Mireia Miro' parla con Ski-alper dopo Sellaronda e Lagorai-Cima d'Asta

Sembra proprio essersi ritrovata Mireia Mirò, dopo il periodo di inizio inverno quando l’avevamo incontrata in allenamento a Bormio e aveva raccontato di sentirsi molto stanca.
Era appena tornata da un ciclo di impegni con i media e le aziende, cose che per un’atleta dello scialpinismo sono molto più faticose che le montagne da scavalcare. 
Mireia si ferma a parlare con Ski-alper proprio dopo due gare quasi consecutive: la Sellaronda Skimarathon, vittoria e record con Francesca Martinelli, e la classica Lagorai-Cima d’Asta appena vinta.  

Mireia, seguiamo le tue gare e i tuoi tweet: un’altalena di alti e bassi frequenti e marcati fino a pochi giorni fa.

« Ci sono sempre momenti buoni e altri meno, in cui il morale è basso. Ma è bene che sia così: quando va bene le emozioni sono più forti!»  

Ora però sembri costante nelle prestazioni e…nello stato d’animo.

«Nel periodo tra fine dicembre e inizio gennaio ero effettivamente molto stanca. Poi da metà gennaio mi sono sentita via via sempre meglio»  

Venerdì sera hai vinto la Sellaronda, ed era la tua prima partecipazione. Ti è piaciuta?

«La Sellaronda si deve fare almeno una volta nella vita! Anche se io preferisco le gare di scialpinismo fuori, in montagna, la Sellaronda è una gara speciale, particolare, che ha un’identità forte. Ricorda come atmosfera il Mountain Attack, che conosco e ho vinto una volta. Tornerò sicuramente».  

Com’è, correre in mezzo a mille scialpinisti, con tutte le luci attorno?

«La partenza era impressionante. Avevo paura a girarmi, di cadere e venir travolta! Poi ho dei bei ricordi delle luci di Canazei dall’alto, nella discesa dal Pordoi. E anche della vista verso Selva, guardando giù».  

Come ti sei trovata in team con Francesca?

«Bene! E’ la prima volta che corriamo insieme, anche se ci conosciamo e a Bormio ogni tanto ci siamo incontrate in giro. E’ stata una vera opportunità, perchè Francesca è una grande. Ora che Roberta è ferma per  recuperare i problemi di salute, lei continua perchè le piace proprio.  E lei questo me lo trasmette!»  

Racconta di quando avete saputo che eravate sul filo del record.

«Sì, l’abbiamo saputo sull’ultima salita. Ma non abbiamo usato il cordino, sia perchè mancava veramente poco e forse non conveniva perdere tempo ad agganciarsi. Sia perchè il cordino andrebbe usato in condizioni critiche. Stavamo salendo bene. Meglio niente cordino e niente record, piuttosto che record con il cordino. E’ più bello riuscire solo con le proprie gambe, e ci siamo riuscite!»  

E com’è andata qui alla Lagorai-Cima d’Asta, 36 ore dopo la Sellaronda?
«Sono partita veloce perchè temevo la stradina stretta dopo la partenza, con tutti questi concorrenti. Sono andata bene, anche se in alto mi sentivo stanca e quando ho guardato su e ho visto dov’era la Cima d’Asta ho pensato: ‘per fortuna oggi non si va a fare la cima, se no non ce la facevo!’  Stanca ma…’comoda’, senza soffrire».  

Sui comunicati stampa dicono che questa è la prima volta per te qui in Lagorai, ma a noi risulta che invece…

«Certo! Questa è stata proprio la mia prima gara in Coppa del Mondo! Nel 2006, correvo in categoria Cadetti. Ed era anche la mia terza gara di scialpinismo in assoluto. Quell’anno c’era brutto tempo, tantissima neve, e avevano fatto un percorso di riserva con tanto bosco e discese difficili…anzi: impossibili! C’erano gobbe più grandi me! E io mi dicevo: ‘…ma come faccio a scendere di qui??? …ma qui sulle Alpi sono matti!!!’»  

I prossimi obbiettivi?

«Ora arrivano la Pierra Menta e l’Adamello, che correrò in coppia con Laetitia. E poi il Mezzalama, con Laetitia e Gloriana».  

E un po’ di scialpinismo senza le gare?

«Sì! dopo le gare ne faccio sempre. Quello che lo scialpinismo deve trasmettere sta fuori dalle gare. Le gare sono belle, ma sono solo qualcosa in più».