Anche The North Face, con Summit Cayesh Futurelight, fa il suo ingresso nel mondo delle calzature che accettano i ramponi semi-automatici, per affrontare la montagna e l’ingaggio alpinistico in versione fast & light. Si tratta di un modello alla cui realizzazione ha collaborato David Göttler, pensato per utilizzatori evoluti. La struttura, visivamente, si presenta simile ad altri modelli già sul mercato (Summit Cayesh Futurelight è commercializzata da qualche settimana), con scarpa bassa interna, ghetta esterna impermeabile e cerniera sfalsata a prova di acqua e neve. Le differenze, però, ci sono: l’impermabilità è garantita dalla tecnologia proprietaria Futurelight la cui membrana è stata integrata da filati Spectra per aumentare la resistenza. Una lamina in fibra di carbonio annegata nell’intrusola conferisce rigidità alla struttura. La regolazione della scarpetta interna è con sistema a ghiera Boa. Infine la suola è Vibram. Il tutto per un peso alla bilancia di poco più di 570 grammi. Il prezzo al pubblico è di 500 euro.

Abbiamo messo ai piedi Summit Cayesh Futurelight per un primo contatto, in attesa di provarla più intensamente nella prossima Outdoor Guide. L’inserimento del piede, come spesso avviene per le scarpe con ghetta, non è intuitivo come in una normale calzatura bassa o di medio taglio e richiede qualche attenzione. Poi, quando sei dentro, il comfort non manca e la pianta ha un’impostazione abbastanza ampia che la fa prediligere per piedi non troppo magri (valutando anche la scelta di un numero più piccolo dopo averla provata bene). Si segnala per camminata, sensibilità su roccia e libertà delle caviglia. In marcia, nonostante non abbia un rocker accentuato, è leggera e agevola la rullata. La lamina in materiale composito la rende particolarmente secca e reattiva. Su roccia è molto sensibile e la mescola lavora a dovere. Gli spessori sono giusti e sembra quasi di scalare a piedi nudi, un fattore da tenere in considerazione in chiave durata. Nel cramponnage va considerato che le forme ampie riguardano anche il tallone e su piedi fini potrebbe non essere perfettamente bloccato. La libertà della caviglia, in tutte le situazioni, è totale, quasi come avere ai piedi una scarpa da trail con ghetta. La chiusura Boa funziona bene, oltre a essere pratica; da segnalare che il posizionamento del rotore, su alcuni colli dei piedi pronunciati, potrebbe farsi sentire in appoggio in punta. In definitiva, Summit Cayesh Futurelight è un modello dagli atleti per gli atleti, per imprese in velocità e utilizzi evoluti. Veloce, ma non per tutti.