DoloMyths Run Skyrace da record
Sarà ricordata negli annali la ventiduesima DoloMyths Run Skyrace della Val di Fassa, perché sono stati infranti parecchi i record, tranne quello assoluto maschile. Nell’albo d’oro della sfida inserita nelle Golden Trail World Series piombano con veemenza il ventunenne trentino di Vermiglio Davide Magnini, che diventa così il più giovane vincitore della storia di questa competizione, e la svizzera Judith Wyder, capace di infrangere il primato femminile e di realizzare una prestazione eccezionale in discesa. Quattro primati su sei sono dunque stati sbriciolati: tutti quelli femminili (miglior tempo in salita, in discesa e assoluto) e la prestazione più veloce fino al Piz Boè da parte del vincitore.
Due protagonisti nuovi, dunque, per l’evento che ha chiuso il festival di corsa in quota di Canazei e delle valli ladine, con Magnini subito all’attacco e interprete di una gara in solitaria e la Wyder autrice di una strepitosa rimonta in discesa, che l’ha portata sul gradino più alto del podio, entrambi alfieri del team Salomon. Sul podio assieme a Magnini, che ha concluso i 22 km del tracciato con 3.500 metri di dislivello stabilendo il tempo di 2h00'28”, di soli 17 secondi superiore a quello che fece registrare Kilian Jornet Burgada nel 2013, anche il valdostano del Team La Sportiva Nadir Maguet e il sorprendente marocchino Elhousine Elazzaoui del team Tornado, giunti appaiati dopo 2’54”.
La svizzera di Berna Judith Wyder ha invece terminato la propria fatica con il tempo strepitoso di 2h18’51”, di ben 7 minuti e 6 secondi inferiore rispetto a quello che fece registrare la statunitense Megan Kimmel nel 2015. Sono scese sotto il precedente primato anche la seconda classificata, la neozelandese Ruth Charlotte Croft (a 3’04” dalla vincitrice) e la svizzera Maude Mathys (a 3’16”), che si è comunque ritagliata un posto nella storia visto che in cima al Piz Boè è transitata per prima con il tempo di 1h25’41”, di ben 3 minuti e 49 secondi migliore rispetto a quello stabilito del 2015 della spagnola Laura Orguè, stavolta assente.
Un’edizione da incorniciare, dunque, per la DoloMyths Run, che da due stagioni si presenta con un nuovo format, e che ha visto in gara mille iscritti in rappresentanza di 45 nazioni, un dato quest’ultimo da far invidia a tanti Campionati Mondiali di specialità.
Per Davide Magnini questa vittoria rappresenta la consacrazione definitiva nel panorama delle skyrace e delle corse in quota. Già vittorioso in più occasioni in questo 2019, ultima in ordine di tempo venerdì nel Vertical Crepa Neigra sempre a Canazei, è il nuovo fenomeno di questo sport. Ha stracciato tutti gli avversari, compresi i leader del circuito, adottando l’unica tattica che aveva a disposizione. Attaccare da subito in salita per riuscire a gestire il vantaggio in discesa, considerato il fatto che la sua caviglia non era al meglio. E così è stato. Già dopo il Lupo Bianco vantava una decina di secondi di scarto sui rivali. A Passo Pordoi il trentino è transitato con 1’14” di margine su un terzetto composto dal norvegese Stian Overgaard Aarvik, dal valdostano Nadir Maguet e dal marocchino Elhousine Elazzaoui, più staccati gli altri 5 avversari. Magnini non ha però smesso di aumentare le frequenze e a Forcella Pordoi è giunto dopo 1h14’55”, con 2’8” di gap su Aarvik e Elazzaoui, 2’14” su Maguet e 2’35” sul peruviano Josè Manuel Quispe Mallma. Si sale ancora verso il punto più alto della gara, i 3.152 metri del Piz Boè, dove il talento trentino giunge dopo 1h14’55”, una prestazione che è risultata di 1 minuto e 5 secondi inferiore a quella di Kilian (record di salita). A 2 minuti e 23 arriva il peruviano Ouispe Mallma, quindi Aarvik a 2’33”, Elazzaoui a 2’35”, Maguet a 2’39”.
Nell’interminabile e tecnica discesa che dal Piz Boè porta al traguardo di Canazei attraverso la Val Lasties e Pian Schiavaneis, Magnini gestisce alla grande il vantaggio sul terreno che non ama, perdendo nel primo tratto, ma allungando nel finale. Vince con autorevolezza, sfiorando addirittura un altro record dopo quello sul Piz Boè. Sul traguardo precede di 2’25” Nadir Maguet e Elhousine Elazzaoui, di 2’36” lo spagnolo Jan Margarit Sole, di 2’47” il polacco Bart Przedwojewski, di 3’48” il norvegese Stian Angermund Vik, di 4’32” l’inglese Finlay Wild e di 4’35” il peruviano Quispe Mallma che nel primo tratto in discesa aveva imboccato un sentiero sbagliato.
Tattica azzeccata anche per la vincitrice della gara femminile Judith Wyder, con un passato importante nella corsa orientamento, che ha sfruttato al meglio la propria abilità in discesa. La Wyder fino al Biz Boè ha lasciato sfogare la connazionale di Ollon Maude Mathys, giunta con un tempo da record sul punto più alto della gara, per poi lasciar correre le gambe come una cavalletta in Val Lasties e fino al traguardo di Canazei, dove ha concluso con un altro primato (2h18’51”). Seconda a 3’04” è arrivata la neozelandese Ruth Charlotte Croft, sempre terza nella prima fase in salita e poi capace di superare la Mathys in difficoltà nella seconda parte della gara, giunta a 3’16” dalla vincitrice. Quarta a 12’11 la francese Elise Poncet, quindi la prima delle italiane, la bormina Elisa Desco che ha accusato un ritardo di 13’09”. Seguono l’altra francese Anais Sabriè e la veneziana Silvia Rampazzo a 17’52”.
VUT a Franco Collé e Giuditta Turini
La coppia d’oro del trail running italiano Franco Collé e Giuditta Turini si aggiudica la terza edizione della Valmalenco Ultra Trail Distance. Per la serie non c’è due senza tre, i due valdostani hanno messo la loro griffe nella ultra disegnata all’ombra del Bernina, dopo avere vinto Licony Trail e Dolomyths Ultra Run. Alle ore 23 di venerdì, dalla piazza centrale di Chiesa Valmalenco e simultaneamente da Lanzada, ha preso il via una delle competizioni più tecniche e del panorama nazionale.Il percorso, disegnato sull’alta Via della Valmalenco, anche quest’anno è riuscito ad attirare nella provincia al centro delle Alpi oltre 300 atleti provenienti da 5 differenti nazioni. Gli atleti si sono misurati su due format gara che condividono lo stesso percorso: la prova principe da 90 km e 6000 m D+ e la formula staffetta a 3 elementi partita da Lanzada. Tutti gli atleti hanno dovuto affrontare ben quattro scollinamenti a oltre 2600 metri passando per i quindici rifugi disseminati sul percorso. Ad accompagnarli un pubblico numeroso
GARA MASCHILE - Pronti, via e la gara si è subito incendiata con la progressione di Franco Collé. Il valdostano del team Crazy, ha imposto il proprio ritmo prendendo così lo scettro della corsa. Il re del Tor de Géants ha sempre mantenuto un discreto margine sul primo inseguitore, l’azzurro di trail Christian Pizzati. Tra i due è andata in scena una vera e propria sfida a distanza che si è protratta per tre quarti di gara. A Caspoggio il primo a tagliare il traguardo è stato proprio Franco Collé che si aggiudica la terza edizione della VUT con un tempo di 12h34’04” dopo avere vinto quella dell’esordio nel 2017. Seconda posizione per un ottimo Pizzati che, nella parte finale, ha gestito energie e vantaggio su chi lo inseguiva terminando con un crono di 13h21’49”. Per il gradino più basso del podio invece è andata in scena una vera propria bagarre che ha visto coinvolti Luca Schenatti, Dino Melzani e il vincitore dell’edizione 2018 Saverio Monti. Alla fine l’ha spuntata il ‘local’ Schenatti con un super timing di 13h29’21”.
GARA ROSA - Al femminile, come da pronostico, la gara ha visto primeggiare sin dalle prime battute Giuditta Turini che proprio una settimana fa si è aggiudicata la Dolomyths Run Ultra Trail. La valdostana non ha lasciato spazio alle rivali ed ha tagliato il traguardo in solitaria con un tempo di 16h04’09”. Seconda Serena Piganzoli (18h14'45"), terza piazza per Scilla Tonetti (18h18'45").
STAFFETTE - Nella gara a staffetta dominio del Ghiaccia Team capitanato dai fratelli Alessandro e Mattia Bonesi che, al fianco del fedelissimo Valentino Speziali si sono ripetuti dopo aver già vinto la prima edizione della VUT. Per loro un tempo di 11h11’51”.Secondo posto per il Team i Puffi (Gabriele Schena, Walter Dell’ Andrino e Ugo Pedrolini)con un finish time di 11h32’05” minuti. Chiude il podio composto da Jeaua Gaviria, Jaime Lopez e Catalina Beltran (11h58’07”).
Al femminile successo di giornata per il Team Mountain Girls di Francesca Galli, Elena Peracca e Lisa Rossatti che si aggiudica la prima piazza in 15h39’48”
ATTENZIONE ALL’AMBIENTE - Valmalenco Ultra Trail 2019 è stata Plastic Free. Grazie allo sponsor tecnico Scott tutti gli atleti sono stati dotati di un apposito bicchiere che ha consentito di dissetarsi lungo il tracciato senza intaccare l’ecosistema di questa area tanto bella quanto delicata. Per l’occasione sono stati eliminati tutti gli altri supporti plastificati.
Integrale di Peuterey in meno di 16 ore per Cazzanelli-Steindl
Dopo le quattro creste del Cervino nel 2018, si riforma il tandem François Cazzanelli-Andreas Steindl che nei giorni scorsi ha chiuso l'integrale di Peuterey, sul Monte Bianco, in meno di 16 ore, con partenza e arrivo dal camping Peuterey. Lungo il percorso, a fotografare, Marco Camandona e Luca Rolli. Ecco come descrive l'impresa Cazzanelli in un post su Instagram.
«Prepariamo il materiale e il pomeriggio portiamo i nostri zaini alla base della cresta sud della Noire e ritorniamo a valle! Il mattino dopo (venerdì 19 luglio) alle 3:30 partiamo dal Campeggio Monte Bianco la sorgente Peuterey! Tutto gira perfettamente e dopo 5 ore siamo in vetta alla Noire facciamo le doppie e ripartiamo verso la Blanche. Senza intoppi dopo 9 ore e 30 minuti siamo al colle di Peuterey pronti ad attaccare il Pillier d’Angle e la cresta di Peuterey. Dopo 11 ore e 50 minuti dalla partenza siamo sul Monte Bianco di Courmayeur e dopo 12 ore e 12 minuti sulla vetta del Monte Bianco di Chamonix! Ci abbracciamo, arrivano anche @tetostrad e @heromeperruquet che hanno salito la cresta in due giorni un momento stupendo! Restiamo in vetta 10 minuti poi ripartiamo! Non è finita ci tocca ancora ritornare a valle! Per la discesa abbiamo scelto la via normale Italiana dal rifugio Gonella. La stanchezza si fa sentire lo zaino con dentro tutto il materiale sembra sempre più pesante! Stringiamo i denti e dopo 15 ore e 55 minuti facciamo ritorno al camping Peuterey la sorgente da dove siamo partiti alle 3:30 della mattina (per scendere abbiamo impiegato 3 ore e 33 minuti). Per darvi i numeri in 15 ore e 55 minuti abbiamo salito e sceso 4276 m di dislivello con uno sviluppo di 45,37 km».
DoloMyths, Davide Magnini primo nel vertical
Cambia il format del DoloMyths Vertical Kilometer, ma il padrone è sempre lo stesso. Il ventiduenne di Vermiglio Davide Magnini, dodici mesi dopo la sua prima vittoria sulla Crepa Neigra, concede il bis anche nella dodicesima edizione della competizione della Val di Fassa di sola ascesa, che per la prima volta si è disputata nella formula a cronometro con partenze individuali. Vittoria assoluta, con il tempo di 32’54”, di 19 secondi superiore rispetto a quello fatto registrare nel 2018 e di 1 minuto e 20 più alto rispetto al record che aveva stabilito l’altoatesino Philip Götsch nel 2016.
Stessa trionfatrice dello scorso anno anche al femminile, al termine di una gara disputata invece nella tradizionale formula mass start. La prima a giungere sul traguardo di Spiz di Crepa Neigra, dopo 2.400 metri di sviluppo e 1.000 metri di dislivello, è stata la trentenne svizzera Victoria Kreuzer, che ha staccato tutte le avversarie fermando il cronometro sul tempo di 39’12”, superiore al primato di Axelle Mollaret del 2017 (37’39”).
Giornata straordinaria per il secondo atto dell’evento trentino DoloMyths Run della Val di Fassa, con 200 partenti in rappresentanza di 24 nazioni per la competizione di sola ascesa che prevedeva la partenza ad Alba di Canazei a 1.465 metri e arrivo a Spiz di Crepa Neigra a 2.465 metri. Sfida caratterizzata dal cambio di formula, che è piaciuto a metà, al pubblico presente nei vari tratti del tracciato sicuramente, ad alcuni atleti invece un po’ meno, perché sono stati costretti a tenere sempre un ritmo elevato e a tenere quale riferimento unicamente gli atleti che li precedevano con una tattica di gara difficile da interpretare. E in quest’ottica Davide Magnini probabilmente è stato avvantaggiato, visto che il rivale Remì Bonnet è partito 40 secondi prima di lui e così per il solandro è stato più agevole gestire la gara, monitorandolo metro per metro. Sul traguardo con splendida vista sul Gran Vernel e sulla Marmolada Magnini ha chiuso con il tempo di 32’54”, precedendo di soli 11 secondi lo svizzero Remì Bonnet, quindi sul terzo gradino del podio è salito l’altoatesino di Appiano Hannes Perkmann del team Dynafit a 1 minuto e 8 secondi. Ottima prestazione anche per il bellunese del team Scott Manuel Da Col, a soli 23 secondi da lui, mentre un altro dei favoriti, il trentino di Roncone Patrick Facchini, ha terminato in quinta piazza con il tempo di 34’53” (1'58” dal vincitore). Seguono in classifica il marocchino Elhousine Elazzaoui, il francese Yoann Caillot e il giovane sci alpinista vicentino di Zanè Mattia Sostizzo, che ha staccato un grande tempo (36’37”) aggiudicandosi la categoria junior: ottavo assoluto. Nono Christoph Wachter, quindi ecco lo svizzero Micha Steiner e il piemontese di salice D’Ulzio Simone Eydallin.
Perentoria l’affermazione in campo femminile di Victoria Kreuzer del team Adidas, capace di precedere di 1’23” la bresciana di Temù Valentina Belotti, quindi sul terzo gradino del podio troviamo la finlandese Susanna Saapunki a 3’09” dalla vincitrice. Seguono fuori la svizzera Amelie Bertschy, la lombarda Corinna Ghirardi, la laziale Raffaella Tempesta, quindi la fiemmese già vincitrice di quattro edizioni di questa competizione (settima), quindi la spagnola Silvia Lara e l’atleta di casa, la fassana di Campitello Giorgia Felicetti. In gara anche la campionessa di sci alpino Chiara Costazza (vincitrice dello slalom speciale di Coppa del Mondo di Lienz nel 2007) che si è cimentata per la prima volta in una vertical race, chiudendo 24ª con il tempo di 59'30", sotto la soglia dei 60 minuti, come si era prefissata di fare prima del via.
Presentati i Campionati Italiani Mountain e Trail Running 2019
Sono 1.500 i runner attesi sui sentieri delle Piccole Dolomiti dal 25 al 28 luglio per i Campionati Italiani Mountain e Trail Running 2019. Nella sede del main sponsor CMP a Romano d'Ezzelino si è svolta la presentazione con organizzatori, amministratori e partner: sono intervenuti Alice Testi (responsabile marketing della Fratelli Campagnolo), Denis Bagnara (presidente Ultrabericus Team), Enrico Pollini (direttore di gara), Christian Zovico (presidente di FIDAL Veneto) e diverse autorità locali. Il programma 2019 prevede quattro ben gare che assegneranno i titoli tricolori, con due prove aggiuntive che allargheranno il programma della ormai classica Trans d'Havet.
Si parte giovedì 25 luglio alle 18.50 con la Maistrack Summano Vertical sulla direttissima Santorso - Cima Summano e i suoi 1.000 m D+ racchiusi in appena 3,2 km. La prova sarà valida per il Grand Prix Eolo Vertical Cup. Venerdì 26 e sabato 27 ci si sposterà a Valdagno, teatro di gara delle due prove della Trans d'Havet, che assegneranno i titoli di campione italiano del trail lungo e del trail corto. Partenza allo scoccare della mezzanotte di venerdì da Piovene Rocchette per il trail lungo di 80 km e 5.500 m D+, e da metà percorso al Pian delle Fugazze alle nove del mattino di sabato per il trail corto di 40 km e 2.500 m D+. Traguardo a Valdagno in giornata per entrambe le prove dopo aver percorso tutto l'arco delle Piccole Dolomiti Vicentine.
Domenica, infine, gran finale nel segno della corsa in montagna classica con i tre percorsi del Campogrosso Mountain Classic. Per le categorie Pro/Sen partenza da Recoaro Terme con un tracciato di 13,4 km e 1.200 m D+. Partenze da Staro con un tracciato di 6,4 km e 800 m D+ per gli Junior e di 8,5 km e 850 m D+ per gli Open. Per tutti la grande festa all'arrivo al passo di Campogrosso.
Enrico Pollini, direttore di gara di Ultrabericus Team, che ha seguito e promosso fin dall'inizio il progetto di unire Trail Running e Corsa in Montagna in un unico grande evento italiano, ha spiegato che si tratta del primo test che anticipa il nuovo format che la Federazione Internazionale di Atletica IAAF ha messo in campo per le discipline dell'outdoor running a partire dai campionati mondiali del 2021. Non più manifestazioni dislocate in un arco temporale ampio e su diverse location, ma un unico grande evento di più giorni in cui inanellare le diverse prove che assegnano i titoli. Per Ultrabericus Team è indubbiamente una conferma della qualità delle proposte agonistiche rappresentate non solo da Trans d'Havet, ma anche da Maistrack e Staro-Campogrosso e dalle rispettive organizzazioni coordinate.
65 rose per 65 cime contro la fibrosi cistica
In inglese cystic fibrosis e 65 roses pronunciati da un bambino hanno un suono molto simile. Ecco perché la Lega Italiana Fibrosi Cistica, per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della montagna alla lotta contro la malattia genetica ha ideato l’iniziativa 65 rose per 65 cime. Il gioco è semplice: basta portare con sé una rosa, vera o artificiale, su una vetta e farsi un selfie. La foto va poi inviata 65cime@fibrosicistica.it . L’idea è quella di accostare la bellezza della montagna e la purezza dell’aria a una malattia che ha fame d’aria e di vita. Il progetto, voluto dall’artista e scrittore Roberto Bombassei, è partito il primo luglio ed è sostenuto, oltre che dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica, da Montura (nei negozi del brand si possono ritirare delle roselline create appositamente per la campagna). La rosa è anche il simbolo internazionale della fibrosi cistica. Il progetto prevede inoltre conferenze e seminari in tutta italia. 65cime.fibrosicistica.it
BUT a Riccardo Borgialli e Basilia Foerster
Riccardo Borgialli e Basilia Foerster sono i vincitori dell'edizione 2019 di BUT Formazza. Borgialli, ha trionfato nei 52 km della Bettelmatt Trail in 6 ore e 51 secondi, lungo un tracciato che ha superato i 3000 metri ed è andato a toccare la Cascata del Toce, con il suo salto da 143 metri, il più alto d’Europa. 8 ore 17 minuti e 23 secondi, invece, per la prima classificata tra le donne: l’italo tedesca Basilia Foerster.
In tutto oltre mille i partecipanti, arrivati da 14 paesi (oltre all’Italia, Belgio, Brasile, Germania, Gran Bretagna, Ecuador, Francia, Norvegia, Olanda, Polonia, Romania, San Marino, Stati Uniti, Svizzera) nel caratteristico borgo walser di Riale, per questa spettacolare competizione che prende il nome dal Bettelmatt, il raro e pregiato formaggio di montagna che nasce tra gli alpeggi piemontesi, al confine con la Svizzera.
Accanto a Borgialli, vincitore della 52 km, Cristian Minoggio si è aggiudicato per il quinto anno consecutivo (sesta volta in totale) la Sky Race da 35 km, con un tempo di 3 ore 54 minuti e 11 secondi. L’ossolano Mauro Stoppini, di 28 anni, ha tagliato invece in 1 ora 31 minuti e 59 secondi il traguardo della Bettelmatt Race di 17, 5 km con un dislivello di circa 880 metri.
Al femminile, accanto alla Foerster vincitrice della 52 km, la rumena Mihaela Marinescu si è aggiudicata la 35 km in 5 ore 28 minuti e 52 secondi, mentre la ventunenne Chiara Vanini, ha tagliato il traguardo della Bettelmatt Race in 1 ora 55 minuti e 25 secondi.
Grande protagonista di quest’anno è stata però la solidarietà: per le tre gare principali è stato destinato un euro per ogni partecipante a Dynamo Camp, la onlus che offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni. Il ricavato della Mini Trail da 8 km, a cui hanno preso parte anche molte famiglie, è stato invece devoluto come sempre alla famiglia di Marco Bacher, un ragazzo di Formazza che necessita di assistenza h24.
«Anche quest'anno la Val Formazza si è dimostrata una gara di altissimo livello, capace di coniugare sport, natura e divertimento - ha affermato Gianluca Barp, Presidente di Formazza Event - Siamo cresciuti del 15% con le iscrizioni rispetto allo scorso anno e abbiamo coinvolto oltre 1000 atleti provenienti da tutta Italia e da 14 paesi del mondo».
DoloMyths Run Ultra Trail a Franco Collè e Giuditta Turini
L’ottava edizione della DoloMyths Run Ultra Trail si risolve in una questione di famiglia fra Franco Collè e Giuditta Turini, che hanno chiuso i 61,2 km davanti a tutti gli avversari, iscrivendo per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro di questa competizione, che si disputa attorno al gruppo montuoso del Sella, con partenza e arrivo a Colfosco. Nella half, sulla distanza dei 26 chilometri, a trionfare sono stati invece il trentino Luca Miori e la danese Ulrikke Evensen. Quattro sfide interessanti, che hanno coinvolto complessivamente 350 runner provenienti da 22 nazioni. Un dato, quest’ultimo, che rappresenta un record, mentre i primati cronometrici sono rimasti imbattuti, forse anche a seguito del cattivo tempo, che ha accompagnato i partecipanti nella prima parte della gara.
Un’edizione dai valori tecnici elevati, per quanto riguarda la sfida ultra maschile, grazie soprattutto alla presenza del valdostano Franco Collè e del suo compagno di squadra del Team Hoka One Marco De Gasperi. Senza dimenticare i due alfieri del Team Salomon, il bergamasco Luca Carrara, vincitore dell’edizione di dodici mesi fa, e il ceco Jiri Petr, alla sua prima partecipazione, con il valtellinese Giovanni Tacchini nel ruolo dell’outsider, mentre non ha preso il via Gil Pintarelli a seguito di un infortunio.
Un quintetto che ha affrontato compatto i primi chilometri del tracciato, 61,2 km con 3.380 metri di dislivello, facendo selezione verso Bec De Roces e proseguendo fino agli 11,3 km di Arabba. Nell’impegnativa ascesa al rifugio Padon Luca Carrara ha perso contatto anche a seguito dell’infortunio al polpaccio, che non gli ha consentito di esprimersi al meglio. Alternandosi al comando i quattro leader sono transitati assieme al Pordoi (dopo 27,5 km), a Canazei (dopo 34,3 km) e al Passo Sella (43,4 km), ma in discesa Collè ha provato ad allungare e De Gasperi è stato l’unico in grado di resistergli. Nella salita verso il rifugio Dantercepies il valdostano è riuscito a prendere il comando, con il valtellinese ad una quarantina di secondi e Tacchini ad un paio di minuti. Nell’ultima discesa verso il traguardo di Colfosco non è cambiato nulla nelle posizioni di vertice. Così Franco Collè ha chiuso a braccia alzate con il tempo di 6h17’01”, una prestazione di 1 minuto e 3 secondi più elevata rispetto al record su questa distanza ottenuto dal gardenese Georg Piazza nel 2016. Marco De Gasperi ha accusato un ritardo di 3 minuti e 1 secondo, mentre il grintoso Giovanni Tacchini è giunto sul traguardo di Colfosco dopo 9 minuti e 21 secondi. Seguono a 12 minuti il ceco Jiri Petr e a 26’13” un stanchissimo Luca Carrara, sesto il russo Kirill Rusin.
Senza storia e senza emozioni forti la sfida al femminile, dominata dall’inizio alla fine dalla valdostana Giuditta Turini, che ha gestito senza patemi la leadership e le proprie energie. Sul traguardo di Colfosco ha concluso con il tempo di 7 ore, 47 minuti e 35 secondi, distanziata di 28 minuti è poi transitata sul traguardo la brasiliana Lara Martins e altri 9 minuti dopo Francesca Perrone.
Da ricordare che Marco De Gasperi e Giuditta Turini si sono aggiudicati anche il premio riservato a chi transita per primo a Selva di Val Gardena, il traguardo 'Sprint Felix', posto al 50esimo km della competizione.
Partecipata anche l’esordiente sfida half sulla distanza dei 26 chilometri e con 1.600 metri di dislivello, che ha visto lo start a Canazei alle 9, ovvero poco dopo il passaggio dei big della competizione lunga. Ad aggiudicarsi la prima edizione è stato il trentino della Valle dei Laghi Luca Miori (Gs Fraveggio), che ha impiegato il tempo di 2h23’31” per domare le due ascese al Sella e alla Dantercepies con relative discese. Al comando dopo la prima salita c’era però l’orientista primierotto Riccardo Scalet, che nella discesa nei pressi del rifugio Comici ha sbagliato tracciato, perdendo tempo preziosissimo e giungendo solo quarto. In seconda piazza è così giunto Vili Crv, quindi terzo Roberto De Gasperi.
Fra le ragazze è giunta l’unica vittoria straniera, per merito della danese Ulrikke Evensen, autrice addirittura del sesto tempo assoluto, avendo chiuso la prova dopo 2 ore 44’ 38”. Piazza d’onore per la brasiliana Silvia Durigon, a 8 minuti dalla vincitrice.
Ora tutta l’attenzione si sposta sul prossimo fine settimana, quello in cui si disputeranno il DoloMyths Run Vertical Kilometer in programma venerdì, la Mini Sky DoloMyths Run in programma sabato e la DoloMyths Run Skyrace di domenica, che porteranno a Canazei tanti campioni provenienti da tutto il mondo.
Garmont in Sudafrica per Save The Rhino
Rhino Man – The Movie è il titolo del film-documentario realizzato da Global Conservation Corps(GCC), realtà no profit sudafricana che opera per coinvolgere ed educare le comunità locali al rispetto e all’importanza di salvaguardare la fauna selvatica. Un film che apre una finestra sulla realtà eroica dei ranger, che mettono a rischio ogni giorno la propria vita per difendere la fauna selvatica ed offrire alle future generazioni l’opportunità di vedere queste specie nel loro ambiente. Sono loro l’ultimo baluardo, l’ultima linea fra la sopravvivenza e l’estinzione di rinoceronti, elefanti ed altre specie iconiche. Garmont fornirà ai ranger calzature tecniche di alta qualità per garantire loro comfort e protezione durante le lunghe giornate di lavoro. Ma l’azienda italiana contribuisce in maniera concreta anche al progetto Future Rangers Program, lanciato ufficialmente da GCC nel gennaio 2019. Grazie a questo programma, GCC coinvolge ragazzi dai 5 agli 18 anni provenienti dalle comunità rurali al fine di stimolare consapevolezza ed amore per la natura, introducendoli alla realtà della conservazione, al valore della fauna selvatica e a come diventare custodi di questo patrimonio nazionale. Gli studenti più appassionati riceveranno l’opportunità di incontrare i ranger, partecipare a escursioni e incontrare per la prima volta gli animali simbolo dell’Africa selvatica. «Sembra incredibile, ma sarà un’azienda italiana che permetterà a migliaia di ragazzi sudafricani di formarsi sulla conservazione dell’ambiente e riscoprire il contatto con la natura selvaggia: è qualcosa di cui siamo davvero onorati e orgogliosi» ha affermato Pierangelo Bressan, Presidente di Garmont International. «Da oltre 50 anni, Garmont realizza calzature di qualità per l’escursionismo, il trekking ed altre attività outdoor. Senza natura, senza ambiente, senza quella wildness che ispira il nostro motto Stay Wild, non ci sarebbe Garmont: è qualcosa che non possiamo dare per scontato. Riuscite a pensare che i bambini nati dopo il 2026 potrebbero crescere senza sapere cosa sia un rinoceronte, se non scoprendolo sui libri? È cruda realtà, non finzione scenica: credo che noi tutti dobbiamo fare la nostra parte per evitarlo. È arrivato il momento di restituire qualcosa, alla natura e alle generazioni future».
Ufficiale il calendario della Coppa del Mondo ISMF
Ufficiale il calendario della Coppa del Mondo ISMF: cinque tappe in programma, da dicembre ad aprile. Si parte in Francia, ad Aussois, il 20 e 21 dicembre, con individual e sprint, il 25 e 26 gennaio tradizionale appuntamento ad Andorra con individual e vertical. A febbraio debutto della Germania, l’8 e il 9 a Berchtesgaden con sprint e individual, quindi il 19 e 20 trasferta in Cina con individual e spint. Chiusura in Italia a Madonna di Campiglio dal 2 al 5 aprile, tre gare valide anche come campionato europeo.
Occhi puntati soprattutto sul debutto ai Giochi Olimpici giovanili di Losanna 2020: dal 10 al 14 gennaio si gareggia a Villar. E ci saranno anche i Winter World Master Games a Innsbruck dal 15 gennaio.
Nasce il Team RaidLight Italia
Il Team RaidLight Italia nasce all’insegna degli hashtag #sharethetrailrunningexperience e #notimeforcompromise. Share the trail running experience, condividi l’esperienza del trail running, è il vero dna del marchio francese che ha nel proprio dream team atleti del calibro di Nathalie Mauclair e Christophe Le Saux, che vivono la loro passione con tutti quelli che corrono con abbigliamento, zaini e scarpe Raidlight. No time for compromise perché la nuova linea di scarpe da trail, appena lanciata, non accetta compromessi. Ecco perché tra gli 11 atleti italiani ci sono nomi del calibro di Nicola Bassi, ultratrailer e amante delle grandi avventure estreme, vincitore proprio domenica scorsa del Cro Trail, spesso sul podio negli ultimi anni, soprattutto quando si tratta di gare estreme e in ambienti decisamente ostili, dai deserti fino alle terre ghiacciate ai confini del mondo. Tra le gare di maggior risonanza la Ultra Trail Gobi Race, chiusa al secondo posto, e la Black Baikal Race in Russia, della quale è stato il solo concorrente che è riuscito a portarla a termine. Recentissimo il secondo posto alla Dolomiti Extreme Trail, 103 km di vera montagna.
E poi Mirko Miotto e Stefano Trisconi, uno dei senatori del movimento trail italiano, con alle spalle successi che vanno dalla corsa su strada, alla corsa in montagna allo scialpinismo, sempre pronti a mettersi alla prova su nuovi tracciati ed esperienze. Nel palmarès di Miotto un terzo posto al Duerocche TrailI del 2019, ma anche altri podi che contano in passato, dal secondo posto alla Trans D’Havet al terzo all The Abbots Way e al successo All’Alpago Eco Trail. Stefano Trisconi può vantare podi all’UTLO e Bettelmatt Ultra Trail e vittorie alle Porte di Pietra e al Trail del Motty. Insieme a loro fanno parte del team giovani come Piero Bello (quest’anno per lui un quinto posto al Gia Lung del Trail del Monte Soglio), Daniel Degasperi (nel 2019 settimo al BVG Trail 50 km) e Roberto Fregona. Oltre ad autentici appassionati della corsa tra i monti come Mauri Basso, Roberto Scandiuzzo o come l’esperto di grandi raid multi-tappa in giro per il mondo Tommaso De Mottoni, fino ad arrivare alle giovani mamme Anais Bstieler e Laura Palluello, rappresentati della passione trail al femminile. Infine veste i colori RaidLight anche la guida alpina Luca Macchetto. Un team con molte sfaccettature, con personaggi che vanno dal professionista all’amatore. Ognuno di loro, al suo livello, è un vero e proprio depositario dell’esperienza trail running. Ognuno di loro ha da qualcosa da insegnare e da imparare agli altri atleti del team.
Per essere sempre aggiornati sul Team RaidLight Italia c’è il nuovo account Instagram www.instagram.com/raidlight_italia/ e quello di Youtube, dove è possibile guardare il video di presentazione del team https://www.youtube.com/watch?v=PQctlNb2nDo oltre all’hashtag #raidlightitalia
BUT Formazza, emozioni ad alta quota
Ci siamo: mancano ormai pochi giorni all’edizione di BUT Formazza, il trail in programma il 13 luglio in Alta Val Formazza; l’edizione 2019 dell’evento organizzato da Formazza Event, dopo il successo degli ultimi anni, doveva essere di consolidamento e invece si è arricchito di numerose novità, alcune decise da Formazza Event, altre invece… dalla natura!Partiamo dalle novità dell’ultima ora: a causa della presenza abbondante di neve in alcuni punti dei tracciati classici, gli organizzatori sono stati costretti a modificare i percorsi. Quindi Bettelmatt Trail 52 km avrà un percorso diverso nella prima parte, ma manterrà i due passaggi principali, al Rifugio 3A a 3.000 m e la risalita della Cascata del Toce, da sempre fiore all’occhiello della Valle con il suo salto da 143 metri. Bettelmatt Sky Race 35 km sarà invece rivoluzionata con il passaggio al Rifugio 3A e, grande novità, la risalita della Cascata del Toce. La gara fa parte del circuito Golden Trail National Series. Decisamente rinnovato anche il percorso della 22 km, che diventa di 17,5 km ma con un dislivello maggiore rispetto al percorso previsto. «Abbiamo atteso - spiega il presidente di Formazza Event Gianluca Barp - fino all’ultimo per cercare di rispettare i percorsi classici di BUT, ma in alcuni punti toccati dai soliti tracciati non sussistono le condizioni minime di sicurezza per il passaggio degli circa 1.000 atleti previsti; abbiamo quindi dovuto optare per un piano B; siamo però certi che lo spettacolo per gli atleti e il pubblico non sarà ridotto, anzi, ci saranno ulteriori motivi di interesse su tutti e tre i tracciati»Sono già quasi 900 gli iscritti alle diverse distanze di BUT Formazza, di ben 14 nazionalità diverse. Anche la solidarietà sarà grande protagonista: per le tre gare principali sarà destinato un euro per ogni partecipante a Dynamo Camp, la onlus che offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, mentre il ricavato della 8 km sarà devoluto come sempre alla famiglia di Marco Bacher, un ragazzo di Formazza che necessita di assistenza h24.