Proteggi maschera più community mask, la combo perfetta
Copri maschera e mascherina double face, lavabile. È l’accoppiata proposta da Soggle, il marchio tedesco che produce le pratiche protezioni in microfibra per evitare che le lenti della maschera da sci si graffino o si appannino quando si entra nei rifugi. Come un mini-lenzuolo con elastico, il morbido panno può essere posizionato sulle maschere da sci con una mano sola, senza doverla togliere dal casco e la morbida microfibra la rende utilizzabile anche come panno per la pulizia delle lenti. Disponibile in oltre 100 diversi stili, dai panorami di montagna agli stili retrò, costa 12,95 euro. La combo perfetta è con la mascherina double face, disponibile anche coordinata con le fantasia del proteggi maschera. La Community Mask è lavabile in lavatrice a 60 gradi (come la protezione per le maschere da sci); inoltre viene fornita senza alcun imballaggio in plastica per questioni ambientali. Soggle Community Mask costa 13,95 euro. www.soggle.com
Quattro atleti, quattro storie diverse nell'Asics Trail Team
È nato l’Asics Trail Team italiano, un team di atleti che entra a far parte di un progetto europeo che unisce i diversi team trail di tutte le altre nazioni del Vecchio Continente con l’obiettivo di individuare e aiutare a crescere giovani talenti nel trail running, affiancandoli ad atleti maturi, e supportarli con i consigli di esperti del mondo endurance, oltre che con il prodotto. Inizialmente il team italiano sarà composto dagli azzurri di corsa in montagna Xavier Chevrier, Alessia Scaini e Angela Mattevi e dalla ultrarunner Ginevra Cusseau.
Xavier Chevrier, valdostano di trent’anni, da parecchi anni è uno degli atleti più rappresentativi della Nazionale Italiana di corsa in montagna con la quale ha vinto medaglie sia nei campionati Europei che Mondiali.
Seppur appena ventunenne, Alessia Scaini può vantare già diverse convocazioni in nazionale di corsa in montagna, di cui è una delle atlete più rappresentative tra le nuove leve.
Angela Mattevi, ventunenne trentina, è Campionessa Mondiale Junior e per molti addetti ai lavori rappresenta il futuro di questa disciplina per l’Italia. Angela ha ottenuto in questi anni anche ottime prestazioni nei cross, in pista e nella corsa su strada.
La toscana Ginevra Cusseau è la veterana del gruppo con i sui 34 anni, e ha legato il proprio nome a corse come l’Elba trail o l’Ultratrack Supramonte
Gli atleti useranno le tre scarpe per la corsa in natura del marchio giapponese: la GEL-FujiTrabuco 8, ideale per runner che cercano una scarpa strutturata e protettiva; la GEL-FujiTrabuco Lyte, che punta su leggerezza e reattività e la GEL-Fujitrabuco Sky, ancora più leggera ma al contempo reattiva.
Longiarù, il villaggio degli alpinisti
«Se privilegiamo luoghi come Longiarù o la Valle Maira o una delle altre località che puntano a sviluppare un turismo diverso, possiamo contribuire a segnare la strada verso il futuro» scrive Francesco Tremolada su Skialper 133 di dicembre-gennaio. Francesco è Guida alpina e vive in Val Badia. Come tutti i local frequenta anche le zone più famose intorno al giro del Sella Ronda, ma quando vuole ritrovare quel senso di pace e di tranquillità dello scialpinismo puro, sceglie il Parco naturale Puez - Odle e la valle di Longiarù, in ladino Val da Lungiarù.

«Questo è un posto speciale ed è qui che mi piace andare per trovare la tranquillità vicino a casa. Il parco Puez - Odle non ha rifugi aperti in quota come Fanes e le gite si effettuano in giornata dalle valli. Se gli accessi dal versante della Val Gardena e dall'Alta Badia sono facilitati dagli impianti, che permettono di alzarsi in quota verso i confini del parco, sugli altri versanti le gite iniziano dal fondovalle o al più da qualche strada che sale alle numerose e caratteristiche frazioni. La valle di Longiarù, in particolare, è quella che offre il maggior numero di itinerari e si presta molto bene a un soggiorno scialpinistico di qualità. Qualità nel soggiorno, perché i ritmi e l'atmosfera sono quelli di un turismo più lento e rilassato, ma soprattutto qualità nella varietà dello sci, perché qui, oltre alle gite facili nel bosco e su terreno aperto, sono tanti i canali dolomitici e gli itinerari di stampo più moderno». E, aggiungiamo noi, decine di gite con dislivelli fino a 1.400 metri.
Inoltre Longiarù è stato riconosciuto come Villaggio dell’alpinismo. Ma cosa significa? I Villaggi dell’alpinismo sono un’iniziativa dei Club Alpini e nascono da un progetto del Club Alpino austriaco. Sono località pioniere dell’alpinismo e devono rispettare criteri rigorosi, impegnandosi nell’attuazione del protocollo della Convenzione delle Alpi (un documento stipulato tra gli otto Stati alpini e l’Unione Europea, che ha come fine lo sviluppo sostenibile e la tutela delle Alpi). Una filosofia che va oltre il semplice marketing turistico, ma spazia a 360 gradi dall’edilizia alla mobilità, ai trasporti, all’agricoltura, alla tutela del paesaggio e della cultura locale.
L’articolo e i consigli per una vacanza a Longiarù sono su Skialper 133 di dicembre-gennaio.

Arthur Conan Doyle, un passo alpino sugli ski
«Il fatto è che in inverno scalare una normale vetta e compiere la traversata di valichi alpini è più facile che in estate, a patto che il tempo resti sul bello. In estate dovrete sia salire che scendere, e le due fasi sono egualmente faticose. In inverno la fatica è ridotta a metà, poiché buona parte della discesa è una semplice pattinata. È molto più semplice salire zigzagando con gli ski sopra una neve passabilmente compatta, anziché scarpinare su per i massi sotto un cocente sole estivo». È con un inconfondibile humour british che Sir Arthur Conan Doyle, nel 1894, descrive (probabilmente è la prima relazione scialpinistica della storia) la traversata Davos-Arosa sul The Strand Magazine, che ripubblichiamo su Skialper 133 di dicembre-gennaio. La mente visionaria di Conan Doyle arriva a intuire le enormi potenzialità di quelle due assi di legno: «Fatto sta che, disponendo di perseveranza e di un mese libero nel quale superare tutte le prime difficoltà, si giungerà a credere che gli ski aprono un orizzonte di sport che è, a mio avviso, unico. Non riscuote ancora apprezzamento, ma sono convinto che un giorno centinaia di inglesi verranno in Svizzera per la stagione dello ski, in marzo e aprile».
Arthur Conan Doyle, autore delle avventure di Sherlock Holmes, il più famoso detective di tutti i tempi, scoprì lo sci come passatempo durante la lunga permanenza a Davos, al capezzale della prima moglie, malata di tubercolosi. Così, insieme ai fratelli Branger, coprì il percorso Davos ad Arosa percorrendo il passo Furka. Durante l’ultima discesa i tre si tolsero gli sci per trasformarli in una slitta, ma Conan Doyle, puntando un tallone nella neve, ruzzolò, frantumando il suo abito: «A detta del mio sarto, l’Harris Tweed non si logora mai. È una pura teoria, che non reggerebbe a un esperimento scientifico dotato di tutti i crismi. Brandelli della sua merce si trovano esposti, infatti, dal Passo della Furka ad Arosa, e per il resto di quel giorno fui particolarmente felice di camminare rasente ai muri».
L’articolo completo è pubblicato su Skialper 133 di dicembre-gennaio.
Coppa del Mondo e Campionati italiani aprono la stagione agonistica
Appuntamento sabato 19 e domenica 20 dicembre a Pontedilegno-Tonale per le gare di apertura della Coppa del Mondo di skialp. Il programma prevede le sfide sprint, in versione serale, e vertical. Ci saranno tutti i big, a partire dai vincitori della Coppa 2020, Robert Antonioli e Marianne Fatton, Alba De Silvestro, Matteo Eydallin, Michele Boscacci, Damiano Lenzi. Il programma della due giorni di Coppa del Mondo prevede sabato 19 dicembre, a partire dalle 16, le qualificazioni per la gara sprint, seguite dalle semifinali e finali sul tracciato che si svilupperà, proprio come dodici mesi fa in occasione dei campionati italiani, sulla parte finale della pista Corno d’Aola, che per l’occasione sarà illuminata a giorno. Qualche ora di riposo e poi la domenica mattina del 20 dicembre, con lo start alle ore 10, andrà in scena il vertical con partenza nei pressi della stazione a valle della pista Corno d’Aola e arrivo in quota. L’evento, a causa dell'emergenza sanitaria, sarà a porte chiuse senza pubblico. Il comitato organizzatore, insieme a Infront Sport & Media (che detiene i diritti), garantirà la produzione di immagini e la distribuzione a una serie di televisioni nazionali e internazionali. Seguendo le indicazioni della ISMF l'azienda sanitaria territoriale ha stilato un protocollo ad hoc che verrà utilizzato per garantire lo svolgimento in sicurezza dal punto di vista sanitario. Per Ponte di Legno e il Passo del Tonale l’organizzazione delle prove di apertura della Coppa del Mondo non rappresenta l’unico appuntamento stagionale, perché in calendario c’è anche la settima edizione dell’Adamello Ski Raid, fissata per sabato 10 aprile 2021.
In attesa della Coppa del Mondo sono state fissate anche le date dei Campionati italiani. Saranno Andalo e la Skiarea Paganella il teatro di gara dell’edizione 2020 per le categorie giovanili, assoluti e master, dal 27 al 29 dicembre. Date slittate di qualche settimana rispetto al calendario iniziale. Tre i titoli in palio, quelli della sprint, della staffetta e del vertical. L’organizzazione sarà affidata al collaudato staff dello Sci club Brenta Team. Ad aprire la tre giorni tricolore, domenica 27 dicembre, saranno le gare sprint. Alle 13.30 partirà la gara riservata ad under 16 e under 18, alle 14.30 quella riservata agli under 20, seguiti alle 15.15 dalla prova under 23, senior e master. Lunedì 28 dicembre sarà giornata dedicata alle staffette. Alle 10.30 ci sarà la staffetta della categoria Giovani, alle 11.30 quella delle donne senior e alle 12 quella degli uomini senior. La chiusura, martedì 29 dicembre, spetterà al vertical, con partenze scaglionate a partire dalle 10 a seconda delle categorie. Ufficio gare e ritiro pettorali troveranno luogo nelle strutture di Piazzale Paganella, sempre ad Andalo.
In arrivo Skialper 133 di dicembre-gennaio
«Navigare i mari di neve fresca, invece che grattugiare le piste. Farsi attrarre dalla filosofia e decidere di sperimentare il nuovo linguaggio. Per caso, come succede per le cose importanti della vita. Basta non dire di no». Abbiamo preso in prestito questa frase dal racconto Onde di Enrico Camanni, scritta a proposito della sua prima esperienza sullo snowboard, come strillo di copertina del numero di dicembre di Skialper. Un numero, come l’inverno che stiamo vivendo, diverso. 192 pagine da sfogliare a partire dal prossimo 10 dicembre, per emozionarci, pensare e vivere una montagna nuova. Cercando di vedere delle opportunità anche nelle limitazioni.
ARTHUR CONAN DOYLE, UN PASSO ALPINO SUGLI SKI
«Fatto sta che, disponendo di perseveranza e di un mese libero nel quale superare tutte le prime difficoltà, si giungerà a credere che gli ski aprono un orizzonte di sport che è, a mio avviso, unico. Non riscuote ancora apprezzamento, ma sono convinto che un giorno centinaia di inglesi verranno in Svizzera per la stagione dello ski, in marzo e aprile». A scrivere, nel 1894, è Arthur Conan Doyle, padre del più famoso detective di tutti i tempi, Sherlock Holmes. La sua traversata da Davos ad Arosa è probabilmente la prima relazione scialpinistica della storia e noi la ripubblichiamo integralmente. Un misto di humour british e visioni in anticipo rispetto ai suoi tempi. Da leggere come un bel racconto, davanti al caminetto.
ONDE
La prima volta sullo snowboard, per fuggire da quella striscia bianca piena di puntini. Un racconto tratto da AAA Altitudini, il nuovo prodotto editoriale della nostra casa editrice, per raccontare emozioni, gioie, dolori della prima volta nel ‘mare’ della neve fresca con la tavola si piedi. Una metafora del momento che stiamo vivendo e dell’opportunità di provare a uscire dalle piste davanti alla quale si troveranno tanti sciatori. Le parole sono di Enrico Camanni.
UN GIOCO IBRIDO
Anche un santuario del turismo invernale tradizionale come il Sellaronda può essere vissuto in modo diverso. In una stagione che ci imporrà inevitabilmente delle limitazioni, ci si può muovere con le pelli e fuori dalle piste battute senza rinunciare agli impianti quando serve o al comfort dei rifugi. Uno scialpinismo ibrido, ma pur sempre un primo passo verso l'esplorazione per chi viene da una vita di sci all'interno dei comprensori. È l'approccio backcountry degli americani, che in questo articolo Porter Fox e David Reddick hanno applicato alle nostre Dolomiti. A sciare con loro Giulia Monego e Christine Lustenberger.

IL VILLAGGIO DEGLI ALPINISTI A DUE PASSI DAL SELLARONDA
Alias Longiarù, nel parco naturale Puez - Odle: niente impianti e rifugi invernali. Si parte da valle per raggiungere canali e pascoli nel silenzio. E poi si ritorna a valle nel Villaggio degli alpinisti. Che cosa significa? Basta leggere l’articolo di Francesco Tremolada, Guida alpina che conosce le Dolomiti come le sue tasche.

IL LATO B DI LA GRAVE
Non esiste solo la famosa telecabina e l’enorme comprensorio d’alta montagna che serve. La Grave è anche altro, per esempio il parco giochi di Ptor Spricenieks, canadese che ha messo su casa da queste parti. Un versante soleggiato e poco frequentato dove ha sciato anche Glen Blake.

IL COMPRENSORIO SENZA IMPIANTI
Alla viglia di Natale in Colorado aprirà una nuova stazione sciistica. Ci saranno piste facili, medie e difficili, bar, noleggi sci. Mancano solo… gli impianti, che verranno sostituiti da sette tracce di salita, doppie per potere chiacchierare mentre si sale. Benvenuti a Bluebird Backcountry.

SCIARE AL TEMPO DEL COVID-19
Impianti chiusi? È vero che c’è stato il boom dell’attrezzatura da scialpinismo? Qual è la strada giusta per passare dalla pista allo skialp e al freeride in sicurezza? Ne abbiamo parlato con Guide e negozianti. E poi quali sono gli errori più comuni in tema di valanghe, quelle trappole euristiche in cui incappano anche gli esperti? Quali sci scegliere, come vestirsi, sopra e sotto? E gli scarponi? Gli attacchi? Il set sicurezza? Oltre 60 pagine di idee.

POWDER TO THE PEOPLE
Dopo 49 anni ha cessato le pubblicazioni Powder, il magazine americano che era il barometro culturale dello sci fuoripista. Il nostro tributo con le copertine più iconiche e un’intervista alla editor in chief.
YANNICK BOISSENOT
Se conosci quello che fotografi, è meglio. Ed è proprio quello che fa Yannick Boissenot, cameraman, fotografo d’azione e sciatore del ripido. Lo ha intervistato Andrea Bormida.

LA PRIMA TRACCIA DI ENRICO E ROBERTO
Una passione per lo sci fuoripista e il telemark. Poi, a una certa età, invece di ‘farsi l’amante’, si sono fatti il loro marchio indie di sci da skialp e da freeride, taylor made. Abbiamo pellato insieme alle anime dietro a First Track, per conoscere meglio il brand e i suoi prodotti.
FABRIZIO BERNABEI, LA CORSA DENTRO
Direttore commerciale di New Balance, ma anche grande runner, con risultati di tutto rispetto (per esempio due podi alla Marathon des Sables). È sempre interessante parlare con Fabrizio Bernabei, ancor di più in un momento di grandi e veloci trasformazioni come quello che stiamo vivendo. Per capire dove sta andando il mondo del trail running.
E POI…
Tre giacche in Gore-Tex Pro alla prova, le esplorazioni glaciali del gruppo speleologico La Venta, l’outro sulla riscoperta della corsa in natura lontano da cronometri e cardiofrequenzimetri, una riflessione sulle opportunità offerte da una montagna per una volta chiusa al turismo di massa, la consueta playlist, 10 pagine di portfolio fotografico tra neve, acqua e sabbia, un’ode alla seggiovia monoposto, icona del distanziamento…
Aperte le iscrizioni all'undicesima Fischer Transalp
Ci sono eventi che diventano marchi e così è per la Transalp, la traversata sci ai piedi delle Alpi organizzata da Fischer. Il costruttore austriaco ha da sempre visto nei grandi spazi e nella possibilità di usare gli sci come mezzo di locomozione un’opportunità per mettere alla prova gli ultimi materiali e per individuare le esigenze degli scialpinisti, guardando sempre avanti, all’attrezzatura del futuro. Transalp significa partire da una località sul versante meridionale delle Alpi e raggiungere quello settentrionale. Ma il bello è che il percorso cambia ogni anno e che i partecipanti alla traversata itinerante di una settimana vengono selezionati tra gli appassionati, per vivere un’esperienza indimenticabile e totalmente gratuita.
Il prossimo appuntamento è dal 21 al 28 marzo, sulla rotta dal Passo del Bernina, al confine tra Italia e Svizzera, alla Kleinwalsertal, al confine tra Austria e Germania. Il percorso esatto toccherà Pontresina, Davos, Klosters, Montafon e l’Arlberg e naturalmente potrà venire modificato in funzione del meteo e della situazione sanitaria. Sei giorni con pernottamenti prevalentemente in rifugio, in compagnia di scialpinisti di tutta Europa. L’edizione 2021 in particolare si concentrerà alla ricerca delle migliori discese e non solo sull’esperienza itinerante. Per l’Italia c’è un solo posto e le selezioni chiudono l’11 gennaio. Per candidarsi bisogna consultare il sito https://www.fischersports.com/transalptour2021
A tutti i partecipanti è richiesta una buona condizione fisica (dislivelli giornalieri di circa 1.500 metri, una valida tecnica sciistica e conoscenza degli aspetti della sicurezza oltre a tanta voglia di mettersi in gioco. A chi verrà selezionato sarà fornito anche un set completo di attrezzatura. L’avventura è iniziata…

The players: Domenico Fenio
È il papà di uno dei forum legati alla montagna più famosi d’Italia, anzi, forse il più famoso. Perché tra la gente di montagna, alpinisti o pseudo tali, se tu dici On Ice tutti sanno di cosa stai parlando. E, in maniera quasi sorprendente, è sopravvissuto alle grandi evoluzioni dell’epoca digitale senza necessità di cambiare forma o di diventare esteticamente accattivante o cool. Perché quello che conta, per i frequentatori di questo forum dall’aspetto scarno ed essenziale, è il contenuto. Luogo virtuale per scambiarsi informazioni circa luoghi, ascese e condizioni, ma anche il collante che ha fatto nascere amicizie reali, tutt’altro che eteree, e che nel corso degli anni sono andate ben oltre lo sport. «C’è persino chi, grazie a On Ice, si è conosciuto e sposato» - Racconta Domonice (il suo nickname, che sta semplicemente per Domenico on ice). «Fenio, come puoi intuire, non è un cognome molto nordico. Sono calabrese e sono qui, al Nord, da quando ho 16 anni. Come tutti i ragazzi che vengono via dalla mia terra sono arrivato alla ricerca di tutto e di nulla. Le uniche montagne che conoscevo erano quelle dell’Aspromonte. Arrivato in quel di Milano mi sono avvicinato al CAI e mi sono accorto che, secondo la logica di questa organizzazione, per fare cose interessanti in montagna dovevi fare corsi su corsi, diventare istruttore. Ma io, e altri miei amici, eravamo convinti che ci fosse anche un alpinismo per tutti, possibile senza corsi e patacche. Abbiamo iniziato ad andare da soli, a farci le nostre esperienze, a organizzarci le uscite in montagna, a sbagliare e a imparare. L’idea del forum nasce verso la fine degli anni novanta e doveva chiamarsi L’alpinismo possibile, proprio per il motivo che ho appena spiegato. Poi per una serie di motivi si è chiamato On Ice e tale è rimasto». Domenico non può non parlare, nel suo racconto, di Lorenzo Conserva (nickname Lorenzorobico), webmaster del forum da 12 anni e carissimo amico e compagno di avventure. «Un tempo per conoscere le condizioni meteo e della neve in Svizzera, per esempio, dovevi telefonare! Gli amanti della montagna hanno subito capito l’importanza di un luogo dove scambiarsi informazioni ed esperienze, e così, senza nessun obbligo o forzatura, in maniera naturale e spontanea, il forum è cresciuto, acquisendo sempre più i connotati della grande famiglia. Negli anni ci sono stati numerosi raduni organizzati, occasioni di incontro per chi, magari, si conosceva solo virtualmente. Sono nate amicizie, amori, relazioni che ancora continuano. La montagna è stata il collante, ma On Ice ci ha messo lo zampino per far incontrare persone che forse mai si sarebbero conosciute». Ed è così che un calabrese - a volte la vita prende risvolti originali e poco scontati - ha dato vita a un forum di alpinismo e montagna che ha sfondato le barriere dei tempi e delle mode, diventando un punto di riferimento imprescindibile per chiunque ami la montagna e l’avventura.
Stefan Rainer di Oberalp: «posticipiamo di un mese i saldi»
Un sistema che rincorre se stesso, con collezioni con vita sempre più breve e finestre saldi incombenti. Un sistema che ha messo in difficoltà diversi negozi specializzati e che con la pandemia e i lockdown rischia di acuire una situazione difficile. Per questo Stefan Rainer, CSO del Gruppo Oberalp, che controlla i marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt, ha scritto una lettera ad Anna Ferrino, Presidentessa di Assosport, e Günther Acherer, Presidente di IOG - Italian Outdoor Group, per proporre di fare slittare di almeno un mese la stagione dei saldi. Una lettera, quella di Rainer, che porta all'attenzione dello sportsystem alcune riflessioni fatte anche da Giorgio Armani sul sistema moda durante la prima ondata della pandemia. Proprio per arrestare la spirale Oberalp ha confermato il 75% dell'attuale catalogo per la prossima stagione invernale. Riportiamo la lettera di Rainer a seguire:
Gentile Presidentessa Anna Ferrino, gentile Presidente Günther Acherer,
mi permetto di scriverVi a nome del Gruppo Oberalp di Bolzano, proprietario dei marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt. Il fatto che queste settimane così importanti per le vendite stiano trascorrendo in lockdown parziale o totale, sicuramente sta penalizzando il sell-out degli articoli sportivi, soprattutto per quei retailer che si sono specializzati nella consulenza e vendita offline. Le limitazioni preannunciate per le località e gli sport di montagna acuiranno queste problematiche per i negozi a vocazione alpina e turistica. Ma in realtà è già da diverse stagioni che un numero importante di retailer è in difficoltà. Tra i motivi c'è anche il fatto che troppe vendite sono frutto di una eccessiva pressione promozionale, che penalizza la marginalità. Noi siamo fortemente convinti che per assicurare un futuro positivo al nostro settore sia necessario fare in modo che i prodotti esposti sugli scaffali mantengano il più possibile il loro valore. Per questo i nostri marchi di proprietà Salewa e Dynafit hanno scelto da tempo la strategia di avere una alta percentuale di prodotti carry over, per cui il 75% dell'attuale catalogo invernale è stato confermato per la stagione FW21/22. Un segnale positivo è che sempre più marchi sembrano apprezzare e seguire la nostra strategia, puntando su una percentuale di prodotti (SKU) continuativi importante. Riteniamo però che, in aggiunta a queste strategie di lungo respiro, sarebbe di grande impatto positivo se questo inverno venissero posticipati i saldi di almeno un mese - vale a dire a inizio febbraio 2021. Questa misura, contingente ma immediatamente realizzabile, concederebbe ai negozianti il tempo minimo necessario per generare quote di sell-out a prezzo di listino (SRP), tali da poter garantire quei margini vitali per le loro attività commerciali. Sono convinto che Assosport e Italian Outdoor Group potrebbero portare avanti questa proposta e promuoverla nei canali istituzionali a favore di tutto il nostro comparto, contando sul pieno appoggio del gruppo Oberalp.
Cordiali saluti,
Stefan Rainer Group CSO Oberalp

The players: Stefano Gregoratto
Su On Ice è presente con il nickname di Furbo. Il nome deriva dal mondo dell’arrampicata e ogni riferimento o allusione… non è puramente casuale. Lo racconta ridendo. «Nella vita ho anche arrampicato e possedevo quell’aggeggio, che da me si chiama appunto furbo. E sai come è tra amici, soprattutto quando sei nell’ambiente della falesia, ci si prende in giro. Così quando mi sono registrato sul forum ho pensato che Furbo fosse un nickname perfetto».
Stefano Gregoratto, ingegnere civile di Milano, classe 1971, sa ridere di se stesso ed è uno che Quelli bravi, i fenomeni, i mostri, sono gli altri, non certo io. A vederlo scendere però, saltellando sugli sci e disegnando curve strette anche su terreni ripidi o su neve difficile, ci si toglie il cappello. Anche se ad ascoltare lui ormai l’obiettivo principale, la motivazione più importante del suo andare in montagna ora è (oltre all’amore per la natura e l’ambiente delle vette) la compagnia.
«Gli altri hanno una marcia in più e li posso seguire solo quando non sono al top della loro forma atletica» racconta ridendo mentre, a fine gita, addenta una fetta di salame con del pane che la compagnia ha portato per concludere la giornata. Quello della merenda post-gita è un grande classico. Non manca neanche il vino. «Pensa te che questo è il momento della gita che amo di più - continua a ridere - Preferisco la discesa alla salita, soprattutto se c’è la possibilità di fare tante, anzi tantissime curvette, strette e regolari, lasciare il mio segno sulla neve vergine». Ha cominciato a sciare e a frequentare la montagna fin da piccolissimo, dall’età di cinque anni ed è scialpinista da quando ne ha 25. Lo sci non deve essere ultratecnico o super leggero, deve essere quello con cui si trova bene. «Ultimamente prediligo i lunghi giri in bicicletta, percorsi intorno ai 200 chilometri che faccio insieme a Domenico Fenio». Dalla mattina alla sera, sulle due ruote come con gli sci, come per dire che lo sport e l’amicizia non hanno frontiere. Oltre allo scialpinismo pratica moltissima bicicletta da strada, arrampicata, escursionismo, vie ferrate, alpinismo, e qualche vertical: «Sono il mio ultimo giocattolo».
QUESTO RITRATTO È STATO PUBBLICATO SU SKIALPER 122
Nasce l'archivio digitale Ferrino
Per festeggiare i 150 anni Ferrino, il marchio outdoor torinese che ha fatto la storia delle esplorazioni e dell’avventura in giro per il mondo, oltre che del campeggio, si è regalato un archivio digitale storico. In mesi di intenso lavoro sono stati raccolti i documenti più significativi della lunga storia del marchio - dalle fotografie ai ritagli della rassegna stampa, fino ai cataloghi e agli schizzi dei progetti dei prodotti - e trasferiti su una piattaforma digitale. Lo strumento, presentato ieri da Anna Ferrino nel corso di un’anteprima in streaming, per ora è interno all’azienda, ma il prossimo passo potrebbe essere quello di creare un museo digitale d’impresa.
L’evento è stato l’occasione per sbirciare nei ricordi di un’azienda che ha un patrimonio di storie e di ambassador unico, a partire da Reinhold Messner. La digitalizzazione dell’archivio è stata affidata a Promemoria e la piattaforma non è un punto d’arrivo ma un percorso. Oltre alla ricerca nei documenti interni, infatti, si pensa di accedere agli archivi pubblici. Alcuni documenti sono stati recuperati direttamente negli archivi personali delle famiglie Ferrino e Rabajoli (entrata in società a partire dal 1971) perché nel 1943 lo stabilimento fu bombardato e completamente distrutto. Proprio a proposito del bombardamento, ieri Anna Ferrino ha mostrato le foto di un album fotografico che documenta i danni subiti che non era mai stato reso pubblico. Altre ‘chicche’ sono i ritagli di giornale tratti da Time sull’impresa degli Ottomila di Messner o una tenda Ferrino in un quiz di Mike Bongiorno.
The players: Pier Luigi Mussa
«Un tempo a Lanzo, 500 metri di quota, nevicava a inizio stagione e quei 20, 30 centimetri rimanevano per tre mesi, ora fa al massimo una spruzzata che si scioglie subito». Pier Luigi Mussa, classe 1956, vive da sempre a Lanzo, anche quando faceva il pendolare tutti i giorni per lavorare a Torino, in un’azienda del mondo delle telecomunicazioni. E in montagna ci va da fine anni ‘70. «La quota neve è salita di almeno 500 metri, ma non è l’unico effetto del cambiamento del clima: l’estate una volta finiva con i primi temporali dopo Ferragosto, oggi va avanti anche fino a ottobre e poi pioveva quasi tutti i pomeriggi, ora molto meno, ma quando arriva il temporale fa danni».
Tutte osservazioni frutto di tanti giorni passati sulle sue montagne e di una passione per la meteorologia. Una delle tante, perché Pier Luigi non ama annoiarsi e anche lo scialpinismo era all’inizio solo uno dei tanti hobby. Più un modo per mantenersi in allenamento che una vera e propria passione. «Per un po’ di anni ho fatto un po’ di tutto: deltaplano, tanta montagna e alpinismo, bici e mountain bike, sci di pista e snowboard. Lo scialpinismo era un altro modo per andare in montagna anche in inverno, le prime uscite le ho fatte con gli scarponi da pista nello zaino e gli sci normali, poi ho comprato la prima attrezzatura vera da scialpinismo». Poi smette di fare deltaplano e quel modo di andare in montagna in inverno diventa davvero una passione. «Ho anche fatto parte del Soccorso Alpino e ho partecipato a tanti interventi, soprattutto per escursionisti e fungaioli che si erano persi».
In anni di escursioni Pier Luigi non si è mai trovato a tu per tu con la valanga. «Ripensandoci, qualche rischio l’ho corso, ma soprattutto da giovane, poi ho cominciato a studiare la neve e con la conoscenza e con l’esperienza ho adottato un atteggia- mento conservativo, la montagna è talmente grande per scegliere i posti più sicuri, se li conosci, e poi è importante soprattutto sapere uscire con le condizioni giuste». Ed ecco che si arriva al consumismo, quella voglia di macinare, di consumare metri e metri, di salire solo sulle vette più iconiche e vendibili sui social, di cambiare sempre meta e vallata. Mentre lo scialpinismo è tanto bello per quel senso di attesa, di profonda conoscenza dei luoghi, di studio e preparazione della gita giusta e nel posto giusto. E anche per la rinuncia. O per la ripetizione. «Incontro sempre più spesso scialpinisti che sono in valle per la prima volta e poi scappano via alla ricerca di altri posti oppure che vanno al Ciarm del Prete in pieno inverno perché lì bisogna esserci stati prima possibile e poi postano relazioni su una brutta sciata, ma le gite vanno fatte nel periodo giusto. Oggi se non scii oltre una certa quota o fai solo mille metri di dislivello non va bene». Posti giusti nei momenti giusti, e allora dove? «Per esempio nel vallone degli Ortetti che è proprio qui sopra: io amo soprattutto itinerari molto vari, dove il terreno è aspro e cambia continuamente e spesso sono posti che in estate sono più difficili da raggiungere, perché la montagna in inverno si trasforma. E poi se sei uno scialpinista, come dice la parola stessa, passi quasi dappertutto». Magari però dove non sono passate le orde da social...
QUESTO RITRATTO È STATO PUBBLICATO SU SKIALPER 122












