gambaro, autrice del 29° tempo assoluto con 7h55’56 per precedere l’altoatesina Maria Regina Spiess (Sarntal Raiffeisen, 8h01’46), vincitrice dodici mesi fa della distanza media del Garda Trentino Trail. Ed a tal proposito, di poco superiore alle quattro ore invece il tempo impiegato dai due trentini Christian Modena e Francesco Trenti - entrambi portacolori del Team LaSportiva - per firmare la Tenno Trail Marathon, la prova intermedia del trittico griffato Garda Trentino Trail con i suoi 42km di sviluppo e 2400 metri di dislivello con partenza da Tenno. Dopo un iniziale allungo di Trenti, Modena ha chiuso il gap e da quel momento i due hanno proseguito di pari passo fino a tagliare a braccetto il traguardo di Riva del Garda in 4h19’34. Terzo posto quindi per Daniel Degasperi. La veneta Francesca Pretto (Team La Sportiva) è invece risultata imprendibile per tutte nella gara femminile, conclusa con il tempo di 5h03”23.

LEDRO TRAIL EXPERIENCE - Firma inglese per la Ledro Trail Experience, la prova più breve del trittico con i suoi 30km e 1200 metri e partenza da Bezzecca: il primo a concludere la propria fatica è stato il britannico Robbie Britton, inglese da poco di casa a Biella che con 2h31’26 si è lasciato alle spalle Manuel Speranza (Atletica Cortina, 2h32’11) ed il ledrense Michele Bartoli (Ss Tremalzo, 2h32’46). A imporsi al femminile è stata la bellunese Martina Valmassoi (Team Salomon), prima al traguardo dopo 2h53’36 di gara.
Gli arrivi delle tre prove si sono quindi succeduti fino all’imbrunire, con i quasi mille partecipanti estasiati per aver potuto godere di una giornata tanto avvincente e ben confezionata pur in condizioni meteo che si preannunciavano critiche. Ma tutto è filato liscio, grazie alla clemenza del meteo ma anche per la sempre maggior perizia ed esperienza di un comitato organizzatore di anno in anno più rodato e già al lavoro per pensare ed allestire la prossima Garda Trentino XMas Trail del 14 dicembre.


Che spettacolo al Trofeo Nasego

Solito, grande spettacolo al Nasego. Puntuale alle ore 9.30 lo start da Casto, poi via a perdifiato tra le vallate e le alture del savallese, un lunghissimo serpentone colorato che solcava i luoghi simbolo della gara: le ferrate, i Piani di Alone, i Pannelli, il Rifugio Nasego, Famea… 21 km circa e 1330 di dislivello, velocità, tecnica e muscolarità. Gara uomini: pronti via e poco studio, non c’è davvero tempo per la tattica. Lo scozzese Andrew Douglas, già quinto nel vertical di sabato, si getta all’attacco senza alcun indugio. Provano ad andargli in scia il francese Julien Rancon e l’attesissimo kenyano Robert Surum. La prima parte di gara, filante e veloce, è tutta per l’uomo delle highlands che riesce a raggranellare oltre 1’ all’aggiornamento di metà gara. I migliori Italiani in questa fase sono Alberto Vender, Gabriele Bacchion ed Hannes Perkmann. Come sempre accade il momento decisivo si consuma sui sentieri che salgono al GPM del Rifugio Nasego, reso ancora più duro dalla forte pioggia. Gran finale con la crudele ed impegnativa discesa sul traguardo di Famea, Andrew Douglas regge il ritorno di Cachard, Surum e Rancon, per lui grande vittoria in 1h35’37” che gli vale il nuovo record e l’ingresso nella leggenda della Nasego. Podio stellare con il francese Sylvain Cachard, autore di rimonta incredibile, ed il kenyano Robert Surum. Uno strepitoso Julien Rancon al quarto posto anticipa di poco il primo atleta azzurro, Martin Dematteis, che si laurea così campione d’Italia Lunghe Distanze per un podio tricolore che vede Gabriele Bacchion al secondo posto e Alberto Vender al terzo.

Martin Dematteis ©Damiano Benedetto e Marco Gulberti

Nella gara donne previsioni completamente rispettate, la keniana campione del mondo Lucy Wambui Murigi si getta alle spalle la debacle del 2018 quando fu protagonista di giornata anonima. Questa volta non c’è scampo per le avversarie, messe implacabilmente in fila dalla fenomenale gazzella africana che comanda dal primo all’ultimo km in un assolo che le vale anche il record del tracciato, sfilato alla bresciana Sara Bottarelli che qui fu regina nel 2016. Da oggi il crono da battere sarà 1h52’23”. La Murigi domina ma dietro è grande battaglia per un posto nella ambitissima top ten. Sorpresona di giornata al secondo posto con l’irlandese Sarah McCormack, ormai stabilmente tra le top del ranking internazionale, e sorpresissima in terza piazza Erica Ghelfi, incredula e felicissima per quella che rimane un’autentica impresa. Per lei c’è anche il titolo Italiano lunghe distanze 2019 davanti a Lorenza Beccaria ed alla sorella Francesca Ghelfi, per un podio tricolore interamente di marca piemontese.

Lucy Wambui Murigi ©Damiano Benedetto e Marco Gulberti

Al Sardinia Trail dettano legge i polacchi

Il polacco Bartosz Gorczyca, con il tempo finale di 6h12’52”, ha vinto l’ottava edizione del Sardinia Trail, conclusasi sulla spiaggia di Museddu, nel comune di Cardedu. Anche nell’ultima tappa è arrivato primo nella classifica assoluta, precedendo il belga Fabien Huby e Dario Tuveri, giunti insieme sul traguardo. Nella generale in seconda e terza posizione rispettivamente ancora Fabien Huby e lo svizzero Lino Polti; il primo italiano è Stefano Buosi, all'ottavo posto.
Nella gara rosa si aggiudica, per la prima volta, il titolo di regina del Sardinia Trail la polacca Ewa Majer, con il tempo di 7h34’08”, quinta assoluta, strappando lo scettro alla svizzera Patrizia Besomi, vincitrice delle due scorse edizioni, che ha concluso in terza posizione nella classifica generale, preceduta dall’altra elvetica Ylenia Polti.