Sei morti per valanghe in Val Lasties
Sei morti: un’altra strage da valanga come molte altre negli ultimi anni. Questa volta è toccata a una squadra del soccorso alpino di Canazei impegnata in un’operazione di ricerca di dispersi nella zona del Piz Boé – Val Lasties. Oltre ai due dispersi – pare si tratti di due alpinisti friulani che erano saliti per scalare una cascata di ghiaccio e non si ha ancora la certezza se fossero attrezzati con ciaspole o sci – hanno perso la vita Erwin Riz, maestro di sci e guida alpina profondo conoscitore di questo vallone, Alessandro Dantone, tecnico del soccorso alpino, Luca Prinoth, guida alpina, Diego Perathoner, tecnico del soccorso alpino. Si sono salvati Fabio Valentini, guida alpina e maestro di sci, Roberto Platter, guida alpina e maestro di sci, Martin Riz, maestro di sci, tecnico del soccorso e atleta dello ski-alp.
Con il nostro esperto Franz Nicolini abbiamo voluto tracciare un quadro il più completo possibile degli avvenimenti prima di trarre conclusioni affrettate frutto di quanto letto sui giornali e sui siti di oggi.
I fatti dovrebbero essere successi più o meno così: ieri nel tardo pomeriggio la fidanzata di uno dei due dispersi ha dato l’allarme per il mancato rientro dei due alpinisti che, a quanto pare hanno risalito la Val Lasties dal basso.
Alle 19.15 con una corsa speciale della funivia viene portata sul Pordoi una squadra di sette soccorritori che si dirigono immediatamente verso la Val Lasties imboccando il ripido canale a sinistra prima della Forcella Pordoi.
A questo punto lo stacco della valanga: in sei vengono travolti mentre Riz riesce a rimanerne fuori – ci faremo raccontare in seguito da Martin come questo miracolo sia avvenuto – e sarà proprio lui a salvare Platter ed estrarlo dal manto nevoso, Fabio Valentini resiste per un’ora e mezza sotto la neve grazie alla bolla d’aria formatasi fra roccia e neve e viene estratto vivo. Per gli altri non c’è nulla da fare.
Questi sono i fatti. Le cause sono certamente da addebitare al forte rischio di valanghe determinato dagli ultimi accumuli di neve forse bagnata dalla pioggia e poi indurita dal freddo che possono scorrere facilmente sugli strati sottostanti se sovraccaricati ulteriormente. A questo va poi unito lo spirito di abnegazione che anima le squadre di soccorso impegnate nel salvare le vite altrui che spesso fa dimenticare di proteggere la propria.
Molto difficile comunque al buio o alla luce delle pile frontali avere una visione globale delle condizioni del pendio e soprattutto poter reagire tempestivamente nel momento dello stacco ammesso che questo sia possibile…
Adesso Canazei piange i suoi morti mentre la valle pullula di turisti illuminata dalle luci natalizie e il carrozzone deve andare avanti comunque.
Le condoglianze della nostra redazione tutta per i ragazzi periti nella valanga e un pensiero in particolare all’amico Diego Perathoner con il quale c’era un legame di stima e collaborazione.