Quel timore di essere primi
Ti è mai capitato di essere lì davanti a tutti? Di girarti e vedere che dietro non c’è nessuno? Non l’hai nemmeno mai sognato, una volta?
Magari anche a te come a me è capitato solo al supermercato, quando aprono la cassa accanto alla tua e pur di non perder l’occasione di risparmiare quei 36 secondi (che se poi rimanevi nella stessa fila, facevi anche prima che nella nuova non va il POS e la carta non l’accettano) ti procuri – nel disperato allungo sulla pensionata che poi che diavolo avrà anche lei da fare? – un irrimediabile stiramento all’adduttore.
E quei 36 secondi risparmiati, significano poi un mese di infortunio, fermo, senza possibilità di allenamento alcuno.
Torniamo a noi. Dicevamo, hai mai avuto quel brivido di essere primo, con il timore che sbagliando qualcosa, da dietro ritornassero alla carica?
Perché a tutti piacerebbe vincere, ma non è poi così facile dirlo come farlo, anche se il motore c’è e i cavalli pompano. È più una questione di strategia, diciamo.
Ti trovi così un Valerio Pozzi che mena come un forsennato là davanti, nemmeno gli avessero detto che in cima lo aspettava Belen Rodriguez, e poi in discesa si perde una deviazione e finisce giusto quella minima fuori percorso (si perde circa 5 minuti di vantaggio!), mandando all’aria una vittoria che sarebbe stata più facile che mangiarsi senza bere un buondì in meno di un minuto (scommetti che non ce la fai?).
Ti trovi invece un sornione come il tigre (Paolo Moriondo), che sta lì che sembra che pettini le bambole tutta la gara, e poi ti fa una discesa che se c’era Bode Miller gli chiedeva giusto due dritte su come non s’era rotto il collo in mezzo a tutti quei sassi sporgenti. Che va a vincere a braccia alzate con la gioia di chi s’è ritrovato primo solo a 40 secondi dalla fine, senza la pressione di guardarsi le spalle per tutta la gara.
Ecco, mi piaceva sapere, se tu avessi il motore, come penseresti di poterla vincere una gara, se ti trovassi davvero per una volta, lì davanti a tutti? Io, onestamente, ora non lo so.
Solo una nota a conclusione, nulla a che vedere con il trovarsi primi.
Non mi piace scrivere delle gare elogiando gli organizzatori più del dovuto. Se una gara è stata bella, mi va di scrivere delle emozioni che l’aver partecipato mi ha dato, di eventuali retroscena o aneddoti. In fondo, la gara la fanno le classifiche e non c’è miglior veicolo divulgativo del passaparola di chi vi ha partecipato.
Diversamente dal solito però, questa volta mi sembra dovuto fare un cenno a chi la gara, qui a Lanzada, l’ha concepita. Un’iscrizione a 10€ senza pacchi gara, con un pranzo squisito e premiazioni veloci e puntali con ricchi premi per tutti, trovo sia una formula veramente vincente, una formula che debba essere da riferimento per tutti.