La Ötzi Alpin Marathon è stata l’ultima gara da atleta per Manfred Reichegger. Classe 1977, Manny dice stop alla sua lunga carriera da atleta.
Che emozione tagliare per l’ultima volta un traguardo?
«Più che altro mi sono tolto un peso! Alla fine non ce la facevo più a mantenere la pressione da professionista. Domani esco ancora con le pelli, ma senza la necessità di fare dislivello, di andare in soglia, di pensare alle prossime gare. Per me è stata ancora una bella stagione (ha vinto la Coppa Italia, ndr), ma era davvero duro andare avanti: continuerò ad allenarmi, ma con grande tranquillità».
Avrai perso il conto delle gare…
«Sono entrato nell’Esercito nel 1995: prova a fare tu il conto… E prima ci sono le gare, anche nel fondo, tra sci club e comitato…».
Soddisfazioni tante.
«Mi ricordo soprattutto quelle da giovane. Come alla Pierra Menta del 2004 con Dennis Brunod: ci dicevano che dovevamo fare esperienza, invece abbiamo vinto. Ma sono contentissimo della mia carriera: non ho rimpianti».
Parlano i numeri di Manny: cinque medaglie (e due d’oro) ai Mondiali, una Coppa del Mondo, e sempre in Coppa del Mondo ventidue podi e sette vittorie, due Pierra Menta e due Mezzalama, titoli europei e italiani: non c’è che dire, di spazio nella bacheca della sua casa a Selva dei Molini ce n’è poco.
E adesso?
«Vorrei rimanere nell’ambiente. Non ho ancora parlato con i vertici dell’Esercito, ho il ‘patentino’ da allenatore federale e mi farebbe piacere portare la mia esperienza da tecnico. Più altro con i giovani: sarebbe strano dire cosa fare a quelli che sino a oggi sono stati i miei compagni…».