Un sogno che si stava materializzando ora dopo ora…
Stimiamo tutti gli atleti, le loro gesta hanno popolato la nostra rivista per anni ma in occasione del Mezzalama, dobbiamo essere sinceri, abbiamo tifato Italia, e fra l’Italia, con una punta di egoismo, per le squadre dei nostri collaboratori.
Occhi puntati soprattutto su Alain Seletto, uno dei nostri migliori tecnici: fino all’ultimo non trovava compagni che credessero in lui. Persin il suo amico francese Didier Blanc sosteneva che avesse gareggiato poco e che probabilmente non avesse il ritmo gara a quei livelli. Poi la defezione di Toni Sbalbi che ha dovuto rinunciare essendo fuori forma. Poi l’attesa. E finalmente Lanfranchi, e con Lanfranchi anche Pedrini…
«Due bravissimi ragazzi – mi ha confidato Alain in questi ultimissimi giorni – mi trovo proprio bene con loro.»
Lanfranchi e Pedrini due certezze, una grande esperienza insieme, e poi la grande prestazione di Daniele l’edizione precedente.
Qualche aiuto ad Alain nella prima parte di gara, poi tutto fila per il meglio. Poi l’illusione all’ultima discesa: a Seletto il compito di fare su la corda e intanto Lanfranchi e Pedrini riescono a stare davanti. Da dietro Alain segue la scena e inizia a sognare: «Non volevo superare subito Blanc per non dargli dei punti di riferimento e quando l’ho fatto pensavo che la vittoria fosse nostra senonché all’ultimo cambio sono stati più svelti…»
Un Blanc distrutto al traguardo che si abbandona al pianto: ha dovuto sciare l’ultima parte con attrezzatura fortemente rimaneggiata ma per un soffio ce l’ha fatta. E il Boma, con i suoi 82 chili che se li è trasportati attraverso il Monte Rosa al fianco dei 56 di Kilian…
E il sorriso di Pedrini soddisfatto ma con un leggero rimpianto negli occhi: «Penza (così parlano in Valtellina) che potevamo vincere… Ma per me è come se avessimo vinto.»
La delusione si legge nello sguardo di Guido: non basta la sua Stella ad aspettarlo prima del traguardo a rallegrarlo. Anche Holz e Jean ci sono rimasti un po’ male. Nel filmato vediamo un Guido che mette in mostra una grande prova d’orgoglio tentando di trascinare i suoi alla conquista del traguardo volante del Castore, ma questo sforzo influirà sulla sua tenuta per la seconda parte di gara.
Forse non si è parlato abbastanza della splendida prova di Trettel e Follador, quarti assoluti con lo sloveno Kuhar: una prestazione di altissimo livello, la migliore forse della carriera per i due italiani.
In un articolo successivo analizzeremo la gara al femminile.