The Backyardigans (la serie televisiva in Italia è stata nominata Gli Zonzoli, ma la traduzione letterale di backyard è giardino dietro casa o, volendo, cortile) è un programma televisivo per bambini dei primi anni duemila di cui fino a qualche anno fa ignoravo l’esistenza. È un cartone animato su una banda di amici che utilizzano l’immaginazione per inventarsi avventure indimenticabili… senza lasciare il giardino di casa, il loro parco giochi. Il mio amico peruviano Koky, che viveva accanto a me, me ne parlava in continuazione mentre si meravigliava per le sciate che facevamo insieme proprio dietro le nostre case, al di là delle creste e delle cime che vedevamo dalla finestra, nei giorni di gloria polverosa. All’epoca vivevo già da dieci anni nel piccolo villaggio di Ventelon e apprezzavo molto questo lato di La Grave, il versante soleggiato e innocuo della valle, oscurato dalla fama dei pendii raggiungibili con la telecabina. Però l’allegoria di Koky mi ha fatto rivivere quella magia dell’esplorazione intorno a casa con l’innocenza di un bambino e mi ha riportato ai primi ricordi che ho dello sci.

Quando mia madre mi ha messo per la prima volta gli scarponi di cuoio a tre anni, facendomi provare la sensazione di scivolare, era proprio dietro casa nostra, nel mio giardino. La periferia di Toronto è corrugata da collinette appena sufficienti per provare l’effetto della forza di gravità con gli sci ai piedi, ma è stato il morso della mela che mi ha spinto verso le località sciistiche più vicine, fino a quando sono diventato uno ski bum, fuggendo dalla folla delle piste. Scoprire il mondo con gli sci è stato il mio romanzo di formazione e mi ha permesso di fare esperienze in molti parchi giochi. Eppure quei ricordi così vividi della prima infanzia, quando esploravo con gli sci il bosco nel burrone dietro casa, sono sempre rimasti tra le esperienze più importanti per la mia crescita.

Non tutti quelli che rimangono stregati dalle incredibili possibilità sciistiche nella montagna aperta offerte dalla telecabina di La Grave finiscono per fermarsi qui. Man mano che vivevo alle pendici di un comprensorio così intenso, ne venivo completamente sopraffatto, ma parte del fascino è dovuto al forte contrasto di questa realtà con quella che ho vissuto in Canada. Lì per trovare lo stesso terreno devi andare in posti lontani e isolati, oppure in costosi e lussuosi resort senza alcun legame con la terra. La mia passione per lo sci avventuroso si è sempre risolta in lunghi e faticosi viaggi in auto. La Grave ha saputo conservare e valorizzare il suo patrimonio e uno stile di vita in montagna che ha messo in ombra il percorso scontato di molti sciatori verso uno stile di vita da era nucleare. La Grave mi ha mostrato la speranza di poter mettere in pratica il mio vecchio e romantico sogno di non lavorare e di coltivare il cibo durante l’anno, in modo da poter sciare, mangiare e dormire (e fare un po’ di festa) in inverno.

© Ptor Spricenieks

Ho incontrato Mathieu Bonnetbleu nei miei primi anni a La Grave. All’epoca era un vero ski bum e c’era molta affinità tra di noi, così il passo per diventare uno dei miei più preziosi compagni di gita è stato breve. Mi piaceva il modo di ragionare elementare di Mathieu. Lui ammassava nella sua piccola baita di pietra il cibo a km zero che aveva coltivato o comprato e poi sparivamo per diversi giorni, portandoci dietro patate locali, formaggio, pane e bottiglie di vino al posto dei noodle o del ramen confezionati. Con il passare degli anni Mathieu si è completamente evoluto, dimenticando la telecabina e diventando pastore. In un batter d’occhio ha messo su famiglia, fattoria, una piccola mandria di capre e 300 pecore Merinos. Non solo ha finito per sciare dove viveva, ma ha anche vissuto dove sciava… Il suo parco giochi dietro casa è diventato sede di lavoro e fonte di vita. La scelta permaculturale* di Mathieu è stata la leva per fare di qualcosa frivolo e infantile come lo sci il mio stile di vita.

La mia fantasia del parco giochi dietro casa si è materializzata quando mi sono sposato e abbiamo costruito il nostro nido a Ventelon. Appena dietro le mura c’è una montagna con pendii erbosi frequentata solo dal bestiame, dai cervi, dalle volpi… e dagli altri backyardigan. Il nostro lato soleggiato della valle è perfetto per far crescere l’aglio in primavera, fornisce l’energia solare ideale e in inverno permette comunque di mettere gli sci e toglierli in giardino appena qualche centimetro di neve ricopre l’erba. Qui gli elementi hanno rimodellato il mio ego. Fuori dal bosco i venti costanti creano onde di neve simili ai pipe dei park. Questo spirito ha alimentato la sciata interiore e influenzato lo stile e le aspirazioni. Ho iniziato a non avere più bisogno di sciare tutti i giorni perché stavo eliminando ciò che volevo dimenticare andando a sciare. L’immobilità fertilizzava la sensibilità verso la natura e la qualità delle sessioni di sci.

Lo scorso inverno è stato bello nel mio parco giochi. Con Ryan Koupal di 40 Tribes Backcountry, con il quale da dieci anni porto gruppi a sciare nei parchi giochi più esotici, abbiamo creato il primo Mystery Trip. Chi si è iscritto ha iniziato l’avventura nella sua immaginazione, all’atto dell’iscrizione, sapendo solo che sarebbe stato accolto a Ginevra e avrebbe sciato con me e un’altra Guida locale… da qualche parte. L’esuberanza giovanile del mio amico e Guida alpina Joe Vallone ha funzionato perfettamente durante il nostro pigiama party di una settimana al Refuge du Goléon. Joe, grazie al suo background freestyle, incarna perfettamente lo stile ludico dello sci che trae il massimo profitto dal nostro parco giochi e dal cameratismo delle notti in rifugio intorno a un tavolo. Nessun ha sentito la mancanza della telecabina.

I miei due figli hanno imparato a sciare nel nostro giardino. Mentre crescono e li guardo costruire kicker e camminare per fare i loro 50 metri di sciata in neve fresca quando si depositano 20 centimetri sull’erba, sto chiudendo un cerchio. C’è un senso di completezza perché ho capito quello che mi motiva. Più tempo passo nel mio parco giochi, più sembra grande. Sciare non significa per forza complicazione. Le cose semplici sono in sinfonia alla Mandelbrot. I frattali** del mondo interno si muovono all’infinito sempre più dentro, diventando intricati man mano che si va nel dettaglio. L’immaginazione ci porta lì, soprattutto in questi giorni in cui il mondo esterno, ancora convalescente dalla malattia mitologica del XIX secolo, sembra chiudersi intorno a noi. C’è sempre spazio per divertirsi di più nel parco giochi se sei un backyardigan.

*La permacultura è un insieme di pratiche mirate con il fine di progettare e gestire il nostro habitat in modo che soddisfi i bisogni primari (cibo, fibre ed energia) salvaguardando la stabilità e sostenibilità degli ecosistemi naturali.

**Ente geometrico caratterizzato dalle dimensioni non intere e dalla proprietà di riprodurre l’ente di partenza a ogni scala. L’insieme di Mandelbrot, dal nome del matematico Benoît Mandelbrot, è uno dei frattali più popolari

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