Nel 2003 la prima presenza in Nazionale, con la partecipazione agli Europei in Slovacchia. Adesso Matteo Eydallin, dopo il ritiro di Manny Reichegger, può essere considerato il nuovo capitano degli azzurri.
«Ma quale capitano – scherza Eyda – contano i risultati e non l’età. E poi mi sento ancora un ragazzino. Piuttosto da quest’anno, visto che sarà nello staff tecnico, mi rimetto nelle mani di Manny per la preparazione. Seguirò le sue indicazioni alla lettera perché voglio arrivare come lui ai quarant’anni ancora in gara».

Già, come si trovano le motivazioni?
«Diciamo che ho ancora voglia di mettermi in gioco… Certo quello che potevo vincere per le mie caratteristiche l’ho vinto. Mi manca la Coppa del Mondo overall, ma per quella, con vertical e sprint che proprio non sono nelle mie gambe, serve un miracolo. Mi manca l’oro mondiale individuale, ma lì bisogna azzeccare davvero la giornata giusta, visto il livello»

Però quest’anno ci sono i Mondiali.
«Ed è davvero un peccato che siano in concomitanza con la Pierra Menta: fosse per me le farei entrambe. Credo che bisognerebbe remare tutti dalla stessa parte, altrimenti si sta fermi. Altro che pensare alle Olimpiadi».

A fine giugno si riparte con il primo raduno del CS Esercito, come è l’ambiente a Courmayeur con il nuovo comandante Farcoz?
«Onestamente ho staccato un po’ la spina. Sono andato ad arrampicare, con qualche intermezzo sui pedali. Credo che per noi cambi poco: lo ski-alp è sempre stato un punto di forza dell’Esercito e lo sarà anche in futuro».

A livello materiali, tutto confermato?
«Sono in scadenza di tutti i contratti, ma non credo che ci saranno novità. Almeno da parte mia: con Dynastar, Scarpa, Atk, Camp e Montura c’è un rapporto ‘importante’ che penso continuerà ancora in futuro».