Stelvio free-ski area

Su Skialper di aprile-maggio tutti gli itinerari da fare a giugno

Si avvicina l’apertura della stagione dello sci estivo al Passo dello Stelvio, sempre più un bacino anche per lo skialp fuori stagione, prima dell’apertura degli impianti ma anche dopo che sono entrati in funzione. Su Skialper di aprile-maggio, in edicola e su app iOS e Android, tutte le ‘dritte’ di un grande dello skialp come Chicco Pedrini, vincitore del il primo Mezzalama moderno nel 1997 con Fabio Meraldi e Omar Oprandi, per una gita sulle nevi perenni. 

VALLE DEI VITELLI -
Appena viene aperto l’accesso al passo, di solito prima sul versante valtellinese, si sfruttano le partenze basse. A soli 2.150 metri, alla seconda casa cantoniera, da un tornante a sud si imbocca la Valle dei Vitelli. Anche quando la prima breve parte visibile resta senza neve, spesso è possibile calzare definitivamente gli sci per tutto giugno dopo soli 20 minuti di cammino e il ponticello in legno. Un itinerario classico fino al Passo di Sasso Rotondo (3.330 m) a picco sulla Val Zebrù. In anni climaticamente normali si possono calzare gli sci da 2.300 metri circa per tutto il mese di giugno.  

CIMA TUCKETT - La Cima Tuckett prende il nome dell’alpinista inglese F. F. Tuckett, uno dei primi esploratori delle montagne della zona, e la sua prima discesa con gli sci venne onorata il 7 luglio 1971 nientemeno che da Heini Holzer, il celebre sciatore estremo, spazzacamino e guida alpina di Tubre in Val Venosta. Si parte a monte della funivia del Passo dello Stelvio, in direzione sud-est e si può scendere per l’itinerario di salita. Oppure con le pelli si può andare in direzione della Punta degli Spiriti oppure ancora al Cristallo dove c’è anche una discesa con esposizione nord-est al sole fin dall’alba: attenzione alla cottura della neve, dato il periodo. Pendenza massima 40° nella parte bassa, non esposto a salti ma con crepaccia molto aperta in estate (e sempre molto profonda). Scendendo a sinistra, dopo la vetta, la pendenza è invece maggiore da subito e può superare i 45° a centro parete. Sono tutte vette sopra i 3.400 metri e se c’è neve fino al passo si arriva a quota 2.700.

DISPONIBILE ANCHE SU APP -
 Skialper di aprile-maggio è disponibile nelle migliori edicole e su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!    

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Si guarda alla nuova stagione dello ski-alp

A giugno l'assemblea ISMF in Portogallo

Chiusa la stagione agonistica dello ski-alp, si guarda già a quella del prossimo inverno. Il primo appuntamento in casa ISMF sarà quello di giugno ad Albufeira, in Portogallo con l’assemblea annuale della federazione internazionale. Tanti gli argomenti all’ordine del giorno, dal possibile riconoscimento olimpico che potrebbe diventare definitivo in estate da parte del CIO, ai rapporti con la LGC, all’accordo con Infront sino all’ufficializzazione del calendario. Calendario che verrà discusso nelle prossime settimane dalla Commissione tecnica. Il 2016-2017 sarà la stagione dei Mondiali programma nel mese di febbraio 2017, ad Alpago, confermata anche la tappa italiana di Prato Nevoso, come quella in Andorra. Si dovrebbe anche gareggiare in Francia, all’Alpe d’Huez, poi ci sono Turchia, Spagna e anche la Cina che hanno avanzato la loro candidatura. E per i prossimi inverni pronte Germania e Austria, e forse un ritorno in Scandinavia. Nell’ultima stagione Andorra, Francia, Italia e Svizzera hanno ospitato le gare di coppa con il successo, lo ricordiamo, nella overall di Michele Boscacci e Laetitia Roux.


Diari cinesi

Su Skialper 105 il racconto dei Diari del Brac, valanga inclusa

Quarto appuntamento de I Diari del Brac. Cina, 2016. E secondo appuntamento su Skialper, dopo l’Iran, pubblicato in ottobre, ecco il Paese delle lanterne sci ai piedi, con le meravigliose foto di Damiano Levati, sul numero di aprile-maggio, disponibile su app iOS e Android e in edicola. 

FREDDO - «È il sette gennaio scorso. L’aria profuma di ghiaccio. Stempera e fa spazio al sole, quello delle dieci del mattino. Il primo sole che fa sorridere. Siamo all’aeroporto di Pechino e il termometro segna meno dieci gradi. Il cielo è terso. Ha quel colore azzurro da non crederci. Fa freddo. Uno di quei freddi che, appena li percepisci, non se ne vanno più, rimanendo stabili nelle ossa. E siamo solo in città. Ci chiediamo dove potranno arrivare le temperature una volta in vetta. Ma non sembra una grande preoccupazione per nessuno dei componenti del team, per ora. La voglia di scoprire le sue montagne e ciò che riserva questa terra supera di gran lunga qualunque altra preoccupazione. Qualcuno va anche oltre il concetto del freddo e arriva dritto al punto: la neve».

SEI RACCONTI - Sei storie, sei brevi diari di un’avventura che più che sciistica è anche e soprattutto umana, alla scoperta di genti e costumi. Con il Monte Paektu, al confine con la Corea del Nord, come meta.
Una montagna di origine vulcanica che vanta una vista magnifica grazie al ghiacciato lago Paradiso, sito al suo interno a 2.190 metri di altitudine. Ed è qui che si concentrano più di tutti i racconti dei nostri ragazzi, terreno fertile e da impressioni visive mozzafiato per gli amanti del freeride.

VALANGA - Durante le riprese del film dei Diari del Brac, proprio il Brac, al secolo Massimo Braconi, rimane sotto una valanga. Un’esperienza raccontata dallo stesso Brac con queste parole: «L’esperienza della valanga vissuta mi ha segnato come uomo e come professionista. Mi sono reso conto che viaggiare con umiltà e preparazione sono le due regole fondamentali per apprezzare l’esperienza di questi viaggi. Io vorrei raccontare le mie emozioni, ma mi rendo conto della difficoltà nel farlo. Le sensazioni che ho provato e i pensieri che mi hanno attraversato sono così intimi e profondi, che mi dilungherei senza trovare un fine e una chiara spiegazione concisa. Ma oggi, con raziocinio e determinazione posso affermare che la cosa più importante sia stata per me avere avuto accanto compagni importanti. Non solo per il valore umano che attribuisco al mio team, ma anche e soprattutto alla loro egregia preparazione. L’elogio va a loro, loro tutti.  Allenatevi ad usare la vostra attrezzatura da autosoccorso sia per voi ma sopratutto per poter salvare i vostri compagni e spingete i vostri compagni a fare altrettanto, perché oggi, a 53 anni posso affermare e testimoniare che tutto può cambiare in un secondo». 

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Tor-4K, si potranno organizzare entrambe

Dopo la sentenza del Tribunale di Torino

Si sono dati ‘battaglia’, prima mediatica e dopo anche legale. Alla fine finisce in ‘pareggio’ tra Tor des Géants e 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta. Al Tribunale di Torino aveva fatto ricorso la Vda Trailers (organizzatrice del Tor des Geants) per chiedere la sospensione del 4K Alpine Endurance Trail per 'concorrenza sleale'. Successivamente la Regione Valle d'Aosta (organizzatrice del 4K assieme all'associazione Forte di Bard) aveva fatto ricorso al giudice per l'utilizzo del marchio Tor des Géants.
Il giudice Umberto Scotti, presidente della sezione Imprese ha deciso che potranno svolgersi entrambe. Da una parte le prese di posizione, soprattutto sulla sicurezza, hanno penalizzato VdA Trailers, ma al tempo stesso il blocco delle pre-iscrizioni ha danneggiato gli organizzatori della 4K. E il marchio Tor des Géants? La decisione è quella che appartenga sia a VdA Trailers che alla Regione, visto che è sempre stato organizzato in 'maniera sinergica tra le parti'.


11 giugno, e' tempo di Belladormiente Sky Race

28 km e 2100 m di dislivello positivo molto panoramici

Manca ancora qualche settimana per l’edizione numero due della Belladormiente Sky Race. Edizione due che in realtà è la prima, perché la gara in programma l’11 giugno a Castelnuovo Nigra, a pochi chilometri dalla redazione di Skialper, l’anno scorso è stata annullata ben due volte per pioggia e neve. Ecco perché gli organizzatori hanno deciso di anticipare a giugno un evento inizialmente previsto a fine stagione. 

SKYRACE CATTIVA E PANORAMICA - Gara nuova ma che suscita molta curiosità e attesa la Belladormiente. Per diversi motivi. La montagna dove si corre, la Quinzeina, soprannominata Belladormiente perché dalla pianura piemontese assume le sembianze di una donna dormiente, è particolarmente suggestiva per i panorami che sa regalare, dal Gran Paradiso alla vasta pianura. È praticamente il primo rilievo che si incontra ma ha caratteristiche alpine più che prealpine, con tanta roccia e quote ragguardevoli che toccano, nel punto più alto della corsa, i 2.406 metri. Ecco perché il percorso è a tutti gli effetti quello di una sky race, con difficoltà tecniche, tratti esposti e attrezzati, e non di un trail.

IL PERCORSO - 28 km, 2.100 metri di dislivello positivo, partenza da 828 metri, a Castelnuovo Nigra, in provincia di Torino, nella Valle Sacra, toccando quattro cime oltre i 2.000 metri. Contrariamente a quanto si sarebbe dovuto fare l’anno scorso, sono state fatte alcune, poche modifiche, che hanno trasformato la gara in un anello, con partenza e arrivo dallo stesso posto. Il numero limite di iscritti è di 200 e la quota di iscrizione di 25 euro. La gara, affiliata FSA, è in programma il sabato e, in caso di maltempo, sarà possibile riprogrammarla sulla domenica ma è stato studiato anche un percorso alternativo. 

ISCRIZIONI - Mandando una mail a belladormienteskyrace@gmail.com o in loco. Al link https://belladormienteskyrace.com/iscrizioni/ è possibile scaricare la documentazione necessaria. 


Remi Bonnet da record alla Trentapassi

Emanuela Brizio prima nella gara rosa

Tradizionale doppio appuntamento domenica alla Trentapassi, con vertical e skyrace, prove d’apertura delle Italy Series, e opening del circuito La Sportiva Mountain Running Cup.

VERTICAL - Si gareggia sul classico percorso di 3.5 km con partenza da piazza Vittorio Emanuele e ripida rampa finale. Vittoria di Urban Zemmer in 39’47”; ci ha provato Nicola Pedergnana, ma alla fine si è dovuto arrendere al compagno di squadre del Team La Sportiva: 40’ netti il suo crono. Terza piazza per Michele Boscacci in 40’46”; ai piedi del podio Patrik Facchini e Marco Moletto.
Vittoria con record per la britannica Emmie Collinge in 50’18”, con soli 16” su Francesca Rossi, mentre sul terzo gradino del podio è salita Beatrice Deflorian in 54’17”.

SKY - Uno dei gli ultimi iscritti e uno dei favoriti: Remì Bonnet è partito subito all’attacco ed è arrivato in solitaria sul traguardo dopo 17.7 km con 1400 metri di dislivello: 1h34’47” il tempo dello svizzero del Team Salomon, nuovo record della Trentapassi. Piazza d’onore per il vincitore 2015 della gara di Marone, Ionut Zinca in 1h37’17”, terzo Tadei Pivk in 1h37’46”. A seguire Paolo Bert e Dennis Brunod.
Vittoria rosa per Emanuela Brizio in 2h08’43, davanti ad Elisa Sortini in 2h09’20” e Raffaella Rossi in 2h12’31”.
 


La Transvulcania degli italiani

Quindicesimo Fulvio Dapit, trentottesimo Marco Zanchi

Primo banco di prova internazionale sulla distanza ultra delle World Series, come sono andati gli italiani? Buona prova di Fulvio Dapit che ha chiuso in quindicesima posizione con il tempo di 7h59151’’. Poi al trentottesimo posto Marco Zanchi del Trailrunning Team Vibram in 8h47’34’’. Novantunesimo Bruno Brunod in 9h43’05’’. L’atleta del team Crazy nel 2014 era arrivato diciannovesimo mentre Zanchi, nello stesso anno, quarantatreesimo. L’anno scorso il migliore azzurro era stato Giovanni Tacchini, sempre del team Crazy, ventiduesimo, seguito da Gianluca Palli, quarantatreesimo e Mauro Manenti, settantaquattresimo. Da considerare che Dapit l’anno scorso avrebbe rischiato di entrare nella top ten con solo un paio di minuti in meno. Giuliano Cavallo, nono nel 2012, chiuso in 8h01ì41’’. 


Anche Pivk e Bonnet alla Trentapassi

Domenica la gara a Marone

A Marone, sulle sponde del Lago d’Iseo, è iniziato il conto alla rovescia per la Trentapassi Skyrace, gara di apertura de La Sportiva Mountain Running Cup e delle Skyrunner National Series Italy.
Nelle ultime ore sono arrivate le conferme della presenza dello svizzero Remì Bonnet (Team Salomon) e di Tadei Pivk (Team Crazy). Entrambi correranno nella Skyrace battagliando con Ionut Zinca (Team Valetudo, già due volte vincitore della Trentapassi Skyrace).
In gara altri due nomi dell’albo d’oro della Trentapassi, Franco Bani (New Athletic Sulzano), Dennis Brunod (Polisp.Mont Avic), e poi Paolo Bert, Martin Stofner, Michele Tavernaro, Cricchio Varescho, Paolo Longo (Team La Sportiva) e Micha Steiner e Roki Bratina (Team Salomon), con il giovane Roberto Delorenzi (team Vibram), Giovanni Tacchini, Eric Gianola, Stefano Butti, Marco Leoni (Team Crazy), Clemente Berlinghieri e Manuel Cristini (Team Valetudo, che gioca in casa), Gyorgy Svalboz, Luca Miori (Team Valetudo Skyrunning), Davide Invernizzi (Team La Sportiva), Moreno Sala (Società Escursionisti Civates), Giovanni Zamboni, Alberto Comazzi (Ossola Skyrunning).
Nella gara al femminile saranno al via Emanuela Brizio, Catherine Villumsen (Team Valetudo Skyrunning), Lara Mustat (Team La Sportiva), Rossi Raffaella e Sortini Elisa (Team Crazy), Pejak Viktoria (Team Valetudo Skyrunning), Mimmi Kotka (Nazionale Svedese di Ultrarunning), Franzini Nadia (atleta di casa Atletica Paratico).
Nella prova Vertical al maschile una start list importante con Urban Zemmer, Hannes Perkman, Marco Moletto, Nicola Pedergnana, Filippo Beccari, Patrick Facchini (Team La Sportiva), Philip Brugger (Team Salomon) e Michele Boscaccci 'The king of Skimo', Fabio Bazzana (Team Karpos-La Sportiva), Eydalin Simone (GS DES AMIS), Henry Hofer (Sarntal Raiffesen), Davide Pierantoni (Team Crazy), Giovanni Zamboni (Scais 3038), Andrea Greco (Atletica Alta Valtellina)
Al femminile confermate a Marone Emmie Colinge (Atletica Alta Valtellina), Samantha Galassi (La Re Castello), Giulia Compagnoni (Atletica Alta Valtellina), Corinna Ghirardi (US Malonno), Francesca Rossi, Lisa Buzzoni e Beatrice Deflorian (Team La Sportiva), Laura Corazza e Giorgia Felicetti (Bogn da Nia), Dimitra Theocaris (Team Crazy).
I festeggiamenti non sono previsti solo nel parterre di Marone, ma i vincitori e tutti i partecipanti di entrambe le prove saranno incitati e applauditi in vetta alla Trentapassi dove oltre al dj setsi ripeterà la tradizionale “birra all’arrivo”. La birra, oltre a essere consegnata nelle mani dei finisher sul traguardo di Marone sarà data, anche agli atleti del Vertical Kilometer, tutti quindi potranno brindare al termine della loro gara a quota 1250 metri della vetta della Trentapassi.


Hernando tri-campione alla Transvulcania

Sul podio Nico Martin e Sage Canaday

Terza vittoria consecutiva alla Transvulcania, prima prova delle Skyrunner World Series Ultra, alle Canarie. Lo spagnolo si è imposto oggi con il tempo di 7h04’50’’. Gara intelligente la sua, sempre poco dietro a Sage Canaday per non perdere il controllo. Lo statunitense ha imposto ritmi alti in partenza restando in testa con qualche minuto di vantaggio, annullato completamente ai 2.420 metri del punto più alto. La lunga discesa verso il traguardo di Tazacorte ha visto Hernando mettere la quinta e Canaday superato anche dal francese Nico Martin. Ora lo spagnolo ha già la testa a Zegama… 7h10’44’’ il tempo di Nico Martin, 7h14’20’’ quello di Canaday. Al quarto posto Andy Symonds, quinto Chris Vargo, sesto, Stephan Hugenschmidt, settimo Remigio Huamán, ottavo Zaid Ait Malek, nono Aurélien Collet e decimo Cristofer Clemente. Tra le donne vittoria della new entry svedese Ida Nilsson in 8h14’19’’ su  Anne-Lise Rousset, quarta l’anno scorso ai Mondiali di Annecy (8h31’55’’) e Ruth Croft, prima l’anno scorso alla CCC (8h33’35’’). Quarta Alicia Shay, sesta Hillary Allen. Settima e ottava due delle grandi favorite, Anna Frost e Mira Rai. 


In arrivo la Buyer's Guide Summer 2016

Provate quasi 200 scarpe da trail, trekking, alpinismo, zaini e bastoni

Centonovantadue pagine per 188 articoli sportivi provati tra scarpe da trail, skyrunning, hiking, trekking, approach e alpinismo, zaini, bastoni e GPS. Sono questi i numeri della prima edizione della Buyer’s Guide Summer, disponibile nelle prossime ore in versione app per dispositivi mobile Android e iOS al costo di 6,99 euro e in edicola a partire dai prossimi giorni al prezzo di 7,50 euro. Un vadamecum indispensabile per gli entusiasti dell’outdoor in versione estiva. Un numero speciale di Skialper che non nasce dal nulla ma da due esperienze ben precise, quella di Outdoor Running, che riuniva test delle scarpe da running e annuario delle gare di corsa in natura, e quello della Buyer’s Guide Winter, con i test di sci e scarponi da skialp. Una scelta coraggiosa, come ha scritto il direttore editoriale di Skialper Davide Marta nell’edito, quella di abbandonare una formula che funzionava, ma ancora più ambiziosa, per proporre al lettore uno strumento utile alla scelta della scarpa estiva, ma anche dello zaino e del bastoncino. Uno strumento che non esisteva. 

COVER - Per un giorno è tornato a mettere le scarpe da skyrunner. Stiamo parlando del mitico Fabio Meraldi che è stato fotografato da Federico Ravassard tra le rocce delle Grignetta mentre corre (per la verità ancora in ottima forma) in salita.

METODOLOGIA - Scarpe, zaini e bastoni sono stati provati da 16 tra runner top e Guide Alpine in tre diverse location. Siamo partiti dalle Cinque Terre per le scarpe della categoria running, che comprende trail, ultra trail, sky running e vertical per poi spostarci in Val dei Forni, Alta Valtellina, per provare i modelli da alpinismo e infine ai Piani Resinelli, sopra Lecco, per i test hiking, trekking e approach. Per ogni modello di scarpe vengono forniti i tre dati più significativi (prezzo, peso e drop per il running, la fodera utilizzata invece del drop per le altre scarpe) e il testo principale indica a chi è consigliato, quali sono state le prime sensazioni a secco e i pro e contro rilevati sul campo. Tre indicatori grafici sono utili per capire le predisposizioni di utilizzo, il rendimento sui diversi terreni e le caratteristiche della scarpa ai raggi x, dal comfort all’ammortizzamento (o cushioning), dal sostegno alla trazione. Inoltre le approfondite introduzioni di categoria sono un aiuto ulteriore alla scelta del modello migliore in funzione delle proprie esigenze. 

RUNNING - 44 modelli dalla scarpa leggera e destrutturata ideale per il vertical, passando per quelle ‘cattive’ da sky race a quelle per il trail medio e le ultra, senza dimenticare articoli più indicati per allenamento o door to trail. Il meglio per chi ama correre nella natura passato ai raggi X. Ci sono le attesissime new entries come la La Sportiva Akasha per le ultra, la New Balance Vazee Summit o la Dynafit Vertical Pro per vertical e sky race, la Salomon Wings Pro 2, S-Lab Wings SG, S-Lab Speed e Speedcross Pro o la nuova Scott Kinabalu Rc ed Enduro, le Scarpa Atom, Neutron e Proton. Tante sorprese anche per chi ama il cushioning con le Hoka One One Speedgoat ma anche le Mammut MTR 201-II Max Low e le New Balance Fresh Foam Hierro. Senza dimenticare, naturalmente, i grandi classici, seppur rinnovati, come S-Lab Sense 5 Ultra, Leadville, Wave Mujin e Kazan, Cascadia, Speedcross… 

WALKING - La seconda sezione della Buyer’s Guide Summer 2016 si chiama proprio così e coinvolge i mondi hiking (e speed hiking - vale a dire camminate, lente o veloci, in ambienti non necessariamente alpini e poco tecnici), trekking, backpacking (trekking alpino di più giorni) e approach (avvicinamento alla parete). Con qualche concessione a trekking evoluto con passaggi alpinistici o su ferrate (e scarpe ramponabili con semiautomatici). Quarantadue modelli ai raggi X. Anche in questo caso ci sono novità come le quattro scarpe Montura, dall’approach al trekking evoluto, al primo anno nel footwear, le TX 1, 2, 3 da approach di La Sportiva, i tanti modelli di Scarpa, dal Marmolada Trek allo Zodiac Tech, diverse proposte con il Gore-Tex più traspirante, nella costruzione Surround, compresa la Salewa Alp Flow. Di Salewa abbiamo provato anche le nuove Lite Train e Lite Ultra, scarpe per il ‘mountain training’ molto innovative.

MOUNTAIN - Nella sezione mountain, 9 modelli per salire un quattromila, dagli iper-tecnologici La Sportiva Batura 2.0, Arc’teryx Acrux AR e Scarpa Phantom Tech, al versatile Scarpa Mont Blanc Pro GTX e tecnico La Sportiva Nepal Cube GTX. C’è la scarpa per il grande classico su neve e ghiaccio come il Monte Bianco e quella più adatta alla roccia del Cervino…

ZAINI  E BASTONI - E non solo… zaini vest e cinture per il trail, ma anche i modelli più capienti per le gare nel deserto o avventure di fastpacking nella natura, quelli per l’escursione di un giorno e quelli per il trekking di più giorni. Ci sono anche delle proposte specifiche da donna… I pro, i contro, le indicazioni di utilizzo per partire sempre con tutto quello che serve e niente di più. In totale abbiamo messo sulle spalle 66 modelli, mentre i 23 bastoni sono utilizzabili sia per vertical o trail che per trekking. Naturalmente anche in questo caso vi consigliamo l’utilizzo più appropriato. 

AWARD - Abbiamo assegnato 20 riconoscimenti alla migliore scarpa per ogni segmento e tre ai prodotti che abbiamo ritenuto più innovativi.  

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Transvulcania, Saul Padua e Emmie Collinge ok nel VK

Prima tappa delle World Series

Il colombiano Saul Padua e l’inglese Emmie Collinge si sono aggiudicati il Kilómetro Vertical della Transvulcania, prima tappa delle World Series, sul percorso di 7,6 km e 1203 metri di dislivello, con partenza dal Puerto de Tazacorte e arrivo alla torre de El Time.
Il portacolori del Team Crazy Idea ha vinto con il crono di 48’43”, precedendo il ceco Ondrej Fejfar in 49'23" con l’andorrano Ferran Teixido Martin Ventosa in 50'51" a completare il podio.
Nella gara rosa, l’inglese che gareggia con i colori dell’Atletica Valtellina, si è imposta il 57’56”, nuovo record del tracciato, superando la favorita la francese Christel Dewalle in 59’56”, con terza la spagnola Vanesa Ortega in 1h03’15”.


Piu' selvaggio di cosi'…

Su Skialper 105 un ampio reportage sul Selvaggio Blu, in Sardegna

«Il ricordo più forte che conservo del Selvaggio Blu è quello della fine della terza, infinita, tappa da Cala Goloritzè a Cala Biriola. Gambe e testa erano svuotate da quelle che ormai erano già dodici ore di camminata perché, volendo completare il percorso in cinque giornate anziché le sette previste, avevamo accorpato le due tappe più impegnative in una sola, partendo alle 6 del mattino e sperando di essere più veloci del sole, per evitare di dover bivaccare a metà strada a causa del buio. L’aria era carica dell’odore metallico della pioggia appena cessata, mischiato agli aromi della macchia mediterranea nella quale ci si doveva letteralmente aprire la strada, poiché il sentiero, di fatto, non è un sentiero. Sarebbe più corretto dire che il Selvaggio Blu sono una serie di tracce, collegate fra loro da elusive indicazioni: bollini stinti su una roccia, sassi incastrati nelle frasche di un ginepro o, nei casi più estremi, dei fusti piantati nei buchi naturali del calcare». Se siete tra i tanti che hanno in programma, o hanno anche solo pensato, una volta nella vita, di fare il Selvaggio Blu, il trekking a tappe sulla costa orientale della Sardegna, dovete assolutamente leggere l’articolo di Federico Ravassard su Skialper 105 di aprile-maggio. 

BY FAIR  MEANS - Oramai ci sono diverse organizzazioni che permettono di fare il ‘selvaggio’ percorso con un minimo di comodità, con campi tendati e scorte alimentari consegnate ogni notte dai gommoni sulle diverse calette e quindi zaini poco pesanti sulle spalle. Invece Federico, accompagnato da altri tre compagni, ha deciso di seguire il percorso senza ricorrere a supporti esterni e nell’articolo di Skialper racconta il ‘suo’ Selvaggio Blu e come sia possibile, anche se faticoso, farlo by fair means…

IL SENSO DEL SELVAGGIO BLU - «Ad un certo punto ho alzato lo sguardo e l’ho visto, davanti a me. Un arcobaleno era comparso all’improvviso, incastrato tra il Mediterraneo e le nuvole plumbee, e ho capito il senso delle giornate trascorse a graffiarsi in mezzo ai cespugli e a cuocersi cervello e piedi, dopo aver preso un traghetto per andare a camminare dall’altra parte del mare. In quel momento, alle sei e mezza di sera, in piedi su dei tronchi di ginepro in mezzo a una parete, non avrei voluto essere in nessun altro posto. Ero esattamente dove dovevo essere, nel Selvaggio Blu».  

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