Intervista dopo l'ufficializzazione dell'incarico
Dopo mesi di attesa, di tiramolla, finalmente la federazione ha ufficializzato la nomina di Angeloni alla guida della nazionale di scialpinismo. Manuel Conta lascia, probabilmente per dedicarsi al suo Esercito, e Lillo Invernizzi viene chiamato ad allenare i giovani.
Sei contento della nomina?
«Ci contavo proprio, sono felice.»
Quali sono i primi problemi che dovrai affrontare?
«Quelli di sempre: i mezzi di trasporto, il budget e gli sponsor. Fortunatamente ne abbiamo trovato uno proprio all’ultimo: la Haglof che ha firmato un impegno per tre anni. Anche la Federazione si sta muovendo sotto l’aspetto economico.»
Problemi con la formazione delle squadre?
«Direi di no: sto valutando la posizione delle due bormine. In un primo tempo sembrava infatti che volessero smettere poi invece stanno ancora decidendo se gareggiare nelle gare a coppie della Grande Course oppure puntare alla Coppa del Mondo.»
Si sente la concorrenza fra il circuito Grande Course e quello di Coppa del Mondo?
«Per ora no, stiamo a vedere cosa succede.»
Tu pensi che la Grande Course affossi il discorso federale e olimpico?
«Secondo me non dà una buona impressione all’ambiente del CIO presentarsi con due circuiti: vedremo la posizione dell’ISMF.»
Ma non c’era comunione di intenti fra Dugit (ISMF) e la Big Race?
«Sì, ora invece sembrerebbero in contrapposizione. E’ una situazione che non riesco a decifrare, andando avanti capiremo meglio.»
Quale sarà la posizione della nazionale nei confronti di atleti come Guido, Martin, Follador?
«All’interno del gruppo c’è grande serenità: se qualcuno va forte ha tutto il diritto di entrare. Siamo per una nazionale aperta.»
Intanto la federazione sta prendendo in esame anche il difficile e spinoso argomento della formazione degli allenatori di scialpinismo, figura che si è resa ormai fondamentale per un discorso formativo a livello nazionale.