Non abbiamo mai vissuto le nostre case come negli ultimi quindici mesi. Probabilmente non le abbiamo mai odiate così tanto perché da un giorno all’altro si sono trasformare da dormitorio a ufficio, luogo di svago, palestra, ristorante. E non erano state pensate per quelle funzioni. Ma poi alla fine la pandemia ci ha obbligati a riflettere sul concetto stesso di casa e a uscire dalla nostra comfort zone. Il domicilio è il luogo dove un soggetto ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Ce lo hanno insegnato i DPCM, così casa è dove abbiamo deciso di spostarci, anche per dare sfogo alle nostre passioni, è un luogo fisico con uno spazio mentale a cui siamo a nostro agio. Una luogo piccolo dove progettare le nostre grandi avventure, con le finestre che si aprono su panorami infiniti, come quelli della copertina, che rappresenta la vista dall’oblò di un bivacco in Sud America. E allora casa per gli autori di questo numero di Skialper significa Patagonia, Altavia numero 1 delle Dolomiti, Monte Baldo, Balcani, un record fuori dall’uscio e tanto altro. 

PrimAscesa, prove di alpinismo post-apocalittico

Molti chiamano casa le proprie montagne. Ma in fin dei conti casa non è l’intero pianeta che abitiamo? Ed è piena di spazzatura. Perché allora ci risulta tanto difficile prenderne coscienza? Forse perché noi quella spazzatura non la vediamo. Così Simon e Juan, i protagonisti del mediometraggio presentato al Trento Film Festival, hanno pensato di scalare i 300 metri e 105.000 metri cubi di immondizia di una discarica per scenderla con gli sci. 

© Elisa Bessega

Il paradiso è per pochi

El Chaltén, Patagonia. Migliaia di visitatori al giorno in estate (il nostro inverno) e poche centinaia di residenti nell’inverno australe, quando soffiano i venti del sud e la neve ricopre anche i pendii più bassi del Fitz Roy e del Cerro Torre. E quando entra in scena la minuscola ed eterogenea tribù di scialpinisti locali. Matthew Tufts ha deciso di fare di El Chaltén la sua casa per un lungo inverno fatto di attese, asados e discese irripetibili. Un reportage di 20 pagine per pensare alla neve e allo sci di montagna anche quando da noi si riempiono le spiagge. 

© Matthew Tufts

Chiedimi se sono felice

Civetta, Antelao, Pelmo e Tofana di Rozes da salire e scendere con gli sci uno dietro l’altro, spostandosi solo a piedi tra una montagna e l’altra. Non un record alla ricerca della prestazione contro il cronometro, ma una sfida dietro casa per scoprire la differenza tra contentezza e felicità. È quello che hanno fatto Giovanni Zaccaria e Matteo Furlan.

Tea e il Baldo

La montagna di casa, un microcosmo che si tuffa nel Lago di Garda, ricco di sorprese anche se è proprio fuori dall’uscio. Da raggiungere in bici e attraversare a piedi, con la neve, in coppia. Per chiudere tutte le cianfrusaglie della vita moderna in un baule col lucchetto e farsi un giro leggeri e senza pensieri. Un racconto di Andrea Zocca con illustrazioni di Alessandro Ripane.

Dobro došli

Carpazi, Balcani e Caucaso. Un viaggio leggero, al ritmo del trekking e di una tendina gialla. Ma anche al ritmo dell’ospitalità semplice e genuina, quando ad aprirti la porta di un’umile ma dignitosa casa sono soprattutto le donne come Mayvala, sul Caucaso Maggiore. Storie di incontri, e rinascite, come quella di Zef, che ha aperto un rifugio sulle montagne dell’Albania. Storie di notti nella natura, con le parole e le immagini di Giacomo Frison e Glorija Blazinšek.

© Altripiani.org

Pionieri dietro casa

L’Altavia numero 1 delle Dolomiti è un sogno per molti, ma in inverno è poco frequentata, soprattutto nell’anno pandemico, con tutti i rifugi chiusi. E allora perché non provare ad affrontarla con sci e pelli, costruendosi ogni sera la propria casa scavando una truna o infilandosi in una baita? L’idea Andrea Galliano ce l’aveva in mente da tempo, ma la pandemia e i lockdown hanno dato la spinta giusta.

La formula del divertimento di tipo 2

17.645 metri di dislivello con sci e pelli in 24 ore. E il nuovo record del mondo. A realizzarlo, a marzo, Martina Valmassoi, sulle piste di casa, nel Cadore. Un’idea nata per caso e un progetto improvvisato, per mettersi alla prova e fare qualcosa di diverso.

© Philipp Reiter

Marco De Gasperi 2.0

Dopo sei ori mondiali nella corsa in montagna e successi prestigiosi come quelli alla Sierre-Zinal e alla Jungfrau Marathon è tempo di guardare oltre. Per progettare le scarpe da trail del futuro. Siamo stati in SCARPA, la nuova casa di Marco De Gasperi, category manager per il trail del marchio veneto. Per parlare di scarpe e suole ma anche di ricordi. Passato, presente e futuro di un campione.

© Federico Ravassard

Must Have & more

Siamo stati a Saluzzo e nei dintorni, tra Valle Varaita e Valle Po, per una corsetta con i ragazzi della Podistica Valle Varaita. E nel frattempo abbiamo anche provato qualche chicca: scarpe, abbigliamento, bastoni, zaini, gps & co. Poi abbiamo fatto un giro in mountain bike e a piedi a Gressoney con i nuovi capi di abbigliamento della linea Moncler Grenoble, abbiamo organizzato una tavola rotonda a fil di vetta con Federica Mingolla, Fabian Buhl e Matteo Jellici, R&D footwear director La Sportiva, sulla nuova linea di scarponi semi-ramponabili Aequilibrium e abbiamo chiesto alla Guida alpina catalana Santi Padrós cosa ne pensa della nuova scarpa da approach AKU Rock DFS.

Pensieri di roccia e di neve

Nella consueta rubrica Antologia Bianca i racconti dei lettori e proprio uno di loro, Massimo Teghille, dopo essere stato pubblicato tra le pagine dei lettori, è stato promosso e ha firmato l’outro di questo numero. Quindi… continuate a mandarci i vostri racconti! La doppia pagina dei Pensieri, a inizio rivista, è dedicata alle Dolomiti, alla loro roccia e all’arrampicata, a firma di Gian Luca Gagino.