Per la vittoria della sua prima Coppa del Mondo
È tornato nella sua Valfurva con la Coppa del Mondo, Robert Antonioli può festeggiare il suo successo più bello. «Sì, posso dire che il punto più alto della mia carriera – spiega Robert – era il mio obiettivo dopo due secondi posti. La volevo fortemente, questa coppa è forse ancora più bella, perché è veramente individuale senza le gare LGC. Che dire, sono strafelice».
In un post su Facebook (Finita.. sì è proprio finita!!! Finalmente ce l’ho in mano, questa coppa, che è da un po’ che mi frulla per la testa!!! Il raggiungimento di un sogno!! Sono veramente contento per questa vittoria in coppa del mondo overall… è da un po’ che ci giravo attorno, per due anni di fila ho fatto secondo e quest’anno sono riuscito a portarla a casa…veramente soddisfatto.. la coppa la dedico al mio amico (Droga) Luca Dei Cas, capitano del Alp Forba che il due maggio di due anni fa mentre mi giocavo la coppa del mondo, per colpa di una valanga ci ha lasciato sulle sue nostre montagne.. questa coppa va a lui alla sua moglie Elisa e ai suoi due bimbi Peter e Martina… un grazie forte alla mia morosa che mi ha permesso di correre nonostante i problemi che abbiamo avuto, a tutti gli sponsor e tutti gli amici e tecnici che mi hanno sostenuto…grazie a tutti e che lo show continui) ha fatto ringraziato tutti, ha fatto dediche speciali.
«Sì, sono tanti gli amici che mi hanno sostenuto in questa stagione. Una stagione che mi ha messo alla prova, mi sono concentrato solo sulle gare di Coppa, lasciando da parte le distanze più lunghe perché altrimenti non sarei riuscito a preparare al meglio tutto quanto. Alla fine è stata la scelta giusta e vincente». Anche in Val d’Aran non è stato facile. «Già a Prato Nevoso ho avuto alti e bassi: ho allungato con l’individuale, poi ho perso punti con la sprint. In Val d’Aran ho tenuto nell’individuale, nonostante il caldo, ma alla vigilia del vertical sapevo che non era finita. Miky è andato all’attacco, sapevo che dovevo stare nei primi, ma in queste gare, anche se non c’erano atleti del calibro di Kilian o Palzer, le insidie ci sono sempre. Volevo assolutamente farcela: andavo su con le gambe e con la testa». Già, e con Boscacci? «Alla fine è chiaro che era dispiaciuto di non aver vinto la coppa, ma tutto sommato era contento: se doveva vincerla un altro, meglio che fosse un amico e per di più valtellinese. La Coppa è rimasta in Valtellina, un po’ più a nord, ma sempre in Valtellina». Coppa del mondo, coppa del mondo sprint, coppa Italia e adesso? «Già che ci sono provo a vincere anche la Coppa delle Dolomiti… E poi farò il Mezzalama, l’unica LGC della stagione con il Mago (Maguet) e Manny (Reichegger), e anche lì darò il massimo. Quando si gareggia in squadra bisogna dare il massimo. Mi sono tolto il peso di questa coppa che mi è scappata per due anni consecutivi e adesso potrò gareggiare con la massima serenità».