Il Tor des Géants, dopo dieci anni non ha bisogno di presentazioni, allora si racconta. Racconta le storie dietro le quinte, racconta le allucinazioni degli atleti, racconta le curiosità dei volontari, racconta il lavoro degli organizzatori. Storie che inevitabilmente si intrecciano tra loro. Questo un po’ lo spirito di Tor in Tour che martedì scorso ha fatto tappa a Torino, nella Sala degli Stemmi del Museo Montagna di Torino. Un appuntamento voluto da Ferrino, che sin dalla prima edizione ha creduto nell’evento ed è rimasto sempre sponsor della manifestazione. Dalla fornitura tecnica, sino alla presenza in gara, con un team tutto al femminile. Non a caso nella serata a Torino, con Anna Ferrino, Ceo di Ferrino, c’erano due atlete del Ferrino Women Team, Scilla Tonetti e Alice Modignani Fasoli. E c’era anche Erika Noro, responsabile del progetto VolonTOR e coordinatrice dei 2.500 volontari del Tor des Géants. Ma c’erano anche tanti appassionati di Tor: c’era chi l’ha fatto e chi magari un pensierino a farlo in futuro lo sta facendo. Una gara che nelle storie di chi l’ha fatta diventa più un viaggio dentro se stessi. Cosa si mangia, quanto si dorme, quali sono i tratti più difficili, il Malatrà come momento più emozionante e non solo perché si ‘vede’ il traguardo di Courmayeur: il Tor è una gara diversa da tutte le altre. Lo sapevamo, ma adesso ci crediamo sempre di più.

NUOVI REGOLAMENTI ALL’INSEGNA DELLA CONSAPEVOLEZZA DELLE DIFFICOLTÀ DI UNA CORSA IN MONTAGNA – In un’ottica di autoconsapevolezza sono cambiati i regolamenti delle gare per il Tor X, con modifiche sostanziali per quanto riguarda il materiale obbligatorio e quello consigliato per affrontare in sicurezza la gara. Il concorrente dovrà decidere se portare nello zaino o lasciare nella sacca Tor, in conseguenza di valutazioni proprie o di obblighi da parte della direzione di gara, l’attrezzatura sufficiente per affrontare in tranquillità e sicurezza il tratto di percorso che lo attende. Nonostante ciò, in particolari condizioni (meteo avversa, difficoltà tecniche del percorso…) i commissari di gara potranno controllare l’equipaggiamento del corridore e, in accordo con la direzione di gara, obbligare il corridore ad equipaggiarsi con il materiale richiesto o, in caso estremo, fermarlo.
Il concorrente, valutate le condizioni meteorologiche e il tratto di percorso da affrontare, alle basi vita (ogni 50 km circa), dove trova la sacca Tor, deve preparare la propria attrezzatura. In casi estremi, ai punti di controllo o di ristoro (dove è tollerata l’assistenza personale) il corridore può, grazie ai propri assistenti, avere ulteriori indumenti e scarpe di ricambio, alimenti e/o integratori.
Discorso a parte merita il Tor des Glaciers che, proprio per la sua natura di gara estrema in quasi totale autonomia, richiede che o corridori siano dotati di navigatore GPS, mappe del percorso, altimetro e bussola per seguire il percorso di gara. Una gara che ha riscosso immediato riscontro con pettorali sold out in pochissimi minuti.
Alla base di queste modifiche c’è il concetto di semi-autosufficienza che, da sempre, contraddistingue le gare di Vda Trailers: l’organizzazione fornisce una rete di sicurezza all’interno della quale l’atleta deve essere in grado di muoversi risolvendo e gestendo in autonomia situazioni difficili che possono presentarsi, legate alle condizioni psico-fisiche del corridore ed ai mutamenti meteorologici. Il ruolo dell’organizzazione non è di aiutare un atleta a gestire i normali problemi che possono insorgere: per una corsa in montagna di tanti chilometri la sicurezza dipende in primis dalla propria capacità di autogestione, anche in situazioni estreme, di giorno e di notte.

ESERCITO – Un endurance trail di 330 km con 24.000 metri di dislivello, corso per un tempo che va dalle 67 alle 150 ore in condizioni difficili e con poche ore di sonno, non è solo una prova estrema dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Lo sa bene l’Esercito Italiano che, grazie ad una partnership stretta con Vda Trailers, utilizzerà il percorso di preparazione al Tor des Géants e la gara stessa come un addestramento alle missioni.
Ventuno militari, suddivisi in due plotoni da dieci ai quali si aggiunge un capitano, parteciperanno al Tor in partenza l’8 settembre, con le wild card messe a disposizione dall’organizzazione, per allenare e mettere alla prova diversi aspetti della vita sotto le armi quali la capacità di elaborare informazioni in condizioni di difficoltà, la gestione del sonno, la sopportazione del dolore: un addestramento mentale e fisico che nasce dal progetto ‘Over the Top – Cognitive Training’.
Nel 2018, il tenente colonnello Vincenzo Zampella ed il tenente colonnello Giulio Monti parteciparono all’endurance trail valdostano, portandolo a termine. Un ruolo fondamentale, in quell’impresa, è stato rivestito dal cognitive training affrontato dai due ufficiali in preparazione. Monti, nel 2017, si ritirò a pochi chilometri dal traguardo, e da lì è ripartito per raggiungere l’obiettivo.
In preparazione al Tor, i ventuno militari parteciperanno anche al Gran Trail Courmayeur 105 km, che partirà il 13 luglio. La collaborazione tra Vda Trailers e l’Esercito Italiano, presente sul territorio con il Centro Addestramento Alpino di Aosta, è di lunga data, e nasce con la prima edizione del Tor des Géants. Dal 2010 a oggi, infatti, le brandine messe a disposizione dai militari offrono il meritato riposo agli atleti nelle basi vita dislocate sul percorso: una fornitura indispensabile per una delle competizioni più dure e impegnative del mondo. Con la nuova partnership siglata, il corpo militare fornirà un supporto logistico fondamentale, anche in termini di sicurezza, per la realizzazione della gara, grazie all’impiego di mezzi (per esempio elicotteri abilitali al volo notturno) e personale, durante tutta la durata del Tor.